Palazzo Malinverni
Palazzo Malinverni | |
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Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Lombardia |
Località | Legnano |
Indirizzo | Piazza San Magno, 9 |
Coordinate | 45°35′43.3″N 8°55′08.33″E |
Informazioni generali | |
Condizioni | In uso |
Costruzione | 1908-1909 |
Stile | architettura eclettica |
Uso | sede di rappresentanza dell'Amministrazione comunale |
Piani | 3 |
Realizzazione | |
Architetto | Aristide Malinverni |
Proprietario | Comune di Legnano |
Palazzo Malinverni è un edificio storico di Legnano. È sede del municipio della città. È ubicato nella centrale piazza San Magno a fianco dell'omonima Basilica ed è stato inaugurato il 28 novembre 1909[1], durante il periodo di maggior crescita - industriale e demografica - della città.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]La prima sede del municipio del comune di Legnano fu un edificio di piazza Grande (la moderna piazza San Magno) al civico 52[2]. L'iter che portò alla progettazione del nuovo municipio di Legnano iniziò nel 1904, con la pubblicazione dell'avviso di concorso[3]. Quest'ultimo prevedeva la progettazione di un edificio a tre piani aventi un'altezza decrescente partendo dal pianterreno e salendo verso il solaio: 5 m, 4,8 m e 3,5 m[3]. Furono previste due entrate, quella principale verso il moderno largo Franco Tosi e quella secondaria, che avrebbe dato verso via Bernardino Luini[3].
Il municipio sarebbe stato provvisto di una sala consiliare grande a sufficienza per ospitare gli scranni di 40 consiglieri comunali, dei membri della giunta comunale, del sindaco, del segretario e lo spazio dedicato al pubblico[3]. Inoltre, vennero previsti locali che avrebbero ospitato la portineria, l'ufficio del telegrafo, la posta del dazio e la cassa di risparmio[3]. Avrebbe avuto delle stanze sotterranee e il numero totale dei locali sarebbe stato di 30[3].
Ai progetti che si fossero classificati ai primi tre posti sarebbe stato dato un premio, rispettivamente, di 1.000, 500 e 250 lire. Venne prevista una spesa complessiva di 100.000 lire[3]. È stato poi costruito dal 1908 al 1909 su progetto dell'architetto Aristide Malinverni con una spesa totale che risultò essere il triplo di quella preventivata[3].
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Presenta uno stile medioevale con mattoni a vista e finestre bifore a cui sono sommate parti che richiamano altri stili architettonici quali il liberty ed il neorinascimentale. Il cornicione superiore è decorato con gli stemmi dei Comuni che facevano parte della Lega Lombarda e con quelli dei capoluoghi di provincia italiani, compresi gli stemmi di Pola, Fiume e Zara, che appartennero all'Italia tra le due guerre mondiali. Pregevoli, da un punto di vista artistico, sono gli stemmi - realizzati a graffito dai fratelli Ghiringhelli - delle 100 città d'Italia che sono stati raffigurati in sala consigliare e le pitture - presenti al primo piano - di Ettore Falchi e Ernesto Crespi.
Galleria d'immagini
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Piazza San Magno durante i lavori di costruzione di Palazzo Malinverni.
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Palazzo Malinverni visto da largo Tosi all'inizio del XX secolo.
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Palazzo Malinverni nel 1919. In primo piano sulla destra, di fronte all'ingresso del palazzo, l'Olonella prima dell'interramento.
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Autori vari, Il Palio di Legnano : Sagra del Carroccio e Palio delle Contrade nella storia e nella vita della città, Banca di Legnano, 2015, SBN TO01145476.
- Giorgio D'Ilario, Egidio Gianazza, Augusto Marinoni, Marco Turri, Profilo storico della città di Legnano, Edizioni Landoni, 1984, SBN RAV0221175.
- Gabriella Ferrarini, Marco Stadiotti, Legnano. Una città, la sua storia, la sua anima, Telesio editore, 2001, SBN RMR0096536.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Palazzo Malinverni
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- La cultura la FAI anche a Legnano con successo, su legnano24.it. URL consultato il 6 maggio 2014 (archiviato dall'url originale il 6 maggio 2014).
- Bando a Legnano per ampliare il municipio, su archiviostorico.corriere.it.