Roy Blunt
Roy Blunt | |
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Blunt nel 2011 | |
Senatore degli Stati Uniti per il Missouri | |
Durata mandato | 3 gennaio 2011 – 3 gennaio 2023 |
Predecessore | Kit Bond |
Successore | Eric Schmitt |
Membro della Camera dei Rappresentanti - Missouri, distretto n.7 | |
Durata mandato | 3 gennaio 1997 – 3 gennaio 2011 |
Predecessore | Mel Hancock |
Successore | Billy Long |
33ª Segretario di Stato del Missouri | |
Durata mandato | 8 gennaio 1985 – 8 gennaio 1993 |
Predecessore | James Kirkpatrick |
Successore | Judi Moriarty |
Dati generali | |
Partito politico | Repubblicano |
Firma |
Roy Dean Blunt (Niangua, 10 gennaio 1950) è un politico statunitense, senatore per lo stato del Missouri dal 2011 al 2023 e in precedenza membro della Camera dei Rappresentanti per lo stesso stato dal 1997 al 2011.
Blunt si è candidato con successo al Senato degli Stati Uniti nel 2010. L'anno successivo è stato eletto vicepresidente della Conferenza repubblicana del Senato.[1] Blunt, che è il decano della delegazione del Congresso del Missouri, è stato eletto presidente del comitato politico nel novembre 2018.[2] Dopo aver annunciato che non si sarebbe più ricandidato a senatore, termina il proprio mandato il 3 gennaio 2023[3][4][5].
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nato e cresciuto nel Missouri,[6] figlio di Neva Dora (nata Letterman) e Leroy Blunt, un politico, si è laureato in storia nel 1970 presso la Southwest Baptist University.[7] Due anni più tardi, prese un master in storia alla Southwest Missouri State University.[8] Durante il suo periodo al college, ha ricevuto tre rinvii alla leva per la guerra del Vietnam.[9] Blunt è stato insegnante di storia al liceo presso la Marshfield High School dal 1970 al 1972;[10] in seguito insegnò alla Southwest Baptist University e come membro della facoltà a contratto presso la Drury University.[7] È stato presidente della Southwest Baptist University dal 1993 al 1996.[11]
Dopo gli studi Blunt entrò in politica con il Partito Repubblicano e dopo aver svolto alcuni incarichi locali, nel 1980 si candidò infruttuosamente alla carica di vicegovernatore.
Nel 1984 vinse le elezioni per la carica di Segretario di stato del Missouri e venne riconfermato per un secondo mandato nel 1988. Quattro anni dopo, Blunt si candidò a governatore ma venne sconfitto nelle primarie repubblicane.
Nel 1996 Blunt si candidò alla Camera dei Rappresentanti in un distretto molto conservatore e riuscì a farsi eleggere. Fu riconfermato per altri sei mandati, finché nel 2010 si candidò al Senato e venne eletto.
Donald Trump
[modifica | modifica wikitesto]Blunt era al Campidoglio degli Stati Uniti quando i sostenitori di Trump lo presero d'assalto il 6 gennaio 2021, mentre certificava il conteggio dei voti dello United States Electoral College del 2021, insieme alla senatrice Amy Klobuchar, al rappresentante Rodney Davis e alla rappresentante Zoe Lofgren. Prima della certificazione, Blunt disse che avrebbe sostenuto la certificazione delle elezioni, in contrasto con il suo collega senatore del Missouri Josh Hawley. Mentre Blunt osservava le deliberazioni sull'obiezione al conteggio dei voti dell'Arizona, guidate da Ted Cruz, il Campidoglio è stato assaltato. Insieme ad altri senatori, Blunt è stato allontanato dall'aula del Senato mentre gli insorti si avvicinavano. Durante l'attacco ha twittato che "la violenza e la distruzione" dovevano cessare e che "questo non è quello che siamo come nazione". Blunt ha affermato che Trump "ne faceva parte", riferendosi all'insurrezione.
Sulla scia dell'attacco, Blunt ha detto che non avrebbe sostenuto l'impeachment di Trump e che "non c'era tempo" per farlo. Ha anche definita una "delusione" l'iniziativa che i Democratici stessero invece considerando l'impeachment. In un'intervista a Face the Nation, Blunt ha detto: "Il presidente ha toccato la stufa calda mercoledì ed è improbabile che la tocchi di nuovo".
In qualità di maestro di cerimonie per l'inaugurazione di Joe Biden alla presidenza, Blunt ha pronunciato un breve discorso esponendo il preambolo della Costituzione e osservando che, a differenza degli articoli della Confederazione o della Magna Carta, radica e stabilisce legge e autorità in "Noi il popolo". Blunt ha osservato che lo sforzo per creare una "Unione più perfetta" è un progetto continuo e ha detto: "Siamo più di quanto non siamo stati e siamo meno di quanto speriamo di essere".
