Questa pagina è semiprotetta. Può essere modificata solo da utenti registrati

Contrada Capitana dell'Onda

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Contrada Capitana dell'Onda
Contrade di Siena
Ultima vincitrice del Palio di Siena
StemmaStemma d'argento: un delfino coronato alla reale, natante nel mare azzurro.
Coloribianco e celeste
MottoIl colore del cielo, la forza del mare
PatronoVisitazione della Beata Vergine Maria (2 luglio)
Compagnie militariCasato di Sotto, San Salvadore
TerzoTerzo di Città
SedeVia Giovanni Duprè, 111 - 53100 Siena
MuseoMuseo della Contrada Capitana dell'Onda ("mOND")
Via Giovanni Duprè, 103 - 53100 Siena
Oratoriochiesa di San Giuseppe
Palio di Siena
Vittorie41.5 (per il Comune)
47.5 (per la Contrada)
Ultima: 4 luglio 2024
AlleateNicchio
Tartuca
Valdimontone
RivaliTorre[1]
ContradaioliOndaioli
DirigenzaPriore: Massimo Spessot (dal 2021)
Capitano: Alessandro Toscano (dal 2016)
Periodico Malborghetto.
Mappa di localizzazione della Contrada Capitana dell'Onda
Mappa di localizzazione della Contrada Capitana dell'Onda

La Contrada Capitana dell'Onda è una delle diciassette suddivisioni storiche della città toscana di Siena.

Rione dall'esistenza attestata almeno dalla fine del Quattrocento, presenta uno stemma a onde bianche e celesti con un delfino coronato alla reale.

Il suo territorio è collocato nella parte meridionale del centro storico senese, all'interno del Terzo di Città.

Prende parte al Palio, ove ha colto l'ultima vittoria il 4 luglio 2024.

La contrada avversaria è la Torre,[1] le alleate sono il Nicchio, la Tartuca e il Valdimontone.

Territorio

Le strade all'epoca del Bando

Il Bando di Violante di Baviera (1730) determina la suddivisione territoriale delle diciassette contrade di Siena facendo riferimento ai palazzi e ai loro proprietari dell'epoca, basandosi quindi sulle costruzioni più che sulle strade. Esso viene ancora oggi considerato la disposizione di base per determinare gli effettivi confini delle contrade. Secondo il Bando, il territorio della Contrada Capitana dell'Onda è delimitato dalle seguenti vie e palazzi:

"Onda. n. 6. - Dall'arco di San Giuseppe per tutta la strada di San Salvatore colla metà del Mercato vecchio da detta parte entri in piazza presso il palazzo dell'Eccelsa Signorìa e quello comprenda fin dove abita il signor Capitano di Giustizia, salga nel Casato, prenda a man sinistra tutte le case fino atta Costa larga e da quella in su cammini per ambe le parti, comprendendo tutti i vicoli che sono verso. San Salvatore, passi la svolta del Casato e prendendo le case a man sinistra passi pell'arco di Sant'Agostino, tenendo per quella parte fino a San Giuseppe, ed appartenga ad essa la strada di Fontanella fino a porta Tufi."[2]

Il letterato e commediografo senese Girolamo Gigli così riportò nel suo Diario Sanese, pubblicato postumo nel 1723:[3]

«L'Onda contiene Malborghetto, cioè dall'Osteria della Lupa per San Salvadore fino all'Archetto, mezzo il Mercato vecchio, la Costa fino alla Porta Sant'Agata, oggi Portone di San Giuseppe, il Chiasso del Sambuco, il Chiasso delle Lombarde, il Chiasso Porcinese, che conduce alla Fonte, che si chiama Fonte Serena, il Casato di Sopra e di sotto con tutti gli altri vicoli, che in San Salvadore vanno a riuscire.»

Le strade ai nostri giorni

L'arco di San Giuseppe e via Giovanni Duprè, strada principale dell'Onda

Via di Malborghetto è l'antico nome dell'odierna via Giovanni Duprè, così ribattezzata nel 1871 in omaggio all'omonimo scultore, nato proprio in quella strada.[4]

Tutt'oggi l'Onda è anche nota a Siena come "contrada di Malborghetto".[5]

Il toponimo "Malborghetto" deriva dal remoto aspetto del rione, un tempo fra i più pittoreschi, ma anche poveri e malfamati di Siena.[4][6][7] Fino alla prima metà del Novecento, la maggioranza della popolazione, quella di umile estrazione sociale, risiedeva soprattutto nell'odierna via Giovanni Duprè e nelle traverse con via del Casato di Sotto; su quest'ultima, invece, si affacciavano i palazzi più eleganti, abitati da nobili e borghesi.[8] Quale elemento unificatore fra le due realtà vi era proprio la contrada.[6]

L'Osteria della Lupa era un'antica osteria senese situata all'inizio dell'attuale via Duprè, in prossimità di Piazza del Campo. Traeva il nome da una lupa dorata, posta nel 1429 innanzi al Palazzo Pubblico, al fine di renderne meglio riconoscibile l'ingresso ai forestieri.[9][10]

Il Palazzo dell'Eccelsa Signorìa è l'edificio oggi noto come Palazzo Pubblico, presso il quale ha sede il comune di Siena. All'Onda appartiene ufficialmente la porzione adiacente a via Duprè, inclusa la sala del Mappamondo;[11] tuttavia, per antica consuetudine, l'edificio comunale (così come il Duomo e la stessa Piazza del Campo) è escluso dalla giurisdizione di qualunque contrada.[12]

L'Arco di San Giuseppe sorge a fianco dell'omonima chiesa e costituisce ciò che resta dell'antica Porta di San Salvadore, creata con l'ampliamento delle mura di Siena agli inizi del XIII secolo e così chiamata poiché presidiata dagli uomini dell'omonima compagna militare. Con l'ulteriore allargamento della cinta muraria nel 1290 e la creazione di Porta Tufi nel 1326, la porta divenne "Arco di Sant'Agata" e mantenne questo nome anche dopo la demolizione del luogo di culto dedicato all'eponima Santa. Nel 1522, allorché fu avviata l'edificazione della Chiesa di San Giuseppe, l'arco assunse l'odierna intitolazione.[12][13]

