Ottoboni

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Ottoboni
Troncato: nel 1º d'oro, all'aquila bicipite di nero, coronata dello stesso su entrambe le teste; nel 2º trinciato d'azzurro e di verde, alla banda d'argento attraversante sulla partizione
StatoRepubblica di Venezia (bandiera) Repubblica di Venezia
Stato Pontificio (bandiera) Stato Pontificio
Regno d'Italia
Italia (bandiera) Italia
Titoli
FondatoreAntonio Ottoboni
EtniaItaliana

Gli Ottoboni furono una famiglia veneziana, ascritta al patriziato dal 1646 ed estinta in linea diretta mascolina nel 1740, ma tuttora rappresentata per discendenza femminile.

Documenti esistenti nell'archivio di famiglia al Vicariato di Roma e ripresi dal Cardinal Pietro di Antonio dicono esistenti a Firenze nel XIII secolo Aldobrandino e Bonaccio Ottoboni, ma non è provata la loro appartenenza a questa famiglia.

Diedero il pontefice Alessandro VIII, grazie al quale si trapiantarono a Roma.

Il Rio de San Severo a Venezia; a destra palazzo Ottoboni

Originari, secondo la tradizione, di Padova o della Dalmazia, gli Ottoboni entrarono nel ceto aristocratico solo in epoca tarda. Prima del patriziato appartenevano al gruppo dei cittadini originari, vale a dire l'alta borghesia solitamente impiegata nel sistema burocratico della Serenissima. Tre suoi membri ricoprirono la prestigiosa carica di cancelliere grande[1][2][3][4].

Primo esponente in vista della famiglia fu Antonio, il quale combatté l'Impero ottomano partecipando alla guerra di Negroponte come capitano di nave (1470). Seguì le sue orme il figlio Stefano che morì in battaglia nella guerra turco-veneziana del 1499. Nello stesso anno il governo veneziano, per sostenere i suoi nove figli rimasti orfani, assegnò a uno di loro, Ettore, l'ufficio della Deposisteria del sale. È da questo momento che gli Ottoboni cominciarono a distinguersi nell'ambito della burocrazia[3][4].

Il figlio di Ettore, Giovan Francesco, divenne nel 1533 segretario del Senato, nel 1544 del Consiglio dei Dieci e nel 1559 cancelliere grande. Un altro figlio di Ettore, Giacomo, ebbe Leonardo che eguagliò la carriera dello zio divenendo pure segretario del Senato (1570), dei Dieci (1588) e cancelliere grande (1610). Quest'ultima carica fu ricoperta anche da Marco di Marcantonio (1639)[3].

Altri esponenti furono impegnati nella diplomazia; nel 1588 i loro meriti vennero riconosciuti dall'imperatore Rodolfo II che concesse agli Ottoboni di inserire l'aquila imperiale nello stemma[2].

Nel frattempo la famiglia aveva acquisito un patrimonio non indifferente. La gestione dei beni avveniva sul modello della "fraterna" in cui tutto veniva condiviso, comprese le strategie matrimoniali che ne garantivano l'indivisibilità e la crescita[5].

Nel 1646 la casata entrò nel ceto patrizio grazie alla consueta offerta di centomila ducati da impiegare nella guerra di Candia e dai proventi dei dazi delle Isole Ionie sotto l'attenzione del vassallo Grigor Hitais. Questa scelta, voluta dal già citato Marco e dai figli Marcantonio, Giovan Battista, Agostino e Pietro, si rivelò disastrosa dal punto di vista finanziario e i suoi effetti vennero acuiti dall'emergere di dissapori familiari[1][5]. Solo le rendite di Pietro, creato cardinale da Innocenzo X, riuscirono in parte a risanare gli ingenti debiti[2].

