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Jimmie Foxx

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Jimmie Foxx
Foxx nel 1937
NazionalitàStati Uniti (bandiera) Stati Uniti
Baseball
RuoloPrima base
Termine carriera1945
Hall of fameNational Baseball Hall of Fame (1951)
Record
Batte destro
Tira destro
Debutto in MLB 1º maggio 1925 con i Philadelphia Athletics
Media battuta (AVG) .325
Fuoricampo (HR) 534
Punti battuti a casa (RBI) 1922
Carriera
Squadre di club
1925-1935Philadelphia Athletics
1936-1942Boston Red Sox
1942, 1944Chicago Cubs
1945Philadelphia Phillies
Palmarès
Trofeo Vittorie
World Series 2
MVP dell'American League 3
All-Star 9

Vedi maggiori dettagli

Statistiche aggiornate all'8 dicembre 2015

James Emory "Jimmie" Foxx, soprannominato "Double X" e "The Beast" (Sudlersville, 22 ottobre 1907Miami, 21 luglio 1967), è stato un giocatore di baseball statunitense di ruolo prima base nella Major League Baseball (MLB). È stato introdotto nella National Baseball Hall of Fame nel 1951 al suo primo anno di eleggibilità.

Philadelphia Athletics

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Foxx debuttò nelle major league a 17 anni con i Philadelphia Athletics. Divenne il prima base titolare nel 1929, quando disputò la prima annata d'alto livello in carriera, con una media battuta di .354 e 33 fuoricampo. Quell'anno apparve sulla copertina di Time.[1]

Nel 1932, Foxx batté con .364, con 58 home run e 169 punti battuti a casa (RBI), mancando di un soffio la Tripla corona. Quell'anno, Foxx batté in realtà 60 home run, cosa che avrebbe pareggiato lo storico primato di Babe Ruth, ma due di essi furono battuti in gare poi sospese per pioggia, così non valsero ai fini del computo totale. Foxx vinse la Tripla corona nella stagione successiva, battendo con .356, 163 RBI e 48 home run. Fu premiato come MVP dell'American League sia nel 1932 che nel 1933.

Foxx fu uno dei tre o quattro migliori battitori della sua epoca. Il lanciatore membro della Hall of Fame Lefty Gomez una volta disse di lui: "Ha i muscoli anche nei capelli." Con l'inizio della Grande depressione negli anni trenta, il proprietario degli A's Connie Mack non fu più in grado di garantire alti salari alle sue stelle, venendo costretto a cederle. Dopo una disputa contrattuale nel 1936, Mack cedette Foxx ai Boston Red Sox per 150.000 dollari.

Boston Red Sox

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Foxx giocò sei anni per Boston, inclusa la stagione 1938 in cui batté 50 fuoricampo, con 175 RBI e una media battuta .349, vincendo il suo terzo titolo di MVP e mancando ancora di poco la Tripla corona. Foxx è uno dei nove giocatori ad avere vinto tre titoli di MVP; solo Barry Bonds (7) ne ha conquistati di più.

IL 16 giugno 1938, Foxx stabilì un record dell'American League quando ottenne sei basi ball in una singola partita. Nel 1939 batté con .360, la sua seconda miglior media in carriera. I suoi 50 home run rimasero un record di franchigia per i Red Sox finché David Ortiz non ne batté 54 nel 2006.

Foxx passò le ultime annate della carriera con i Chicago Cubs (1942 e 1944) e i Philadelphia Phillies (1945) anche se le sue prestazioni calarono drasticamente dopo la stagione 1941. Le sue 12 stagioni consecutive con 30 o più home run furono un record della major league fino a quando furono superate da Barry Bonds nel 2004. Fu il più giovane giocatore della storia a battere 500 home run in carriera (superato da Alex Rodriguez nel 2007) e i suoi 534 totali lo ponevano al termine della carriera dietro solo a Ruth nella lista di tutti i tempi, primo tra i battitori destri. Fu superato negli ultimi due campi da Willie Mays nel 1966. Nel 1999, Foxx fu inserito da The Sporting News‍ al 15º posto nella classifica dei migliori cento giocatori di tutti i tempi.[2]

Philadelphia Athletics: 1929, 1930
1932, 1933, 1938
1933–1941
1933
  • Miglior battitore dell'American League: 2
1933, 1938
  • Leader dell'American League in fuoricampo: 4
1932, 1933, 1935, 1939
  • Leader dell'American League in punti battuti a casa: 3
1932, 1933, 1938
  1. ^ Jimmie Fox: July 29, 1929, in Time. URL consultato il 20 agosto 2013 (archiviato dall'url originale il 21 luglio 2013).
  2. ^ (EN) Baseball's 100 Greatest Players, baseball-almanac.com. URL consultato il 15 novembre 2015.

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Collegamenti esterni

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