Partito Comunista delle Filippine (1968)
Partito Comunista delle Filippine | |
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(FI) Partido Komunista ng Pilipinas | |
Presidente | Benito Tiamzon |
Stato | Filippine |
Sede | sconosciuta |
Fondazione | 26 dicembre 1968 |
Ideologia | Comunismo Marxismo-leninismo Maoismo |
Collocazione | Estrema sinistra |
Coalizione | Movimento per la Democrazia Nazionale |
Testata | Ang Bayan |
Organizzazione giovanile | Kabataang Makabayan |
Colori | rosso |
Sito web | cpp.ph |
Bandiera del partito | |
Il Partito Comunista delle Filippine (in filippino Partido Komunista ng Pilipinas) è il partito comunista più grande che esista nelle Filippine.
Il Partito Comunista delle Filippine è inserito nella lista delle organizzazioni terroristiche dell’Unione europea.[1]
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Fu fondato il 26 dicembre 1968 da una scissione dal Partito Comunista delle Filippine fondato nel 1930. Uno dei fondatori, Jose Maria Sison, è stato accusato di terrorismo dalle autorità degli Stati Uniti e dell'Unione europea.
Il PKP è di idea maoista e dal 1969 combatte una difficile guerra popolare tramite il suo braccio armato, il Nuovo Esercito Popolare. Dal punto di vista internazionale fa parte della Conferenza Internazionale dei Partiti e delle Organizzazioni Marxisti-Leninisti, dal punto di vista nazionale del Fronte Democratico Nazionale.
Il PKP assume come propria linea base e guida della rivoluzione filippina e internazionale il marxismo-leninismo-pensiero di Mao Zedong, cioè il pensiero analizzato da Marx, Engels, Lenin, Stalin e Mao.
«Tra il 1973-74, e il 1976-77, si scatenò una feroce repressione che portò all'arresto di alcuni membri del Comitato Centrale del PKP. Fu però lo stesso periodo in cui scoppiarono contestazioni anche spontanee dei lavoratori, per cui il PKP indicò le lotte antifascista, antimperialista e antifeudale come quelle da porre alla base della rivoluzione democratica. Tra il 1983 e il 1986, il PKP fu molto presente nelle contestazioni contro la dittatura di Marcos, che alla fine cadde e il dittatore fu costretto a fuggire. In questa lotta, il Nuovo Esercito Popolare ricoprì un ruolo secondario ma importante. In vent'anni di esistenza, il Partito Comunista delle Filippine era riconosciuto come il partito d'avanguardia marxista-leninista della classe operaia»[2].
È da notare che dietro il nome di Armando Liwanag, presidente del Partito, si è recentemente rivelato esservi il controverso Jose Maria Sison, che, dal marzo 2005, il Consiglio dell'Unione europea ha inserito nella lista di persone verso le quali debbono essere adottate misure restrittive in materia di lotta al terrorismo.[3]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ COUNCIL DECISION (CFSP) 2019/1341, su eur-lex.europa.eu.
- ^ Armando Liwanag, Brief review of the history of the Communist Party of the Philippines, 26 dicembre 1988.
- ^ Lotta al terrorismo - Misure restrittive nei confronti di determinate persone ed entità. CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA. Bruxelles, 16 marzo 2005.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Partito Comunista delle Filippine
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sito ufficiale, su cpp.ph.
- (EN) Sito del PKP, su philippinerevolution.net. URL consultato il 27 febbraio 2007 (archiviato dall'url originale il 7 gennaio 2006).
- (EN) Caratteristiche specifiche della nostra Guerra Popolare, su philippinerevolution.net. URL consultato il 27 febbraio 2007 (archiviato dall'url originale il 6 febbraio 2007).
Controllo di autorità | VIAF (EN) 241218591 · LCCN (EN) n87865060 · J9U (EN, HE) 987007596698005171 |
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