Giacomo Brunengo

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Giacomo Brunengo
NascitaPieve di Teco, 1911
MorteCampagna italiana di Grecia, 28 febbraio 1941
Cause della morteMorto in combattimento
Dati militari
Paese servitoItalia (bandiera) Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
CorpoAlpini
Reparto8º Reggimento alpini
Anni di servizio1935-1941
GradoSottotenente di complemento
GuerreSeconda guerra mondiale
CampagneCampagna italiana di Grecia
BattaglieBattaglia delle Alpi Occidentali
Decorazionivedi qui
dati tratti da Le medaglie d'oro al valor militare volume primo (1929-1941)[1]
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Giacomo Brunengo (Pieve di Teco, 1911Campagna italiana di Grecia, 28 febbraio 1941) è stato un militare italiano insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale.

Nacque a Pieve di Teco, provincia di Imperia, nel 1911, figlio di Paolo e Cecilia De Marchi.[2] Iscritto nella Facoltà di scienze economiche e commerciali della Università di Torino, nel luglio 1935 fu arruolato nel Regio Esercito ed ammesso a frequentare la Scuola allievi ufficiali di complemento di Bassano del Grappa.[3] Conseguita la nomina ad aspirante il 1º dicembre dello stesso anno e assegnato al 3º Reggimento alpini, venendo promosso sottotenente il 1º marzo 1936.[3] Posto in congedo nel corso del 1937, fu richiamato in servizio il 23 agosto 1939 destinato dapprima al battaglione alpini "Pieve di Teco", con l'entrata in guerra del Regno d'Italia, il 10 giugno 1940, passava al battaglione alpini "Val Arroscia" del 1º Reggimento alpini con il quale prese parte alle operazioni sul fronte alpino occidentale.[3] Rientrato al deposito reggimentale nel novembre 1940, un mese dopo fu trasferito all'8º Reggimento alpini e con il I Battaglione complementi partiva in aereo da Foggia per raggiungere il reggimento in Albania, dove venne destinato alla 16ª Compagnia del battaglione alpini "Cividale".[3]

In seguito all'arretramento del fronte in territorio albanese, il battaglione alpini "Cividale" si posizionò a difesa della conca di Frasheri, e nei primi giorni del mese di dicembre ricevette l'ordine di ripiegare sul Mali Topjanit dove resistette disperatamente fino all'8 gennaio 1941.[3] In seguito ad una ulteriore ripiegamento del sistema difensivo italiano, il battaglione fu costretto a ripiegare per tutto il mese di gennaio fino a quando, oramai ridotto a 70 uomini, fu mandato a compiere un periodo di riposo a Mavrova nei pressi di Valona.[3] Ricostituito il battaglione con l'arrivo dei complementi, il 19 febbraio il reparto ritornò in prima linea sul Golico attestandosi sul costone di Pesclani. Egli cadde in combattimento a quota 739 del Golico il 28 febbraio 1941.[3] Fu successivamente insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[4]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di plotone alpino, durante un violento attacco del nemico, superiore per numero e per mezzi, colpito da scheggia di mortaio che gli spezzava il braccio sinistro, continuava ad opporre tenace resistenza all’avversario e lo obbligava a ripiegare. Successivamente, incurante dell’intenso fuoco, sorridente e fiducioso nella vittoria, si lanciava alla testa del reparto al contrattacco con bombe a mano. Ferito una seconda volta, non desisteva dal combattimento, ma, rifornitosi di bombe, si gettava nuovamente nella lotta e con l’esempio del suo indomito coraggio, reso ancor più evidente dalle sanguinanti ferite, centuplicava le forze e l’ardore combattivo dei suoi alpini, costringendo il nemico a fuggire ed a lasciare le armi sulla posizione. Mentre inseguiva l’avversario, una raffica di mitragliatrice lo colpiva al petto e stroncava la sua giovane, eroica esistenza. Fulgido esempio di virtù militari ed amor patrio. Zona Peschlani - Q. 739 di M. Golico (Fronte greco), 28 febbraio 1941.[5]»
— Regio Decreto 18 marzo 1943.[6]
  1. ^ Gruppo Medaglie d'Oro al Valore Militare 1965, p.579.
  2. ^ Combattenti Liberazione.
  3. ^ a b c d e f g Bianchi, Cattaneo 2011, p.281.
  4. ^ Bianchi, Cattaneo 2011, p.280.
  5. ^ Quirinale - scheda - visto 23 marzo 2023
  6. ^ Registrato alla Corte dei conti lì 4 maggio 1943, registro 15 guerra, foglio 156.
  • Andrea Bianchi e Mariolina Cattaneo, I quaderni dell'Associazione Nazionale Alpini. Il Labaro, Associazione Nazionale Alpini, 2011, ISBN 978-88-902153-1-5.
  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valore Militare, Le medaglie d'oro al valor militare volume primo (1929-1941), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 579.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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