Tranvia Parma-Marzolara
Tranvia Parma-Marzolara | |
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Cartolina con la stazione di Marzolara | |
Inizio | Parma |
Fine | Marzolara |
Inaugurazione | 1910 |
Chiusura | 1954 |
Gestore | TEP |
Vecchi gestori | Provincia di Parma (1910-1918) CNTC (1918-1940) SoRiT (1941-1948) |
Lunghezza | 23,941 km |
Tipo | tranvia extraurbana |
Mezzi utilizzati | elettromotrici |
Scartamento | 1.445 mm |
Alimentazione | elettrica 4 kV c.a., 25 Hz |
Trasporto pubblico | |
La tranvia Parma-Marzolara era una linea tranviaria interurbana che collegava Parma a Marzolara (frazione di Calestano) dal 1910 al 1954.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Sin dal 1892 la provincia di Parma era attraversata da una vasta rete di tranvie interurbane a vapore, gestite dalla SNFT[1].
Nel 1904 il Consiglio Provinciale di Parma aveva deliberato di richiedere la concessione per tre linee tranviarie a trazione elettrica:
- una linea per Fornovo di Taro, che attraversasse la Valle del Ceno;
- una linea per Calestano, che passasse per la Val Baganza;
- una linea tranviaria urbana nella città di Parma.
Tali linee avrebbero collegato più celermente le due vallate appenniniche con il capoluogo, completando la rete tranviaria provinciale[2].
La concessione, la cui domanda fu presentata nel 1905, fu approvata l'anno successivo[3]. A questa concessione se ne aggiunsero altre nel 1909 per il completamento della rete urbana[4].
L'inaugurazione delle linee a trazione elettrica avvenne il 5 maggio 1910, data scelta per commemorare il cinquantesimo anniversario della partenza dei Mille da Quarto[5]; alla presenza di Luigi Lusignani, Presidente della Deputazione delle Tranvie Elettriche dal 1903 al 1914 e già sindaco di Parma[6].
Il 5 novembre 1918 la provincia di Parma cedette l'esercizio delle sue linee tranviarie elettriche alla Compagnia Nazionale di Trasporti e Comunicazioni (CNTC), costituitasi per l'occasione, la quale unificò la gestione con quella delle linee tranviarie foresi a vapore[7].
La CNTC dovette subito fronteggiare la concorrenza delle autolinee, che rendevano la situazione finanziaria della società precaria[7], tanto che dal 1934 fu costretta a sopprimere alcune linee interurbane a vapore[8].
Nel 1939 la CNTC e la Provincia di Parma sottoscrissero una convenzione con la quale la società poteva sopprimere le tranvie a vapore e sostituirle con autolinee, mentre le linee a trazione elettrica avrebbero dovuto essere riconsegnate alla provincia entro il 31 dicembre 1941: le linee a vapore furono soppresse entro il 1940, cedendo alla Società Riunite Trasporti (SoRiT) le concessioni per le autolinee sostitutive delle tranvie a vapore e per le tranvie elettriche[9], mentre lo scoppio della Seconda guerra mondiale fece rinviare il termine per la riconsegna delle linee elettriche a due anni dopo il termine del conflitto[10].
Il 15 aprile 1948 la provincia di Parma riassunse l'esercizio delle tranvie elettriche urbane e interurbane[11], costituendo poco dopo l'azienda speciale Tranvie Elettriche Parmensi (TEP), la quale cedette due anni dopo le tranvie urbane al Comune di Parma[12].
Le linee extraurbane della TEP, ormai usurate, furono integrate dal maggio 1953 con corse automobilistiche che in breve tempo soppiantarono quelle tranviarie: sulla linea per Calestano l'orario prevedeva dieci corse tranviarie e quattro con autobus[13]. Il servizio tranviario cessò definitivamente nell'aprile 1954[14].
Caratteristiche
[modifica | modifica wikitesto][15]. Stazioni e fermate | ||||||
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0,000 | Parma Piazza Garibaldi | ||||
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Deposito | |||||
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2,000 | Molinetto | ||||
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5,215 | Baccanelli | ||||
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6,540 | Cavalli | ||||
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8,185 | Stradella | ||||
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Tranvia per Fornovo (*1910 † 1954) | |||||
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11,705 | Villa Ortensia | ||||
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13,875 | Sala Baganza | ||||
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15,625 | Felino | ||||
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18,285 | S. Michelino | ||||
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21,095 | S. Ilario | ||||
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25,470 | Marzolara | ||||
Manuale · Legenda · Convenzioni di stile |
La linea tranviaria era a scartamento normale di 1445 mm, e si sviluppava per 23,941 km, di cui 6,535 in comune con la linea per Fornovo[16]. Il raggio minimo di curva era di 40 metri, la pendenza massima del 35 per mille; la velocità massima ammessa di 40 km/h[17] Per la linea si adottò l'inusuale sistema di alimentazione a corrente alternata alla frequenza di 25 Hz e tensione di 4000 V, con linea di contatto sistema Siemens-Schuckert a doppia catenaria.[18][19].
In ambito urbano la tensione era abbassata a 400 V[20]: la transizione avveniva mediante un tratto neutro lungo circa 16 metri posto in prossimità della centrale di alimentazione[21].
Percorso
[modifica | modifica wikitesto]Il capolinea si trovava in Barriera Bixio, tra il torrente Parma, viale Caprera e la barriera stessa[22]. Presso il capolinea parmense si trovavano anche la direzione, gli uffici del movimento, lo scalo merci, il deposito e la centrale elettrica (che alimentava sia le linee foresi che quelle urbane)[23].
