Melitene
Melitene | |
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Il castra di Melitene nell'80 al n.20. | |
Periodo di attività | forte ausiliario dalla dinastia giulio-claudia fortezza legionaria dalla fine del 70[1] al 545 |
Località moderna | Malatya |
Unità presenti | Legio XII Fulminata da fine del 70[1] a Giustiniano I (545). |
Dimensioni castrum | 510x360 metri, pari a 18,36 ha[2] |
Provincia romana | Cappadocia |
Battaglie nei pressi | sconosciute |
Melitene era il nome dell'antica fortezza legionaria della provincia romana della Cappadocia, che corrisponde all'odierna città turca di Malatya. Era posizionata di fronte al regno d'Armenia.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Da Tiberio a Nerone
[modifica | modifica wikitesto]In seguito all'annessione della provincia di Cappadocia, avvenuta sotto l'imperatore Tiberio nel 17 furono posti lungo il fiume Eufrate alcuni forti militari a presidio del settore settentrionale del limes settentrionale orientale. Qui, come in altre località, potrebbe essere sorto un primo sito di milizie ausiliarie.
Tacito racconta che durante la campagna di Gneo Domizio Corbulone del 63, il grosso delle sue truppe fu concentrato proprio a Melitene.[3]
Da Vespasiano alla Notitia Dignitatum
[modifica | modifica wikitesto]Una volta terminata la guerra civile e volgendo ormai verso la conclusione la prima guerra giudaica, la legio XII Fulminata e la XVI Flavia Firma furono destinate alla provincia di Cappadocia dal 70, la prima con destinazione Melitene,[1] la seconda fu posizionata a Satala, a protezione del confine dell'Eufrate.[4]
La legione XII Fulminata rimase a presidio di questo tratto di limes fino alla fine del IV secolo come è testimoniato dalla Notitia Dignitatum (databile al 387 circa).[5] La tradizione cattolica associa a quest'ultima legione il martire cristiano sant'Espedito, nativo della stessa Melitene, venerato ancora oggi come taumaturgo e patrono delle cause impossibili da risolversi rapidamente.
Nel 377 vi nacque Sant'Eutimio (377-473), uno dei fondatori del monachesimo bizantino in Palestina.
Dal 395 a Giustiniano
[modifica | modifica wikitesto]Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c Giuseppe Flavio, La guerra giudaica, VII, 1.3.
- ^ J.Bennett, The Cappadocian frontier: from the Julio-Claudians to Hadrian, p.312.
- ^ Tacito, Annales, XV.26.
- ^ Julian Bennett, The cappadocian frontier: from the Julio-Claudians to Hadrian, p.301-312.
- ^ Not.Dign., Armenia e Ponto, 38; Julian Bennett, op.cit., pp.307-308.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Fonti primarie
- Giuseppe Flavio, La guerra giudaica, VII.
- Strabone, Geografia.
- Svetonio, Vite dei Cesari: Augusto, Tiberio, Caligola, Claudio.
- Tacito, Annales, libri I-X.
- Fonti secondarie
- AAVV., Atlante Storico De Agostini, Novara 1979.
- Julian Bennett, The cappadocian frontier: from the Julio-Claudians to Hadrian, in 18th International Congress of Roman Frontier Studies, a cura di P.Freeman, J.Bennett, Z.T.Fiema e B.Hoffmann, Oxford 2002.
- D.B.Campbell, Roman legionary fortresses 27 BC - AD 378, Oxford 2006.
- T. Cornell e J. Matthews, Atlante del Mondo romano, Novara 1984.
- Y. Le Bohec, L'esercito romano da Augusto a Caracalla, Roma 1992.
- E. Luttwak, La grande strategia dell'Impero romano, Milano 1991.
- H. Parker, The roman legions, New York 1958.
- G. Webster, The roman imperial army, Londra-Oklahoma 1998.