Yerpa
Yerpa | |
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Le rovine del monastero nel 1993 | |
Stato | Cina |
Provincia | Tibet |
Coordinate | 29°44′44.73″N 91°16′42.59″E |
Religione | Buddismo Tibetano |
Ordine | Kadampa e poi Gelug |
Fondatore | Songtsen Gampo e Trisong Detsen |
Completamento | VII - VIII secolo |
Yerpa (anche noto come: Brag Yer-pa, Drak Yerpa, Druk Yerpa, Dagyeba, Dayerpa, e Trayerpa), si trova a breve distanza a nord est di Lhasa, in Tibet, e consiste di un monastero e di un certo numero di grotte per la meditazione.
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Drak Yerpa è situato su un'altura nella contea di Dagzê. L'accesso alla Valle di Yerpa si trova a circa 16 km da Lhasa sulla riva settentrionale del fiume Kyichu, da dove si devono percorrere altri 10 km per raggiungere le antiche grotte per la meditazione situate nelle pareti calcaree della medesima valle (in tibetano: བྲག་ཡེར་པ་, Wylie: Brag Yer-pa). Di fronte a esse si trova un antico sito funerario. Si dice che la valle sia stata visitata dal leggendario eroe Gesar di Ling, la cui presenza sarebbe provata dai fori lasciati dalle sue frecce nelle alture.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Primi anni
[modifica | modifica wikitesto]Nel sito si trovano un certo numero di tempietti ed eremitaggi, e nelle alture si celano diversi dei più antichi siti per la meditazione noti in Tibet, alcuni antecedenti addirittura all'epoca buddista, tra cui i più famosi sono quelli tradizionalmente connessi con Songtsen Gampo (604–650 CE), tradizionalmente ritenuto il 33º sovrano della dinastia Yarlung e il 1º imperatore del Tibet unificato. Fu sua moglie, Monza Triucham, a fondare il tempio Yerpa in questo luogo[1].
Si dice che lui stesso e le sue due mogli straniere, una nepalese e l'altra cinese, abbiano meditato nel Tempio Peu Marsergyi e nel Chogyel Puk, scoprendo simboli autogenerati di corpo, parola e mente del Buddha. Vi avrebbe meditato e praticato yoga tantrico anche Padmasambhava, ovvero Guru Rinpoche (fine VIII - inizi IX secolo) in compagnia della sua consorte Yeshe Tsogyal, trascorrendo 7 mesi in meditazione nel Dawa Puk, che è considerato uno dei suoi tre più importanti luoghi di conseguimento[2]. Quando, nell'842, Lhalung Pelgyi Dorje assassinò l'imperatore Langdarma, contrario al buddismo e sostenitore dei Bön, si dice che Padmasambhava abbia trascorso 22 anni lì a meditare nascosto in una grotta, dove il suo cappello fu conservato fino al 1959.[3].[4][5].
Yerpa divenne uno dei tre più importanti centri di meditazione e ritiro del Tibet centrale. Si dice che vi abbiano meditato anche diversi tra i discepoli di Guru Rinpoche (Padmasambhava). Lo stesso Atiśa (982 – 1054) svolse una vasta attività di predicazione nella valle[6]. Il suo eremitaggio è ora in rovina, ma nel XIX secolo ospitava 300 monaci e costituiva la sede estiva del tempio Ramoche di Lhasa.[2]
Secondo cronache più tarde sia Songtsen Gampo sia Trisong Detsen fondarono templi a Yerpa, e Klu-mes Tshul-khrims vi avrebbe proceduto a ristrutturazioni nell'XI secolo[7][8].
Vuole la tradizione che allorché nacque Gungri Gungsten, l'unico figlio di Songtsen Gampo, datogli dalla moglie Mangza Tricham, Principessa di Mang, "Una cappella e uno stupa dedicati alla divinità tutelare di madre e figlio furono eretti sulla falda di una locale montagna rocciosa che ricordava un'immagine seduta di Tārā"[9].