L'Arco di Sant'Agostino si erge nel punto in cui via di San Pietro sbocca su via di Sant'Agata, permettendo di raggiungere il Prato di Sant'Agostino. Anche questo arco fu porta cittadina fino al 1325, quando venne aperta via dei Tufi.[12]

La Fonte Serena si trova a fianco della scalinata tramite la quale si scende da via del Casato di Sotto al sottostante vicolo della Fonte. Risalente al 1539, fu edificata a seguito di una petizione presentata dagli abitanti del luogo al governo della Repubblica di Siena nel 1532.[11][14]

La strada di Fontanella riceve il nome dall'omonima fonte, ancor più antica della precedente, già attestata nel 1263.[15] Altresì nota come Fonte degli Eremiti o Fonte di Sant'Agostino, è situata ai piedi del colle dominato dal Prato di Sant'Agostino e dalla chiesa di Sant'Agata.[11][16]

Il territorio della Contrada Capitana dell'Onda visto dalla sommità della Torre del Mangia

Il territorio della Contrada, interamente ricompreso nel Terzo di Città, è oggi costituito dalle seguenti vie e piazze:[12]

Vie:

Vicoli:

  • delle Pietre
  • di San Salvadore
  • della Stufa
  • degli Ugurgieri
  • della Fonte

Piazze:

  • del Mercato (parte)[21]
Emblemi dell'Onda (a sinistra) e dell'Aquila (a destra) nell'angolo tra il Casato di Sopra e la Costa Larga, punto di confine tra i territori delle due Contrade

Il territorio ondaiolo confina con quello di altre quattro contrade:

  • a sud-ovest con la Tartuca, da cui è separata da via di San Pietro e via di Sant'Agata. Il territorio dell'Onda comprende l'intera via di Fontanella fino allo sbocco della medesima in via Pier Andrea Mattioli, che invece è ricompresa per entrambi i lati in territorio tartuchino;[22]
  • a nord-ovest con l'Aquila, da cui è separata dal Casato di Sotto. Nella seconda metà del XVII secolo, a seguito della momentanea scomparsa dell'Aquila dalla compagine delle contrade senesi, l'Onda, come gli altri rioni confinanti, ne assorbì parte del territorio: questa situazione si protrasse fino al 1718, anno in cui l'Aquila fu riammessa al Palio;[23]
  • a nord-est con la Torre, con la quale condivide piazza del Mercato. La linea di demarcazione tra le due contrade decorre dal retro del Palazzo Pubblico e intermezza la costruzione nota come "Tartarugone", inaugurata nel 1886 per ospitare i venditori che qui si recavano per il mercato cittadino;[14][24]
  • a sud-est con il Valdimontone, con cui confina per gran parte lungo via di Porta Giustizia, che divide fra le due contrade l'Orto de' Pecci.

Per motivi storici, l'Onda ricomprende nel proprio territorio anche la cittadina di Talamone (nel comune di Orbetello, in provincia di Grosseto), antico porto della Repubblica di Siena, il quale era presidiato dalle compagnie militari (poi confluite nell'Onda) di San Salvadore e del Casato di Sotto. L'art. 3 dello statuto della contrada considera gli abitanti di Talamone, che siano anche protettori,[25] appartenenti al popolo dell'Onda e titolari dei relativi diritti e doveri.[26] L'Onda è gemellata con Talamone dal 1962.[27]

