l'organo maggiore, costruito nel 1937-1938 dalle ditte organarieTamburini (opus 191) e Mascioni (opus 506),[1] ha tre consolle, quella principale "storica" e quella principale "moderna" (elettronica) con 5 tastiere e pedaliera, più una ausiliaria a tre tastiere e pedaliera, ha 196 registri (145 nominali) ed è il più grande organo a canneitaliano, uno dei più grandi in Europa;[2]
l'organo corale, costruito nel 1984 da Tamburini (opus 595) ha due tastiere e pedaliera e 17 registri e si può suonare anche dalle consolle dell'organo maggiore;
l'organo della cripta, costruito nel 1913 da Tamburini (opus 61) e riformato dalla stessa ditta nel 1941 (opus 217), con due tastiere e pedaliera e 16 registri.
A partire dal 1540, l'organaroGian Giacomo Antegnati costruisce un nuovo organo in sostituzione di quello di fine Trecento, che verrà collocato nel 1580 sul lato sinistro del presbiterio nel contesto dei lavori voluti da Carlo Borromeo affidati a Pellegrino Tibaldi e su sollecitazione del visitatore apostolico Gerolamo Regazzoni che visitò il Duomo nel 1576.[4] Tra il 1584 e il 1590 viene costruito un nuovo strumento sul lato opposto del presbiterio con cassa identica dall'organaroCristoforo Valvassori, che aveva ricevuto questo incarico nel 1579. Le casse dei due strumenti vennero rifatte alla fine del secolo da Sante Corbetta. Entrambi gli strumenti erano con base di 24 piedi ed avevano un'unica tastiera di 50 note con pedaliera a leggio.
Nel corso dei secoli XVII e XVIII, i due organi del duomo vennero più volte restaurati e modificati per conformarli ai canoni musicali dell'epoca. I rifacimenti più importanti risalgono al XIX secolo: l'organo settentrionale venne rifatto dai fratelli Serassi nel 1842, mentre quello meridionale una prima volta da Eugenio Biroldi nel 1825 ed una seconda da Pietro e Luigi Bernasconi nel 1876; in tale occasione, fu dotato di una seconda tastiera con cassa espressiva, chiamata Organo Eco.
Nel 1905-1907, Vincenzo Mascioni modifica i due organi in modo tale da avere due strumenti gemelli (entrambi opus 299), dotati di trasmissione pneumatico-tubolare e ciascuno di una consolle a due tastiere e pedaliera estesa.[5] Si decise di mantenere invariate le altezze di alcuni registri, in particolare quelli di timbro di principale (24 piedi), aggiungendone altri su base di 16 piedi e adattando alcuni registri precedenti a questi ultimi. La sua disposizione fonica era la seguente:[6]
I - Grand'Organo
Principale
24'
Principale violino
16'
Principale grave
12'
Ottava
6'
Ottava violino
4'
Duodecima
4'
Quinta
3'
Ripieno grave
Ripieno acuto
Eufonio
8'
Flauto
8'
Flauto armonico
6'
Cornetto
4 file
Voce umana
8'
Salicionale
8'
II - Positivo
Principale violino
12'
Ottava
6'
Quinta
3'
Ripieno
Flauto silvestre
8'
Flauto doppio
4'
Gamba
12'
Voce celeste
8'
Pedale
Contrabbasso
24'
Contrabbasso violino
16'
Duodecima
10.2/3'
Quinta
5.1/3'
Subbasso
24'
Basso armonico
12'
Violone
12'
Nel 1937Benito Mussolini decide di far costruire un nuovo organo monumentale per il duomo. Vengono scelte per la costruzione dell'importante opera le migliori tre ditte organarieitaliane dell'epoca: Tamburini (Crema), Mascioni (Cuvio) e Balbiani Vegezzi-Bossi (Milano). Viene progettato un grandioso strumento che prevede, oltre all'utilizzo di soli materiali italiani imposto dal committente, il riutilizzo, e quindi l'elettrificazione e la modifica, dei due strumenti barocchi. A questo punto la ditta Balbiani Vegezzi-Bossi si tira indietro, essendo incompatibile con la sua filosofia costruttiva la costruzione di un organo unendo caratteristiche tecniche e foniche fra di loro molto differenti e modificando profondamente degli strumenti antichi. Per il periodo dei lavori, Mascioni fornì un organo provvisorio (opus 507) che, al loro termine, fu trasferito nella chiesa di San Silvestro ad Asti, ove si trova tuttora.[7]
Il grande organo viene terminato l'anno successivo, nel 1938, e venne inaugurato il 4 novembre dello stesso anno, in concomitanza con i festeggiamenti per il quarto centenario della nascita di Carlo Borromeo[8] e, per la sua grandezza, in un articolo venne definito Arciorgano del Duomo di Milano.[9] I concerti inaugurali furono due: il primo il giorno 17, e il secondo il giorno 22 dello stesso mese e vennero tenuti dagli organisti italiani più importanti dell'epoca: Costante Adolfo Bossi, Luigi Ferrari Trecate, Santo Spinelli, Ulisse Matthey e Fernando Germani.
