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Raffaella Aleotti

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Raffaella Aleotti (Ferrara, prima del 22 settembre 1575 – dopo il 1640) è stata una compositrice, organista e monaca cristiana italiana.

Raffaella Aleotti, figlia dell'architetto ferrarese Giovan Battista Aleotti e della moglie Giulia, fu battezzata il 22 settembre 1575 nella chiesa di S. Maria in Vado a Ferrara. Iniziò lo studio della musica giovanissima, probabilmente con l'anziano Alessandro Milleville e Ercole Pasquini. Entrò poi nel convento ferrarese di S. Vito, rinomato per l'eccellenza della musica[1]. Alcune notizie sulla famiglia d'origine della Aleotti si ricavano dalla dedicatoria che Giovan Battista scrisse per il libro di madrigali di Vittoria Aleotti, disponibile online[2].

A proposito di Vittoria, in precedenza ritenuta una delle sorelle più piccole, un gruppo di studiosi ha avanzato l'ipotesi che Raffaella e Vittoria siano state in realtà la stessa persona (che avrebbe mutato nome al momento di prendere gli ordini), poiché nel convento di S. Vito non esistono documenti relativi a Vittoria, mentre Raffaella, badessa del convento, è chiaramente menzionata. Anche il testamento del padre nel 1631 nomina solo Raffaella e non Vittoria; tuttavia questi indizi non hanno ancora avuto conferma definitiva.

Raffaella fu nota come straordinaria organista, ma soprattutto fu la prima donna a pubblicare composizioni di musica sacra. Infatti, nel 1593 furono stampate a Venezia le sue Sacrae cantiones quinque, septem, octo, & decem vocibus decantande… liber primus dall'editore Ricciardo Amadino, dedicate – come i madrigali di Vittoria usciti lo stesso anno – a Ippolito Bentivoglio.

Di lei scrisse Marco Antonio Guarini: «Sì come soura ogn'altra singolarissima, e senza pari è in toccar d'Organo Raffaella Aleotti detta l'Argenta, la quale è anco intendentissima della musica, e di lei si veggono alle stampre pubblicati diuersi motetti, e madrigali riputati molto»[3]. Anche quest'ultima affermazione sembrerebbe avallare la tesi dell'identità di Raffaella/Vittoria.

Nel 1637 Giovanni Battista Chinelli detto l'Occhialino le dedicò Il primo libro di motetti a voce sola. Il Padre Lorenzo Agnelli, monaco olivetano, le dedicò il Secondo Libro de Motteti del 1638, rendendo omaggio alla compositrice e «legiadrissima organista», le cui «dolcissime armonie» sono «fabbricate su l'organo ad avvivare i cuori».

Sono conosciuti altri tre mottetti di Raffaella Aleotti: Angelus ad pastores ait; Ascendens Christus in altum; Facta est cum Angelo.

Circa la morte della compositrice, Suzanne G. Cusick afferma che il suo nome si trova citato per l'ultima volta in un documento di S. Vito del 2 agosto 1640, anche se, secondo Gasparo Sardi, era ancora viva nel 1646[4].

  1. ^ Ercole Bottrigari descrive l'eccezionalità dei concerti tenuti a S. Vito proprio in quegli anni da circa 23 monache: «quella medesima, che è reggitrice de' concenti è Maestra anchora à tutte le principianti così nel cantare, come nel sonare»; è stato perciò ragionevolmente supposto che fosse l'Aleotti.
  2. ^ Catalogo online del Museo internazionale e biblioteca della musica di Bologna.
  3. ^ Marco Antonio Guarini, Compendio Historico, Vittorio Baldini, Ferrara, 1621, p. 376.
  4. ^ «Aleotti last appears in a document of S Vito on 2 August 1640, but according to Gasparo Sardi she was still alive in 1646»; voce Raffaella Aleotti in Oxford Music Online.
  • Raffaella Aleotti, in «Dizionario Enciclopedico Universale della Musica e dei Musicisti», ISBN 88-02-03930-5
  • Suzanne G. Cusick. Raffaella Aleotti, in «Grove Music Online», ed. L. Macy (accesso 15 febbraio 2006), grovemusic.com (archiviato dall'url originale il 16 maggio 2008).
  • Raffaella Aleotti nel progetto MUGI [1]