Luoghi di contrada

La Chiesa di San Giuseppe, oratorio della Contrada dal 1787
  • Sede storico-museale
La sede storico-museale dell'Onda sorge sotto l'oratorio della contrada, la chiesa di San Giuseppe, di cui costituisce la cripta.[28][29] Oltre alla sala delle vittorie, nella quale sono esposti i drappelloni vinti dalla contrada, la sede ospita una gipsoteca nella quale è custodita una collezione di lavori di Giovanni Duprè e della figlia Amalia.[4][30][31] Nel salone centrale, adornato dalle bandiere e dalle monture indossate dai monturati nel corteo storico del Palio, si riuniscono l'assemblea e gli altri organi della contrada.
  • Museo ondaiolo ("mOND")
Il museo contradaiolo è stato inaugurato nel 2016 presso i locali dell'ex asilo Policarpo Bandini, concessi all'Onda in comodato dal comune di Siena.[30][32]
Il mOND ospita cimeli di vario genere, quali bandiere, zucchini, documenti, masgalani, manufatti artigianali e religiosi, "paliotti"[33] e altri oggetti della vita contradaiola.
La visita, effettuabile su prenotazione (salvi i giorni in cui il museo è aperto al pubblico), è agevolata anche dalla presenza di codici QR presso gli oggetti esposti.
Lo stesso territorio della contrada è peraltro disseminato di altri codici QR, che consentono la scoperta dei principali luoghi da visitare.
  • Oratorio
L'oratorio[34] della contrada è la Chiesa di San Giuseppe, edificata dall'Arte dei Legnaioli[35] a partire dal 1522; i lavori si protrassero fino al 1653, quando fu ultimata la facciata.[36] L'edificio è a forma di croce greca ed è ricoperto da una cupola ottagonale sormontata da una lanterna.[37]
Data la sua edificazione ad opera della citata Arte, l'oratorio porta ufficialmente il nome di "Chiesa di San Giuseppe dei Legnaioli".[36]
Dopo la soppressione dell'Arte dei Legnaioli nel 1777, la chiesa fu concessa in uso per un alcuni anni alla confraternita dei Cento Fratelli della Congregazione della Buona Morte,[13][35] finché nel 1787 fu assegnata all'Onda con un rescritto del Granduca di Toscana Pietro Leopoldo.[37][38][39] Gli ondaioli tennero la prima adunanza in San Giuseppe il 22 giugno di quello stesso anno.[36]
  • Chiesino (vecchio oratorio)
Fino al 1787 l'oratorio della contrada era stato il cosiddetto "Chiesino", un piccolo luogo di culto realizzato nel 1589 con la chiusura del portico di accesso della preesistente Chiesa di San Salvadore (anteriore al 1230), lungo l'attuale via Duprè.[40] Fu dedicato alla Visitazione della Beata Vergine Maria a Elisabetta[38] e per due secoli ospitò al proprio piano superiore la sede della contrada.[41][42] Dopo che quest'ultima si trasferì in San Giuseppe, il Chiesino passò in proprietà all'Arcidiocesi di Siena, che ne è tutt'oggi titolare.[41]
  • Fontanina battesimale
La fontanina battesimale, raffigurante un delfino, è stata realizzata nel 1972 dallo scultore Algero Rosi ed è ornata di stemmi opera di Vittorio Conti, nonché di bronzi di Alfonso Buoninsegni.[39][43][44] È situata di fronte all'Oratorio, all'inizio di via di Fontanella.
Presso la fontanina avviene il battesimo contradaiolo, che l'Onda officia annualmente in occasione della festa titolare, la quarta domenica di giugno.
  • Società di Contrada
La società dell'Onda è intitolata a Giovanni Duprè e si trova in vicolo San Salvadore.
Ebbe la propria antesignana nella "Società di mutuo soccorso, istruzione ed educazione della Stella", costituita il 20 novembre 1873 con lo scopo di garantire un'istruzione almeno elementare alla popolazione povera residente all'epoca nel rione, afflitta, come quella del resto di Siena e d'Italia, da un elevato tasso di analfabetismo e di disoccupazione.[45][46] I maestri impartivano le proprie lezioni a decine di allievi ripartiti in più classi.[47] Grazie al supporto dell'amministrazione comunale[48] e ai finanziamenti del Monte dei Paschi,[49] la Stella ebbe un notevole successo fino a quando non entrò in conflitto proprio con la contrada, la quale iniziò ad avvertirla come un elemento estraneo e persino d'intralcio alle proprie attività.[48]
Nell'Onda iniziarono a formarsi altre realtà associative, maggiormente protese alla realtà contradaiola e paliesca: la "Società dei Pubblici Spettacoli", la "Società delle Feste Popolari", la "Pergola", la "Società dei Trenta" e la "XXIX Maggio".[49] Fu dalla relativa fusione che, il 6 novembre 1890, nacque la vera e propria società di contrada sotto il nome di "Società di Mutuo Soccorso Giovanni Duprè":[26] pur mantenendo la vocazione solidaristica della Stella, nel frattempo disciolta, la Duprè si occupava anche delle attività tipicamente contradaiole, quali feste e convivi.[48]
Nel 1937, nell'ambito della sempre maggior penetrazione nel tessuto sociale da parte dell'OND fascista,[50][51] la società fu ribattezzata "Dopolavoro Giovanni Duprè".[28][49]
Dal 1944, dopo la liberazione di Siena, ha l'attuale nome.[28]
  • Casa del cavallo
La casa del cavallo, cioè la stalla ove viene accudito il barbero ricevuto in sorte alla Tratta, si trova in via delle Lombarde al numero 30.[28][39]

Origini, scelta dello stemma e del nome

Il fantino Voglia con la montura ondaiola nel corteo storico. Si notano i tridenti (l'arma di Poseidone), in riferimento al mare

Le origini della contrada affondano nel XV secolo.

L'Onda nacque dall'aggregazione dei popoli delle antiche compagnie militari del Casato di Sotto e di San Salvadore, battenti in ordine bandiera rossa con lista diagonale in oro con tre stelle rosse a otto punte e bandiera a onde bianche e nere.

Tra gli incarichi delle due compagnie vi era il presidio del litorale tirrenico della Repubblica di Siena e del porto di Talamone.

Verosimilmente, fu questo il motivo per cui i popoli delle due compagnie militari suddette, allorché presero a partecipare uniti alle Pubbliche Feste a partire dal XV secolo, scelsero di presentare nei cortei una "macchina" (cioè, un carro allegorico) raffigurante un delfino. La testimonianza più antica di ciò, come attestato da Giovanni Antonio Pecci, risale al 1494, in occasione di un Gioco delle pugna.[52]

Quanto sopra lascerebbe supporre che anche il nome "Onda" sia stato scelto in riferimento al mare.[53][54]

Del resto, l'antico legame della contrada con il mare è addirittura antecedente all'acquisto nel 1303 di Talamone da parte di Siena, tanto che già nel Duecento era presente in Malborghetto una "Società dei Marinai".[27][55]

Secondo il Pecci, invece, il motivo risiederebbe nell'orientamento ondeggiante delle strade del rione, che avrebbe a suo tempo ispirato la stessa compagnia di San Salvadore nella scelta del proprio stemma.[52] Anche un altro storico senese, Girolamo Macchi, riteneva che il nome della contrada derivasse "dalle sue strade che vanno tutte a onda".[56]

Araldica e colori

Lo stemma dell'Onda è costituito da un delfino coronato alla reale, natante nel mare.[57]

L'animale, raffigurato in versione araldica con scaglie, barbigli, una pinna dorsale e una ventrale spinose, nonché una coda a tre punte,[58] venne ufficialmente adottato quale emblema dall'assemblea della contrada con una delibera del 15 settembre 1560.[59]

L'onorificenza della corona fu concessa da re Umberto I di Savoia nel 1889.[60][61]

I colori della contrada, attualmente bianco e celeste, hanno subito più modifiche nei secoli passati, soprattutto tra la fine del Seicento e la prima metà del Settecento.

