Silvano Abbà

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Silvano Abbà
NascitaRovigno, 3 luglio 1911
MorteIsbuscenskij, 24 agosto 1942
Cause della mortecaduto in azione
Dati militari
Paese servitoItalia (bandiera) Italia
Forza armataRegio esercito
ArmaCavalleria
Reparto3º Reggimento "Savoia Cavalleria"
GradoCapitano
GuerreGuerra di Spagna
Seconda guerra mondiale
CampagneInvasione della Jugoslavia
Fronte orientale (1941-1945)
BattaglieBattaglia delle Alpi Occidentali
Carica di Isbuscenskij
Decorazionivedi qui
Studi militariRegia Accademia Militare di Modena
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Silvano Abbà
NazionalitàItalia (bandiera) Italia
Pentathlon moderno
Carriera
Nazionale
Italia (bandiera) Italia
Palmarès
Competizione Ori Argenti Bronzi
Giochi olimpici 0 0 1

Vedi maggiori dettagli

 

Silvano Abbà (Rovigno, 3 luglio 1911Isbuscenskij, 24 agosto 1942) è stato un pentatleta e militare italiano.

Partecipò ai Giochi olimpici di Berlino del 1936, classificandosi al terzo posto nella gara di pentathlon moderno, vincendo la medaglia di bronzo. Successivamente prese parte alla guerra di Spagna dove si distinse come tenente del 1º battaglione carri da combattimento del Corpo Truppe Volontarie, venendo decorato con la medaglia d'argento al valor militare. Durante la seconda guerra mondiale combatte durante l'invasione della Jugoslavia e poi sul fronte russo dove fu decorato con la Medaglia di bronzo al valor militare. Partecipò alla Carica di Isbuscenskij per la quale morì e fu insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.

Nacque a Rovigno il 3 luglio 1911, rimase orfano di padre in giovane età, in quanto il genitore decedette nel corso della prima guerra mondiale. La madre Maria Millanch, di professione maestra, lo fece studiare a costo di grandi sacrifici. Dopo avere frequentato l'Istituto Tecnico di Rovigno entrò alla Regia Accademia Militare di Modena da cui uscì con il grado di sottotenente, assegnato all'Arma di Cavalleria. Frequentò poi i corsi di perfezionamento, dapprima presso la Scuola di applicazione di Pinerolo e poi presso quella di Tor di Quinto (Roma). Al termine degli studi entrò in servizio presso il 10º Reggimento "Lancieri di Vittorio Emanuele II"[1] di stanza a Bologna, segnalandosi[2] per le sue qualità di atleta, tanto da essere selezionato per partecipare ai Giochi olimpici di Berlino, nel 1936.

Il 2 agosto di quell'anno, sul campo di Truppenübungsplatz si classificò al primo posto nella gara di equitazione della specialità pentathlon moderno, che gli valse il terzo posto assoluto[3] e la medaglia di bronzo, divenendo così il primo italiano a salire sul podio in questa disciplina.

Tenente del 1º battaglione carri da combattimento durante la guerra di Spagna al comando della sua compagnia entrò per primo a Mazaleón, Gandesa e Tortosa, venendo decorato con la Medaglia d'argento al valor militare. All'atto dell'entrata in guerra dell'Italia, il 10 giugno 1940, fu assegnato al 3º Reggimento "Savoia Cavalleria"[4] inquadrato nella 3ª Divisione celere "Principe Amedeo Duca d'Aosta", con cui combatte sul fronte francese e poi in Jugoslavia,[4] nell'aprile 1941.[4] Nel corso del 1940, tra le due campagne militari, divenne campione italiano di pentathlon moderno e vinse la Coppa Ceccarelli.

Promosso capitano partì per il fronte russo come comandante del 4º squadrone del suo Reggimento, assegnato alla Corpo di Spedizione Italiano in Russia (CSIR).[5] Nel maggio 1942 il suo reggimento, assieme ad altri reparti, fu assegnato al neocostituito Raggruppamento Truppe a Cavallo,[6] posto alle dirette dipendenze del comando dell'8ª Armata.[5]

Cadde in combattimento il 24 agosto 1942, alla testa del suo squadrone - appiedato per l'occasione - nel corso dei combattimenti dell'epica carica di Isbuscenskij, ritenuta l'ultima carica di cavalleria di un esercito occidentale.[7] Dopo la fine della guerra gli fu conferita la Medaglia d'oro al valor militare alla memoria.

