Porta Vittoria (Milano): differenze tra le versioni
m Bot: coordinate lette da Wikidata |
Nessun oggetto della modifica |
||
Riga 2: | Riga 2: | ||
{{Infobox struttura militare |
{{Infobox struttura militare |
||
| Struttura = Porta cittadina |
| Struttura = Porta cittadina |
||
| Nome = Porta Vittoria<br>già Porta Tosa |
| Nome = Porta Vittoria<br><small>già Porta Tosa</small> |
||
| Nome originale = |
| Nome originale = |
||
| Parte di = |
| Parte di = |
Versione delle 16:56, 20 feb 2017
Porta Vittoria già Porta Tosa | |
---|---|
Arco di porta Tosa con vista su corso XXII Marzo | |
Ubicazione | |
Stato attuale | Italia |
Regione | Lombardia |
Città | Milano |
Coordinate | 45°27′44″N 9°12′26″E |
Informazioni generali | |
voci di architetture militari presenti su Wikipedia | |
Porta Vittoria (già porta Tosa fino al 1861) è una delle quattro porte succursali di Milano, ricavata all'interno dei bastioni come succursale della porta Venezia. Posta a est della città, si apriva lungo la strada per Limito. Demolito alla fine dell'Ottocento l'arco neoclassico, sopravvivono oggi solo i caselli daziari, posti ai lati dell'attuale piazza Cinque Giornate, allo sbocco di corso di Porta Vittoria.
Storia
Costruita a partire dal Seicento in quello che era il sestiere di Porta Orientale, porta Tosa venne aperta all'interno delle mura medievali erette dopo la distruzione di una primitiva porta a opera di Federico Barbarossa nel XIII secolo.
L'origine del nome, come ricorda il cronista milanese Galvano Fiamma sarebbe da ricondurre al fatto che proprio presso questa porta era sito il bassorilievo di arte popolare raffigurante la moglie del Barbarossa, ritratta in segno di spregio mentre si rade il pube, atto considerato all'epoca barbarico nella cultura medievale. La figura raffigurata sul bassorilievo, una ragazza appunto, in dialetto milanese era indicata come tosa (ossia giovinetta), da cui il nome.
Il 22 marzo 1848, durante la ribellione delle Cinque Giornate, fu la prima, tramite l'uso di barricate mobili, a essere espugnata dagli insorti, fra i quali si distinse il patriota Manara.
Dopo l'Unità d'Italia (1861), per ricordare la vittoria, porta Tosa venne ribattezzata in porta Vittoria e, nel 1881, venne indetto un concorso per il progetto di un monumento celebrativo, da edificare in luogo della porta. Risultò vincitore Giuseppe Grandi, che progettò un obelisco a simboleggiare lo sforzo unitario del popolo per la libertà. Il monumento fu inaugurato il 18 marzo 1895. Le vie circostanti sono state dedicate, negli anni, ai più importanti patrioti milanesi.
L'arco dell'antica porta venne abbattuto, preservando i due caselli daziari: oggi l'obelisco si può ammirare circondato da una piazza, intitolata alle Cinque Giornate.
Galleria d'immagini
-
Una vista su porta Tosa, poi porta Vittoria
-
Piazza Cinque Giornate, in cui sorgeva porta Vittoria
-
La figura di donna impudica presente un tempo a Porta Tosa e raffigurante secondo il cronista Galvano Fiamma la moglie del Barbarossa. Oggi il bassorilievo è conservato ai Musei del Castello Sforzesco.
-
Il ponte di Porta Vittoria nel 19esimo secolo
Bibliografia
- Bruno Pellegrino, Porta Orientale. Così era Milano, Edizioni Meravigli - Libreria Milanese, Milano 2011.
Voci correlate
Altri progetti
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Porta Vittoria