Moschea di Fenari Isa
Moschea di Fenâri Îsâ Molla Fenari İsa Camii | |
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Stato | Turchia |
Località | Istanbul, Turchia |
Coordinate | 41°00′55.37″N 28°56′38.4″E |
Religione | Islam |
Stile architettonico | bizantino |
Inizio costruzione | 908 |
Completamento | 1304 |
La moschea di Fenâri Isa (nome completo in turco Molla Fenari İsa Camii), nell'età bizantina conosciuta anche come il monastero di Lips (in greco Μονή του Λιβός?), è una moschea di Istanbul, costituita da due ex-chiese ortodosse orientali.
Posizione
[modifica | modifica wikitesto]Il complesso è situato ad Istanbul, nel distretto di Fatih (corrispondente alla città murata), lungo Adnan Menderes Caddesi (già Vatan Caddesi), in un contesto moderno.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Periodo bizantino
[modifica | modifica wikitesto]Nel 908, l'ammiraglio bizantino Costantino Lips[1] inaugurò un monastero alla presenza dell'imperatore Leone VI il Saggio (r. 886-912).[2] Il monastero, dedicato alla Vergine Theotókos Panachrantos ("Immacolata Madre di Dio"), si trovava nella valle del Lykos (il fiumiciattolo - ora interrato - che attraversava Costantinopoli) in un luogo chiamato "Merdosangaris" (in greco: Μερδοσαγγάρης).[2][3] Il monastero era conosciuto anche con il nome del fondatore (mone tou Libos), e divenne uno dei più grandi di Costantinopoli.
La chiesa fu costruita sui resti di un altro santuario del VI secolo,[4] riutilizzando fra l'altro le lapidi di un vicino cimitero romano.[2] Le reliquie di santa Irene erano conservate qui. Questa chiesa è generalmente conosciuta nella letteratura specialistica come "Chiesa Nord".
Dopo l'invasione latina e la restaurazione dell'impero bizantino, tra il 1286 e il 1304, l'imperatrice Teodora, vedova dell'imperatore Michele VIII Paleologo (r. 1259 - 1282), eresse un'altra chiesa dedicata a san Giovanni Battista (in greco Eκκλησία του Αγίου Ιωάννου Προδρόμου του Λίβος?)[5] a sud della prima chiesa. Oltre Teodora, diversi esponenti della dinastia imperiale dei Paleologi furono qui sepolti: suo figlio Costantino, l'imperatrice Irene di Monferrato e suo marito l'imperatore Andronico II (r. 1282-1328)[4] L'imperatrice restaurò anche il convento, che a quel tempo era probabilmente in stato di abbandono. [6] Secondo il suo typikon, il complesso monastico in quel momento ospitava in totale cinquanta donne[6][7] e comprendeva anche uno Xénon[8] per donne laiche con 15 posti letto annessi.[2]
Nel corso del XIV secolo un nartece ed un parekklesion[9] vennero aggiunti alla chiesa. L'usanza di seppellire i membri della famiglia imperiale nel complesso continuo' nel XV secolo con Anna, prima moglie dell'imperatore Giovanni VIII Paleologo (r. 1425-1448), qui inumata nel 1417.[10][11] Probabilmente la chiesa venne utilizzata come cimitero anche dopo il 1453.[10]
Questa chiesa è generalmente nota fra gli specialisti come "Chiesa Sud".
