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Jean-Jacques Razafindranazy

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Jean-Jacques Razafindranazy (Amboangibe, 9 novembre 1952Lilla, 21 marzo 2020) è stato un medico malgascio naturalizzato francese.

Nacque in Madagascar nel 1952.[1][2] Residente poi a Soissons, dove sua moglie, anch'essa medico, era stata assunta come pediatra presso la clinica medica della stessa località, Jean-Jacques Razafindranazy esercitò la sua attività di medico d’urgenza in diverse istituzioni universitarie situate nel nord-est della Francia (tra cui Chauny e San Quintino nell’Aisne e Péronne nella Somme) prima di lavorare, nel 2013, presso il centro ospedaliero di Compiègne situato nel dipartimento dell’Oise.[1]

L'infezione da COVID-19

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Alla fine di febbraio 2020, di ritorno dalle vacanze in Madagascar, da cui i suoi figli l'avevano descritto come tornato “in gran forma”,[3] il suo senso del dovere e la sua vocazione medica lo portarono subito a dare una mano ai colleghi e ai colleghi medici, travolti dal flusso continuo e sempre crescente di pazienti affetti da COVID-19. La maggior parte dei pazienti si trovava in uno stato di grave dispnea e di insufficienza respiratoria acuta, richiedendo il ricorso alla ventilazione artificiale. Ma la carenza di maschere di protezione e l’impossibilità per molti medici e infermieri di proteggersi efficacemente dal virus, in assenza di sufficienti misure profilattiche, fece sì che egli, contaminato a sua volta dai pazienti che cercava di aiutare, iniziasse a sentire i primi segni e sintomi della malattia in prima persona.

Il 4 marzo 2020 fu ricoverato in ospedale e trasferito al Centro Ospedaliero Universitario Regionale di Lilla, dove risultò positivo alla COVID-19. Le condizioni del medico peggiorarono bruscamente dal 14 marzo. Di fronte all'evidente inefficacia di qualsiasi trattamento curativo, oltre alla sempre maggiore e disperata gravità della condizione del paziente, fu finalmente adottata una decisione consensuale da parte di tutti gli interessati, la cui applicazione era ora volta a rinunciare a qualsiasi inutile misura palliativa aggiuntiva, onde evitare l'accanimento terapeutico.[4]

Razafindranazy è morto sabato 21 marzo 2020,[5][6][7] nell’isolamento della sua stanza d’ospedale, lontano dalla moglie e dai figli. Questi ultimi, infatti, non hanno mai potuto fargli visita a causa dei pericoli di contagio. Inoltre, in seguito alle misure statali di contenimento a scopo profilattico che all’epoca prevalsero drasticamente, Jean-Jacques Razafindranazy non poté ottenere la concessione del suo desiderio di essere sepolto in Madagascar, sua nazione natale, secondo il rito funebre malgascio.[4]

Il ministro della solidarietà e della salute Olivier Véran ha annunciato la morte del medico ospedaliero su RTL durante il programma Le Grand Jury trasmesso in diretta il 22 marzo 2020.[8] Patrick Pelloux, presidente dell’Associazione dei medici d’urgenza della Francia (Association des médecins urgentistes de France), trasmise l’informazione la sera stessa su BFM TV.[8]

Implicazioni nel mondo medico

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Come prima vittima francese tra i professionisti della salute che sono rimasti costantemente impegnati a cercare di contenere la pandemia,[5][7][9] la scomparsa del Dr. Jean-Jacques Razafindranazy ha inviato un’onda d’urto nazionale e ha causato un notevole turbamento emotivo e preoccupazione tra tutti i medici, infermieri, assistenti di ambulanza e barellieri, in particolare a causa della carenza di maschere di protezione e della mancanza di misure profilattiche sufficienti a fornire una valida protezione contro gli effetti deleteri della COVID-19.[5]

La scomparsa del dottor Jean-Jacques Razafindranazy fece presagire un aumento dei decessi in tutta la professione medica, decimata poi effettivamente dalle stesse devastazioni patogene indotte dal SARS-CoV-2, l’agente responsabile della patologia.[10]

Tributo nazionale

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L'ex primo ministro francese Jean-Pierre Raffarin ha proposto di assegnare la medaglia della Legione d’Onore ad ogni membro del personale sanitario che, avendo così dedicato anima e corpo, a rischio della propria vita, a portare assistenza e aiuto ai malati di coronavirus, si sarebbe sacrificato consecutivamente per la Francia.[10][note 1]

  1. ^ a b (FR) Pierrig Guennec, Portrait : Jean-Jacques Razafindranazy, premier médecin urgentiste décédé du coronavirus, in L'Est-Éclair, 23 marzo 2020. URL consultato il 23 marzo 2020.
  2. ^ (FR) "Mon père s'est sacrifié" : les hommages au médecin de Compiègne mort du Covid-19, su BFM TV, 23 marzo 2020. URL consultato il 23 marzo 2020.
  3. ^ (FR) Médecin de Compiègne mort du coronavirus : “C'était un urgentiste exceptionnel”, in France 3, Hauts-de-France, Oise, Compiègne, 22 marzo 2020.
  4. ^ a b (FR) Coronavirus : un premier médecin est mort en France (FLV), in France Info, France Télévisions, 23 marzo 2020.
  5. ^ a b c (FR) « C’est un choc. Ce n’est qu’un premier cas » : les soignants face à la première victime du coronavirus dans leurs rangs, in Le Monde, 23 marzo 2020.
    «Un médecin est mort dimanche après avoir contracté le Covid-19. Un drame attendu qui provoque la colère des personnels de santé frappés par la pénurie de matériel de protection»
  6. ^ (FR) Le Dr Jean-Jacques Razafindranazy est mort samedi au CHU de Lille (Nord), in Coronavirus : un médecin urgentiste de Compiègne décède après avoir été infecté, Le Parisien, 22 marzo 2020.
  7. ^ a b (FR) Ce que l'on sait sur le premier médecin mort en France à cause du coronavirus, in L'Express, 22 marzo 2020.
  8. ^ a b (FR) Coronavirus: Olivier Véran annonce la mort d'un médecin hospitalier, une première en France, in BFM TV, 22 marzo 2020.
  9. ^ (FR) H. R. Razaf, Jean-Jacques Razafindranazy, le premier médecin victime de l’épidémie en France, in La Première, France d'outre-mer, France Télévisions, 22 marzo 2020.
  10. ^ a b (FR) Jean-Pierre Raffarin propose d'attribuer la Légion d'honneur aux médecins morts du coronavirus, in LCI, 24 marzo 2020.
  11. ^ a b (FR) Médaille d’honneur des épidémies, in France phaléristique, 31 marzo 1885.
  1. ^ 'Un altro simbolo onorifico — chiamato Medaglia d’Onore per le Epidemie — era un tempo assegnato dal Ministero del Commercio, da cui dipendeva l’igiene pubblica, prima di passare al Ministero dell’Interno, poi al Ministero dell’Igiene, divenuto poi Ministero della Sanità Pubblica.[11] Il premio è stato assegnato, tra le altre caratteristiche distintive, a persone che “si sono esposte ai pericoli della contaminazione curando pazienti affetti da malattie contagiose”.[11]