Uscita dalla città la linea imboccava la strada statale 62 della Cisa, toccando le località di Cavagnari, Baccanelli, Cavalli e Stradella, da cui si biforcava la linea per Fornovo. La tranvia imboccava quindi la strada provinciale per Calestano risalendo la val Baganza, toccando Sala Baganza, Felino, San Michelino, Poggio Sant'Ilario e Fornello, terminando il tragitto a Marzolara, stazione dotata di rimessa per le vetture[17].
Materiale rotabile
[modifica | modifica wikitesto]Sulla tranvie extraurbane elettriche parmensi prestarono servizio dieci motrici (con 7 posti di prima classe, 21 posti di seconda classe e bagagliaio) dotate di due carrelli di costruzione Böker del tipo ad aderenza massima, lunghe 11,42 m e larghe 2,31 m, spinte da due motori Siemens monofasi collegati in serie da 70 CV l'uno[24] in grado di toccare i 65 km/h[25] La presa di corrente era a pantografo, che supportava due archetti striscianti[26]. Ad esse si affiancavano due locomotori, anch'essi spinti da due motori da 70 CV[27] e dotati di un rapporto che gli permetteva di raggiungere i 22 km/h di velocità massima[25], undici rimorchiate a due assi radiali e terrazzini aperti (di cui una carrozza salone e 10 vetture miste di prima e seconda classe)[26], 28 carri a sponde basse, 16 carri a sponde alte e 16 carri chiusi, tutti con portata di 8 tonnellate[27]: la composizione tipica dei convogli prevedeva una motrice e tre rimorchiate[28].
Cessate le tranvie extraurbane le vetture furono accantonate presso il deposito di Barriera Bixio in attesa della vendita come rottame[29].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Ogliari, Sapi, op. cit., p. 124
- ^ Le tramvie..., p. 30
- ^ Regio Decreto n° 95 del 15 febbraio 1906, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n° 109 del 9 maggio 1906
- ^ Regio Decreto n° 397 del 29 agosto 1909, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n° 262 del 9 novembre 1909
- ^ Ogliari, Sapi, op. cit., p. 279
- ^ Giancarlo Gonizzi, L'epopea del tram a Parma Archiviato il 6 giugno 2015 in Internet Archive., in La Gazzetta di parma, 9 febbraio 2015. URL consultato nel giugno 2015.
- ^ a b Ogliari, Sapi, op. cit., p. 288
- ^ Ogliari, Sapi, op. cit., p. 290
- ^ Ogliari, Sapi, op. cit., p. 296
- ^ Ogliari, Sapi, op. cit., p. 297
- ^ Ogliari, Sapi, op. cit., p. 407
- ^ Ogliari, Sapi, op. cit., p. 408
- ^ Ogliari, Sapi, op. cit., p. 410
- ^ Ogliari, Sapi, op. cit., p. 411
- ^ Viglia, op. cit., p. 340
- ^ Viglia, op. cit., p. 337
- ^ a b Le tramvie..., p. 33
- ^ Massa, op. cit., pp. 123-124
- ^ Le tramvie extraurbane di Parma a corrente monofase, op. cit., pp. 30 e 33
- ^ E. Massa, Parma: città e provincia, op. cit.
- ^ Le tramvie extraurbane di Parma a corrente monofase, op. cit., p. 34.
- ^ La stazione delle Tranvie Elettriche, su tep.pr.it, http://www.tep.pr.it. URL consultato il 28 dicembre 2014 (archiviato dall'url originale il 22 dicembre 2014).
- ^ Massa, op. cit., pp. 122-123
- ^ Le tramvie..., pp. 35-37
- ^ a b Viglia, op. cit., p. 357
- ^ a b Le tramvie..., p. 36
- ^ a b Viglia, op. cit., p. 352
- ^ Le tranvie elettriche in provincia, su tep.pr.it, http://www.tep.pr.it. URL consultato il 18 dicembre 2014 (archiviato dall'url originale il 18 giugno 2015).
- ^ Ogliari, Sapi, op. cit., p. 412.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Francesco Ogliari e Franco Sapi, Ritmi di ruote. Storia dei trasporti italiani volume 10°. Emilia-Romagna, Milano, a cura degli autori, 1969.
- Eugenio Massa, Parma: città e provincia. Nuovissima guida regionale illustrata, 1913, pp. 121-124.
- Le tramvie extraurbane di Parma a corrente monofase, in Strade Ferrate, n. 15, Colleferro (RM), Editrice di Storia dei Trasporti, giugno 1983, pp. 30-38.
- E. Viglia, Le tranvie elettriche parmensi, in Rivista dei Trasporti, n. 7, Milano, 15 luglio 1912, pp. 337-361.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]- Linee tranviarie italiane
- Parma
- Marzolara
- Rete tranviaria di Parma
- Tranvia Fornace Bizzi-Medesano
- Tranvia Soragna-Borgo San Donnino
- Tranvia Parma-Fornovo
- Tranvia Parma-Langhirano
- Tranvia Parma-San Secondo-Busseto
- Tranvia Parma-Soragna-Busseto
- Tranvia Parma-Traversetolo/Montecchio
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su tranvia Parma-Marzolara
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Fondo Villan conservato a cura di TEP, su tep.pr.it. URL consultato il 5 giugno 2015 (archiviato dall'url originale il 7 luglio 2013).
- TEP - Storia dei trasporti di Parma, su tep.pr.it. URL consultato il 5 giugno 2015 (archiviato dall'url originale il 24 maggio 2015).