Estinzione dell'umanità

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La guerra nucleare è uno degli esempi di estinzione dell’umanità.

Nell'ambito della futurologia, l'estinzione dell'umanità è la sparizione della specie umana.

Un futuro e possibile impatto con un asteroide di enormi dimensioni rimane ancora ad oggi una delle cause più accreditate estinzione di massa. Nella foto, il 101955 Bennu, corpo celeste che suscitò molte preoccupazioni agli scienziati della NASA nel 2021.[1][2][3]

Per il futuro prossimo sono stati ipotizzati molti scenari di estinzione antropogenica: olocausto nucleare, sovrappopolazione,[4] guerra biologica e accidentale pandemia, collasso ecologico, impatto di un asteroide, tsunami, tornadi, terremoti in serie e riscaldamento globale; in aggiunta, potrebbero essere causa di nuove possibilità di estinzione alcune tecnologie emergenti, come l'intelligenza artificiale avanzata o nanorobot autoreplicanti. La probabilità dell'estinzione antropogenica dell'umanità nei prossimi secoli è un argomento oggigiorno molto dibattuto.[5][6]

L'estinzione della specie umana è un tema ricorrente delle opere di fantascienza, in cui è usata come strumento narrativo per esplorare scenari ipotetici.

  1. ^ Redazione Tecnologia, L’asteroide Bennu colpirà la Terra? La Nasa calcola la data del possibile impatto, su Corriere della Sera, 25 agosto 2021. URL consultato il 12 dicembre 2022.
  2. ^ Asteroide Bennu verso possibile impatto contro la Terra. Gli aggiornamenti, su METEO GIORNALE, 27 agosto 2021. URL consultato il 12 dicembre 2022.
  3. ^ Stefano Parisini, Nuovo calcolo di probabilità d’impatto per Bennu, su MEDIA INAF, 13 agosto 2021. URL consultato il 12 dicembre 2022.
  4. ^ (EN) Niall Firth, Human race 'will be extinct within 100 years', claims leading scientist, su Daily Mail, 18 giugno 2010. URL consultato il 7 aprile 2016.
  5. ^ Vittorio Sabadin, «È cominciata la sesta estinzione di massa», su La Stampa, 21 giugno 2015. URL consultato il 7 aprile 2016 (archiviato dall'url originale il 19 aprile 2016).
  6. ^ Simona Marchetti, «Esseri umani estinti entro cento anni», su Corriere della Sera, 20 giugno 2010. URL consultato il 7 aprile 2016.

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