Tamoil
Tamoil | |
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Stato | Paesi Bassi |
Fondazione | 1983 |
Fondata da | Roger Tamraz |
Sede principale | L'Aia |
Gruppo | Oilinvest (Netherlands) B.V |
Persone chiave | Isam Zanati, Luca Luterotti |
Settore | petrolifero |
Fatturato | 12,7 miliardi di euro (2022) |
Dipendenti | 1000[1] (2022) |
Sito web | www.tamoil.com |
Tamoil è il marchio commerciale con il quale è conosciuta Oilinvest, società petrolifera con sede nei Paesi Bassi e siti estrattivi in Libia. L'azienda opera principalmente in Europa e Africa.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Negli anni '80 del XX secolo Roger Tamraz, banchiere internazionale leader del gruppo NetOil Inc., fondò la società europea Tamoil Corporation, acquistando in blocco le stazioni di Amoco e Texaco[2] presenti in Italia. "Tamoil" è l'acronimo ottenuto dalla fusione di "Tamraz" e "NetOil" (ma a sua volta comprende "T" di Texaco e "am" di Amoco).
Alla fine del decennio fu venduta al governo libico. Nel corso dei successivi anni '90, la Tamoil si espanse in Svizzera (1990), Germania (1991), Spagna (1992), Francia (maggio 1992)[3] e Paesi Bassi (1993).
Nel 1992 fu assorbita la svizzera Gatoil.[4]
Nel 2004 Oilinvest aveva circa 3.000 stazioni Tamoil in Europa e oltre 150 in Africa.
A partire da settembre 2012 il 70% della proprietà è della libica National Oil Corporation e il 30% del governo libico.
Tamoil in Italia
[modifica | modifica wikitesto]In Italia opera attraverso Tamoil Italia S.p.A. avente sede a Milano, via Andrea Costa 17, che fa capo a Oilinvest Netherlands B.V.
Sul territorio italiano non vi sono raffinerie a marchio Tamoil: l'unica, situata nella città di Cremona, è stata riconvertita a deposito nel periodo 2010-2011. La raffineria faceva capo a Tamoil Raffinazione S.p.A., società del gruppo, indipendente da Tamoil Italia S.p.A.
Nel 2005 aveva sottoscritto un accordo decennale da 240 milioni di euro per diventare jersey sponsor della Juventus, rendendo all'epoca la squadra torinese la più pagata al mondo per uno sponsor di maglia;[5] l'accordo è stato rinegoziato nel 2006 dopo lo scandalo Calciopoli.[6]
Nel 2017 acquista la piccola rete della Ies.[7]
Nel 2021 la compagnia possiede nel paese circa 1300-1500 impianti (6,5% del mercato nazionale)[7]; nello stesso anno annuncia l'acquisto della rete italiana della compagnia spagnola Repsol.[8]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Tamoil
- ^ Fabio Zubini, La Raffineria Aquila-Cinquant'anni di lavoro e primati tra Muggia e Trieste, Associazione Culturale Fameia Muiesana, 2004, SBN IT\ICCU\TSA\0680346.
- ^ News letter Tamoil, conservata presso il Museo Fisogni, n. 1, 1992.
- ^ Who we are ?, su www.catoil.com. URL consultato l'8 gennaio 2024.
- ^ Paolo Griseri, Una pioggia d'oro sulla Juventus, maxi contratto con la Tamoil, su repubblica.it, 26 marzo 2005.
- ^ La Juve fa i conti senza Tamoil, su gazzetta.it, 26 dicembre 2006.
- ^ a b Giorgio Carlevaro, Cosa è rimasto dopo il "viavai" dei marchi sulla rete carburanti, in Muoversi, n. 2, 2021.
- ^ La spagnola Repsol esce dall’Italia. Vendute le stazioni di servizio a Tamoil., su Area di Servizio | Carburanti Autolavaggi Detailing. URL consultato il 15 aprile 2021.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Tamoil
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Sito ufficiale, su tamoil.com.