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Modello a spirale

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Il modello a spirale è un modello del ciclo di vita del software che consente di rappresentare i diversi cicli di vita, per cui può essere visto come un metamodello.

Per ovviare ai problemi dei modelli precedentemente sviluppati, (Modello a cascata, Prototipazione Rapida) è nata la metodologia a spirale (o iterativa), ancora oggi ampiamente utilizzata. Proposta da Barry Boehm[1] nel 1988, scompone il processo di sviluppo in quattro fasi multiple, ciascuna ripetuta più volte.

I capisaldi sono:

  • Pianificazione
  • Analisi dei rischi
  • Sviluppo
  • Verifica

Nel modello iterativo sono quindi presenti le stesse fasi del modello a cascata, ma i tempi sono più ristretti e dalla fase di testing si torna poi a quella di pianificazione per applicare eventuali correzioni al risultato dello sviluppo.

Pianificazione

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Nella pianificazione si determinano degli obiettivi, delle alternative e i vincoli associati al progetto. Il committente e il fornitore del sistema interagiscono allo scopo di definire in maniera sufficientemente univoca cosa deve essere realizzato e come. In questa fase è buona norma redigere dei documenti, in principio non eccessivamente dettagliati, che fissino i punti fondamentali della pianificazione del lavoro futuro.

Analisi dei rischi

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Nell'analisi dei rischi si identificano e si analizzano i problemi e i rischi associati al progetto, al fine di determinare delle strategie per controllarli. Tra i rischi che devono essere presi in considerazione vi sono i fattori di costo, di tempo e di variazione delle specifiche. I rischi più evidenti da valutare sono quelli di carattere economico, facendo riferimento ai costi di realizzazione, gestione e di esercizio. Altri parametri di rischio sono il tempo e la variazione delle specifiche.

Nella fase di sviluppo si procede alla vera e propria realizzazione: i tempi di realizzazione di questa attività, che comprende sia la codifica sia la verifica, sono tra i più lunghi tra tutti quelli previsti all'interno del ciclo di vita del prodotto software.

Nella fase di verifica il committente valuta se il sistema realizzato risponde alle sue esigenze. Attraverso questa fase il committente verifica che il prodotto soddisfi effettivamente i requisiti richiesti. Una logica conseguenza del fatto che un prodotto software non superi la fase di validazione dei requisiti è la necessità di impostare un nuovo ciclo di attività in cui definire più chiaramente -o ridefinire in tutto - i requisiti non realizzati e passare a un'ulteriore sessione di analisi dei rischi, di sviluppo e di verifica.

  1. ^ Ingegneria del Software: modelli di ciclo di vita, su simone.cabrino.it. URL consultato il 5 maggio 2015 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).

Altri progetti

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