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Filippo di Piero Strozzi

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Filippo di Piero Strozzi
Ritratto di Philippe Strozzi conservato alla Biblioteca nazionale di Francia
NascitaVenezia, aprile 1541
MorteIsole Azzorre, 27 luglio 1582
Religionecattolica
Dati militari
Paese servito Regno di Francia
Forza armataEsercito
Anni di servizio1557-1581
GradoColonel général de l’infanterie
ComandantiDuca d'Angiò
GuerreGuerra d'Italia del 1551-1559
Decorazionivedi qui
dati tratti da La vie, mort et tombeau du haut et puissant seigneur Philippe de Strozzi[1]
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Filippo di Piero Strozzi (Venezia, aprile 1541[2]Isole Azzorre, 27 luglio 1582[3]) è stato un nobile, generale e condottiero italiano. Originario della famiglia fiorentina degli Strozzi, fu al servizio del Regno di Francia ed ereditò dal padre Piero Strozzi il titolo di Signore di Épernay, al quale aggiunse il titolo di Signore di Bressuire e di Comandante dell'esercito francese. Comandò le forze franco-portoghesi nella battaglia navale delle Azzorre al largo di Vila Franca do Campo, dove perse la vita combattendo. Fu amico di Pierre de Bourdeille, che lo accompagnò nella spedizione delle Azzorre.

Lo stemma di Filippo Strozzi

Nacque a Venezia nell'aprile 1541, figlio di Piero Strozzi e di Laudomia di Pierfancesco de' Medici.[2] Il padre fu uno dei leader del movimento repubblicano a Firenze che entrò in rotta di collisione con il nuovo Duca Cosimo I e lo combatté, assieme agli altri esiliati fiorentini (i fuoriusciti) durante l'assedio di Siena, nel quale Cosimo e le truppe imperiali ebbero la meglio. Quando il padre tornò in Francia, entrò al servizio dalla regina Caterina de' Medici, fu nominato Maresciallo di Francia,[4] mentre il piccolo Filippo, che aveva 7 anni, fu collocato come paggetto del Delfino,[5] il futuro re Francesco II. Crescendo a corte seguì le orme del padre ed intraprese la carriera militare, entrando all'età di 16 anni nell'esercito (1557).[6]

Durante le operazioni in Piemonte[6] si fece notare per la bravura e tenendo conto delle sue origini fu subito promosso come apprendista comandante, agli ordini del Duca di Guisa, che lo mise al comando di una compagnia.[7] Nel 1558 partecipò all'assedio di Calais[8] negli scontri tra il Regno di Francia e Inghilterra, e in quello stesso anno durante l'assedio di Thionville perse la vita suo padre,[9] lasciandolo in una situazione finanziaria difficile, che lo costrinse a vendere una larga parte dei beni di famiglia. Per via della parentela tra Caterina de' Medici e la casa reale scozzese, nel 1560 viene inviato in Scozia in base alla firma del Trattato di Edimburgo voluto dalla reggente, la duchessa Maria di Guisa, ma la morte della duchessa e il rifiuto della regina Maria Stuarda di ratificare il trattato portarono al suo rientro di Francia dove fu fatto Signore di Épernay. Nel 1563 venne nominato colonnello della Guardia reale ed introdotto alle nuove tecniche militari,[10] relative agli armamenti più moderni e le tattiche di guerra, che lo fecero notare a corte guadagnandosi la stima sempre crescente presso la regina madre Caterina.

