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Thomas Hoby

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Sir Thomas Hoby (1530Parigi, 13 luglio 1566) è stato un diplomatico e traduttore inglese.

Thomas Hoby nacque nel 1530, secondogenito di William Hoby di Leominster e della seconda moglie Katherine Forden. Fu zio di Robert Cecil, I conte di Salisbury. Nel 1546 fu ammesso al St John's College dell'Università di Cambridge e poi, incoraggiato dal fratellastro Philip, viaggiò in Francia e in Italia, raggiungendo anche la Calabria e la Sicilia.[1] Il suo viaggio in Italia fu tra i più lunghi e articolati dei suoi contemporanei inglesi, tanto da essere considerato un pioniere del grand tour.[2]

Il 27 giugno 1558 sposò Elizabeth Cooke, zia materna di Francis Bacon.[3] La coppia visse a Bisham Abbey, nel Berkshire, ed ebbe due figlie (che non sopravvissero all'infanzia) e due figli: Sir Edward Hoby (1560-1617) e Sir Thomss Hoby (1566-1640).

È noto soprattutto per aver tradotto Il Cortegiano di Baldassarre Castiglione in inglese e la sua traduzione, The Courtyer of Count Baldessar Castilio, fu pubblicata nel 1561. Il libro ebbe un enorme successo e fu stampato diverse volte, diventando un testo chiave dell'Inghilterra elisabettiana.[4] Dopo aver ricevuto il cavalierato nel 1566 fu inviato a Parigi in veste di ambasciatore. Morì nella capitale francese nel luglio dello stesso anno.

  1. ^ (EN) M. Anne Overell, Italian Reform and English Reformations, c.1535–c.1585, Routledge, 6 maggio 2016, ISBN 978-1-317-11170-2. URL consultato il 9 gennaio 2023.
  2. ^ (EN) Edward Chaney, The Evolution of the Grand Tour: Anglo-Italian Cultural Relations since the Renaissance, Routledge, 14 gennaio 2014, ISBN 978-1-317-97367-6. URL consultato il 9 gennaio 2023.
  3. ^ (EN) Gemma Allen, The Cooke sisters: Education, piety and politics in early modern England, Manchester University Press, 16 maggio 2016, ISBN 978-1-5261-1194-4. URL consultato il 9 gennaio 2023.
  4. ^ (EN) Travel and Translation in the Early Modern Period, BRILL, 1º gennaio 2006, ISBN 978-94-012-0195-7. URL consultato il 9 gennaio 2023.

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Controllo di autoritàVIAF (EN56695732 · ISNI (EN0000 0001 1027 3449 · BAV 495/308469 · CERL cnp01341658 · LCCN (ENn82127800 · GND (DE11911481X · BNF (FRcb12404811z (data) · J9U (ENHE987007443569605171