Mariù Gleck

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Mariù Gleck, nome d'arte di Maria Rajani o Rayano (Genova, 25 settembre 1897Roma, 1970), è stata un'attrice italiana.

Nata a Genova il 25 settembre 1897.

Mariù Gleck fu primattrice e capocomica della scena dialettale napoletana. I primi passi nel mondo dello spettacolo incominciarono con alcuni numeri d'arte in taluni caffè-concerto, seguendo la tournée del caratterista comico Nicola Maldacea, sotto lo pseudonimo di « Hermosita »[1]. L'esordio vero e proprio come attrice risale al 1916 all'Olimpia di Palermo nella compagnia Compagnia Amodio - Raspantini[1]. Nello stesso anno è nella Compagnia napoletana di Raffaele Viviani dove si affianca a nomi come la primattrice Ada Berti, Marietta Del Giudice, e accanto ad attori squisitamente vivianei quali Amalia Raspantini, Francesco Corbinci e Alberto Pascal, impegnati in una tournée per tutta la Sicilia[2]. Per la prima volta al cinema lavora con Elvira Notari, a partire dal lungometraggio Carmela, la sartina di Montesanto (1916)[3].

Nel 1918 si mise a capo di una sua compagnia[4], ottenendo una recensione di Silvio D'Amico per la messinscena di Testamento bizzarro (vecchia farsa), Nuttat' 'e neve e Ll'uocchie cunzacrate di Roberto Bracco[5]. Propose in dialetto napoletano Viva il re in tre atti al Metastasio di Roma (22.11.1918)[6]. Nel 1919 viene definita da Tito Alacci, alias Alacevich, biografo delle dive del muto, « la più formosa » del cinema italiano « fra tanto imperversare di magrezze »[7]·

Nel 1920 si costituisce la compagnia Mariù Gleck - Francesco (detto Franz) Raspantini, diretta da Libero Bovio[8]. Porta in scena Luciella Catena di Ferdinando Russo il 9 maggio del '20 a Napoli senza molto successo[9]. Fu nel cast della rivista Chiò chiò paparacchiò (1921) nella Compagnia Molinari[10].

Nel 1927 entrò nella Compagnia Nazionale di Prosa che ebbe contemporaneamente fra gli scritturati Armando Falconi, Camillo Pilotto, Luigi Carini[11]. Si unisce al Teatro Sperimentale degli Indipendenti di Anton Giulio Bragaglia[12]·

Nel 1934 prende parte ai film La serva padrona di Giovan Battista Pergolesi, Paraninfo di Amleto Palermi. Nello stesso anno si cimenta ne La Gioconda di Gabriele D'Annunzio con la compagnia del Dopolavoro dell'Istituto Nazionale delle Assicurazioni per la regia di Nino Meloni[13]·

Subito dopo, presso la Sala Maddaloni di Napoli, con la regia di Gastone Venzi, partecipa alla commedia rusticale della Congrega dei Rozzi, L'Assetta di Francesco Mariani (secolo XVII), ridotta da Luigi Bonelli[14]. Nel 1940 la Pisorno di Tirrenia produsse il film Sei bambine e il Perseo, scritto e diretto da Giovacchino Forzano, tratto da un episodio della vita di Benvenuto Cellini, dove recitò accanto ad Augusto Di Giovanni ed Elena Zareschi.

La studiosa Scaturro la inquadra fra le pioniere del dramma giallo assieme ai colleghi Pilotto, Carini, Camillo De Riso, Esperia Sperani[15].

  1. ^ a b Almanacco della donna italiana, rivista, 1925, p.136.
  2. ^ Valentina Venturini, Raffaele Viviani: la compagnia, Napoli e l'Europa, Roma, Bulzoni, 2008, p.186. ISBN 978-88-7870-332-2
  3. ^ Una copia è conservata e visionabile presso la Cineteca di Bologna, vedi scheda: Carmela, la sartina di Montesanto, su cinestore.cinetecadibologna.it. URL consultato il 5 giugno 2022.
  4. ^ Valentina Venturini, Raffaele Viviani, cit., p.151, nota 109.
  5. ^ Silvio D'Amico, Cronache 1914-1955, antologia a cura di Alessandro d'Amico e Lina Vito; introduzioni di Gianfranco Pedullà; note, bibliografia e indici a cura di Lina Vito, Palermo, Novecento, 2001, vol. 1-2, p. 289. ISBN 88-373-0375-0
  6. ^ Annuario del teatro italiano 1952, p. 123.
  7. ^ Tito Alacci, Le nostre attrici cinematografiche: studiate sullo schermo, Firenze, Bemporad, 1919, p.133.
  8. ^ Paola Daniela Giovanelli (a cura di), La Società teatrale in Italia fra Otto e Novecento, Roma, Bulzoni, 1984, p. 1439.
  9. ^ Enciclopedia dello spettacolo, volume 8, p.1331.
  10. ^ Cast completo: Mariella Gioia, Mariù Gleck, Gennaro Di Napoli, Napoli, Gennaro Della Rossa, Rescigno, Migliatico, Pascal, Pisacane, Ceccatelli, Lyon, De Marco, Cesarano, Gaglianone. Cfr. Teatrografia (di Rocco e Michele Galdieri) di Marita Bartolazzi, in « Ariel: quadrimestrale di drammaturgia dell'Istituto di studi pirandelliani e sul teatro italiano contemporaneo», anno 17, nn. 2-3, maggio-dicembre 2002, p.52.
  11. ^ Eugenio Manzato, Il sipario di carta: manifesti teatrali dalla raccolta Salce 1849-1951, Venezia, Marsilio, 1994, p.115. ISBN 88-317-5925-6
  12. ^ Alberto Cesare Alberti, Sandra Bevere, Paola Di Giulio, Il teatro sperimentale degli indipendenti, 1923-1936, p.30.
  13. ^ «Il dramma: rivista mensile di commedie di grande successo», 1934, p.45.
  14. ^ Il testo teatrale scritto da Francesco Mariani, detto l'Appuntato della Congrega dei Rozzi, era stato rappresentato a Siena per la prima volta dai Rozzi nel 1635; negli anni '30 del Novecento fu presentato dal Gruppo universitario fascista senese "Arnaldo Mussolini" in onore dei littoriali della cultura e dell'arte in Roma. Interpreti: Gastone Venzi, Mariù Gleck, Renato Bertolani, Loretta Rajani, Delia Cardilli, Luigi Da Fano, Giuseppe Naselli.
  15. ^ Irene Scaturro, Camillo Pilotto, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 83, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2015. URL consultato il 5 giugno 2022.
  • Eugenio Manzato, Il sipario di carta: manifesti teatrali dalla raccolta Salce 1849-1951, Venezia, Marsilio, 1994.
  • Valentina Venturini, Raffaele Viviani: la compagnia, Napoli e l'Europa, Roma, Bulzoni, 2008.

Collegamenti esterni

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