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Industria bellica

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Lavoratrici assemblano pistole alla fabbrica di munizioni John Inglis, Canada, aprile 1944

L'industria bellica è l'attività manifatturiera che si occupa della produzione e sviluppo di armi, equipaggiamenti e tecnologie militari. Coinvolge inoltre la progettazione ed il commercio di tali materiali, dotazioni e attrezzature belliche. L'industria bellica (soprattutto quando intesa come industria della difesa) produce armamenti principalmente per le forze armate statali. Anche il settore governativo partecipa all'industria bellica nella compravendita internazionale di armi, munizioni ed altri prodotti militari. La fabbricazione militare include armi da fuoco, munizioni, missili, aerei, veicoli, navi, sistemi elettronici ed altro. L'industria bellica conduce anche un'importante ricerca e sviluppo nel campo delle tecnologie militari.

Donna operaia italiana durante la prima guerra mondiale. Durante i due conflitti mondiali, molte donne furono impiegate nell'industria bellica per sopperire alla mancanza di uomini impegnati al fronte

È stato stimato che annualmente, in tutto il mondo, più di un trilione e mezzo di dollari siano impiegati nelle spese militari (il 2,7% del PIL mondiale).[1] Questo rappresenta una diminuzione rispetto al 1990, quando le spese militari costituivano il 4% del PIL mondiale. Parte di questa spesa è impiegata nell'approvvigionamento degli armamenti. L'insieme delle vendite delle prime 100 più grandi aziende di produzione bellica ammontava nel 2006 a 315 miliardi di dollari.[2] Nel 2004 più di 30 miliardi di dollari sono stati impiegati nel commercio internazionale degli armamenti (non sono incluse nella cifra le vendite nazionali).[3] Anche i commercio degli armamenti è stato uno dei settori colpiti dalla stretta del credito, con il conseguente dimezzamento del valore totale degli affari da 32,9 a 14,8 miliardi di dollari nel 2008.[4] Molti paesi sviluppati hanno un'industria bellica nazionale che provvede alle proprie forze militari, alcuni hanno anche un consistente traffico legale o illegale di armi per l'utilizzo dei cittadini. Un traffico illegale di armi piccole è comune in molti paesi e regioni affette da instabilità politica.

Le gare d'appalto per l'incarico di approvvigionamento dell'esercito di un dato paese sono aggiudicate dal governo, che stipula contratti di sostanziale importanza politica. Il legame tra la politica ed il commercio bellico può provocare uno sviluppo che il presidente statunitense Dwight D. Eisenhower ha descritto come un complesso militare-industriale e politico, dove i militari delle forze armate, gli industriali fabbricanti di armi e loro commercio e i politici del Congresso degli Stati Uniti d'America sono strettamente collegati. L'approvvigionamento della difesa Europea è più o meno analogo al complesso militare-industriale statunitense. Varie società, alcune appartenenti alle istituzioni pubbliche, altre di proprietà privata, fanno queste offerte d'appalto che hanno spesso un valore di molti miliardi di dollari. A volte, come nel caso dell'appalto per il nuovo Joint Strike Fighter, prende luogo una competitiva procedura di gara, dove le decisioni sono basate sulla validità dei progetti presentati dalle compagnie coinvolte. Altre volte, non prendono luogo offerte d'appalto o competizioni.

Nel periodo della Guerra Fredda, l'esportazione di armamenti era utilizzata sia dall'Unione Sovietica che dagli Stati Uniti per influenzare le proprie condizioni negli altri paesi, in particolare i paesi del Terzo Mondo.

Commercio di armi

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Principali esportatori di armi maggiori (2018-22)[5]
Posizione Paese Quota sull'export globale (%)
1 Stati Uniti (bandiera)Stati Uniti 40
2 Russia (bandiera)Russia 16
3 Francia (bandiera)Francia 11
4 Cina (bandiera)Cina 5,2
5 Germania (bandiera)Germania 4,2
6 Italia (bandiera)Italia 3,8
7 Regno Unito (bandiera)Regno Unito 3,2
8 Spagna (bandiera)Spagna 2,6
9 Corea del Sud (bandiera)Corea del Sud 2,4
10 Israele (bandiera)Israele 2,3
Principali importatori di armi maggiori (2018-22)[5]
Posizione Paese Quota sull'import globale (%)
1 India (bandiera)India 11
2 Arabia Saudita (bandiera)Arabia Saudita 9,6
3 Qatar (bandiera)Qatar 6,4
4 Australia (bandiera)Australia 4,7
5 Cina (bandiera)Cina 4,6
6 Egitto (bandiera)Egitto 4,5
7 Corea del Sud (bandiera)Corea del Sud 3,7
8 Pakistan (bandiera)Pakistan 3,7
9 Giappone (bandiera)Giappone 3,5
10 Stati Uniti (bandiera)Stati Uniti d'America 2,7