Inizialmente, l'Onda inalberava l'insegna a liste ondulate bianche e nere della Compagnia militare di San Salvadore.[62]

In occasione della Caccia dei tori del 15 agosto 1506, al centro della bandiera bianco-nera comparve una lupa dorata,[63] la stessa presente all'inizio di via di Malborghetto a fianco del Palazzo Pubblico.[64]

Nel 1694 è attestato l'uso di una bandiera bianca con al centro un delfino,[64][65] ma è ipotizzabile che al tempo l'Onda avesse già utilizzato anche un'insegna bianca e azzurra: è in tale ultima versione, infatti, che il relativo stemma fu raffigurato, insieme a quelli degli altri rioni senesi, da Giuseppe Nicola Nasini sulla volta dell'Antiporto di Camollia nel 1699,[66] dopo che nel 1682 se ne erano conclusi i lavori di rifacimento con il contributo di tutte le contrade.[60][67][68]

Tabernacolo dell'Onda, all'angolo fra via Duprè e vicolo della Fonte. Ai lati sono presenti due "braccialetti", le caratteristiche luminarie che ogni contrada espone durante i giorni di festa

L'Onda, comunque, tornò in breve all'uso del bianco e del nero, documentato in occasione del Palio del 2 luglio 1701, allorché il comune di Siena verbalizzò i colori delle monture dei fantini.[69]

Nel 1713, a seguito di un grave fatto di sangue avvenuto con la Torre e anche per la necessità di evitare confusione con i colori della Lupa e della balzana senese, fu decisa la sostituzione del nero con il turchino.[70][71]

Sebbene bandiere con la nuova bicromia fossero già apparse nel 1715,[67] l'effettivo cambio dello stemma non ebbe luogo nell'immediato. Nel 1717, in occasione dell'ingresso a Siena di Violante Beatrice di Baviera, Giuseppe Maria Torrenti, membro dell'Accademia dei Rozzi, redasse una relazione[72] sulle varie celebrazioni tenutesi in onore della nuova governatrice: al manoscritto furono allegati acquerelli raffiguranti gli stemmi delle contrade e quello dell'Onda risultava ancora bianco e nero, privo del delfino,[73][74] quantunque lo stesso Torrenti annotasse come da alcuni anni la contrada avesse mutato il nero in turchino.[64] Del resto, nella medesima occasione l'Onda presentò anche una macchina raffigurante cavalli marini, con al centro il dio Nettuno munito di tridente, accompagnandola con bandiere a onde bianche e turchine.[53]

Solo a partire dal 1739 il bianco e il nero furono definitivamente abbandonati.[60][67] Nel 1786, infine, il turchino fu sostituito con l'odierno celeste mare.[67]

Il titolo di "Capitana"

Al pari di altri sette rioni senesi,[75] l'Onda si fregia di un titolo: quello di "Capitana".

Tale riconoscimento, spettante alla contrada per antico privilegio,[26] è dovuto a uno dei principali incarichi un tempo assegnati dalla Repubblica di Siena alle Compagnie militari di San Salvadore e del Casato di Sotto: la guardia al Palazzo Pubblico, presso la cui porzione adiacente all'attuale via Duprè risiedeva il Capitano di Giustizia, antico organo di magistratura senese.[26][39][53][76][77][78]

L'uso del titolo risulta menzionato già in testi settecenteschi, secondo i quali l'Onda veniva riconosciuta quale propria "capitana" dalle antiche ed oggi non più esistenti contrade della Farfalla, del Pulcino, dello Scorpione e della Stringa (poi confluite proprio nel rione di Malborghetto).[79]

Arte

Ad ogni contrada è riferita una delle corporazioni delle arti e mestieri presenti a Siena in epoca medievale e moderna.

All'Onda si ricollega l'antica "Arte dei Legnaioli" (scomparsa, nell'ambito delle soppressioni lorenesi, nel 1777),[13][80] che nel XVI secolo aveva edificato la Chiesa di San Giuseppe (attuale oratorio) proprio in territorio ondaiolo, all'epoca sede di molti laboratori e botteghe di maestri del legno, tra i quali falegnami, bottai, ebanisti e intagliatori.[80][81]

Festività

I carretti di San Giuseppe
Le tradizionali tavolate lungo via Duprè, in occasione della cena della Prova Generale del Palio di agosto 2022

La festività ufficiale dell'Onda è dal 1605[82] la Visitazione di Maria a Elisabetta, che la contrada celebra la quarta domenica di giugno:[28] in questa occasione la contrada effettua il "giro", cioè visita le altre consorelle (tranne l'avversaria Torre) con la propria comparsa e i contradaioli al seguito.

Il giorno precedente al giro, tra gli altri eventi, ha luogo anche il battesimo dei nuovi contradaioli.[83]

Altra festività molto sentita nell'Onda è quella di San Giuseppe, patrono dei falegnami e della stessa Arte dei Legnaioli, al quale è consacrato l'oratorio della contrada.

Ogni 19 marzo, allorché ricorre la festività cristiana del Santo, lungo via Giovanni Duprè si tiene una grande festa in suo onore.[13]

Nell'occasione, secondo un'usanza risalente all'Ottocento,[84] vengono realizzati i tradizionali "carretti di San Giuseppe", costituiti da una piccola tavola di legno dipinta con i colori di una contrada e sormontata da tre fantini a cavallo (con indosso i giubbetti di quella e di altre due contrade) di carta, sorretti da molle. Il carretto è completato da quattro pigne a fungere da ruote e da un'asticella in canna di bambù per la spinta o per il traino.[85][86]

L'Onda nel Cinquecento e nel Seicento

Dopo la citata Pugna del 1494, la prima manifestazione in cui sia documentata la presenza dell'Onda è la Caccia dei tori, a cui l'Onda prese parte nel 1506,[78][87] nel 1507,[88] nel 1532,[89] nel 1536,[90] nel 1541,[91] nel 1546[78][92] e nel 1567.[53][93]

Celebre rimase la partecipazione alla Caccia del 1546, nella quale l'Onda presentò una sontuosa comparsa composta da un centinaio di figuranti vestiti da pastori e da ninfe che lanciavano fiori, accompagnati da una "macchina" raffigurante la dea Diana,[78] le Ninfe e Cupido.[38][52][77]