Lo strumento era suddiviso in sei corpi distinti, ognuno dei quali aveva una sezione propria del pedale e faceva riferimento ad una delle cinque tastiere della consolle:[10]
l'Organo Positivo (I tastiera) nella seconda campata della navata destra del transettosettentrionale, nel finestrone sopra l'altare di Santa Tecla;
il Grand'Organo (II tastiera) nelle due antiche casse cinquecentesche;
l'Organo Espressivo (III tastiera) nella seconda campata di sinistra del deambulatorio, nel finestrone sopra la porta della Sagrestia delle Messe;
l'Organo Corale (III tastiera) nell'abside, dietro l'altar maggiore, sulla cantoria posticcia situata sopra il coro dei canonici, suonabile anche da una consolle propria con tastiera unica situata dietro l'altare;
l'Organo Solo (IV tastiera) nella seconda campata della navata sinistra del transettomeridionale, nel finestrone sopra l'altare di Sant'Agnese;
l'Organo Eco (V tastiera) nella seconda campata di destra del deambulatorio, nel finestrone sopra la porta della Sagrestia Capitolare.
La consolle, di dimensioni monumentali, era collocata sopra la cantoria posticcia, nell'abside. Una seconda consolle si trovava nei pressi dell'altare maggiore, a pavimento.
Fra il 1965 e il 1966, a causa dei prossimi lavori di consolidamento dei quattro pilastri del tiburio, l'organo venne integralmente smontato e la ditta Tamburini, nel 1971, costruì per il duomo un organo corale mobile di medie dimensioni, da collocare ove ve ne fosse la necessità.
Nel 1984 la ditta Tamburini rimonta l'organo riunendo le canne dei corpi situati nelle finestre sopra le sagrestie e le relative sezioni del Pedale in due casse che vennero collocate una di fronte all'altra sui due lati del presbiterio, affiancate alle due casse antiche. L'Organo Corale posto dietro l'altare maggiore venne rimosso, e al suo posto venne collegato alla consolle l'organo corale mobile costruito nel 1971. Inoltre, i registri del Grand'Organo (II tastiera) e della sua sezione del pedale, sulla consolle vennero suddivisi in due sezioni, Grand'Organo Nord e Grand'Organo Sud in base alla loro posizione all'interno delle due casse antiche. La consolle, invece, venne situata nella parte alta del presbiterio festivo,[N 3] di fianco all'antico altare maggiore, sotto l'organo cinquecentesco di destra. Lo strumento venne dotato anche di una nuova consolle a tre tastiere unita all'Grand'Organo Nord (I tastiera), all'Organo Corale Tamburini del 1971 (II tastiera) e all'Grand'Organo Sud (III tastiera) e collocata nella prima campata del transetto sinistro, nei pressi del luogo in cui trovano posto i cantori e i cori durante le celebrazioni. Inoltre, furono ripristinate le due consolle degli organi antichi secondo la loro conformazione barocca, ognuna con unica tastiera di 50 note e 12 registri. Il concerto inaugurale venne tenuto dal titolare Luigi Benedetti l'8 settembre 1986.
