Democratici Progressisti
Democratici Progressisti | |
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(EN) Progressive Democrats (GA) An Pairtí Daonlathach | |
Stato | Irlanda |
Abbreviazione | PD |
Fondazione | 21 dicembre 1985 |
Dissoluzione | 20 novembre 2009 |
Ideologia | Liberalismo conservatore[1] Liberismo[2][3] |
Collocazione | Centro-destra[2][3][4][5] |
Partito europeo | Partito Europeo dei Liberali, Democratici e Riformatori |
Gruppo parl. europeo | Gruppo del Partito Europeo dei Liberali, Democratici e Riformatori (1989-1994) |
Affiliazione internazionale | Internazionale Liberale |
Seggi massimi Dáil Éireann | 14 / 166
(1987) |
Sito web | www.progressivedemocrats.ie |
I Democratici Progressisti (in inglese Progressive Democrats; in irlandese An Pairtí Daonlathach, PD) erano un partito politico attivo in Irlanda dal 1985 al 2009.
Il soggetto si presentava d'ispirazione liberista;[2][3] era membro del Partito Europeo dei Liberali, Democratici e Riformatori e dell'Internazionale Liberale.
Fondato da Desmond O'Malley, già ministro per il Fianna Fáil, il partito raccolse intorno a sé esponenti del FF e del Fine Gael, convinti della necessità di assicurare al paese una politica più liberale.
Il partito debuttò alle elezioni generali del 1987, in cui ottenne l'11,9% dei voti divenendo il terzo partito irlandese.
I Democratici Progressisti si presentarono alle successive tornate elettorali del 1989, 1992, 1997, 2002 e 2007, mostrando un consenso del 5% circa.
Nel 1989 entrarono a far parte di un governo guidato dal Fianna Fáil. Nel 1992 O'Malley si dimise da leader del partito e venne sostituito da Mary Harney, in origine affiliata al FF. Sempre con il FF furono al governo anche dal 1997 al 2002 al 2006.
Il calo si fece ancora più evidente nel 2007 quando il partito scese al 2,7% ed elesse solo 2 deputati, contro gli 8 uscenti. Ciò nonostante i Democratici Progressisti rimasero al governo insieme al Fianna Fáil, anche se il Taoiseach Bertie Ahern (FF) fu costretto ad allargare la maggioranza anche ai Verdi.[3] Nel novembre 2008 i DP decisero di sciogliere il partito.[6]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) Kerstin Hamann e John Kelly, Parties, Elections, and Policy Reforms in Western Europe: Voting for Social Pacts, Routledge, 2011, ISBN 978-1-136-94986-9. URL consultato il 28 aprile 2024.
- ^ a b c (EN) Liam Leonard e Iosif Botetzagias, Sustainable Politics and the Crisis of the Peripheries: Ireland and Greece, Emerald Group Publishing, 2011, ISBN 978-0-85724-761-2. URL consultato il 28 aprile 2024.
- ^ a b c d (EN) Arch Puddington, Aili Piano e Katrina Neubauer (a cura di), Freedom in the World 2009: The Annual Survey of Political Rights & Civil Liberties, Rowman & Littlefield, 30 settembre 2009, p. 356, ISBN 978-1-4422-0122-4. URL consultato il 28 aprile 2024.
- ^ (EN) J. Timo Weishaupt, From the Manpower Revolution to the Activation Paradigm: Explaining Institutional Continuity and Change in an Integrating Europe, Amsterdam University Press, 2011, p. 138, ISBN 978-90-8964-252-3. URL consultato il 28 aprile 2024.
- ^ (EN) Karin Gilland, Public Opinion and the International Use of Force, a cura di Philip Everts e Pierangelo Isernia, Routledge, 2013, p. 138, ISBN 978-1-134-60217-9. URL consultato il 28 aprile 2024.
- ^ (EN) PDs vote to bring party to an end, su rte.ie, 8 novembre 2008. URL consultato il 28 aprile 2024 (archiviato dall'url originale l'11 dicembre 2008).
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sito ufficiale, su progressivedemocrats.ie.
- (EN) Michael Marsh, Progressive Democrats, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
Controllo di autorità | LCCN (EN) no2006004271 |
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