Quando nel 1564 le truppe dell'Impero ottomano, condotte dal Sultano Solimano il Magnifico, valicarono il Danubio minacciando Vienna, egli partì in soccorso dell'Imperatore Massimiliano II, partecipando alle battaglie in Ungheria. L'anno seguente, in seguito al Grande assedio di Malta partecipò alla spedizione di soccorso ai Cavalieri Ospitalieri condotta dal Duca di Brissac. Da Malta si trasferì a Roma per contrastare la minaccia turca nel Mare Adriatico, distinguendosi nella difesa di Ancona, e una volta diminuito il pericolo turco sulle coste italiane, partì alla volta della Transilvania, per combattere contro le truppe del principe Giovanni II Sigismondo Zápolya fedele alleato del Sultano. Ritornato in Francia nel 1567 ove venne nominato maestro di campo[11] della Guardia reale, partecipando alle guerre di religione contro gli ugonotti,[12] nel 1569 succedette a Timoleone di Cossé come Colonnello Generale delle truppe di fanteria di terra dell'esercito francese,[13] la carica militare più alta di Francia. Si segnalò durante il combattimento di Roche-Abeille, nella battaglia di Moncontour, e all'assedio di La Rochelle (1573) insieme al suo amico Pierre de Bourdeille, combattendo agli ordini del Duca d'Angiò. Nel corso del Gran Tour intrapreso dal re Carlo IX, su consiglio della madre Caterina de Medici, al fine di conoscere meglio il suo regno, durante l'entrata a Bayonne il re noto che i fanti delle compagnie spagnole disponevano di un valletto che portava loro il moschetto durante la marcia. Carlo IX gli chiese che anche la guardia reale adottasse tale sistema, ma lui rifiutò e chiese agli armaioli di Milano di modificare l'arma, alleggerendola al fine di essere trasportata da un solo uomo senza venirne schiacciato dal peso, e di raddoppiarne la gittata. Fu il debutto dei mousquetaires nei reggimenti reali.[14] Nel 1579 fu insignito del titolo di Cavaliere dell'Ordine dello Spirito Santo.[15]

Filippo di Piero Strozzi

Nel 1581 Caterina de Medici,[16] con l'assenso del re Enrico III, decise di armare una flotta di navi corsare, di cui ricevette il comando, al fine di sostenere le pretese di Antonio, priore di Crato[17] al trono del Portogallo, contrastando contemporaneamente quelle di Filippo I che aveva già invaso il paese. Lasciato[18] l'incarico di Colonnello generale della fanteria, ricevette la Signoria di Bressuire e un appannaggio mensile dal Re Antonio I del Portogallo.[17] Quindi, come privato mercenario, pur avendo il beneplacito di Caterina de' Medici,[19] partì da Belle-Isle nel giugno 1582 con un contingente francese, e in minoranza portoghese, per Terceira, nelle Azzorre. Arrivato a São Miguel, un'isola la cui sovranità era ancora contesa, la forza al suo comando,[20] composta da 60 navi con circa 6 o 7.000 soldati,[21] fu attaccata dalle navi spagnole di don Alvaro de Bazan Marchese de Santa Cruz de Mudela,[22] e totalmente annientata durante la battaglia navale delle Azzorre al largo di Vila Franca do Campo nelle Azzorre, il 26 giugno 1582. La sua nave ammiraglia, il San Jean Baptiste, venne impegnata in combattimento da quella su cui alzava la sua insegna don Miguel de Oquendo y Segura, e gravemente danneggiata la nave si arrese.

Filippo Strozzi fu assassinato la mattina del 27 luglio 1582, all'età di 41 anni, sul ponte della nave ammiraglia spagnola, alla presenza di de Bazan.[3] Il suo corpo, crivellato di ferite,[23] fu lanciato in mare dal castello di poppa della nave ammiraglia.[3] Per via dei trattati di pace tra la Francia e la Spagna, la spedizione dello Strozzi, sebbene autorizzata dalla regina madre di Francia, non fu riconosciuta dagli spagnoli, e i prigionieri vennero considerati alla stregua di corsari.[24] Almeno 80 nobili e 313 membri degli equipaggi vennero crudelmente condannati a morte a Vila Franca,[24] e le esecuzioni furono eseguite meticolosamente con la decapitazione per i nobili e l'impiccagione per i restanti[25] il 1 agosto 1582.[26] Un mese dopo ne vennero celebrate le solenni esequie a Parigi, alla presenza del re e di tutti i cavalieri dello Spirito Santo, rendendo omaggio ad uno dei più attivi soldati che avevano prestato servizio alla corte di Francia.