Vincenzo Rustici, Corteo delle Contrade del 15 agosto 1546, olio su tela, 1600

Imponente era stata anche l'opera presentata il 15 agosto 1525 in occasione della festività dell'Assunzione di Maria: su proposta del proprio capitano, Iacomo Buoninsegni, l'Onda realizzò per l'evento una grande nave in legno, dipinta e munita di ruote.[94][95]

La vita del rione si intensificò notevolmente nel corso del XVI secolo. Le testimonianze di quel periodo provengono dai verbali contenuti nel "Libro primo di deliberazioni e memorie della Contrada dell'Onda", che costituisce il più antico testo di una contrada senese fra quelli oggi noti.[53][78][96][97] Il più remoto dei documenti del "Libro primo", risalente al 1524, comprova un'organizzazione, derivata da quella delle antiche compagnie militari, retta da un capitano e da un gonfaloniere[98], competenti anche in materia di ordine pubblico, elemosine e controllo della criminalità.[99]

Nel 1589 l'Onda ottenne il proprio oratorio nell'attuale Chiesino: le prime adunanze della contrada avvenivano ai piani superiori dell'edificio, in locali di modeste dimensioni.[41][100] Solo nel 1787 l'Onda avrebbe ricevuto la più spaziosa chiesa di San Giuseppe, attuale oratorio.

Nel 1612 il rione di Malborghetto fu la prima a dotarsi di uno statuto per regolare la propria organizzazione interna, la gestione dei premi vinti e del patrimonio derivantele da donazioni, lasciti testamentari o compravendite, nonché i rapporti con gli enti ecclesiastici presenti nel suo territorio.[101] Al tempo stesso, un regolamento disciplinava l'elargizione alle giovani meno abbienti di doti da parte della contrada,[102] la quale era al tempo stesso impegnata in opere caritatevoli, acquisto di indulgenze e messe di suffragio per le anime dei defunti.

Già all'epoca l'organizzazione contradaiola era divenuta assai più simile a quella attuale, facendo capo ad un priore e articolandosi in organi analoghi, se non identici, a quelli odierni: un vicario, incaricato di assistere e all'occorrenza far le veci del priore; un camerlengo, competente in materia finanziaria; un cancelliere, per la redazione degli atti ufficiali della contrada; un correttore, per l'officiatura dell'oratorio, e dei sagrestani per la relativa cura e amministrazione; uno o più "accattani", per la raccolta delle offerte per il sostentamento economico della contrada; un maestro dei novizi, per la formazione dei giovani contradaioli; un alfiere, un capitano e dei luogotenenti per la partecipazione alle manifestazioni quali il Palio e, fino alla relativa scomparsa, le asinate e le bufalate. Le delibere erano adottate da un'assemblea, i cui membri si esprimevano sulle singole proposte (dette "partiti") tramite l'uso di lupini bianchi (per il voto a favore) o neri (per quello contrario).[103]

Nelle attività contradaiole avevano un ruolo determinante anche le donne: nel 1634 gli ondaioli elessero per la prima volta una priora, tale madonna Frasia, e una certa madonna Lorenza quale accattana;[104] l'anno seguente, madonna Lucresia fu eletta a propria volta priora.[105]

Palii, bufalate, asinate e pugna: le prime vittorie

Il 6 agosto 1581 l'Onda riportò la prima vittoria documentata: si trattava di un Palio rionale indetto dalla Torre, a cui, oltre all'Onda, parteciparono l'Oca, la Lupa e il Valdimontone.[106]

Vincenzo Rustici, Caccia ai tori nel Campo di Siena, olio su tela, 1585 circa

Nove giorni dopo, il 15 agosto, l'Onda, con un "piccolo ragazzo" come fantino,[107][108] si aggiudicò il "Palio alla lunga" indetto dall'Aquila. Nel corteo antecedente, le contrade presentarono carri celebranti le divinità dell'Olimpo: l'Onda ne realizzò uno con Venere e Cupido, distribuendo stanze dedicate alle belle donne senesi.[109] La carriera passò alla storia per la decisione del Drago di far disputare il Palio alla quindicenne Virginia Tacci, prima donna a correre a Siena: la giovane villanella battagliò a lungo nelle posizioni di testa, tanto che la vittoria ondaiola deluse gran parte degli spettatori delle altre contrade, che avevano preso a sostenere la ragazza.[110] Tale successo è la prima delle vittorie che l'Onda si attribuisce.[111]

Il 25 luglio 1599 l'Onda conquistò la più antica bufalata conosciuta, organizzata dalla Torre nell'ambito delle celebrazioni per il proprio patrono San Giacomo.[112][113][114] L'Onda ebbe in premio un palio di velluto rosso[113][115] e, a coronamento dei festeggiamenti, il successivo 1° agosto organizzò una nuova bufalata (vinta dalla Lupa),[116] in occasione della quale le bufale conclusero la corsa, iniziata come di consueto in Piazza del Campo, in prossimità del Chiesino in via di Malborghetto.[117]

Nel 1609 l'Onda si aggiudicò la sua seconda bufalata,[118] per poi far propria, nell'ottobre del 1612, la più antica asinata conosciuta, indetta in onore del granduca Cosimo II de' Medici.[119] La manifestazione, consistente, più che in una corsa fra asini, in una prova di forza fra i contradaioli che dovevano spingere il proprio animale e ostacolare quelli degli altri rioni,[120] fu vinta al termine di una durissima lotta con gli ocaioli e al prezzo di vive contestazioni da parte di questi ultimi, che a propria volta pretendevano la vittoria. L'Onda ricevette in premio un palio di damasco e celebrò il successo la sera stessa con un corteo di trombe, tamburi e torce che percorse le vie della città, per poi organizzare nei giorni seguenti una festa con danze e un banchetto aperto a tutti.[121]

