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Matteo Sanminiato

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Matteo Sanminiato
arcivescovo della Chiesa cattolica
 
Incarichi ricopertiArcivescovo metropolita di Chieti (1592-1607)
 
NatoXVI secolo a Firenze
Nominato arcivescovo4 marzo 1592 da papa Clemente VIII
Consacrato arcivescovo19 marzo 1592 dal cardinale Alessandro di Ottaviano de' Medici di Ottajano (poi papa)
Decedutofebbraio 1607 a Chieti
 

Matteo Sanminiato (Firenze, XVI secoloChieti, febbraio 1607) è stato un arcivescovo cattolico italiano.

Figlio del nobile lucchese Francesco Sanminiato, si formò presso l'università di Pisa e vi insegnò legge; fu anche letterato e membro dell'Accademia fiorentina.[1]

Fu canonico del capitolo cattedrale di Fiesole e, grazie al granduca Cosimo I, ebbe un canonicato anche in Santa Maria del Fiore. Il granduca Francesco lo introdusse al servizio di suo fratello, il cardinale Ferdinando, e lo seguì a Roma presso la corte di pontificia.[1]

Papa Gregorio XIII lo inviò come vicario apostolico a Tropea e poi a Catania e papa Innocenzo IX lo nominò inquisitore a Malta.[1]

Dopo la morte del cugino Orazio, arcivescovo di Chieti, il 4 marzo 1592 papa Clemente VIII lo destinò a quella sede.

Si impegnò a migliorare la situazione economica del seminario diocesano e promosse lavori di restauro in cattedrale, nell'episcopio e per la residenza dei canonici.

Fu richiamato a Roma da papa Leone XI, ma dopo la precoce morte del pontefice rientrò a Chieti, dove morì dopo 14 anni di episcopato.[2] La sua scomparsa fu pianta anche in un carme di Lucio Camarra.[3]

Genealogia episcopale

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La genealogia episcopale è:

  1. ^ a b c Negri, op. cit., p. 406.
  2. ^ Negri, op. cit., p. 407.
  3. ^ Ravizza, op. cit., p. 35.
  • Giulio Negri, Istoria degli Scrittori Fiorentini, Per Bernardino Pomatelli stampatore vescovale, Ferrara 1722.
  • Gennaro Ravizza, Memorie istoriche intorno la serie de' vescovi ed arcivescovi teatini, da' torchi di Raffaele Miranda, Napoli 1830.

Collegamenti esterni

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Predecessore Arcivescovo metropolita di Chieti Successore
Orazio Sanminiato 4 marzo 1592 – febbraio 1607 Anselmo Marzato