Da allora, per oltre 30 anni, lo strumento non fu soggetto a restauri o interventi tecnici di particolare impatto: in occasione del Giubileo del 2000 lo strumento fu ripulito e le canne vennero riaccordate, mentre nel 2002 fu aggiornata la trasmissione elettrica, con l'installazione di due nuove centraline nella consolle maggiore e nella consolle del transetto; la parte tecnica rimase ferma ai lavori ultimati nel 1986.[11] L'organo corale mobile è stato invece restaurato nel 2012 dalla ditta Colzani di Bulgarograsso.[12]
Occorse attendere il 2019 per l'avvio di un completo restauro all'organo maggiore, la cui piena funzionalità risultava ormai compromessa da circostanze quali la levigatura dei marmi del pavimento della cattedrale, che aveva liberato grandi quantitativi di polvere altamente abrasiva, il cui accumulo nei corpi d'organo aveva impattato sia sulla sonorità delle canne, sia sulla meccanica (corrodendo ad esempio le parti in pelle)[13]. I lavori, sempre affidati alla ditta Colzani, hanno incluso una revisione generale, lo smontaggio e la riparazione delle canne del corpo settentrionale, il restauro di tutti i mantici e la digitalizzazione della gestione dello strumento (superando così i limiti del sistema elettromeccanico), con messa in opera di una nuova consolle principale[14]. Si mise anche mano alla parte pittorica costituita dagli "antoni", andando a sanare gli interventi e rimaneggiamenti effettuati nel tempo con materiali talora non appropriati e il ripristino delle porzioni distaccatesi per via della dilatazione e frammentazione delle tavole.
Lo strumento, con le sue 15.800 canne circa per un totale di 196 registri nominali (145 registri reali), è il più grande organo a canne in Italia, uno dei maggiori d'Europa. Lo strumento è diviso in quattro corpi, disposti a coppie ai due lati del presbiterio, nell'intercolumnio fra abside e presbiterio, al disopra degli stallilignei del coro.
Ognuno dei due organi antichi è chiuso da due coppie di ante dipinte, una coppia per ogni lato, per un totale di sedici monumentali tele, capolavoro del tardo manierismo di scuola milanese.[N 4] La loro realizzazione avvenne fra il 1559, quando fu indetto il primo concorso per le ante dell'organo nord, ed il 1600, quando le ante rivolte verso il deambulatorio furono affidate a Camillo Procaccini. Fu molto accesa la competizione fra gli artisti per la realizzazione di quelle che dovevano essere le più importanti imprese pittoriche contenute nella cattedrale, tanto che il primo concorso dovette essere ripetuto a causa delle contestazioni. I soggetti delle otto ante rivolte verso l'altare maggiore, di Meda e Figino, furono dettati da Carlo Borromeo, e tutte le opere furono realizzate sotto la supervisione del direttore della Fabbrica, Pellegrino Tibaldi, il che conferisce loro uno stile omogeneo di ispirazione michelangiolesca filtrata secondo il monumentalismo tibaldiano. Le ultime, verso il deambulatorio esterno, furono dipinte invece su commissione di Federico Borromeo dall'emiliano Camillo Procaccini.
I soggetti dipinti sulle ante di entrambi gli organi sono i seguenti:[15]
esterno: Davide uccide Golia e il Trionfo del Re Davide
interno: Trasfigurazione e Risurrezione di Cristo
Le due casse costruite nel 1984, nella loro semplicità ricalcano lo schema delle casse barocche. Sono in legno, prive di qualsivoglia decorazione ad eccezione di rifiniture geometriche. Le canne sono collocate in tre aperture ad arco principali, alte e strette, intervallate da due coppie di organetti morti[N 5] sovrapposti. La trasmissione dell'organo è elettrica.
Dal 2021 è in esercizio una nuova consolle principale, completamente elettronica, costruita dalla ditta Colzani e situata a pavimento nel transetto di sinistra, presso la postazione del coro. Essa dispone di 5 tastiere a bilico con tasti in osso ed ebano, che impartiscono i comandi tramite sensori magnetici a effetto Hall (lo stesso sistema è in uso sulla pedaliera) con punto di accatto regolabile. Diverse funzioni sono comandabili digitalmente tramite touch screen[16]. In precedenza, circa nella stessa posizione, era sistemata la consolle ausiliaria, della ditta Tamburini, dotata di tre tastiere di 61 note ciascuna (5 ottave, Do1-Do6) e di una pedaliera concavo-radiale di 32 note (2½ ottave, Do1-Sol3), collegata al Grand'Organo Nord (I tastiera), al Grand'Organo Sud (III tastiera) e all'Organo Corale (Grand'Organo sulla I tastiera, Positivo aperto sulla II), con le relative sezioni del pedale.
