Paolo Toschi (incisore)
Paolo Toschi (Parma, 6 giugno 1788 – Parma, 31 luglio 1854) è stato un incisore e architetto italiano, tra i maggiori protagonisti della vita artistica e culturale del Ducato di Parma del XIX secolo.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nato a Parma nel 1788 da Luigi, cassiere delle Poste, e da Anna Brest, sin dall'adolescenza si distinse per l'abilità nel disegno: allievo inizialmente di Biagio Martini, a 21 anni grazie all'aiuto del concittadino e coetaneo barone Lucio Bolla si trasferì a Parigi dove approfondì le sue conoscenze sulla grafica e sulla tecnica dell'acquaforte presso gli studi del rinomato Charles Bervic, del fiammingo Oortmann e di François Gérard, di cui fu intimo amico. Dalla Francia importò una nuova idea per una macchina che tirasse linee sinuose nelle lastre di rame, realizzata e perfezionata da Pietro Amoretti.
Divenuto Maestro d'incisione, nel 1819 fece ritorno in patria e divenne insegnante presso l'Accademia delle Belle Arti, di cui venne nominato direttore nel 1820. Sostenuto dall'amico Antonio Isac, iniziò a copiare all'acquerello gli affreschi del Correggio e ad inciderne su rame il disegno: le stampe, diffuse in tutta Europa, contribuirono a fare di Parma una delle tappe del Grand Tour in Italia dei giovani nobili dell'epoca. Tra i suoi allievi vi fu Romualdo Belloli.
Notevole fu anche l'attività di Paolo Toschi come architetto: Soprintendente alle fabbriche ducali durante il governo della duchessa Maria Luigia d'Austria, rivide e approvò i progetti della quasi totalità delle opere pubbliche eseguite nel ducato di Parma in tale periodo.
Affiancò Nicola Bettoli nella progettazione della facciata del Teatro Regio di Parma, nella decorazione interna del Ridotto del teatro, nella distribuzione planimetrica della Galleria Nazionale e progettò l'imponente struttura del colonnato del braccio occidentale del Palazzo della Pilotta.
Ammesso, come molti intellettuali parmensi del tempo (tra cui Pietro Giordani, Macedonio Melloni, Evangelista Azzi e Antonio Gallenga) alla corte ducale, si avvicinò agli ideali liberali e risorgimentali: solo la stima di cui godeva presso la duchessa gli evitò l'esilio, ma le sue idee politiche gli costarono, nel 1849, la destituzione dalle cariche che ricopriva sotto il governo del duca Carlo III . L'anno successivo venne reintegrato nel suo ufficio, ma si spense pochi anni dopo. La duchessa reggente Luisa Maria, vedova di Carlo III, chiamò a succederlo nella carica di direttore della Scuola d'incisione di Parma Carlo Raimondi, suo allievo e principale collaboratore.
Paolo Toschi è sepolto al Cimitero della Villetta di Parma: il sepolcro è ornato da un'erma marmorea opera di Manlio Marzaroli (1894-1951)[1]. All'incisore il Comune di Parma ha intitolato viale Toschi, tratto del Lungoparma che collega il ponte Verdi al ponte Europa, nei pressi della stazione ferroviaria.
Il Liceo artistico statale Paolo Toschi (precedentemente "Istituto d'Arte Paolo Toschi"), in viale Toschi a Parma, prende il suo nome.
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Paolo Toschi, su adespa.it, Ade servizi cimiteriali. URL consultato l'8 giugno 2021.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Giovanni Battista Janelli, Toschi Paolo, in Dizionario biografico dei parmigiani illustri o benemeriti, Genova, Tipografia di Gaetano Schenone, 1877, pp. 433-436. URL consultato l'8 giugno 2021.
- Paola Medioli Masotti, Paolo Toschi, Parma, Artegrafica Silva, 1973, SBN SBL0564557.
- Pietro Martini, L'arte dell'incisione in Parma: memoria di Pietro Martini, Parma, Tipografie e Litografia di Giacomo Ferrari e Figli, 1873. URL consultato l'8 giugno 2021.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Paolo Toschi
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Giovanni Copertini, TOSCHI, Paolo, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1937.
- Paolo Toschi, su BeWeb, Conferenza Episcopale Italiana.
- (EN) Opere di Paolo Toschi, su Open Library, Internet Archive.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 7526648 · ISNI (EN) 0000 0000 6651 0020 · CERL cnp00565152 · Europeana agent/base/16505 · ULAN (EN) 500026291 · LCCN (EN) no2002028163 · GND (DE) 121514935 · BNE (ES) XX1709897 (data) · BNF (FR) cb131706612 (data) |
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