Principali esportatori di armi

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Dal 1950 USA e Russia (o l’Unione Sovietica, prima del 1992) hanno continuato a essere i maggiori esportatori di armi del mondo e, insieme ai paesi dell’Europa occidentale, hanno storicamente dominato la classifica dei primi 10 fornitori e non vi sono segnali di un cambiamento nel prossimo futuro.[6] Tuttavia, la Cina si è ormai affermata tra i primi cinque: nel quinquennio 2010-14 è stato il terzo fornitore maggiore, superando Germania e Francia.[6]

Secondo l'Istituto Internazionale di Ricerche sulla Pace di Stoccolma (SIPRI) nel 2020 i principali esportatori di armi nel mondo erano i seguenti Paesiː[7]

Posizione (2022) Fornitore Export di armi
(miliardi TIV[8])
1 Stati Uniti (bandiera) Stati Uniti 14 515
2 Francia (bandiera) Francia 3 021
3 Russia (bandiera) Russia 2 820
4 Cina (bandiera) Cina 2 017
5 India (bandiera) India 1 900
6 Italia (bandiera) Italia 1 825
7 Germania (bandiera) Germania 1 510
8 Regno Unito (bandiera) Regno Unito 1 504
9 Spagna (bandiera) Spagna 950
10 Israele (bandiera) Israele 831

Le esportazioni globali di armi sono aumentate di circa il 6% nel quinquennio 2015-2019 rispetto al periodo 2010-2014 e sono aumentate del 20% dal 2005 al 2009.[9]

Si noti che le classifiche per gli esportatori al di sotto del miliardo di dollari sono meno significative, poiché possono essere influenzate da singoli contratti. Un quadro molto più accurato del volume delle esportazioni, esente da fluttuazioni annuali, è presentato dalle medie mobili a 5 anni.

Accanto al SIPRI, ci sono molte altre fonti che forniscono dati sui trasferimenti internazionali di armi. Questi includono rapporti nazionali dei governi nazionali sulle esportazioni di armi, il registro delle Nazioni Unite sulle armi convenzionali e una pubblicazione annuale del Servizio di ricerca del Congresso degli Stati Uniti che include i dati sulle esportazioni di armi verso i paesi in via di sviluppo compilati dalle agenzie di intelligence statunitensi. A causa delle diverse metodologie e definizioni utilizzate, fonti diverse spesso forniscono dati significativamente diversi.

Principali esportatori d'armi dal secondo dopoguerra

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Percentuale di armi vendute per Paese nel 2013 (fonte SIPRI).[10]

Il SIPRI usa i "trend-indicator values" (TIV), basati sui costi unitari di produzione noti delle armi e rappresentano il trasferimento di risorse militari piuttosto che il valore finanziario del trasferimento stesso.[11][12]

1950–2022
Fornitore Export di armi
(miliardiTIV)
1 Stati Uniti (bandiera) Stati Uniti 729 161
3 Unione Sovietica (bandiera) Unione Sovietica 450 786
3 Russia (bandiera) Russia 155 926
4 Regno Unito (bandiera) Regno Unito 144 569
5 Francia (bandiera) Francia 136 347
6 Germania (bandiera) Germania 90 701
7 Cina (bandiera) Cina 61 283
8 Italia (bandiera) Italia 37 328
9 Cecoslovacchia (bandiera) Cecoslovacchia 31 066
10 Paesi Bassi (bandiera) Paesi Bassi 25 632

Principali importatori di armi

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Nel 2014-2018, 155 Paesi (circa tre quarti di tutti i paesi) hanno importato armi maggiori; i primi 5 importatori di armi - Arabia Saudita, India, Egitto, Australia e Algeria - hanno rappresentato il 35% delle importazioni totali di armi nel 2014-18. Di questi, Arabia Saudita e India sono stati tra i primi cinque importatori sia nel 2009-2013 che nel 2014-18.[13]

Le classifiche delle importazioni di armi oscillano pesantemente quando i paesi entrano ed escono dalle guerre. I dati sulle esportazioni tendono a essere meno volatili poiché gli esportatori tendono ad essere tecnologicamente più avanzati e hanno flussi di produzione stabili. Le medie mobili a 5 anni presentano un quadro molto più accurato del volume delle importazioni, esente da fluttuazioni annuali.