Controllo dei Gelugpa
[modifica | modifica wikitesto]In seguito alla riforma di Tsongkhapa (1357–1419) l'antico tempio dei Kadampa, Yerpa Drubde, passò sotto il controllo dei Gelugpa[10]. Dopo la morte del quarto Dalai Lama (1589–1617), nel 1618, i monaci di Sera e Drepung a Lhasa inscenarono una rivolta contro le forze della dinastia Tsangpa, e quelli che non furono uccisi si rifugiarono nel monastero di Taklung, nel nord est. Khöntön Rinpoché, che aveva cercato di convincere quelli di Sera a evitare la violenza, si trasferì a Yerpa finché non tornò la calma.[11]. Yerpa perse i suoi beni e fu posta sotto la giurisdizione di Taklung[12].
Anni recenti
[modifica | modifica wikitesto]Almeno dall'inizio del XIX secolo fino al 1959 Yerpa ospitava circa 300 monaci e fungeva anche da residenza del Collegio Tantrico dell'Ordine Gyuto di Lhasa[13]. Il monastero Drubde, residenza estiva del Collegio Gyutö è stato distrutto nel 1959[14]. Durante la Rivoluzione culturale del 1966–76 tutto il complesso di Yerpa, compresi il monastero Drak Yerpa e la residenza estiva del Collegio Tantrico Superiore sono stati completamente distrutti, anche se di recente, con l'ausilio di lavoro volontario e di donazioni, una parte dei templi rupestri e Drak Yerpa sono stati parzialmente restaurati[15].
Dopo le violenze dell'ottobre 1987 a Lhasa, a Yerpa è arrivata la polizia, che ha affisso sulle porte del tempio cartelli in cui si diffidava dal partecipare ad "attività controrivoluzionarie", e nel 1998 il governo ha fatto distruggere un certo numero di cappelle che erano state costruite senza autorizzazione. Nel 2008 il numero di monaci cui era consentito risiedere a Yerpa era ancora rigorosamente controllato[16]
Galleria d'immagini
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Ingresso della grotta di Guru Rinpoche a Dawa Puk
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Simbolo sacro auto originato
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Statua dell'imperatore Songtsän Gampo nella sua cava per la meditazione a Yerpa
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Statua di Guru Rinpoche nella sua grotta per la meditazione
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Fori delle frecce di Gesar
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Sito funerario
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La Valle di Drak Yerpa in Tibet
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Drak Yerpa
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Dorje, Gyurme (1999). Footprint Tibet Handbook (2ª ed.). Bath, Inghilterra. ISBN 1-900949-33-4, pp. 68 - 69. Pubblicato anche da NTC Publishing Group, Lincolnwood, Illinois, U.S.A.nel 1999. ISBN 0-8442-2190-2
- ^ a b Dorje, Gyurme (1999). Footprint Tibet Handbook (2ª ed.). Bath, Inghilterra. ISBN 1-900949-33-4, p. 141. Pubblicato anche da NTC Publishing Group, Lincolnwood, Illinois, U.S.A.nel 1999. ISBN 0-8442-2190-2
- ^ Osada, Yukiyasu; Allwright, Gavin; Kanamaru, Atsushi (2000). Mapping the Tibetan World. Tokyo: Kotan Publishing. ISBN 0-9701716-0-9, p 99. Ristampa: 2004
- ^ Dowman, Keith (1988). The Power-places of Central Tibet: The Pilgrim's Guide. London: Routledge & Kegan Paul. p. 75. ISBN 0-7102-1370-0
- ^ Gyaltsen, Sakyapa Sonam (1996). The Clear Mirror: A Traditional Account of Tibet's Golden Age. Translated by McComas Taylor; Lama Choedak Yuthok. Ithaca, N.Y.: Snow Lion Publications. ISBN 1-55939-048-4, p 266
