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Raffineria di Milazzo

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Raffineria di Milazzo
StatoItalia (bandiera) Italia
Forma societariaSocietà per azioni
Fondazione1961
Fondata daAttilio Monti
Sede principaleMilazzo
Gruppo
SettorePetrolifero
ProdottiBenzine, gasolio, cherosene
Dipendenti638 (2018)
Sito webwww.raffineriadimilazzo.it/

La Raffineria di Milazzo è sita in Sicilia, tra Milazzo e San Filippo del Mela, nella città metropolitana di Messina, ed è installata su un'area di circa 212 ettari. Il pacchetto azionario, nel 2013, è detenuto al 50% da Eni e Kuwait Petroleum Italia.

Per il rifornimento di greggio e semilavorati e per la successiva distribuzione dei prodotti finiti, l'impianto si avvale del vicino porto commerciale.

Nel 1957[1] nacque la società Mediterranea Raffineria Siciliana Petroli S.p.A. ad opera del gruppo Monti, e la raffineria fu inaugurata nell'ottobre 1961[2] rimanendo in esercizio fino al 1979 quando fu messa fuori produzione in seguito alla crisi energetica[1] scoppiata in seguito alla rivoluzione iraniana che determinò il rialzo improvviso e notevole del prezzo del petrolio.

Soltanto nel mese di marzo 1982 l'Agip Petroli rilevò il pacchetto azionario[2] della Mediterranea e, dopo una profonda ristrutturazione necessaria per mettere in funzione l'impianto dopo diversi anni di fermata, mise nuovamente in esercizio la raffineria.

Il 3 giugno 1993, un'esplosione avvenuta all'interno dell'impianto provocò la morte di sette operai.[3] L'incidente fu oggetto di interrogazione parlamentare.[4]

Alla fine del 1996, quando la società aveva già cambiato la denominazione in Raffineria di Milazzo, divenne una società congiunta fra Agip Petroli e Kuwait Petroleum Italia; all'epoca la raffineria aveva una capacità di oltre 20 milioni di tonnellate annue di petrolio, mentre erano più limitate le capacità di conversione in benzina e gasolio[2].

I nuovi proprietari avviarono, dagli anni novanta, una profonda ristrutturazione dell'impianto per adeguarlo alle nuove tecnologie e alle nuove leggi anti inquinamento. La raffineria ha anche mutato nel tempo i suoi processi di raffinazione privilegiando la produzione di prodotti leggeri (benzine, gasolio e cherosene) invece di olio combustibile non più richiesto dal mercato.

Nel 2013 l'impianto ha una capacità di raffinazione di circa 10 milioni di tonnellate di greggio all'anno e gran parte dei prodotti, finiti e semilavorati, viene spedito via mare dal porto petroli di Milazzo.

Il 27 settembre 2014, alle ore 00:30, scoppiò un incendio di dimensioni impressionanti in un enorme serbatoio metallico a tetto galleggiate (il serbatoio TK513) del diametro di oltre 90 metri ed alto 20, provocando fiamme alte centinaia di metri, visibili da molti chilometri di distanza e seminando il panico tra i cittadini milazzesi e dei paesi limitrofi. Le fiamme si estinsero solo circa una settimana dopo, esaurendo tutto il carburante all'interno del serbatoio (Virgin nafta). Per tipologia e dimensioni di incendio, si trattò del secondo caso (il primo, un'esplosione di un serbatoio di analoghe dimensioni, fu nel 1989 a Houston nel Texas) a livello mondiale. A seguito del gravissimo incendio la locale Procura del Tribunale incaricò un team di consulenti (un ingegnere, il prof. Antonio Barcellona[5] dell'Università di Palermo, una squadra di VVF oltre ai militari della locale Capitaneria di porto), per ricostruire la dinamica dell'incidente ed individuare le responsabilità. Il processo, che vede imputati i massimi dirigenti della raffineria, è ancora in corso[6].

Il bilancio di sostenibilità,[7] validato dagli organi esterni, riporta che nel 2018 lo stabilimento ha 638 dipendenti. Inoltre con l'indotto permette di lavorare a 1.114 operatori esterni. Nei periodi di fermata si raggiungono fino a 2.000 unità per un totale di quasi 4.000 lavoratori attivi su turni e orario giornaliero.

Negli anni tra il 2013 e il 2018 gli investimenti sono stati di 552 milioni di euro.

  1. ^ a b Raffineria in breve, su raffineriadimilazzo.it. URL consultato il 9 maggio 2021.
  2. ^ a b c Milazzo: l'Accordo Q8 Agip, in Insieme in Q8, rivista conservata al Museo Fisogni, n. 1, gennaio 1997.
  3. ^ Ore 13.20: la raffineria diventa un inferno, in Corriere della Sera, 4 giugno 1993.
  4. ^ Resoconto stenografico, Commissione Lavoro e previdenza sociale del Senato, 16 giugno 1993
  5. ^ oggimilazzo.it, https://www.oggimilazzo.it/2014/09/30/incendio-alla-ram-procura-sequestra-tre-serbatoi/.
  6. ^ Aggiornato a dicembre 2020
  7. ^ Bilanci 2018, su raffineriadimilazzo.it.

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