Santa Elisabetta (Italia)
Santa Elisabetta comune | |
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Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Sicilia |
Libero consorzio comunale | Agrigento |
Amministrazione | |
Sindaco | Liborio Gaziano (lista civica) dal 9-6-2024 |
Territorio | |
Coordinate | 37°26′09″N 13°33′28″E |
Altitudine | 457 m s.l.m. |
Superficie | 16,17 km² |
Abitanti | 2 145[1] (31-8-2022) |
Densità | 132,65 ab./km² |
Comuni confinanti | Aragona, Joppolo Giancaxio, Raffadali, Sant'Angelo Muxaro |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 92020 |
Prefisso | 0922 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 084037 |
Cod. catastale | I185 |
Targa | AG |
Cl. sismica | zona 2 (sismicità media)[2] |
Nome abitanti | sabettesi |
Patrono | santo Stefano |
Giorno festivo | 6 gennaio |
Cartografia | |
Posizione del comune di Santa Elisabetta nel libero consorzio comunale di Agrigento | |
Sito istituzionale | |
Santa Elisabetta (a Sabbetta in siciliano) è un comune italiano di 2 145 abitanti[1] del libero consorzio comunale di Agrigento in Sicilia.
Geografia fisica
[modifica | modifica wikitesto]Santa Elisabetta si erge su una zona collinare fra i fiumi Platani e Salso, a 425 m sul livello del mare. Dista 12 km da Agrigento e copre un'area di 1617 h. L'aspetto fisico del territorio è caratterizzato da marne bianche e foraminifere, da suoli bruni e regosuoli.
Origine del nome
[modifica | modifica wikitesto]Il comune prende il nome dall'omonima santa. Secondo un'antica leggenda, tuttavia, il personaggio eponimo potrebbe essere una principessa araba di nome Elisabetta, convertitasi al cristianesimo, che fuggì di casa per vivere in povertà tra i pastori[3].
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Età moderna
[modifica | modifica wikitesto]Santa Elisabetta fu fondata nel 1620 dal signore di Raffadali Nicolò Giuseppe Montaperto nel territorio del feudo di Canniti, in seguito alla concessione della licentia populandi nel 1610[4]. Nel XVII secolo è possedimento della famiglia Bonanno e in seguito dei nobili Lanza [5].
Età contemporanea
[modifica | modifica wikitesto]Fino al 1955 il paese fece parte del comune di Aragona, dal quale fu distaccato con legge regionale n. 4 del 28 gennaio[5].
Negli anni Ottanta è stato rinvenuto il coperchio in pietra a timpano con due spioventi appartenente a un sarcofago ricavato da un unico blocco di gesso. Il coperchio tombale è conservato ed esposto nella biblioteca comunale.
Simboli
[modifica | modifica wikitesto]Lo stemma e il gonfalone del comune di Santa Elisabetta sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 7 settembre 1971.[6]
«Interzato in fascia: il 1° partito: a) d'argento, all'avambraccio di carnagione, movente dalla punta, vestito di rosso, b) di nero, al leone d'argento; il 2° pure partito: a) d'oro, a tre gigli d'azzurro (2-1), b) d'argento, a tre fasce di nero; il 3° di nero, a otto gigli d'argento (3-3-2). Il tutto è fiancheggiato: a destra troncato: a) di verde, a quattro gigli d'oro (1-2-1), b) d'azzurro, a sei gigli d'oro (2-2-2); a sinistra di argento, a sei palle di rosso (1-2-2-1). Ornamenti esteriori da Comune»
Il gonfalone municipale è costituito da un drappo di bianco.
Monumenti e luoghi d'interesse
[modifica | modifica wikitesto]Architetture religiose
[modifica | modifica wikitesto]- Chiesa di Santo Stefano: eretta nella seconda metà del XVIII secolo. Originariamente aveva una sola navata. All'interno è custodito il pulpito-confessionale con lo stemma dei Montaperto e una tomba murale. Sul lato sinistro della chiesa, prima dei recenti interventi architettonici, si collocava la tomba del primo arciprete, rimossa insieme alle spoglie presenti all'interno. Attualmente, dopo gli interventi di restauro, conserva oggetti sacri, un pulpito in legno scolpito e alcune tele [7].
- Chiesa di Sant'Antonio, costruita nel 1860. Vi è conservata la statua dell'Addolorata di iconografia spagnola, una scultura in ebano di San Giuseppe con bambino a grandezza naturale e una raffigurazione lapidea della Madonna delle Grazie[7].
- Chiesa del Santissimo Crocifisso.
Architetture militari
[modifica | modifica wikitesto]- Fortezza bizantina di monte Guastanella: sorgeva su un rilievo situato tra Raffadali e Sant Elisabetta. D'interesse storico-archeologico i silos con all'interno resti di vari strati d'intonaco e soffitto a volta. Sulla cima del monte Guastanella si trovano antiche grotte scavate nella parete. S'ipotizza che il sito possa essere stato il luogo di sepoltura del mitico re Minosse; ipotesi che potrebbe essere avvalorata dalla descrizione di un'altura presente nel libro VII delle Storie di Erodoto[8]. Presenti anche tombe a forno sul fianco della montagna mentre a valle sono stati ritrovati reperti bizantini, ceramiche protostoriche e protogreche.
