Sede titolare di Isso

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Isso
Sede vescovile titolare soppressa
Issensis
Patriarcato di Antiochia
IstituitaXIX secolo
Soppressa1946
StatoTurchia
Suffraganea diTarso
Dati dall'annuario pontificio
Sedi titolari cattoliche

Isso (in latino Issensis) è sede titolare della Chiesa cattolica, istituita nel XIX secolo e soppressa nel 1946.

Isso, nota per la famosa battaglia combattuta da Alessandro Magno nel 333 a.C., non fu mai una sede episcopale[1] e non compare nella Notitia episcopatuum del patriarcato di Antiochia tra le suffraganee dell'arcidiocesi di Tarso in Cilicia,[2] come aveva già scritto Siméon Vailhé nella Catholic Encyclopedia nel 1910.[3][1]

Il primo a fare di Isso una sede episcopale fu Biagio Terzi di Lauria nella sua Siria sacra, nella quale documenta l'esistenza di un vescovo di nome Achele, che avrebbe sottoscritto la lettera dei vescovi della Cilicia all'imperatore nel 458.[4] Di fatto però nessun vescovo con questo nome appare nel documento citato da Terzi di Lauria.[1]

Altri eruditi successivi hanno scritto della sede episcopale di Isso, tra cui Gaetano Moroni nel suo Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica nel 1846.[5] L'autore aggiunge che la sede Hyssensis è un titolo vescovile in partibus infidelium conferito dalla Santa Sede.[1]

Gli Annuari pontifici iniziano a pubblicare gli elenchi delle sedi titolari solo a partire dalla metà del XIX secolo e nel volume del 1859 compare per la prima volta il titolo Hyssenus, Issa in Siria.[1][6]

Incerta è l'assegnazione del primo titolare. Nel 1882 è nominato vescovo Hypsopolitanus in Frigia Wenceslao Oñate, vescovo coadiutore del vicariato apostolico del Tonchino centrale (oggi diocesi di Bùi Chu in Vietnam).[7] Tuttavia, a partire dall'Annuario pontificio del 1885, a questo stesso vescovo è assegnato il titolo Issenus in Cilicia, che mantiene fino alla morte nel 1897.[8][9][10]

Seguono altri tre titolari di Isso[11]: James Dominic Murray, vicario apostolico di Cooktown (oggi diocesi di Cairns in Australia);[12] Abraham Aguilera Bravo, vicario apostolico di Magellano (oggi diocesi di Punta Arenas in Cile); e Theodor Buddenbrock, vicario apostolico di Lanchowfu (oggi arcidiocesi di Lanzhou in Cina).[10]

Il titolo di Isso, la cui soppressione fu annunciata nel 1934, fu effettivamente soppresso quando Buddenbrock fu nominato arcivescovo di Lanzhou nel 1946.[10]

Cronotassi dei vescovi titolari

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  1. ^ a b c d e (FR) Stiernon, Dictionnaire d'histoire et de géographie ecclésiastiques, vol. XXVI, col. 323.
  2. ^ (FR) Siméon Vailhé, La "Notitia episcopatuum" d'Antioche du patriarche Anastase, VI siècle, Echos d'Orient X, 1907, pp. 144-145. (DE) Ernest Honigmann, Studien zur Notitia Antiochena, Byzantinische Zeitschrift, nº 25, 1925, pp. 73-75.
  3. ^ (EN) Issus, Catholic Encyclopedia online.
  4. ^ Biagio Terzi di Lauria, Siria sacra, Roma, 1695, p. 90.
  5. ^ Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica, vol. XXXVI, Venezia, 1846, pp. 152-153.
  6. ^ Notizie per l'anno MDCCCLIX, p. 241.
  7. ^ La gerarchia cattolica e la famiglia pontificia per l'anno 1883, p. 282.
  8. ^ La gerarchia cattolica e la famiglia pontificia per l'anno 1885, p. 292.
  9. ^ I continuatori della Hierarchia catholica di Konrad Eubel (vol. VIII, p. 312) inseriscono questo vescovo tra i titolari di Ipso. Cf. Stiernon, Dictionnaire d'histoire et de géographie ecclésiastiques, vol. XXVI, col. 323.
  10. ^ a b c (FR) Stiernon, Dictionnaire d'histoire et de géographie ecclésiastiques, vol. XXVI, col. 324.
  11. ^ Il primo è vescovo titolare Issenus, gli altri due sono vescovi titolari Issensis. Cf. Stiernon, Dictionnaire d'histoire et de géographie ecclésiastiques, vol. XXVI, col. 324.
  12. ^ Questo vescovo è inserito dalla Hierarchia catholica (vol. VIII, p. 326) tra i titolari Issensis seu Ipsensis. Cf. Stiernon, Dictionnaire d'histoire et de géographie ecclésiastiques, vol. XXVI, col. 324.
  • (FR) Daniel Stiernon, v. Issus, Dictionnaire d'histoire et de géographie ecclésiastiques, vol. XXVI, Paris, 1997, coll. 322-324
  • (EN) Siméon Vailhé, v. Issus, in Catholic Encyclopedia vol. VIII, New York, 1910

Collegamenti esterni

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