Nel 1614 l'Onda prese parte a un nuovo Gioco delle Pugna in Piazza del Carmine. Vi si affrontavano dodici contrade, quattro per ogni Terzo cittadino: l'Onda rappresentava il Terzo di Città unitamente ad Aquila, Selva e Pantera e le quattro contrade vinsero la Pugna.[122]

Tre nuovi successi giunsero con altrettante bufalate conquistate nel 1623,[123] nel 1630[124] e nel 1639.[125]

Il 14 luglio 1641 l'Onda vinse il suo primo Palio "alla tonda" in Piazza del Campo, indetto dal principe Mattias de' Medici, governatore di Siena, al fine di celebrare il compleanno del fratello, il granduca di Toscana Ferdinando II.[126]

Il 9 maggio 1643, l'Onda si aggiudicò un nuovo palio in Piazza del Campo alla presenza di Mattias de' Medici, organizzato in onore del governatore dalla Balìa.[127] Dopo la vittoria, per le vie della contrada si fecero "fuochi e lumiere", mentre gli ondaioli, muniti di torce, formarono un corteo recatosi dapprima nell'alleata Oca e poi nelle altre contrade.[128]

Tuttavia, le due carriere del 1641 e del 1643 non sono riconosciute nell'Albo delle vittorie del Palio di Siena, che prende avvio solo dalla corsa del 14 luglio 1644, vinta dall'Oca e alla quale prese parte la stessa Onda.[129]

L'Onda nel Palio

Seicento

L'ondaiolo storicamente più noto è senza dubbio papa Alessandro VII, nato nel 1599 in un palazzo posto sul lato di via del Casato di sotto appartenente all'Onda, dove trascorse gli anni della giovinezza

Con la seconda metà del Seicento, le bufalate lasciarono definitivamente il posto al Palio alla tonda in Piazza del Campo, che, come dimostrato dagli stessi grandi festeggiamenti dell'Onda nel 1643, aveva ormai assunto un ruolo di primissimo piano tra le feste senesi.

Di quell'epoca l'Onda si attribuisce due vittorie conquistate il 2 luglio 1666[130] e il 2 luglio 1669,[131] ambedue con il fantino Pier Domenico da Barberino. Tali successi sono richiamati in una delibera del 12 agosto 1669, contenuta nell'archivio della contrada, nella quale si stabilisce di vendere i relativi premi.[132]

La prima vittoria ufficiale dell'Onda nel Palio risale al 2 luglio 1671, ottenuta con il fantino Bacchino sul cavallo del pievano di Rosia.[133]

Bacchino bissò il successo, a dorso di Barberino, al Palio straordinario del 7 giugno 1676, indetto per la venuta a Siena di Maria Virginia Borghese, moglie di Agostino Chigi, primo principe di Farnese e fratello del defunto papa ondaiolo Alessandro VII.[134] A quella carriera, passata alla storia per l'introduzione della "Tratta",[135] è legato un curioso aneddoto riportato nelle memorie della contrada: malgrado il patrocinio del Palio da parte del facoltoso marchese Celso Bargagli Petrucci, la fattura del premio ricevuto deluse gli ondaioli al punto che preferirono disfarsene, vendendolo per 18 scudi.[136]

Al 2 luglio 1679 risale un'ulteriore vittoria che l'Onda si attribuisce, sempre firmata da Bacchino.[137] Nel 1891 Achille d'Elci, priore della contrada, fece istanza per l'inserimento di tale successo nell'Albo delle Vittorie al comune di Siena, che però la respinse.[138]

Il 17 settembre 1684 l'Onda vinse un Palio a Villa Cetinale (presso Ancaiano, nel comune di Sovicille), di proprietà della nobile famiglia Chigi.[139][140] Anch'esso, come tutti i Palii corsi a Cetinale, non è riconosciuto ufficialmente.

Il 2 luglio 1692, alla presenza del futuro ultimo granduca mediceo Gian Gastone,[141] l'Onda si aggiudicò con Monco il suo terzo Palio ufficiale. La carriera, corsa una prima volta con l'Onda giunta in testa al termine del terzo giro, venne annullata per la mancata convalida della mossa da parte dei giudici. I fantini dovettero tornare alla partenza e, dopo che Monco ultimò ancora in prima posizione i nuovi tre giri e la mossa fu convalidata, l'Onda venne riconosciuta vincitrice del Palio.[142] La contrada fu pure premiata con il masgalano per la migliore comparsa nel corteo antecedente la carriera.[142][143]

Settecento

Il 2 luglio 1703 l'Onda vinse il suo primo Palio del XVIII secolo con il fantino Pelliccino, a dorso di Leprino.[144]

Proseguendo una tradizione iniziata nel 1689 dall'Istrice,[145] ripresa due anni prima dall'Oca[146][147] e destinata a durare fino al 1802 (allorché il Palio dell'Assunta divenne stabile), l'Onda celebrò la vittoria con una "ricorsa", ossia una nuova carriera da disputarsi nel medesimo anno.[148] Così come nel 1701, si optò per il 16 agosto al fine di dare continuità ai giorni di festa del 14, data della Processione dei Ceri e dei Censi in Duomo, e del 15, allorché aveva luogo il Palio alla lunga.[149] Sempre da tradizione, l'Onda si astenne dal Palio da essa organizzato, ma partecipò con le altre contrade al corteo, presentando un carro raffigurante il ratto di Europa da parte di Giove tramutatosi in toro.[150] Il rione di Malborghetto offrì in premio alla consorella vincitrice un "baccino" d'argento, che al termine dei festeggiamenti avrebbe dovuto essere riconsegnato all'Onda ricevendo in cambio un compenso di 50 tolleri, nonché un drappellone raffigurante la Visitazione di Maria a Elisabetta.[151] Il Palio di "ricorsa", a cui aderirono dodici contrade, fu vinto dalla Lupa.[152]