Architetture civili
[modifica | modifica wikitesto]- Palazzo del Principe, edificato intorno al 1680. Sulla facciata principale spiccava lo stemma della famiglia Monreale, rimosso nel 1977 per via degli interventi di rifacimento. Nel 1807 l'erede della famiglia nobiliare, Girolamo Principe di Belvedere, ne diviene il proprietario. Fino al 1935 il palazzo fu sede della caserma dei Reali Carabinieri e, nel 1940, del Fascio.
Siti archeologici
[modifica | modifica wikitesto]- Necropoli di Keli, di età tardo romano-bizantina. Il sito presenta tombe ad arcosolio ricavate probabilmente dai primi cristiani da una precedente necropoli protostorica di cui sono ancora visibili tombe a forno[5].
Società
[modifica | modifica wikitesto]Evoluzione demografica
[modifica | modifica wikitesto]Abitanti censiti[9]
Tradizioni e folclore
[modifica | modifica wikitesto]- Santo Stefano, festa patronale.
- Epifania pastorale di Nardu, in cui si rievoca la vita dei pastori con il "buffone" Nardu. La rappresentazione, basata su un canovaccio che termina con l'annunciazione della nascita di Gesù, è accompagnata dalla sagra della ricotta, durante la quale vengono degustati prodotti tipici locali a base di ricotta.
- Festa del Crocifisso, prima domenica di agosto.
Economia
[modifica | modifica wikitesto]Nel paese prevale un'economia di tipo agricolo con una notevole produzione di grano, uva, mandorle, pistacchi e olive e l'allevamento bovino e ovino.
Il territorio del comune è compreso nella zona di produzione del Pistacchio di Raffadali D.O.P.[10]
Amministrazione
[modifica | modifica wikitesto]Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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24 giugno 1988 | 2 dicembre 1990 | Giuseppe Burgio | Partito Comunista Italiano | Sindaco | [11] |
2 dicembre 1990 | 8 dicembre 1992 | Antonino Giuseppe Gaziano | Democrazia Cristiana | Sindaco | [11] |
8 dicembre 1992 | 7 giugno 1993 | Domenico Militello | Democrazia Cristiana | Sindaco | [11] |
8 giugno 1993 | 1º dicembre 1997 | Gaetano Catalano | - | Sindaco | [11] |
1º dicembre 1997 | 28 maggio 2002 | Gaetano Catalano | centro-sinistra | Sindaco | [11] |
28 maggio 2002 | 15 maggio 2007 | Girolamo Salvatore Milioto | Casa delle Libertà | Sindaco | [11] |
15 maggio 2007 | 14 gennaio 2009 | Tommaso Militello | lista civica | Sindaco | [11] |
10 febbraio 2009 | 8 giugno 2009 | Carlo Pecoraro | Comm. straordinario | [11] | |
7 giugno 2009 | 26 maggio 2014 | Emilio Militello | lista civica | Sindaco | [11] |
26 maggio 2014 | in carica | Domenico Gueli | lista civica | Sindaco | [11] |
Altre informazioni amministrative
[modifica | modifica wikitesto]Il comune di Santa Elisabetta fa parte delle seguenti organizzazioni sovracomunali:
- regione agraria n. 3 (Colline del Platani)[12];
- Unione dei comuni Feudo d'Alì[13].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT, 4 novembre 2022. URL consultato il 29 novembre 2022.
- ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
- ^ Notizie storiche su Santa Elisabetta, su santostefanoparrocchia.it. URL consultato il 14 marzo 2021 (archiviato dall'url originale il 29 novembre 2021).
- ^ Storia di Santa Elisabetta, su comunesantaelisabetta.it. URL consultato il 14 marzo 2021.
- ^ a b c Breve storia di Santa Elisabetta, su virtualsicily.it. URL consultato il 14 marzo 2021.
- ^ Santa Elisabetta, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 15 giugno 2023.
- ^ a b Chiese di Santa Elisabetta, su santostefanoparrocchia.it. URL consultato il 14 marzo 2021 (archiviato dall'url originale il 29 gennaio 2022)..
- ^ Rosamaria Rita Lombardo, L'ultima dimora del re. Una millenaria narrazione siciliana "svela" la tomba di Minosse, Fara editore, 2013.
- ^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012.
- ^ Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea del 20 novembre 2020
- ^ a b c d e f g h i j http://amministratori.interno.it/
- ^ GURS Parte I n. 43 del 2008, su gurs.regione.sicilia.it. URL consultato l'8 luglio 2011.
- ^ Statuto Unione dei Comuni Feudo d’Alì - art. 1 Oggetto (PDF), su gurs.regione.sicilia.it. URL consultato il 15 novembre 2020.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Santa Elisabetta
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sito del comune, su comune.santaelisabetta.ag.it. URL consultato il 14 settembre 2008 (archiviato dall'url originale il 20 agosto 2008).
Controllo di autorità | VIAF (EN) 266971526 |
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