La ex consolle principale, risalente agli anni 1930 e sistemata da ultimo dalla ditta Mascioni nel 1985, è di carattere monumentale ed è situata nella parte superiore del presbiterio festivo, nei pressi dell'organo antico meridionale. Ha cinque tastiere di 61 note ciascuna (5 ottave, Do1-Do6) ed una pedaliera concavo-radiale di 32 note (2½ ottave, Do1-Sol3) e 245 placchette a bilico con i nomi incisi in nero (in rosso per i registri ad ancia) che comandano i vari registri, le unioni, gli accoppiamenti e gli annullatori ed è dotata di 4000 combinazioni libere distribuite in 500 gruppi. Le placchette sono contrassegnate da vari colori in base alla loro appartenenza ai manuali e alle relative sezioni del Pedale: in blu quelle del Positivo aperto (primo manuale), in verde quelle del Grand'Organo, in celeste quelle del Corale (terzo manuale), in rosso quelle dell'Espressivo (terzo manuale), in giallo quelle del Solo aperto (quarto manuale), in nero quelle dell'Eco espressivo. La parete esterna è decorata con intarsi lignei di fattura geometrica.
Le due sezioni del Grand'Organo possono essere suonate anche ciascuna da una propria consolle a finestra indipendente, collocata sulla relativa cantoria, a trasmissione elettrica e con un'unica tastiera e pedaliera.
A metà del tornacoro si trova l'organo corale mobile costruito nel 1971 dalla ditta Tamburini (opus 595).[17] La sua funzione era quella di sostituire l'organo maggiore, allora smontato per il consolidamento dei quattro pilastri della cupola. Lo strumento venne fatto mobile così da poter essere spostato facilmente con l'avanzamento del cantiere nei posti rimasti liberi. Dopo la fine dei lavori di restauro, è stato collocato per qualche tempo sotto l'arco fra la prima campata della navata centrale e della navata destra del braccio settentrionale del transetto, dove serviva da organo-guida per il coro, che siede lì vicino.[18]
Nella cripta, alla sinistra dell'altare, si trova l'organo a canneTamburiniopus 217, riforma del 1941 effettuata sull'organo opus 61 del 1913; originariamente a trasmissione pneumatica, venne elettrificato dalla ditta costruttrice nel 1960 e in tale occasione ampliato dalla stessa. Lo strumento presenta un somiere a doppio scompartimento, con i registri delle due tastiere in comune. La sua consolle, indipendente, dispone di due tastiere di 58 note ciascuna e pedaliera dritta di 27 note.[19]
^i due organi antichi hanno una doppia facciata: una verso l'abside ed una verso il deambulatorio.
^tipico dell'organo rinascimentale e barocco italiano, l'organetto morto è quel gruppo di canne formante una cuspide posto in facciata di dimensione più piccola rispetto alle altre e con scopo puramente decorativo (le canne, anche se vere, non suonano).
^ Salvatore Musella, L'arciorgano del Duomo di Milano, in La lettura: Rivista mensile del Corriere della Sera, 4 novembre 1938, anno XVII. URL consultato il 27 aprile 2012.
Benvenuto Maria Disertori, Il nuovo organo del Duomo di Milano, estratto da Rivista Musicale Italiana, Anno 42, fascicolo 6, Milano, Fratelli Bocca, 1938.
Monumentale organo del Duomo di Milano: inaugurato in occasione del 4º centenario della nascita di San Carlo Borromeo il 4-11-1938, Crema, Tamburini, 1938.
Carl Locher, Manuale dell'organista: i registri dell'organo con speciale riguardo al differente loro timbro di voce e relativi fenomeni acustici ad uso degli organisti ed organari. Disposizione del monumentale organo del Duomo di Milano e statistica dei più grandi organi del mondo, 2ª edizione italiana riveduta, ampliata ed illustrata a cura di Ernesto Locher, Milano, Hoepli, 1940.
Catalogo degli organi costruiti dalla pontificia fabbrica d'organi comm. Giovanni Tamburini dal 1893 al 1973, Crema, Tamburini, 1977, ISBN non esistente.
Corrado Moretti, L'Organo italiano, Monza, Casa Musicale Eco, 1989, ISBN 88-6053-030-X.