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
8. Filippo Strozzi il Vecchio 16. Matteo Strozzi  
 
17. Alessandra Macinghi  
4. Filippo Strozzi il Vecchio  
9. Selvaggia Gianfigliazzi 18. Bartolomeo Gianfigliazzi  
 
 
2. Piero Strozzi  
10. Piero de' Medici, signore di Firenze 20. Lorenzo de' Medici, signore di Firenze  
 
21. Clarice Orsini  
5. Clarice de' Medici  
11. Alfonsina Orsini 22. Roberto Orsini, conte di Albe, Nola e Tagliacozzo  
 
23. Caterina Sanseverino  
1. Filippo Strozzi il Giovane  
12. Lorenzo de' Medici il Popolano 24. Pierfrancesco de' Medici il Vecchio  
 
25. Laudomia Acciaiuoli  
6. Pierfrancesco de' Medici il Giovane  
13. Semiramide Appiano 26. Jacopo III Appiano, signore di Piombino  
 
27. Battistina Fregoso  
3. Laudomia di Pierfrancesco de' Medici  
14. Tommaso Soderini 28. Paolantonio Soderini  
 
29. Lisabetta Spinelli  
7. Maria Soderini  
15. Fiammetta Strozzi 30. Filippo Strozzi il Vecchio (= 8)  
 
31. Fiammetta Adimari  
 
  1. ^ Du Torsay 1608, p. 1.
  2. ^ a b Du Torsay 1608, p. 3.
  3. ^ a b c Du Torsay 1608, p. 76.
  4. ^ Du Torsay 1608, p. 2.
  5. ^ Du Torsay 1608, p. 7.
  6. ^ a b Du Torsay 1608, p. 13.
  7. ^ Al rientro in Francia fu promosso al grado di capitano.
  8. ^ Du Torsay 1608, p. 18.
  9. ^ Du Torsay 1608, p. 28.
  10. ^ Negli anni precedenti aveva affiancato l'allora Colonnello generale della fanteria francese François de Coligny d'Andelot, che per aver abbracciato la fede protestante perdette tale incarico nel 1562.
  11. ^ Du Torsay 1608, p. 31.
  12. ^ Durante le operazioni militari contro gli ugonotti, il 28 settembre 1567 ricevette il grado ad interim di colonnello generale delle Bande francesi.
  13. ^ Du Torsay 1608, p. 54.
  14. ^ Communay 1894, pp. 403-404.
  15. ^ Du Torsay 1608, p. 51.
  16. ^ Duro 1896, p. 303.
  17. ^ a b Lincoln Paine, The Sea and Civilization: A Maritime History of the Word, Atlantic Books, London, 2014.
  18. ^ Le ragioni delle dimissioni potrebbero essere state il non voler coinvolgere ufficialmente la Francia nella contesa tra Portogallo e Spagna.
  19. ^ In cambio del sostegno francese Antonio I aveva promesso a Caterina de Medici ampia libertà d'azione in Brasile.
  20. ^ Strozzi era il comandante in capo, ma il comando della squadra navale francese era affidato all'ammiraglio conte Charles de Brissac, mentre le forze portoghesi erano al comando Fransisco de Portugal, conte di Vimioso.
  21. ^ Duro 1896, p. 315.
  22. ^ Du Torsay 1608, p. 79.
  23. ^ Secondo l'autore Hermann Taffin Du Torsay un soldato spagnolo gli sparò semplicemente un colpo di moschetto al petto ed egli, ancora vivo, fu gettato fuoribordo, mentre il Marchese di Santa Cruz gli dava le spalle.
  24. ^ a b Duro 1896, p. 333.
  25. ^ Tale trattamento inflitto agli ufficiali e ai marinai provocò dure proteste tra gli equipaggi della flotta spagnola
  26. ^ Duro 1896, p. 324.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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  • Una biografia cronologica, su condottieridiventura.it. URL consultato il 7 ottobre 2006 (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2007).
Controllo di autoritàVIAF (EN288584137 · ISNI (EN0000 0003 9412 6300 · CERL cnp01939857 · GND (DE1029051496 · BNF (FRcb17703537s (data)