Gli sono state intitolate una via a Roma, e una piazza a Civitanova Marche, lo stadio della scuola militare della Cecchignola di Roma, le Sezioni dell'Arma di Cavalleria di Gorizia e Civitanova Marche. Il circolo ippico di Trieste ha istituito un trofeo per cavalieri ed amazzoni, che porta in suo nome, mentre nel museo di Pinerolo è custodita la sua Medaglia d'oro al valor militare, mentre la sciabola ed il cappello sono custoditi presso la sezione d'arma di Cavalleria di Voghera.

Nel 2017 il veterano della carica di Isbuscenskij Giancarlo Cioffi ha narrato i fatti accaduti nello scontro nel documentario "la carica di Isbuscenskij".

In carriera ha conseguito i seguenti risultati:

Berlino 1936: bronzo nel pentathlon moderno.
Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di squadrone, di eccezionale valore, in giornate di cruenta battaglia, mentre altri reparti agivano a cavallo, sui fianchi del poderoso schieramento nemico, col proprio squadrone appiedato si impegnava frontalmente, attaccando munite posizioni avversarie. Conquistata d'un balzo, in un furioso corpo a corpo una prima linea, difesa da numerose mitragliatrici, si lanciava nuovamente alla testa dei suoi cavalieri, contro lo schieramento successivo. Ferito una prima volta e stramazzato al suolo, si rialzava con indomita energia, e procedeva all'annientamento di ulteriori centri di fuoco nemici, decidendo così dell'esito vittorioso di un'epica giornata. Nell'ultimo superbo scatto, colpito per la seconda volta, a morte, cadeva da prode sul campo. Fulgido esempio di eroismo e di ogni virtù militare. Quota 213 di Isbuschenskij (Fronte russo), 24 agosto 1942[8]»
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di compagnia carri che è entrata per prima a Mazaleon, per prima a Gandesa, per prima a Tortosa, infondeva soprattutto con l'esempio nel suo reparto, l'entusiasmo, l'audacia e l'ardimento necessari per superare in un mese di impiego le situazioni più ardue e rischiose. Nel combattimento sulle quote di Las Fojas, pur di assolvere un compito reso particolarmente difficile dalle asperità del terreno, con sprezzo del pericolo e cosciente coraggio, pur sotto violenta reazione del fuoco avversario, usciva dal carro per ricercare ed indicare ai suoi equipaggi le piste che portavano la compagnia a colpire sul tergo le posizioni nemiche, solo così riuscendo a conseguire il suo intento ed il compito affidatogli. Mazaleón, 30 marzo-Gandesa, 2 aprile-Tortosa 18 aprile 1938.[9]»
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di uno squadrone, guidava con abilità e fermezza il reparto al combattimento. Svelatasi improvvisamente una mitragliatrice nemica, che rallentava l'avanzata, impugnava egli stesso un'arma e con tiri precisi neutralizzava la postazione avversaria. Già distintosi per ardimento e sprezzo del pericolo. ponte Leimonowka (fronte russo), 24 ottobre 1941.[9]»
  1. ^ Brignoli 2007, p. 71.
  2. ^ Nel 1935 si classificò al primo posto nei Campionati Littoriali svoltisi a Milano.
  3. ^ Fu 15º assoluto nella gara di scherma, 10° nel tiro con la pistola, 14° nella gara di nuoto, e al 24° nella gara di corsa campestre sui 4.000 m.
  4. ^ a b c Brignoli 2007, p. 45.
  5. ^ a b Brignoli 2007, p. 46.
  6. ^ Al comando del generale Guglielmo Barbò di Casalmorano, il Raggruppamento comprendeva i Reggimenti "Savoia Cavalleria", "Lancieri di Novara" e "Voloire".
  7. ^ Brignoli 2007, p. 47.
  8. ^ Onorificenze - Dettaglio del conferimento, su quirinale.it, Presidenza delle Repubblica. URL consultato il 13 dicembre 2015.
  9. ^ a b http://decoratialvalormilitare.istitutonastroazzurro.org/#
  • Marziano Brignoli, Cavalleria a Voghera. I Reggimenti di guernigione a Voghera dal 1859 al 1943., Voghera, Società Cooperativa Editoriale Oltrepò, 2007.
  • Giancarlo Cioffi, Silvano Abba. Il mio grande capitano, Milano, ABEditore, 2012.
  • Giovanni Messe, La guerra al fronte russo, Milano, Ugo Mursia Editore, 2005, ISBN 88-425-3348-3.
  • Giorgio Vitali, Trotto, galoppo caricat!: storia del Raggruppamento truppe a cavallo: Russia 1942-1943, Milano, Ugo Mursia Editore, 1985.

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