Periodo ottomano
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1497-1498, poco dopo la caduta di Costantinopoli, durante il regno del sultano Bayezid II (1481-1512), la chiesa sud venne trasformata in una mescit (una piccola moschea) dal dignitario Ottomano Fenarizade Alaeddin Ali ben Yusuf Effendi, Qadi'asker[12] di Rumeli, e nipote di Molla Şemseddin Fenari,[2] la cui famiglia apparteneva alla classe religiosa degli ʿulamāʾ. Egli eresse un minareto nell'angolo sud-est, ed un miḥrāb nell'abside. [10] Dal momento che uno dei predicatori capo della madrasa era chiamato Isa ("Gesù" in arabo e turco), il suo nome venne aggiunto a quello della moschea. L'edificio, bruciato nel 1633, venne restaurato nel 1636 dal Gran Visir Bayram Pascià, il quale elevò l'edificio al rango di Cami ("moschea") e convertì la chiesa nord in una Tekke (loggia dei dervisci). In questa occasione le colonne della chiesa nord vennero sostituite con pilastri, Le due cupole furono restaurate, e la decorazione musiva venne rimossa.[10] Dopo un altro incendio nel 1782,[13] il complesso fu restaurato di nuovo nel 1847/48. In questa occasione anche le colonne della chiesa sud vennero sostituite con pilastri, e venne anche rimossa la balaustra del nartece.[13] L'edificio bruciò ancora una volta nel 1918,[14] e venne quindi abbandonato. Durante gli scavi effettuati nel 1929, vennero trovati ventidue sarcofagi. [14] Il complesso è stato completamente restaurato tra gli anni 1970 e 1980 dalla Byzantine Society of America, e da allora è di nuovo aperto al culto come moschea.[13]
Architettura e decorazione
[modifica | modifica wikitesto]Chiesa Nord
[modifica | modifica wikitesto]La chiesa nord ha un'insolita pianta a quinconce (detta anche a croce inscritta), ed è uno dei primi santuari di Costantinopoli ad adottare questa tipologia, il cui prototipo è forse la Nea Ekklesia ("Chiesa Nuova"), eretta a Costantinopoli nell'anno 880 ed oggi completamente scomparsa.[15] Durante il periodo ottomano le quattro colonne al centro della croce sono state sostituite da una volta a costoloni la quale copre tutta la navata.[16]
L'edificio ha piccole dimensioni: la naos misura 13 metri di lunghezza per 9,5 metri di larghezza, e venne dimensionata in base al numero di occupanti del monastero al momento della costruzione. La muratura della chiesa nord fu eretta alternando file di mattoni a file di piccoli blocchi di pietra grezza. In questa tecnica, che è tipica dell'architettura bizantina del X secolo,[17] i mattoni affondano in uno spesso letto di malta. La chiesa nord è sormontata da una cupola di tipo ottomano traforata da otto finestre.[16]
Lo spazio interno è concluso verso est da tre alte absidi: quella centrale è poligonale, ed è affiancata dalle altre due, che servivano come pastophoria:[18] la prothesis e il diakonikon.
Le absidi ricevono luce da finestre archiacute triple (in quello centrale)[16] e singole. Le pareti dei bracci centrali della croce della naos hanno due ordini di finestre: l'ordine inferiore è composto da trifore, mentre le finestre superiori sono semicircolari. Due lunghi parekklesia, ognuno concluso da un basso abside, fiancheggiano il presbiterio della naos. Le navate angolari e centrali sono molto strette. Al livello del tetto, ai quattro lati dell'edificio insistono quattro cappelle, ciascuna sormontata da una cupola.
I resti della decorazione originale di questa chiesa consistono nelle basi di tre delle quattro colonne della campata centrale, ed in molti elementi che sopravvivono sui pilastri delle finestre e sulla struttura della cupola. La decorazione consisteva in origine in pannelli di marmo e piastrelle colorate: le volte erano decorate con mosaici. Solo tracce di essi sono ora visibili. [17]
Nel complesso, la chiesa nord presenta forti analogie con la moschea Bodrum (già chiesa del Myrelaion).[19]
Chiesa Sud
[modifica | modifica wikitesto]La chiesa sud è sormontata da una cupola ottomana del tipo ad elmetto e consiste in un'aula quadrata circondata da due deambulatoria,[20] un endonartece e un parekklesion (aggiunto in seguito). Il deambulatorium della chiesa nord coincide con il parekklesion della chiesa sud. Questa moltiplicazione degli spazi intorno alla parte centrale della chiesa è un motivo tipico della tarda architettura paleologa: la ragione di esso è la necessità di ricavare uno spazio maggiore per tombe, monumenti eretti ai benefattori della chiesa, ecc[21] La sala centrale è divisa dalle navate da una galleria tripla. Durante la messa i fedeli erano confinati nei deambulatoria, che erano poco profondi e bui, e riuscivano a malapena a vedere cosa accadeva nella parte centrale della chiesa. La chiesa è conclusa da tre absidi, orientate verso est. La muratura è costituita da file alternate di mattoni e pietre, un motivo tipico dell'architettura tardo bizantina a Costantinopoli.
La decorazione lussuosa delle absidi meridionale e principale (quest'ultimo di forma eptagonale), è costituita da un triplice ordine di nicchie: nell'ordine centrale queste si alternano con finestre triple. I mattoni sono disposti in modo da formare motivi ornamentali come archi, ganci, greche, croci solari, svastiche e ventagli.[22] Tra questi motivi appaiono bande rosse bianche e scure, ottenute alternando una fila di pietre con più file (da due sino a cinque) di mattoni. Questa è la prima apparizione di questo importantissimo motivo decorativo dell'architettura paleologa a Costantinopoli.