Fu proprio Pietro a divenire il membro più illustre della casata, venendo eletto papa con il nome di Alessandro VIII (1689). Questo evento fu assolutamente favorevole alla famiglia: dei suoi pronipoti, Pietro di Antonio (quest'ultimo principe, Assistente al Soglio e Generale di S.R.C.) venne fatto cardinale, mentre Marco di Agostino fu nominato prima generale delle galere e della marina pontificia, quindi castellano di Castel Sant'Angelo e infine duca di Fiano il 6 marzo 1690, dopo aver comprato il feudo da Giovanni Battista Ludovisi, principe di Piombino[2][4][6][7][8].

Marco ebbe solo due figlie. Di queste, Maria Francesca sposò Pietro Gregorio Boncompagni Ludovisi e trasmise alla sua discendenza titoli, stemma e cognome[4].

Ottoboni Boncompagni Ludovisi

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Gli Ottoboni Boncompagni Ludovisi amministrarono il ducato di Fiano per circa duecento anni. Con la morte (1909), senza figli maschi, di Marco anche questa linea si estinse e l'eredità passò dapprima al genero Augusto Ruspoli della casata dei principi di Cerveteri[9]. Morto anche quest'ultimo senza discendenza, titoli, nome e stemma vennero trasmessi con R.D. all'altro genero Cesare Rasponi che ebbe l'autorizzazione a sostituire il proprio cognome con quello di Ottoboni. Con R.D. 15 lug. 1923 furono riconosciuti i titoli: principe, duca, duca di Fiano, nobile romano coscritto, patrizio veneto, genovese, napolitano e di Pisa.

stemma Serlupi Crescenzi Ottoboni

Deceduto anche questo senza figli (1957), in conformità all'istituto della "surrogazione romana" e alle norme successorie previste nel "fedecommesso familiare perpetuo Ottoboni" comprendente il ducato di Fiano, istituito direttamente da Alessandro VIII il 6 marzo 1690[10], un discendente della famiglia per via femminile (da Giovanna Ottoboni moglie di Gerolamo Serlupi Crescenzi), Domenico Serlupi Crescenzi (1939-2020), ha assunto il cognome (D.P.R. 22 novembre 1977), lo stemma (inquarta lo stemma Ottoboni con R. Assenso di S.M. Umberto II del gen. 1980, previo parere favorevole del C.N.I.) e l'eredità araldica degli Ottoboni, venendo iscritto nell'Almanach de Gotha, vol. 2°, come XIII duca di Fiano, titolo spettante "de jure" ma non riconosciuto ufficialmente.

Albero genealogico della famiglia Ottoboni

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Sono riportati i membri titolati della famiglia[11].

 Ettore
*1472 †?
 
 
 Marcantonio
 
    
Pietro
Antonio
Marco
*15541645
Francesco
 
    
 Marcantonio
*15961672
Giovanni Battista
*16051681
abate
Agostino
*16081673
1.Candida Benzio
2.Paolina Bernardo

Pietro Vito
*16111691
papa Alessandro VIII
 
    
 1.Vittoria
*1637 †?
Alvise Priuli
1.Antonio, principe Ottoboni
*16461720
Maria Moretti
2.Chiara
*16511670
Francesco Zeno
2.Marco, I duca di Fiano
*16561725
1.Isabella Tarquinia Colonna
2.Maria Giulia Boncompagni
  
   
 
Pietro
*16671740
cardinale
 2.Maria Francesca
*17151758
Pietro Gregorio Boncompagni Ludovisi, ex uxor II duca di Fiano

OTTOBONI BONCOMPAGNI LUDOVISI
2.Maria Vittoria
*17211790
Gabrio Serbelloni, III duca di San Gabrio
 
      
 Anna
*17321761
Nicola Sergio Muscettola, principe di Luperano
Alessandro, III duca di Fiano
*17341780
Lucrezia Zulian

senza eredi
Antonio, IV duca di Fiano
*17361806
Clelia Borromeo

senza eredi
Chiara
*17371820
Giambattista Cicala, principe di Tiriolo
Pietro
*17401789
monaco benedettino
Marco, V duca di Fiano
*17411818
Giustiniana Sambiase Sanseverino
 
