Rhagoletis completa
La mosca della noce (Rhagoletis completa Cresson, 1929) è un insetto dell'ordine dei ditteri e della famiglia dei tefritidi, parassita delle piante di noce[1][2][3][4].
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]L'adulto, che è grande 4-8 mm, è facilmente riconoscibile da uno scutello color crema, che può presentare macchie nere, e da uno scuto privo di parti gialle o nere; le ali sono trasparenti, con tre bande scure di cui la più esterna a forma di V; è inoltre dotato di tre paia di setole frontali[3][5].
La larva è invece di colore bianco giallastro, apoda e microcefala[3].
Biologia
[modifica | modifica wikitesto]La mosca della noce ha un ciclo vitale annuo: durante l'inverno sverna nel terreno (a circa 5 cm di profondità) in forma di pupa; gli adulti sfarfallano da metà giugno a settembre-ottobre, e depongono le uova due settimane più tardi. Ogni femmina può deporne fino a 400, in gruppi da cinque a venti unità, all'interno del mallo delle noci, generalmente scegliendo le più tenere e più in alto sull'albero; le femmine marcano le noci già infestate con un feromone inibitore, così che altri individui depongano le uova in altre noci. Le uova si schiudono entro una settimana, e le larve si nutrono del mallo maturando in 3-5 settimane, quindi si lasciano cadere dall'albero per andare a sotterrarsi; la diapausa dura normalmente un anno, ma può protrarsi fino a tre[3][4][5].
Le larve causano l'annerimento del mallo, con una macchia scura che si estende progressivamente fino a coprire tutto il frutto, e dalla quale può sgorgare un liquido nerastro ricco di tannino. Il mallo rinsecchisce, aderendo al guscio e rendendone difficile l'asportazione, e i secreti possono impregnarlo; nel caso, il guscio annerisce a sua volta, contagiando infine anche la polpa del frutto che può ammuffire o rinsecchire[3][4][5]. Inoltre, altri insetti possono essere attirati dal mallo in decomposizione, e deporvi a loro volta le uova[5].
Diffusione e habitat
[modifica | modifica wikitesto]Si tratta di una specie nativa del Nord America[3], originariamente diffusa negli Stati Uniti e in Messico[4]. È stata introdotta accidentalmente in Europa, probabilmente negli anni Ottanta[4]: è segnalata in Nord Italia dal 1991, e nel 2010 aveva raggiunto la Campania[3], ed ora è attestata in tutta la penisola e in Svizzera[2].
Danni e lotta
[modifica | modifica wikitesto]La mosca della noce è un insetto fitofago, che può causare una perdita fino al 30% del raccolto, e i frutti che vengono recuperati subiscono comunque un grave calo qualitativo per via dell'annerimento del guscio e del gheriglio, causando danni economici (fino a 1400 €/ha, tenendo conto che ogni ettaro di terreno può fruttare dai 4000 ai 18000 €)[3]. La mosca attacca tutti i tipici di noce, con una preferenza per quelle più precoci[5].
La presenza di questo dittero è molto semplice da riconoscere, ma il mercato non dispone ancora di insetticidi o altre soluzioni realmente efficaci contro di esso[3] (è stata notata la parziale efficacia di alcuni prodotti specifici per la carpocapsa del melo[5]), e anche i suoi nemici naturali non sono così risolutivi[4]. Fra le misure attuabili, si annoverano l'uso di trappole fluorescenti per catturare gli adulti[3][4][5] e la copertura del suolo sotto agli alberi per impedire alle larve di sotterrarsi[5].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) Rhagoletis completa Cresson, 1929, su Catalogue of Life. URL consultato il 26 novembre 2017.
- ^ a b (EN) Rhagoletis completa Cresson, 1929, su Fauna Europaea. URL consultato il 26 novembre 2017.
- ^ a b c d e f g h i j Alex Giuzio, Mosca delle noci: si vede ma non si sconfigge, su Agrinotizie, 16 marzo 2011. URL consultato il 26 novembre 2017.
- ^ a b c d e f g Mosca delle noci - Rhagoletis completa Cresson, su Agraria.org. URL consultato il 26 novembre 2017.
- ^ a b c d e f g h La mosca della noce (Rhagoletis completa), su Provincia di Bolzano. URL consultato il 26 novembre 2017.
Altri progetti
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