La chiesa possiede un nartece sormontato da una galleria, il quale è stato ampliato in modo da raggiungere anche la chiesa nord. Il parekklesion fu eretto lungo il lato sud della chiesa meridionale, e venne collegato al nartece, in modo che l'ambiente circondasse l'intero complesso ad ovest e sud. Al suo interno sono esposti diversi sarcofagi marmorei.
Nell'insieme, questo complesso rappresenta un esempio notevole della media e tarda architettura bizantina a Costantinopoli.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Il nome del fondatore è stato trovato in un'iscrizione situata sul cornicione dell'abside. Da Krautheimer, p. 409.
- ^ a b c d e Müller-Wiener, p. 126.
- ^ Questo toponimo proviene dal persiano "Merd-il-sachra", ed è composto dalle due parole Merdo (che significa "uomo"), e sachra (nel senso di "solitudine"): "L'uomo della solitudine". Da Janin, p. 361
- ^ a b Gülersoy, p. 258.
- ^ Questa chiesa si aggiunse alle 35 dedicate a questo Santo, che esistevano a Costantinopoli nel X secolo! da Krautheimer, p. 436
- ^ a b Talbot, p. 337
- ^ Krautheimer, p. 409.
- ^ Si trattava di un'istituzione benefica a metà tra un ospedale e una casa di cura. Da Talbot, p. 337
- ^ Il parekklesion è una cappella costruita a lato della chiesa o del nartece
- ^ a b c d Müller-Wiener, p. 127.
- ^ Freely dice che Anna fu sepolta nel cuore della notte per evitare di creare il panico pubblico a causa di voci di peste bubbonica.
- ^ Il Qadi 'asker ("giudice dell'esercito") - una delle figure più importanti nell'organizzazione dell'Impero ottomano - era il supremo magistrato militare.
- ^ a b c Müller-Wiener, p. 128.
- ^ a b Eyice (1955), p. 80.
- ^ Krautheimer, p. 388.
- ^ a b c Van Millingen, p. 128.
- ^ a b Krautheimer, p. 405.
- ^ Con pastophorium o pastophorion si definisce una stanza riservata ai sacerdoti, di solito erano una coppia disposta ai due lati dell'abside, il diakonikon o la prothesis, che avevano una funzione vagamente assimilabile a quella dell'attuale sagrestia.
- ^ Krautheimer, p. 404.
- ^ Il deambulatorium è un corridoio che corre intorno alla parte centrale di una chiesa.
- ^ Krautheimer, p. 457.
- ^ Krautheimer, p. 467.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Alexander Van Millingen, Byzantine Churches of Costantinople, Londra, MacMillan & Co, 1912. ISBN non esistente
- (EN) Ernest Mamboury, The Tourists' Istanbul, Istanbul, Çituri Biraderler Basımevi, 1953. ISBN non esistente
- (FR) Raymond Janin, La Géographie Ecclésiastique de l'Empire Byzantin. 1. Part: Le Siège de Constantinople et le Patriarcat Oecuménique. 3rd Vol. : Les Églises et les Monastères, Parigi, Institut Français d'Etudes Byzantines, 1953. ISBN non esistente
- (FR) Mustafa Semavi Eyice, Istanbul. Petite Guide a travers les Monuments Byzantins et Turcs, Istanbul, Istanbul Matbaası, 1955.
- (EN) Çelik Gülersoy, A Guide to Istanbul, Istanbul, Istanbul Kitaplığı, 1976, OCLC 3849706. ISBN non esistente
- (EN) Thomas F. Mathews, The byzantine Churches of Istanbul: a photographic survey, University Park, PA, Pennsylvania State University Press, 1976, ISBN 0-271-01210-2.
- (DE) Wolfgang Müller-Wiener, Bildlexikon Zur Topographie Istanbuls: Byzantion, Konstantinupolis, Istanbul Bis Zum Beginn D. 17 Jh, Tübingen, Wasmuth, 1977, ISBN 978-3-8030-1022-3.
- Richard Krautheimer, Architettura paleocristiana e bizantina, Torino, Einaudi, 1986, ISBN 88-06-59261-0.
- (EN) John Freely, Blue Guide Istanbul, W. W. Norton & Company, 2000, ISBN 0-393-32014-6.
- (EN) Alice-Mary Talbot, Building Activity under Andronikos II, in Necipoğlu, Nevra (a cura di), Byzantine Constantinople: Monuments, Topography and everyday Life, Leiden, Boston, Köln, Brill, 2001, ISBN 90-04-11625-7.
Voci correlate
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