Il Globo (Italia)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Il Globo
StatoItalia (bandiera) Italia
Linguaitaliano
Periodicitàquotidiano
Generequotidiano economico
Formatolenzuolo, poi berlinese
Fondazione1º febbraio 1945
Chiusura1983
SedeRoma
EditoreGiorgio Berlutti[1]
Tiratura50.000 (1974)
DirettoreVedi sezione
Redattore capoAdolfo Annesi
ISSN1592-2618 (WC · ACNP)
 

Il Globo è stato un quotidiano italiano di politica, economia e finanza fondato a Roma nel 1945 da Luigi Barzini e chiuso nel 1983.

Il Globo uscì nelle edicole il 1º febbraio 1945. Si presentò come il primo quotidiano economico-politico con sede nella capitale d'Italia.

Al principio degli anni settanta, il giornale entrò in crisi. Fu costretto a sospendere le pubblicazioni nell'agosto 1977.

Il quotidiano tornò in edicola nel 1982 con una nuova gestione.
L'avvio fu prudente: la foliazione era ridotta a quattro pagine. Però vi erano anche soluzioni innovative. Tra le maggiori novità, l'inserto domenicale di cultura, tutto a colori, coordinato da Manlio Cancogni, che risultò il primo del genere.
Anche il sistema editoriale era innovativo: Il Globo, nella nuova edizione, fu il primo quotidiano ad essere impaginato totalmente in video; le pagine raggiungevano il centro stampa, che era fuori Roma, per teletrasmissione[2].

L'operazione non fu coronata da successo a causa delle gravi carenze organizzative: il giornale era male distribuito.
Il Globo chiuse definitivamente le pubblicazioni nel 1983.

Assetto proprietario

[modifica | modifica wikitesto]

All'atto della fondazione i proprietari della testata erano Luigi Barzini e Carlo Vaccaro. Il quotidiano era pubblicato da Giorgio Berlutti, editore e tipografo romano[1].

Negli anni Cinquanta «Il Globo» fu acquistato dalla Confindustria; nel 1972 passò nelle mani di Angelo Moratti con l'appoggio finanziario dell'Eni. Nel 1977 l'esperienza editoriale fu considerata conclusa.

Nel 1981 la società editrice «Italeditor», che faceva capo a Gianfranco Parretti e Gianni De Michelis[3], rilevò la testata e fondò un nuovo giornale, con l'intento di raccoglierne l'eredità.

1977-1982: Sospensione delle pubblicazioni

  1. ^ a b Incontro-scontro con l'editoria, su bpp.it. URL consultato il 6 febbraio 2018.
  2. ^ Arturo Carlo Quintavalle, Franco Bevilacqua - Lettere in forma di pittura, Roma, Palombi Editori, 2006, ISBN 978-88-60600608.
  3. ^ Camera dei Deputati, Resoconto stenografico del 12 marzo 1982 (versione online).