Exameron
Exameron | |
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Titolo originale | Hexaemeron |
Ritratto di Sant'Ambrogio da Milano | |
Autore | Sant'Ambrogio |
1ª ed. originale | 387 |
Genere | Antologia |
Lingua originale | latino |
Exameron, noto anche come Hexaemeron[1] o Hexameron, è un'opera che raccoglie le omelie pronunciate da Ambrogio di Milano, dottore della Chiesa, nella settimana santa del 387; appartiene al gruppo delle opere oratorie ed esegetiche ambrosiane.
Contenuti
[modifica | modifica wikitesto]L'opera è un commento, in nove discorsi raccolti successivamente in sei libri, alla creazione del mondo narrata nel primo libro della Bibbia, la Genesi: il titolo significa appunto sei giorni, indicando così la durata della creazione secondo il racconto biblico[2]. Un testo analogo in forma di omelie era stato scritto da Basilio di Cesarea.[3] Nonostante il passo biblico sia relativamente breve (meno di un capitolo), il testo si dilata notevolmente: le parole bibliche diventano spunti per una riflessione non solo sulla bellezza e l'utilità del creato, ma anche sull'ordine morale che vige nella creazione e che suggerisce norme etiche per l'uomo.
Lo sguardo di Ambrogio è fondamentalmente ottimista nei confronti della natura e affiora più volte la sua ammirazione per l'opera della Parola divina e creatrice.
Il "riposo di Dio"
[modifica | modifica wikitesto]Nelle ultime pagine della sua opera, Ambrogio conclude con alcune riflessioni riguardo al riposo di Dio al termine della creazione. Secondo Ambrogio, il riposo di Dio segue la creazione dell'uomo perché Dio stesso riposa nell'uomo, con il quale può instaurare una relazione di amore:
«Il Signore si riposò nell'intimo dell'uomo, si riposò nella sua mente e nel suo pensiero: infatti aveva creato l'uomo dotato di ragione, capace di imitarlo»
Il riposo di Dio si attua dunque nell'amore per le sue creature e quindi, nella visione cristiana, nella redenzione. È così che Ambrogio arriva a collegare direttamente il "riposo di Dio" con il "riposo" di Gesù sulla croce:
«Leggo che ha creato l'uomo e che a questo punto si è riposato, avendo un essere cui rimettere i peccati. O forse già allora si preannunciò il mistero della futura passione del Signore, col quale si rivelò che Cristo avrebbe riposato nell'uomo, egli che predestinava a se stesso il riposo in un corpo umano per la redenzione dell'uomo»
Anche sant'Agostino nel De Genesi ad litteram propone un'interpretazione allegorica del riposo di Dio, essendo Egli immutabile e non manchevole di nulla, e ritenendosi quindi impossibile che qualcosa in un certo momento si sia aggiunto all'essere divino.[4]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Forma più corretta, rispetto all'intitolazione concorde dei codici, Exameron.
- ^ Bosio-dal Covolo-Maritano, 56.
- ^ Creazione e leggi di natura nel Commento al Genesi | DISF.org, su disf.org. URL consultato il 28 maggio 2024.
- ^ Agostino, Galilei e i sette giorni della creazione. Per l’esegesi ebraica e per quella cristiana i sette giorni della creazione non sono dei computi reali, come insegna Agostino - e, sulla sua scorta, Galilei -, anche se taluni moderni sembrano ignorare le minime regole già note all’esegesi antica. “Potrebbe Dio aver riposato un giorno?” - argomenta Agostino. “No, ciò è ovviamente impossibile e per questo quei giorni debbono essere compresi in un senso non letterale”, di Andrea Lonardo - Diario, su www.gliscritti.it. URL consultato il 22 maggio 2024.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Guido Bosio, Enrico dal Covolo; Mario Maritano, Introduzione ai Padri della Chiesa, Torino, Società Editrice Internazionale, 1993, ISBN 88-05-05301-5.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sant'Ambrogio, Esamerone, Città Nuova, 2002, ISBN 978-88-311-3164-3.