   
 Luisa
*17991836
Francesco Pappafava de' Carraresi, cavaliere
Giovanna
*1802 †?
marchese Gerolamo Serlupi Crescenzi
Alessandro, VI duca di Fiano
*18051837
Costanza Boncompagni Ludovisi
 
 
 Marco, VII duca di Fiano
*18321909
Giulia Boncompagni Ludovisi
 
  
 Costanza
*1858 †?
1.principe Mario Ruspoli di Cerveteri
2.Alessandro Cittadella Vigodarzere
Luisa
*1861 †?
conte Cesare Rasponi Bonanzi
  
  
 RUSPOLI OTTOBONI
1.Augusto, VIII duca di Fiano
*18801912
senza eredi
Cesare, IX duca di Fiano
1957
Giulia Folchi Vici

senza eredi

Duchi di Fiano

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  • Marco (1656-1725), I duca di Fiano
  • Maria Francesca (1715-1758), sposò Piergregorio Boncompagni Ludovisi ex uxor II duca di Fiano, aggiunse il cognome della moglie divenendo Boncompagni Ludovisi Ottoboni
vedi famiglia Boncompagni Ludovisi Ottoboni
  1. ^ a b Antonio Menniti Ippolito, Antonio Ottoboni, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 79, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2013. URL consultato il 23 ottobre 2013.
  2. ^ a b c d Flavia Matitti, Pietro Ottoboni, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 79, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2013. URL consultato il 23 ottobre 2013.
  3. ^ a b c Antonio Menniti Ippolito, Marco Ottoboni, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 79, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2013. URL consultato il 23 ottobre 2013.
  4. ^ a b c d Ottobòni, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 23 ottobre 2013.
  5. ^ a b Antonio Menniti Ippolito, Marcantonio Ottoboni, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 79, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2013. URL consultato il 23 ottobre 2013.
  6. ^ Armando Petrucci, Papa Alessandro VIII, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 2, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1960. URL consultato il 23 ottobre 2013.
  7. ^ Marco Ottobòni, duca di Fiano, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 23 ottobre 2013.
  8. ^ Annamaria Santangelo, La toga e la porpora: quattro biografie di Giovan Battista De Luca, Edizioni Osanna, 1991, ISBN 978-88-8167-013-0. URL consultato il 12 giugno 2023.
  9. ^ Questi era figlio di Mario, figlio di Augusto, ultimo figlio a sua volta di Alessandro Ruspoli, IV principe di Cerveteri
  10. ^ La repubblica italiana non riconosce i titoli nobiliari (XIV delle disposizioni transitorie e finali della Costituzione). A parte l'assenza di riconoscimento ufficiale, le successioni nobiliari dei titoli italiani sono regolate - con esclusione delle norme incompatibili delle legislazioni nobiliari precedenti - dall'Ordinamento dello stato nobiliare italiano, approvato con regio decreto 651/1943, che non consente la successioni in via femminile (art. 40, che riprende la legislazione precedente). [1]
  11. ^ www.degruyter.com
  • Vittorio Spreti, Enciclopedia Italiana storico-nobiliare.
  • Antonio Menniti Ippolito, Fortuna e sfortune di una famiglia veneziana nel Seicento. Gli Ottoboni al tempo dell'aggregazione al patriziato, Venezia, Istituto di Scienze, lettere ed arti, 1996, ISBN 88-86166-30-3
  • Annuario della Nobiltà Italiana, ed. SAGI
  • Libro d'Oro della Nobiltà Italiana, ed. Collegio Araldico Romano
  • Libro d'Oro del Campidoglio
  • Elenco Storico della Nobiltà Italiana, ed. SMOM, 1960
  • Elenco Ufficiale della Nobiltà Italiana, 1935
  • Claudio Rendina, Le grandi famiglie di Roma
  • Gaetano Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica
  • Almanach de Gotha, vol, 2°, 2015, voce "Fiano"
  • Maria Gemma Paviolo, Il testamento del Cardinale Pietro Ottoboni, 2016

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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