Sei anni dopo, il 2 luglio 1709, il fantino Pier Maria conquistò per l'Onda un successo insperato, battendo in volata la rivale Torre, la quale, oltre che sul cavallo ritenuto il migliore, in quella carriera aveva potuto contare anche sull'inusuale aiuto del fantino dell'Oca, vendutosi alla contrada di Salicotto.[153] Le cronache riportano come quest'ultimo avesse afferrato le briglie del barbero ondaiolo per impedirgli di raggiungere la Torre, partita in testa. Pier Maria sfilò allora al proprio cavallo i finimenti, che rimasero in mano al fantino ocaiolo, e, aggrappatosi alla sua criniera, lo spinse fino a superare la Torre,[154] vincendo il Palio tra il tripudio della Piazza.[155]

Per riparare alla clamorosa sconfitta, la Torre precedette l'Onda nell'organizzare la "ricorsa" del 16 agosto; in risposta, la contrada di Malborghetto non aderì al Palio indetto dall'avversaria, anche per la mancata partecipazione di quest'ultima alla carriera indetta dall'Onda nel 1703.[156][157]

Giovani tamburini ondaioli in occasione dell'annuale "giro", durante la Festa titolare della Contrada. I colori bianco e celeste furono adottati dall'Onda nella prima metà del Settecento, sostituendo gli originari bianco e nero

Il 16 agosto 1713, in occasione della ricorsa promossa dalla Chiocciola, l'Onda riportò un'anomala vittoria "a metà" con la Tartuca.

L'Onda, con Cappellaro su Barberino, concluse per prima il terzo e ultimo giro, ma il fantino fermò il cavallo in corrispondenza di circa metà del palco dei giudici della vincita. Sopraggiunse la Tartuca, con Ruglia su Montalcino, che oltrepassò l'intero palco. In un primo momento, i giudici riconobbero la vittoria dell'Onda, consegnandole il premio: un baccino d'argento, che la contrada vincitrice avrebbe potuto tenere durante i festeggiamenti per poi riconsegnarlo alla Chiocciola, dalla quale avrebbe ricevuto un compenso di 40 scudi; il baccino era affisso a un'asta ornata da un drappo di taffetà e con appeso un drappellone, ambedue i quali sarebbero rimasti al rione vittorioso.[158]

Tuttavia, la Tartuca fece ricorso all'organo di magistratura finanziaria, la Biccherna, pretendendo a sua volta la vittoria: secondo la tesi tartuchina, poiché il bando di quella carriera prevedeva che il Palio si considerasse concluso una volta passato il palco dei Giudici della vincita, tale disposizione doveva intendersi che il palco andasse del tutto superato, per l'effetto che l'Onda non aveva concluso i tre giri regolamentari.

Già l'indomani la Biccherna impose all'Onda, in via cautelare, la restituzione del premio e il sequestro dei 40 scudi: il denaro fu consegnato al coadiutore di corte Marcello Martini, in attesa della decisione finale dell'Auditore fiscale.[159] Questi, il successivo 10 settembre, si pronunciò per l'assegnazione della vittoria a metà fra Onda e Tartuca: le contrade si divisero i 40 scudi e persino il drappo di taffetà, che fu tagliato in due parti uguali.[159][160][161][162] Del drappellone fu invece disposta la donazione a una chiesa del Terzo di Città: la scelta ricadde su quella di San Giuseppe, all'epoca non ancora oratorio dell'Onda, in virtù della sua posizione di confine.[159] Quella del 16 agosto 1713 sarebbe rimasta l'unica vittoria ripartita a metà nella storia del Palio.

Al fine di prevenire il ripetersi di quanto accaduto, già il bando del successivo Palio del 2 luglio 1714 previde che la carriera si considerasse conclusa solo oltrepassato l'intero palco dei Giudici della vincita.[163][164] Curiosamente, ad aggiudicarsi quel Palio fu proprio la Tartuca,[165] mentre l'Onda, per merito di Morino su un morello della Posta di Siena, vinse la ricorsa del 16 agosto[166] indetta dal rione di Castelvecchio.[167]

Da quel momento, però, si aprì per l'Onda il più lungo periodo senza successi della propria storia.

Solo il 3 luglio 1757 Bastianone, a dorso di Trappolino, spezzò un digiuno di ben 42 anni, 10 mesi e 17 giorni,[168] durante il quale, tuttavia, l'Onda non divenne mai la contrada "nonna", data l'ancor più lunga astinenza del Leocorno (senza vittorie per ben 72 anni, dal 1704 al 1776).[169]

A celebrare il ritorno alla vittoria, il rione biancoceleste organizzò una nuova ricorsa (vinta dal Montone), presentando avanti la carriera, da cui si astenne, un carro raffigurante la dea del mare Teti omaggiata dalle quattro parti del mondo e da un seguito di marinai.[170]

Il Settecento proseguì comunque in tono minore per l'Onda, che dopo la vittoria del 1757 andò incontro ad altri 22 anni di insuccessi.

Il 16 agosto 1775 l'Onda fu vicina a interrompere il digiuno per via di una scorrettezza del proprio fantino Sorba. Questi, dopo aver percorso solo il primo giro, si nascose fra gli spettatori assiepati all'inizio di via di Malborghetto, ripartendo al terzo giro davanti alla Lupa, in quel momento prima. Sorba, che nel 1770 aveva vinto con un simile sotterfugio, superò per primo il palco dei giudici; tuttavia, questi ultimi, sulla base di varie testimonianze, incluse quelle di più protettori dell'Onda, assegnarono correttamente il Palio alla Lupa.[160]

Il 2 luglio 1779 l'Onda tornò finalmente alla vittoria con il celebre Bastiancino.[171] Già il 16 agosto seguente si registrò un nuovo trionfo: Brecchino vinse superando Begnamino nel Bruco, il cui cavallo fu fermato da un sasso conficcatoglisi in uno zoccolo, e conquistò per l'Onda il primo e unico "cappotto" ad oggi realizzato dalla contrada.[172]

