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Medico condotto

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Il medico condotto, in Italia, era un medico, dipendente del comune, che prestava assistenza sanitaria gratuita ai poveri e, dietro pagamento dei compensi stabiliti secondo un tariffario, agli altri cittadini. La figura è stata abolita con la Riforma Sanitaria del 1978 e sostituita in parte, per le sole funzioni pubbliche, dal Servizio di Igiene Pubblica territoriale e non dal (inesistente giuridicamente) medico di famiglia il quale è un libero professionista convenzionato col SSN, che già preesisteva.

La prima persona di sesso femminile a ricoprire il ruolo di medico condotto è stata Adelasia Cocco nel 1914.[1]

Figure simili ai medici condotti si trovano già nell'Antica Roma: l'imperatore Antonino Pio stabilì che ogni città dell'Impero avesse dieci, sette o cinque archiatri populares, secondo la popolazione; Roma ne aveva quattordici, uno per ogni distretto in cui era divisa. Erano medici, eletti dalla cittadinanza e pagati dalla città, incaricati tra l'altro di curare i poveri infermi.

Dal XIII secolo i comuni stipularono contratti con medici, stipendiandoli perché si occupassero della cura degli indigenti. Questi contratti erano detti di condotta, termine che deriva dal verbo condurre nel significato, ormai antiquato, di prendere in locazione una cosa o il lavoro di qualcuno, stipendiare: è la stessa radice del termine condottiero che, infatti, designa il comandante militare assoldato con un contratto di questo genere. Tali medici erano spesso aiutati da persone prive di formazione universitaria, noti come medici illetterati e chirurghi rurales.

La legge 22 dicembre 1888, n. 4859 obbigò ogni comune italiano ad assumere un medico condotto per l'assistenza sanitaria di prossimità, sino al 1978 quando con l'istituzione sanitario sanitario nazionale venne abolito e sostituito, per le sole funzioni pubbliche, dal Servizio di Igiene Pubblica territoriale e non dal medico di medicina generale e che già preesisteva.

Al medico condotto potevano anche essere temporaneamente affidate le funzioni di ufficiale sanitario, se non era possibile assegnarne uno al comune, anche in consorzio con altri, per la ridotta popolazione, le condizioni economiche o le difficoltà di comunicazioni con i comuni confinanti. Egli doveva avere obbligatoriamente la residenza nel comune nel quale aveva la cosiddetta condotta, ed era tenuto a fornire obbligatoriamente la propria assistenza 24 ore al giorno, in modo gratuito ai cittadini poveri.

Voci correlate

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