Nel 2020, Blunt ha votato per assolvere Trump nel suo primo processo di impeachment.[12]
Nel 2021, Blunt è stato uno dei 43 senatori che hanno votato per assolvere Trump nel suo secondo processo di impeachment.[13]
Nel 2022, dopo la perquisizione da parte dell'FBI di Mar-a-Lago, Blunt ha affermato che Trump "avrebbe dovuto consegnare tutti i documenti" agli archivi nazionali quando ha lasciato l'incarico. Blunt ha anche espresso preoccupazione per i tempi della ricerca, citando le imminenti elezioni di medio termine.[14]
Vita privata
[modifica | modifica wikitesto]Blunt si è sposato due volte: dalla prima moglie Roseann Ray ebbe tre figli fra cui Matt, che fu Governatore del Missouri dal 2005 al 2009; dopo il divorzio da Roseann, nel 2006 Blunt si sposò con Abigail Perlman, con la quale adottò un bambino russo. La North American Religious Liberty Association (Narla) il 27 maggio 2014 ha premiato Roy Blunt per il suo impegno a favore della libertà religiosa.[15]
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]— 5 ottobre 2021[16]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) Laura Litvan, Senate Republicans Elect Thune, Barrasso and Blunt to Top Posts, in Bloomberg, 13 dicembre 2011. URL consultato il 17 settembre 2016.
- ^ (EN) Alexander Bolton, McConnell reelected as leader, Thune promoted to whip, in The Hill, 14 novembre 2018. URL consultato il 17 novembre 2018.
- ^ (EN) Blunt Announcement on 2022 Election, su youtube.com. URL consultato il 30 agosto 2022 (archiviato dall'url originale il 27 agosto 2022).
- ^ (EN) Clare Foran, Ted Barrett, Ethan Cohen e Alex Rogers, GOP Sen. Roy Blunt announces he will not run for reelection, in CNN, 8 marzo 2021. URL consultato il 9 marzo 2021.
- ^ (EN) Andrew Desiderio, Sen. Roy Blunt won't run for reelection in latest blow to GOP, in POLITICO. URL consultato il 12 marzo 2021.
- ^ (EN) Blunt, Roy, su Biographical Directory of the United States Congress. URL consultato il 21 gennaio 2021.
- ^ a b (EN) U.S. Senate candidate Roy Blunt scheduled to speak at Republican Committee picnic Sept. 13, in Gasconade County Republican, 26 agosto 2009. URL consultato il 19 settembre 2016 (archiviato dall'url originale il 13 settembre 2017).
- ^ (EN) Roy Blunt: profile, in United States House. URL consultato il 19 settembre 2016.
- ^ (EN) Senator faces controversy over Vietnam-era draft deferments, in The Rachel Maddow Show. URL consultato il 17 settembre 2016.
- ^ (EN) Lindsay Wise, Roy Blunt, a Capitol Hill master strategist, faces his toughest political challenge, in Kansas City Star, 14 ottobre 2016. URL consultato il 2 ottobre, 2016.
- ^ (EN) BLUNT, Roy, in Biographical Directory of the United States Congress. URL consultato il 23 novembre 2016.
- ^ (EN) Sen. Blunt Opposes Trump Impeachment, Backs Medical Marijuana Banking, in St. Louis Public Radio, 29 gennaio 2020. URL consultato il novembre 2020.
- ^ (EN) Dominick Mastrangelo, Trump praises retiring Blunt, who opposed his conviction, in The Hill, 9 marzo 2021. URL consultato il 18 gennaio 2022.
- ^ (EN) Julia Mueller, GOP senator: Trump should have turned over ‘all’ documents, in The Hill, 28 agosto 2022.
- ^ Narla premia senatore Usa per sua attività in favore della libertà religiosa, su news.avventisti.it, 28 maggio 2014 (archiviato dall'url originale il 28 maggio 2014).
- ^ (EN) Sito web del Dipartimento del Primo Ministro e del Governo: dettaglio decorato.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Roy Blunt
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Sito ufficiale, su blunt.senate.gov.
- Roy Blunt (canale), su YouTube.
- (EN) Chelsey Parrott-Sheffer, Roy Blunt, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- Roy Blunt sul Biographical Directory of the United States Congress
Controllo di autorità | VIAF (EN) 1547429 · ISNI (EN) 0000 0000 3712 6695 · LCCN (EN) n88002867 · GND (DE) 1201528313 |
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