Vai al contenuto

Numeriano

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Versione del 3 giu 2024 alle 15:51 di 151.34.29.182 (discussione)
(diff) ← Versione meno recente | Versione attuale (diff) | Versione più recente → (diff)
Numeriano
Imperatore romano
Antoniniano di Numeriano
Nome originaleMarcus Aurelius Numerianus
Regnodicembre 283
novembre 284
(con Carino)
Tribunicia potestasda agosto 284 per 1 volta
Cognomina ex virtuteGermanicus maximus (283)[1]
Persicus maximus (283)[1]
Britannicus maximus (284)[1]
TitoliCæsar, princeps iuventutis e nobilissimus (282-283)
Nascita254 circa
Mortenovembre 284
Nicomedia
PredecessoreCaro
SuccessoreCarino
Consortefiglia di Arrio Apro
PadreCaro

Numeriano, il cui nome completo era Marco Aurelio Numeriano (latino: Marcus Aurelius Numerianus; 254 circa – Nicomedia, novembre 284), è stato un imperatore romano dal 283 fino alla sua morte. Figlio minore dell'imperatore Marco Aurelio Caro e fratello minore dell'imperatore Marco Aurelio Carino, fu associato al potere col titolo di cesare e seguì il padre in oriente, ma, dopo la morte di Caro, morì in circostanze misteriose.

Origini familiari ed ascesa al trono del padre

[modifica | modifica wikitesto]
Numeriano princeps iuventutis.

Era il figlio minore dell'imperatore Caro e fu dal padre nominato cesare e "principe della gioventù" (princeps iuventutis) insieme al fratello maggiore Carino. Le fonti storiche ne descrivono gli interessi di natura letteraria: il suo talento oratorio ed i discorsi scritti gli guadagnarono una notevole ammirazione.

Partecipò con il padre alla spedizione contro i Persiani, mentre al fratello Carino era affidata la parte occidentale dell'impero: dopo la vittoria e la conquista della capitale nemica Ctesifonte fu acclamato imperatore dall'esercito insieme al padre. Ancora durante la spedizione Caro morì e Numeriano gli succedette sul trono come collega del fratello.

Regno (283-284)

[modifica | modifica wikitesto]

Abbandonò forse i territori conquistati per far ritorno nella capitale, ma venne ucciso dal suocero e prefetto del pretorio Arrio Apro, che sperava di succedergli sul trono imperiale. Secondo alcuni resoconti storici, essendosi ammalato agli occhi, il suocero gli consigliò di viaggiare in una lettiga chiusa e approfittò del fatto che non potesse apparire alla presenza dei soldati per assassinarlo. Scoperto il cadavere, l'esercito proclamò tuttavia imperatore Diocle che cambiò il suo nome nel più "latino" Diocleziano e mise immediatamente a morte Apro. Carino, rimasto a Roma concesse onori divini al fratello assassinato e fu quindi ucciso dal proprio esercito mentre combatteva contro Diocle.

Secondo alcuni storici, la versione precedente sarebbe invece una propaganda romana, volta a nascondere la sconfitta di Numeriano per mano del sovrano sasanide Bahram II e la conseguente morte dell'imperatore romano.[2] Di tale sconfitta vi sarebbe eco in un brano di Giovanni Zonara, in cui Numeriano, sconfitto, è scotennato vivo dai suoi nemici,[3] e in Giovanni Malalas, in cui Numeriano, che prima di iniziare la campagna contro i Persiani manda a morte il vescovo di Antiochia Babila, viene sconfitto, assediato in Carre, catturato e scuoiato.[4] Al di là della veridicità della morte per scotennamento, episodio ricalcato su quello di Valeriano, questa sconfitta renderebbe inutile la rinuncia alle terre conquistate e la morte per mano di Apro, cui non avrebbe giovato perdere il genero mentre Marco Aurelio Carino era ancora in vita.[5] In tal caso è possibile che nel rilievo di Naqsh i Rustam l'imperatore romano caduto sia Numeriano.[6]

Nemesiano, un poeta africano di lingua latina, progettò di comporre un poema sulle imprese di Caro e Numeriano, ma senza mai iniziarlo.[7]

  1. ^ a b c CIL VIII, 2717.
  2. ^ Mazzarino, p. 68.
  3. ^ Zonara, XII, 30, citato in Mazzarino, pp. 82-84.
  4. ^ Malalas, XII.
  5. ^ Mazzarino, pp. 85-90.
  6. ^ Mazzarino, p. 90.
  7. ^ Nemesiano, Cynegetica, 65-73. Southern, p. 285.
Fonti primarie
Fonti secondarie
  • André Chastagnol, L'accentrarsi del sistema: la tetrarchia e Costantino, in: AA.VV., Storia di Roma, Einaudi, Torino, 1993, vol. III, tomo 1; ripubblicata anche come Storia Einaudi dei Greci e dei Romani, Ediz. de Il Sole 24 ORE, Milano, 2008 (v. il vol. 18°)
  • Giuseppe Corradi, Gli imperatori romani, Torino 1994, p. 62. ISBN 88-7819-224-4
  • Michael Grant, Gli imperatori romani, storia e segreti, Roma 1984. ISBN 88-541-0202-4
  • Santo Mazzarino, Antico, tardoantico ed era costantiniana, Edizioni Dedalo, 1980, ISBN 88-220-0514-7
  • Santo Mazzarino, L'Impero romano, tre vol., Laterza, Roma-Bari, 1973 e 1976 (v. vol. II); riediz. (due vol.): 1984 e successive rist. (v. vol. II)
  • Roger Rémondon, La crisi dell'impero romano, da Marco Aurelio ad Anastasio, Milano 1975.
  • Chris Scarre, Chronicle of the roman emperors, New York 1999. ISBN 0-500-05077-5
  • Pat Southern, The Roman Empire: from Severus to Constantine, Londra & New York 2001. ISBN 0-415-23944-3
  • Stephen Williams, Diocleziano. Un autocrate riformatore, Genova 1995. ISBN 88-7545-659-3

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Imperatore romano Successore
Caro 283 - 284 (con Carino) Carino
Controllo di autoritàVIAF (EN1662154075981611860003 · ISNI (EN0000 0000 2010 9303 · CERL cnp00540823 · LCCN (ENno2014032187 · GND (DE118868896 · BNF (FRcb164911064 (data) · J9U (ENHE987007346553505171