Enrico Glori

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Enrico Glori nel film I grandi magazzini di Mario Camerini (1939)

Enrico Glori, pseudonimo di Enrico Musy (Napoli, 3 agosto 1901Roma, 19 aprile 1966), è stato un attore italiano.

Enrico Glori nacque a Napoli il 3 agosto del 1901 da una ricca e facoltosa famiglia partenopea di remote origini francesi. Laureato in giurisprudenza, all'età di trent'anni si trasferì in Francia dove per un periodo lavorò come giornalista interessandosi però nel contempo anche al teatro. A Parigi, inaugurò e diresse per tre anni il Teatro degli Italiani e nel corso di questa attività entrò in contatto con Pierre Chenal e Sacha Guitry che lo convinsero a provare l'esperienza del cinema.

Il suo debutto come attore cinematografico avvenne nel 1934 con Chenal, sempre in Francia, dove nei primi anni della sua carriera interpretò diversi ruoli come caratterista. Il ritorno in Italia avvenne nel 1937, quando Chenal lo convinse ad accettare il ruolo dell'infido conte Papiano nella versione cinematografica de Il fu Mattia Pascal.

In seguito a questa interpretazione, tra la fine degli anni trenta e i primi anni quaranta a Glori vennero assegnati costantemente ruoli di uomo perfido, crudele e subdolo, grazie anche alla sua aderenza fisica con tali personaggi, fino a diventare (assieme ad Osvaldo Valenti) il cattivo per antonomasia del cinema italiano dell'epoca, senza mai però ottenere parti da protagonista, eccezion fatta per il personaggio brillante de Il barone di Corbò, film del 1939 diretto da Gennaro Righelli e tratto dall'omonima commedia di Luigi Antonelli.

Le interpretazioni più notevoli di questo periodo furono il contrabbandiere Simone di Sotto la croce del sud (film del 1938 diretto da Guido Brignone) che paga per le sue colpe morendo atrocemente tra le sabbie mobili e soprattutto il personaggio di don Rodrigo nella versione cinematografica de I promessi sposi del 1941, con la regia di Mario Camerini. La ripetitività di questi ruoli tuttavia portò Glori, nel dopoguerra, ad alternare il cinema con l'attività teatrale: nel 1949 recitò con Lamberto Picasso e Camillo Pilotto nel dramma di Ugo Betti Corruzione al palazzo di giustizia per la regia di Orazio Spadaro. Sempre nello stesso anno, in occasione delle rappresentazioni dannunziane apparve a Pescara ne La figlia di Iorio, ancora con Camillo Pilotto e con Elena Zareschi. Nel 1957 entrò a far parte della Compagnia Torrieri-Pisu.

Nello stesso periodo, per il cinema lavorò in parecchi film diretto tra gli altri da Raffaello Matarazzo (I figli di nessuno), Vittorio De Sica (Stazione Termini), Michelangelo Antonioni (La signora senza camelie), Alberto Lattuada (La spiaggia), Eduardo De Filippo (Fortunella), Mauro Bolognini (La giornata balorda). Federico Fellini lo volle per l'ennesimo ruolo di "cattivo" nella scena dell'orgia de La dolce vita. Comparve inoltre in molti film in costume di carattere mitologico, sempre in ruoli da antagonista. Recitò anche in televisione in diversi sceneggiati, limitandosi però sempre a ruoli secondari, sotto registi come Sandro Bolchi, Daniele D'Anza, Edmo Fenoglio, Mario Lanfranchi, Mario Landi ed Anton Giulio Majano.

Sposato con l'attrice Gianna Pacetti, Glori ebbe un figlio, Gianni Musy, nato anch'egli il 3 agosto, attore e doppiatore. Nel 1966, per sopraggiunti problemi di salute, interruppe ogni attività, morendo a Roma poco dopo il ritiro dalle scene. Riposa presso il cimitero del Verano.

Doppiatori italiani

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Prosa radiofonica Rai

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