Adriana Basile

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Adriana Basile in un'incisione di Nicolas Perrey

Andreana Basile, conosciuta meglio come Adriana Basile (Napoli, 21 dicembre 1586Napoli, 25 gennaio 1657), è stata una cantante e musicista italiana, tra le più famose del XVII secolo.

Adriana Basile, sorella dello scrittore Giambattista Basile e, forse, del compositore e poeta Lelio Basile, fu una celeberrima cantante e musicista del primo Seicento, rinomata anche per la sua eccezionale bellezza. La sua fama le procurò l'interesse di alcuni letterati, che le dedicarono i loro componimenti in versi: il Teatro delle glorie della signora Adriana Basile alla virtù di lei delle cetre degli Anfioni di questo secolo fabbricato, una raccolta stampata nel 1623 e nel 1628, e L'idea della veglia, del 1640. Francesco Rasi le rese omaggio ne La cetra di sette corde del 1619, e Giovan Battista Marino ne L'Adone, canto VII (1623) e nelle Rime, II (edizione del 1629).[1]

Secondo le fonti storiche sarebbe nata intorno al 1580[2], secondo qualche autore, invece, sarebbe stata battezzata a Napoli nella Chiesa di Sant'Anna di Palazzo, il 21 dicembre 1586[3].

Le prime notizie sul suo conto risalgono al 1610, quando si trasferì con la famiglia e il marito Muzio Baroni, un nobile al servizio dei Carafa, a Mantova presso la corte del duca Vincenzo I Gonzaga. Mentre era in viaggio per Mantova, il giovane cardinale Ferdinando Gonzaga l'ascoltò a Roma e scrisse di lei al duca suo padre: «Ha lasciato qui fama immortale et ha fatto stupir questa città sendo veramente la prima donna del mondo, sì nel canto come ancora nella modestia et honestà.».

A Firenze fu ospitata in casa di Giulio Caccini, dove l'udirono i componenti della camerata de' Bardi, e lo stesso conte Giovanni Bardi, confermando che ella era la migliore cantante esistente. Il granduca Cosimo II de' Medici la volle a corte, e fu talmente entusiasta di lei che le regalò una collana composta da quattro file di perle e un gioiello del valore complessivo di trecento scudi d'oro.

A Mantova, la Basile ottenne notevoli favori in riconoscimento della propria arte, come la concessione della baronia di Piancerreto, in Monferrato da parte del duca[4]. Raccolse poi grandi successi in occasione di concerti a Milano e a Venezia. Nel 1624 lasciò definitivamente Mantova. Passò gli anni rimanenti principalmente a Napoli, continuando a dare concerti con esito trionfale.

Nel 1635 lavorò a Sorrento al servizio di donna Margherita d'Austria Branciforte, principessa di Butera, e di suo marito.[5]

Anche le presunte sorelle (Margherita e Vittoria) e le figlie Caterina ed Eleonora furono cantanti; quest'ultima in particolare, raffinata virtuosa di canto e musicista, divenne famosa almeno quanto la madre. Insieme con le figlie, Adriana fu udita da André Maugars a Roma nell'ottobre 1639; tutte e tre le donne cantavano e suonavano: Adriana si accompagnava con la lira, Leonora con la tiorba e Caterina con l'arpa.

  1. ^ Andrea Della Corte e Guido M. Gatti, Dizionario di musica, Torino, Paravia, 1956, pp. 49-50.
  2. ^ BASILE, Andreana, detta la bella Adriana, su 156.54.191.165.
  3. ^ Vincenzo Palmisciano (2022).
  4. ^ "Le Muse", De Agostini, Novara, 1964, Vol.II, pag. 98.
  5. ^ Vincenzo Palmisciano (2024).
  • Liliana Pannella, BASILE, Andreana (Andriana), detta la bella Adriana, in Dizionario biografico degli italiani, Vol. VII, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1965. URL consultato il 25 dicembre 2013.
  • Alessandro Ademollo, La bell'Adriana ed altre virtuose del suo tempo alla corte di Mantova: contributo di documenti per la storia della musica in Italia nel primo quarto del seicento, Castello: Lapi, 1888.(online)
  • Alessandro Ademollo, I Basile alla corte di Mantova, secondo documenti inediti o rari (1603-1628), Genova, Tipografia del R. Istituto Sordo-muti, 1885.
  • Alessandro Ademollo, La bell'Adriana a Milano (1611), Milano, R. stabilimento musicale Ricordi, 1885.
  • (EN) Kathryn Bosi Monteath, Adriana’s harp: paintings, poetic imagery, and musical tributes for the Sirena di Posilippo, in Imago Musicae, XXX, 2019, pp. 75-103.
  • (EN) Kathryn Bosi Monteath, 6. Antiveduto Gramatica: Saint Cecilia with two angels. Portrayed instruments, in Marvels of sound and beauty: Italian Baroque musical instruments, catalogue of the exhibition Florence, 12 June-4 November 2007, Firenze, Giunti, 2007, pp. 146–147.
  • Francesco Nocerino, Il Canzoniere di Adriana Basile: nuove considerazioni su un inedito napolitano, in Antoni Caroccia e Francesco Di Lernia (a cura di), Quaderni del Conservatorio Umberto Giordano di Foggia, Musica: storia, analisi e didattica. Contributi del XX Convegno annuale della Società italiana di musicologia, II, Foggia, Claudio Grenzi Editore, 2014, pp. 119–129.
  • (EN) Susan Parisi, Adriana Basile, in New Grove Dictionary.
  • Maria Bellonci, Segreti dei Gonzaga, Verona, 1947.
  • Vincenzo Palmisciano, Novità per il profilo biografico di Andreana, Giovan Battista Basile e Giulio De Grazia, in Archivio Storico per le Province Napoletane, CXL, 2022, pp. 161-166.
  • Vincenzo Palmisciano-Sonia Benedetto, Un amore segreto alla corte vicereale di Napoli, nelle opere di don Giuseppe Storace d'Afflitto, Napoli, KDP (Amazon), 2024, pp. 47-48.

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