- ^ Dowman, Keith (1988). The Power-places of Central Tibet: The Pilgrim's Guide. London: Routledge & Kegan Paul. pp. 73, 79. ISBN 0-7102-1370-0
- ^ Richardson, H. E. (1985). A Corpus of Early Tibetan Inscriptions. Royal Asiatic Society. ISBN 0-947593-00-4, p. 144
- ^ Ancient Tibet: Research Materials from The Yeshe De Project. Dharma Publishing. 1986. ISBN 0-89800-146-3, pp. 314 - 315
- ^ Gyaltsen, Sakyapa Sonam (1996). The Clear Mirror: A Traditional Account of Tibet's Golden Age. Translated by McComas Taylor; Lama Choedak Yuthok. Ithaca, N.Y.: Snow Lion Publications. ISBN 1-55939-048-4, pp. 188 - 189
- ^ Dowman, Keith (1988). The Power-places of Central Tibet: The Pilgrim's Guide. London: Routledge & Kegan Paul. p. 75. ISBN 0-7102-1370-0, p.79
- ^ 14th Dalai Lama; Lhundrub, Khonton Peljor; Cabezón, José Ignacio (2011-05-17). Meditation on the Nature of Mind. Simon and Schuster. ISBN 978-0-86171-628-9, pp. 42 - 43
- ^ Shakabpa, Tsepon Wangchuk Deden (2009). One Hundred Thousand Moons: An Advanced Political History of Tibet. BRILL. ISBN 90-04-17732-9, p. 329
- ^ Dowman, Keith (1988). The Power-places of Central Tibet: The Pilgrim's Guide. London: Routledge & Kegan Paul. pp. 73–79. ISBN 0-7102-1370-0, p. 79
- ^ Kelly, Robert; Bellezza, John Vincent (2008). Tibet. Ediz. Inglese. Lonely Planet. ISBN 978-1-74104-569-7. Retrieved 2015-02-26, p. 140
- ^ Schwartz, Ronald D. (1996-01-01). Circle Of Protest. Motilal Banarsidass. ISBN 978-81-208-1370-0, pp. 62 e 69
- ^ Kelly, Robert; Bellezza, John Vincent (2008). Tibet. Ediz. Inglese. Lonely Planet. ISBN 978-1-74104-569-7, p. 140
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- 14th Dalai Lama, Khonton Peljor Lhundrub e José Ignacio Cabezón, Meditation on the Nature of Mind, Simon and Schuster, 17 maggio 2011, ISBN 978-0-86171-628-9. URL consultato il 26 febbraio 2015.
- Ancient Tibet: Research Materials from The Yeshe De Project, Dharma Publishing, 1986, ISBN 0-89800-146-3.
- Gyurme Dorje, Footprint Tibet Handbook, 2nd, Bath, England, 1999, ISBN 1-900949-33-4. Also published by NTC Publishing Group, Lincolnwood, Illinois, U.S.A. in 1999. ISBN 978-0-8442-2190-8; ISBN 0-8442-2190-2
- Keith Dowman, The Power-places of Central Tibet: The Pilgrim's Guide, London, Routledge & Kegan Paul, 1988, pp. 73–79, ISBN 0-7102-1370-0.
- Sakyapa Sonam Gyaltsen, The Clear Mirror: A Traditional Account of Tibet's Golden Age, traduzione di McComas Taylor e Lama Choedak Yuthok, Ithaca, N.Y., Snow Lion Publications, 1996, ISBN 1-55939-048-4.
- Historic Dra Yerpa Temple in Tibet, in Global Times, Xinhua, 10 settembre 2012. URL consultato il 7 febbraio 2015.
- Robert Kelly e John Vincent Bellezza, Tibet. Ediz. Inglese, Lonely Planet, 2008, ISBN 978-1-74104-569-7. URL consultato il 26 febbraio 2015.
- Yukiyasu Osada, Gavin Allwright e Atsushi Kanamaru, Mapping the Tibetan World, Tokyo, Kotan Publishing, 2000, ISBN 0-9701716-0-9. Reprint: 2004
- H. E. Richardson, A Corpus of Early Tibetan Inscriptions, Royal Asiatic Society, 1985, ISBN 0-947593-00-4.
- Ronald D. Schwartz, Circle Of Protest, Motilal Banarsidass, 1º gennaio 1996, ISBN 978-81-208-1370-0. URL consultato il 26 febbraio 2015.
- Tsepon Wangchuk Deden Shakabpa, One Hundred Thousand Moons: An Advanced Political History of Tibet, BRILL, 2009, ISBN 90-04-17732-9. URL consultato il 26 febbraio 2015.
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