Nella tabella sottostante, le unità sono espressi come milioni di dollari USA di TIV ai prezzi degli anni '90. Questi numeri potrebbero non rappresentare flussi finanziari reali poiché i prezzi per le armi sottostanti possono arrivare a zero nel caso di aiuti militari

Posizione
nel 2020
Acquirente Import di armi
(miliardi TIV)
1 India (bandiera) India 2 799
2 Arabia Saudita (bandiera) Arabia Saudita 2 466
3 Australia (bandiera) Australia 1 658
4 Corea del Sud (bandiera) Corea del Sud 1 317
5 Egitto (bandiera) Egitto 1 311
6 Cina (bandiera) Cina 811
7 Qatar (bandiera) Qatar 783
8 Regno Unito (bandiera) Regno Unito 764
9 Pakistan (bandiera) Pakistan 759
10 Giappone (bandiera) Giappone 724

Principali imprese produttrici

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Il SIPRI Top 100 ordina le maggiori imprese produttrici di armi al mondo (esclusa la Cina) in base al volume delle loro vendite di armi. I dati sui profitti della seguente tabella (relativi al 2009) riguardano l'insieme delle attività dell'azienda, incluse quelle che non riguardano la vendita di armi.

Le 10 maggiori imprese produttrici di armi[14]
Posizione (2009) Impresa (Paese) Vendite di armi
(mln $)
Profitti
(mln $)
1 Lockheed Martin Stati Uniti (bandiera) Stati Uniti 33 430 3 024
2 BAE Systems Regno Unito (bandiera) Regno Unito 33 250 −70
3 Boeing Stati Uniti (bandiera) Stati Uniti 32 300 1 312
4 Northrop Grumman Stati Uniti (bandiera) Stati Uniti 27 000 1 686
5 General Dynamics Stati Uniti (bandiera) Stati Uniti 25 590 2 394
6 Raytheon Stati Uniti (bandiera) Stati Uniti 23 080 1 976
7 EADS Europa (bandiera) Europa 15 930 −1 060
8 Finmeccanica Italia (bandiera) Italia 13 280 997
9 L-3 Communications Stati Uniti (bandiera) Stati Uniti 13 010 901
10 United Technologies Stati Uniti (bandiera) Stati Uniti 11 110 4 179

Questo è un elenco dei più grandi produttori di armi del mondo (compresa la Cina) e di altre società di servizi militari che traggono il massimo profitto dall'economia di guerra. Le informazioni si basano su un elenco pubblicato dall'Istituto internazionale di ricerca sulla pace di Stoccolma (SIPRI) per il 2020[15] e il 2022ː[16]

Posizione (2020) Compagnia Guadagni settore difesa
(miliardi US$)
% dei guadagni totali
dalla difesa
1 Stati Uniti (bandiera) Lockheed Martin 53,2 89
2 Stati Uniti (bandiera) Boeing 33,5 44
3 Stati Uniti (bandiera) Northrop Grumman 29,2 86
4 Stati Uniti (bandiera) Raytheon Technologies 25,3 87
5 Stati Uniti (bandiera) General Dynamics 24,5 62
6 Cina (bandiera) Aviation Industry Corporation of China 22,4 34
7 Regno Unito (bandiera) BAE Systems 22,2 95
8 Cina (bandiera) China Electronics Technology Group 15,0 46
9 Cina (bandiera) Norinco 14,5 22
10 Stati Uniti (bandiera) L3Harris Technologies 13,9 77
11 Stati Uniti (bandiera) United Technologies (da aprile 2020 Raytheon Technologies) 13,1 17
12 Italia (bandiera) Leonardo S.p.A. 11,1 72
13 Europa (bandiera) Airbus 11,0 14
14 Francia (bandiera) Thales Group 9,4 46
15 Russia (bandiera) Almaz-Antey 9,4 98
Posizione (2022) Compagnia Guadagni settore difesa
(miliardi US$)
% dei guadagni totali
dalla difesa
1 Stati Uniti (bandiera) Lockheed Martin 59,39 90
2 Stati Uniti (bandiera) RTX Corporation 39,57 59
3 Stati Uniti (bandiera) Northrop Grumman 32,30 88
4 Stati Uniti (bandiera) Boeing 29,30 44
5 Stati Uniti (bandiera) General Dynamics 28.32 72
6 Regno Unito (bandiera) BAE Systems 26,90 97
7 Cina (bandiera) Norinco 22,06 27
8 Cina (bandiera) Aviation Industry Corporation of China 20,62 25
9 Cina (bandiera) China Aerospace Science and Technology Corporation 19,56 44
10 Russia (bandiera) Rostec 16,81 55
11 Cina (bandiera) China Electronics Technology Group Corporation 15,08 27
12 Stati Uniti (bandiera) L3Harris Technologies 12,63 74
13 Italia (bandiera) Leonardo S.p.A. 12,47 83
14 Europa (bandiera) Airbus 12,09 20
15 Cina (bandiera) China Aerospace Science and Industry Corporation 11,77 32

Controllo degli armamenti

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Lo stesso argomento in dettaglio: Controllo degli armamenti.

