Ettore Bussi
Ettore Bussi | |
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Nascita | Modena, 22 gennaio 1869 |
Morte | Milano, 24 febbraio 1937 |
Dati militari | |
Paese servito | Italia |
Forza armata | Regio Esercito |
Arma | Fanteria |
Anni di servizio | 1898-1932 |
Grado | Generale di divisione |
Guerre | Guerra italo-turca Prima guerra mondiale |
Campagne | Fronte italiano (1915-1918) |
Battaglie | Combattimento di Gars Ras El-Leben Battaglia degli Altipiani Battaglia di Caporetto |
Decorazioni | vedi qui |
Studi militari | Regia Accademia Militare di Fanteria e Cavalleria di Modena |
dati tratti da Ettore Bussi. Inventario dell'archivio (1892-1985)[1] | |
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Ettore Bussi (Modena, 22 gennaio 1869 – Milano, 24 febbraio 1937) è stato un generale italiano, veterano della guerra italo-turca. Si distinse particolarmente durante il corso della prima guerra mondiale in forza alla Brigata "Liguria", di cui fu anche comandante del 157º Reggimento fanteria. Insignito della Croce di Cavaliere dell'Ordine militare dei Savoia, di una Medaglia d'argento e due di bronzo al valor militare e della Croce al merito di guerra.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nacque a Modena il 22 gennaio 1869 figlio di Benedetto e di Beatrice Pigozzi.[1] Arruolatosi nel Regio Esercito, nel gennaio 1887 entrò a far parte del plotone allievi sergenti del 32º Reggimento fanteria. Promosso caporale, divenne poi sergente in forza al 31º Reggimento fanteria.[1] Frequentò successivamente la scuola biennale per Allievi ufficiali, al termine della quale fu assegnato come sottotenente al 14º Reggimento fanteria, venendo promosso tenente nel 1890.[1] Si sposò l'8 agosto 1901 con la signorina Augusta Lipparini-Bolelli,[N 1] e nel 1909 fu promosso capitano, prestando servizio dapprima nel 88º Reggimento fanteria "Friuli", e poi del 21º Reggimento fanteria "Cremona".[1] Dopo lo scoppio della guerra italo-turca, nel 1912 si imbarcò a Napoli come volontario, sbarcando successivamente a Bengasi.[1] In Libia partecipò al combattimento di Gars Ras El-Leben (14 settembre 1912), e nel gennaio 1913 entrò in servizio nel 68º Reggimento fanteria a Bengasi, assegnato all'Ufficio ordinario del governo della Cirenaica.[1] Promosso maggiore nel settembre 1915, nel dicembre successivo rientrò in Patria insieme alla famiglia, assegnato in forza, territorio dichiarato zona di guerra, al Deposito del 57º Reggimento fanteria a Padova.[1] Nel marzo 1916 ottenne il comando del 2º Battaglione del 157º Reggimento fanteria della Brigata Liguria, combattendo duramente sull'altopiano di Asiago, tra la Val Lastraro e il Monte Zovetto, durante la Strafexpedition austro-ungarica del maggio-giugno 1916.[1] Per essersi distinto durante i combattimenti di Coston di Lora, sul Monte Pasubio, tra l'11 e il 12 luglio 1916, l'allora comandante di reggimento, colonnello Alceo Cattalochino, gli conferì un encomio solenne.[2] Partecipò alle operazioni compiute dal generale Andrea Graziani sul Pasubio e ai successivi lavori per la costruzione di strade e di fortificazioni, dal luglio 1916 al novembre del 1917.[1] Il 12 luglio 1917 assunse il comando del 157º Reggimento fanteria, che lasciò dopo essere rimasto gravemente ferito sulle linee del Monte Zomo, in seguito ad un attacco nemico, il 17 novembre.[3] Gli fu amputato il braccio destro e venne costretto a trascorrere un lungo periodo di convalescenza presso l'Ospedale Rizzoli di Bologna.[1]
Per questo fatto fu insignito della Croce di Cavaliere dell'Ordine militare dei Savoia.[2] Dal mese di agosto del 1918 fu assegnato al poligono di tiro di Fongara, dove rimase fino al termine delle ostilità.[2] Trascorso un ulteriore periodo di convalescenza fu assegnato alla Regia Accademia Militare di Fanteria e Cavalleria di Modena e quindi al comando del Presidio militare.[2] Nel dicembre 1920 assunse il comando del Distretto militare di Lucca, passando nel febbraio 1931 a quello del Distretto di Modena che mantenne fino al 1932.[2] Promosso grado di generale di brigata nel corso del 1931, fu collocato a riposo e l'anno successivo si trasferì a Milano.[2] Promosso generale di divisione il 5 ottobre 1935, si spense a Milano il 24 febbraio 1937.[2]
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]Onorificenze estere
[modifica | modifica wikitesto]Note
[modifica | modifica wikitesto]Annotazioni
[modifica | modifica wikitesto]- ^ La coppia ebbe tre figli: Maria Bianca (1902), Emilio (1904) e Benedetto (1907).
Fonti
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Luigi Cadorna, La guerra alla fronte italiana. Vol. 1, Milano, Fratelli Treves editori, 1921.
- Luigi Cadorna, La guerra alla fronte italiana. Vol. 2, Milano, Fratelli Treves editori, 1921.
- Alberto Cavaciocchi, Gli italiani in guerra, Milano, Ugo Mursia Editore s.r.l., 2014.
- Sabina Tovazzi, Ettore Bussi. Inventario dell'archivio (1892-1985) (PDF), Rovereto, Museo Storico della guerra, 2010. URL consultato il 15 febbraio 2020 (archiviato dall'url originale il 15 febbraio 2020).
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Memorial Colonel Ettore Bussi, su tracesofwar.com. URL consultato il 15 febbraio 2020.
- Generali italiani del XIX secolo
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- Medaglie di bronzo al valor militare
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- Commendatori dell'Ordine della Corona d'Italia
- Cavalieri dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro
- Decorati di Medaglia commemorativa della guerra italo-turca
- Decorati di Medaglia interalleata della vittoria
- Decorati di Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca
- Decorati di Medaglia commemorativa dell'Unità d'Italia
- Decorati di Medaglia di benemerenza per i volontari della guerra italo-austriaca
- Decorati di Medaglia mauriziana
- Croci d'oro per anzianità di servizio
- Decorati con la Croix de guerre (Belgio)