Vai al contenuto

Yamamay

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
YamamaY
Logo
Logo
StatoItalia (bandiera) Italia
Fondazione2001 a Gallarate
Sede principaleGallarate
GruppoGruppo Pianoforte Holding
Persone chiaveFrancesco Pinto (Presidente)
Gianluigi Cimmino (AD)
SettoreAbbigliamento
Prodotti
  • Biancheria intima Uomo/Donna
  • Costumi da bagno Uomo/Donna
  • Maglieria Uomo/Donna
  • Calzature
  • Make up
Slogan«Yamamay per chi si ama»
Sito webwww.yamamay.com/

Yamamay è un marchio di biancheria intima appartenente al Gruppo Pianoforte Holding SpA di proprietà delle famiglie Cimmino e Carlino e con sede a Gallarate (Provincia di Varese)[1]. I prodotti a marchio Yamamay vengono distribuiti per lo più con la formula del franchising in oltre 600 negozi nel mondo.

Nato nel 2001, il marchio di biancheria intima maschile e femminile Yamamay già nei primi anni di attività è stata considerata una tra le prime dieci aziende emergenti nel mondo della moda. Con una capillare rete distributiva di boutique monomarca in franchising ed in gestione diretta, Yamamay conta circa 600 negozi in Italia e nel mondo.

Attuale presidente è Francesco Pinto; amministratori delegati Gianluigi Cimmino (ideatore del progetto ed anche responsabile del marketing) e Maurizio Carlino.

L'azienda è stata anche la prima italiana del settore ad espandere la propria attività tramite un negozio online.

Yamamay produce: biancheria intima, calze, pigiameria, maglieria e costumi da bagno per uomo, per donna e bambino/a.

Cosmetica e trucchi

[modifica | modifica wikitesto]

Dal 2009 è stata lanciata sul mercato anche una linea di prodotti di cosmetica e trucchi con il marchio Yamamay Beauty.

Più recentemente è stata ideata, grazie alla collaborazione con Miriade spa, una linea di calzature denominata Yamamay Shoes, che vede come prodotto di punta le ballerine Yamamour.

Fra i personaggi più celebri ad aver prestato la propria immagine a Yamamay si possono ricordare l'attrice Martina Stella[2] nel 2007, l'atleta Andrew Howe[3] nel 2008 e la tuffatrice Tania Cagnotto con il nuotatore Massimiliano Rosolino nel 2009, cui sono stati affiancati nel 2010 i colleghi: Luca Marin, Alessandro Calvi, Rudy Goldin, Nicola Ferrua e Christian Galenda e la campionessa di ciclismo Noemi Cantele[4]. [5]

Il 2010 è anche l'anno che segna la collaborazione con una delle maggiori popstar del panorama musicale, Jennifer Lopez, mentre testimonial per la linea maschile diventa il celebre deejay francese Bob Sinclar.

Tra le modelle ad aver invece posato per i cataloghi del marchio: Karen Carreno, Aline Nakashima, Jessica White, Gracie Carvalho, Mădălina Diana Ghenea ed Elettra Rossellini Wiedemann (figlia della celebre attrice Isabella Rossellini). Nel 2011 Testimonial per la linea femminile è stata la pluripremiata nuotatrice Federica Pellegrini[6], inoltre l'azienda si espande nel mondo dei social network attraverso una collaborazione con la blogger Chiara Ferragni[7]. Nel 2013 volto dell'azienda è stata Marica Pellegrinelli[8]. Nel 2013 inoltre l'azienda inizia la sua collaborazione con il concorso internazionale Miss Universo, facendo di Gabriela Isler (Miss Universo 2013) una delle testimonial della linea estiva 2014; nello stesso anno ha iniziato a collaborare anche la modella Emily Ratajkowski.

È sponsor ufficiale della squadra di calcio Ischia Isolaverde. Nel 2022 Yamamay ha stretto la sua prima collaborazione con la filantropa influencer Princess Bee - all'anagrafe Benedetta Paravia - artista, autrice, produttrice creativa, designer e imprenditrice; l'italiana più apprezzata in Medio Oriente, che ha dato vita alla collezione inclusiva “Princess Bee” una mini collezione molto femminile per far sentire speciali e sofisticate tutte le donne di qualsiasi nazionalità e di qualsiasi colore di pelle.[9]

Distribuzione

[modifica | modifica wikitesto]

Yamamay distribuisce i suoi prodotti in oltre 600 negozi nel mondo, di cui 560 con la formula del franchising.[10]

In Italia i negozi del marchio sono 78.[11] Nel dicembre 2018 apre un negozio Yamamay (con caffè) in piazza Cordusio a Milano.

Gruppo Pianoforte Holding

[modifica | modifica wikitesto]

Nato nel 2010 dalla fusione di Inticom-Yamamay e Jaked con Kuvera-Carpisa, fa capo alle famiglie napoletane Cimmino e Carlino.

Opera attraverso tre brand, Yamamay (biancheria intima), Carpisa (borse e valigie) e Jaked (costumi).[12] Presidente è Luciano Cimmino, amministratori delegati Gianluigi Cimmino e Maurizio Carlino,[13] fatturato nel 2017 di 300 milioni di euro, Ebitda di 18 milioni, export del 16%, 2.300 dipendenti, 1.298 negozi in 52 paesi di cui 900 in Italia.

  1. ^ (EN) About us, su yamamay.com. URL consultato il 24 giugno 2017 (archiviato dall'url originale il 12 maggio 2018).
  2. ^ Xyz, Moda e Tendenze: Martina Stella testimonial per Yamamay, su Moda e Tendenze, 29 agosto 2007. URL consultato l'8 ottobre 2021.
  3. ^ YAMAMAY SALTA CON ANDREW HOWE, su sfilate.it. URL consultato il 21 aprile 2009 (archiviato dall'url originale il 7 ottobre 2008).
  4. ^ Alessandro Gaudenzi, Negozi YAMAMAY in Italia, su NEWEmotion. URL consultato l'8 ottobre 2021.
  5. ^ Carol, Yamamay Viva la Primavera Campaign, su myfacehunter, 22 aprile 2021. URL consultato il 22 aprile 2021.
  6. ^ Federica Pellegrini sexy testimonial in lingerie per Yamamay, su gqitalia.it.
  7. ^ Yamamay - Official Eshop - Underwear, clothing, beachwear, su shop.yamamay.com. URL consultato il 27 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 28 aprile 2012).
  8. ^ Marica Pellegrinelli volto Yamamay 2013, su ecodibergamo.it.
  9. ^ https://www.yamamay.com/it_it/abito-tubino-aderente-manica-tre-quarti---princess-bee-aabd161006/p
  10. ^ Franchising, su Yamamay Eshop. URL consultato il 27 dicembre 2015 (archiviato dall'url originale il 5 gennaio 2016).
  11. ^ Mappa dei negozi sul sito ufficiale, su Yamamay.com/it. URL consultato il 18 gennaio 2017 (archiviato dall'url originale il 5 febbraio 2017).
  12. ^ Le piccole Zara italiane: il low cost paga, su linkiesta.it, 3 maggio 2013. URL consultato l'11 maggio 2018.
  13. ^ Due soci per la pelle, su napoli.repubblica.it, giugno 2009. URL consultato l'11 maggio 2018 (archiviato dall'url originale l'11 maggio 2018).

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]