Il controllo degli armamenti si riferisce alle restrizioni internazionali sullo sviluppo, produzione, stoccaggio, proliferazione e utilizzo di armi leggere, convenzionali e di distruzione di massa. Viene tipicamente esercitato attraverso l’uso della diplomazia, che cerca di persuadere i governi ad accettare tali limitazioni attraverso accordi e trattati, sebbene possa anche essere imposto ai governi non consenzienti.

Notable international arms control treaties

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Vendite globali di armi dal 1950 al 2006
  • Protocollo di Ginevra concernente la messa al bando dei gas asfissianti, tossici e simili e delle armi chimiche, 17 giugno 1925;
  • Trattato sullo spazio extra-atmosferico, compresa la Luna e gli altri corpi celesti, firmato ed entrato in vigore nel 1967;
  • Convenzione per le armi biologiche, firmata nel 1972 ed entrata in vigore nel 1975;
  • Regime di controllo della tecnologia dei missili (MTCR), 1987;
  • Convenzione sulle armi chimiche, firmata nel 1993 ed entrata in vigore nel 1997;
  • Trattato di Ottawa per la proibizione dell'uso, stoccaggio, produzione, vendita di mine antiuomo e relativa distruzione, firmata nel 1997 ed entrata in vigore nel 1999;
  • New START, firmato da Russia e Stati Uniti nell'aprile 2010 ed entrato in vigor enel febbraio 2011;
  • Arms Trade Treaty (ATT), concluso nel 2013 ed entrato in vigore il 24 dicembre 2014.[17]
  1. ^ www.globalissues.org
  2. ^ Stockholm International Peace Research Institute
  3. ^ BBC
  4. ^ Defence sector deal-making is finding itself in a war zone, warns report. 12 March 2009. BriskFox, su briskfox.com. URL consultato il 19 gennaio 2012 (archiviato dall'url originale il 22 febbraio 2012).
  5. ^ a b SIPRI Yearbook 2023. Armaments, Disarmament and International Security (PDF), SIPRI, p. 2. URL consultato il 26 marzo 2024.
  6. ^ a b SIPRI Yearbook 2015. Armaments, Disarmament and International Security (PDF), su armstrade.sipri.org, SIPRI, p. 16. URL consultato il 6 marzo 2022.
  7. ^ Stockholm International Peace Research Institute, su armstrade.sipri.org. URL consultato il 25 luglio 2021 (archiviato dall'url originale il 22 aprile 2016).
  8. ^ Trend Indicator Values
  9. ^ (EN) The 5 major arms exporters in the world, su International Insider, 13 marzo 2020. URL consultato il 13 marzo 2020 (archiviato dall'url originale il 20 aprile 2020).
  10. ^ Pieter D. Wezeman, Arms production, su SIPRI, 7 dicembre 2020. URL consultato il 25 luglio 2021.
  11. ^ SIPRI Arms Transfers Database | SIPRI, su sipri.org.
  12. ^ (EN) World's Top 5 Weapon Exporters -Nigeria News Live, su newsliveng.com, Nigeria Live. URL consultato il 4 ottobre 2019 (archiviato dall'url originale il 19 dicembre 2019).
  13. ^ Aude Fleurant, Pieter D. Wezeman, Siemon T. Wezeman, Nan Tian e Alexandra Kuimova, TRENDS IN INTERNATIONAL ARMS TRANSFERS, 2018 (PDF), su sipri.org, marzo 2019. URL consultato il 26 luglio 2021.
  14. ^ SIPRI Yearbook 2011. Armaments, Disarmament and International Security (PDF), p. 10.
  15. ^ Mapping the International presence of the World's Largest Arms Companies (PDF), su Stockholm International Peace Research Institute, dicembre 2020. URL consultato il 25 luglio 2021.
  16. ^ (EN) The SIPRI Top 100 arms-producing and military services companies in the world, 2022, su SIPRI. URL consultato il 15 febbraio 2024.
  17. ^ Andrea Delgado, Explainer: what is the Arms Trade Treaty?, su The Conversation, 23 febbraio 2015. URL consultato il 25 luglio 2021 (archiviato dall'url originale il 29 aprile 2021).

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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