La grande impresa costituì l'avvio di un periodo roseo per l'Onda, che dal 1783 al 1790 ottenne tre ulteriori successi con Dorino, ad oggi il fantino più vittorioso per l'Onda nei Palii ufficiali.[173]

Il 18 agosto 1783, al Palio corso a spese dell'impresario teatrale Andrea Toti,[174] Dorino portò il cencio in Malborghetto, ripetendosi, malgrado l'ostilità di tutti gli altri fantini,[175] già alla successiva carriera del 2 luglio 1784.[176]

Infine, il 2 luglio 1790 Dorino conquistò il terzo Palio per l'Onda,[177] al termine di una strenua lotta con la Giraffa e la Civetta.[178]

Ottocento

Il 16 agosto 1802, in occasione del primo Palio dell'Assunta reso stabile e interamente finanziato dal Comune di Siena,[149] l'Onda riportò la propria prima vittoria dell'Ottocento con Mattiaccio su Novano.[181]

Nuovi Palii furono vinti con una certa regolarità. Caino firmò la vittoria del luglio 1810,[182] mentre Vecchia conquistò la carriera di luglio del 1819.[183] Il 16 agosto 1825 di nuovo Caino vinse nettamente, distanziando di quasi mezzo giro le inseguitrici,[184] un nuovo Palio alla presenza del granduca Leopoldo II.[185]

Seguirono 23 anni di digiuno, ma il successo ottenuto il 15 agosto 1848 dal Gobbo Saragiolo[186] aprì un periodo ricco di trionfi per l'Onda: ben otto in 22 anni.

Il Gobbo Saragiolo si ripeté già il 16 agosto 1849,[187] mentre nel 1851, sempre ad agosto, fu Folaghino a riportare il cencio in Malborghetto.[188]

Cinque anni dopo, il 15 agosto 1856, l'Onda vinse con l'esordiente Spagnoletto il Palio di recupero di quello dell'Assunta del 1855, che non era stato disputato a causa di un'epidemia di colera.[189][190] Fu l'ultima carriera vinta dalla contrada di Malborghetto sotto il Granducato di Toscana.

Il 27 aprile 1860, a poco più di un mese dal plebiscito dell'11 e 12 marzo con cui i Toscani avevano scelto l'annessione al Regno di Sardegna, giunse in visita a Siena re Vittorio Emanuele II. In suo omaggio fu indetto un Palio straordinario da disputarsi il 26 aprile, data di arrivo del sovrano. Tuttavia, un violento acquazzone costrinse il rinvio della carriera al giorno seguente. Dovendo il re ripartire alle 10.30 circa, il Palio fu corso alle 8.30 di mattina in condizioni oltremodo proibitive, poiché il tufo, trasformato in fanghiglia dal rovescio, non aveva avuto ancora modo di asciugarsi.[191] Partita di rincorsa, l'Onda conquistò la vittoria con Figlio di Bonino,[192] a cui il sovrano, favorevolmente impressionato dallo spettacolo, donò in premio la somma di 200 lire.[193]

Bachicche, che vinse per l'Onda la carriera straordinaria del settembre 1862

Due anni dopo l'Onda riportò un nuovo successo in un Palio straordinario, corso il 28 settembre 1862 in occasione della X Riunione degli scienziati italiani, tenutasi proprio a Siena. Bachicche fu l'artefice della vittoria ondaiola, sapendosi ben difendere dai ripetuti attacchi di Mascherino e di Spagnoletto, fantini rispettivamente dell'Oca e dell'Istrice.[194]

Sei anni dopo, al Palio del 2 luglio 1868, l'Onda ricevette in sorte il forte storno di Luigi Grandi, già vittorioso a luglio del 1863 per la Pantera. La dirigenza ne affidò la monta a Paolaccino, uno dei migliori fantini dell'epoca. L'ingresso dell'Oca di rincorsa lasciò ferme ai canapi cinque contrade e, mentre i giudici della mossa si davano alla fuga,[195] i relativi popoli chiesero a gran voce l'annullamento della partenza, tanto che le guardie comunali scesero sulla pista, cercando di fermare i fantini e i cavalli in corsa. Ma l'Onda, non essendo stato sparato il mortaretto che avrebbe indicato l'invalidamento della mossa, non si fermò e concluse facilmente i tre giri in prima posizione.

Mentre gli ondaioli uscivano dalla Piazza senza il drappellone, le altre nove contrade cercarono di schierarsi nuovamente alla mossa. Il tentativo di improvvisarsi mossieri da parte di alcuni popolani fallì miseramente, facendoli desistere dal proposito di correre e il giorno seguente il drappellone fu consegnato all'Onda.[196][197][198][199]

Bozzetto, vincitore per l'Onda a luglio 1892 e nello straordinario del maggio 1893

Le polemiche successive al Palio di luglio 1868 furono presto spente da una nuova vittoria del rione di Malborghetto, il 15 agosto 1870, ancora con Paolaccino. L'Onda uscì prima dai canapi e condusse tutta la gara, nonostante l'urto con un colonnino al terzo San Martino.[200][201]

All'ottava vittoria in 22 anni seguì però un eguale periodo senza trionfi. Per di più, le successive vittorie di tutte le altre contrade costarono all'Onda la prima (e ad oggi unica) "cuffia" della propria storia, ottenuta suo malgrado il 16 luglio 1887 a seguito dell'affermazione della Giraffa.

Cinque anni dopo, in occasione del Palio del 3 luglio 1892, Bozzetto, sulla favorita baia di Genesio Sampieri, "scuffiò" l'Onda in un'altra carriera alquanto anomala. La contrada di Malborghetto fu sorteggiata al sesto posto tra i canapi, ma il fantino, al momento di entrare, lanciò la cavalla al galoppo. Per non far cadere l'Onda, il mossiere abbassò i canapi e non invalidò la mossa, nonostante vi fossero ancora quattro contrade fuori. L'Onda mantenne la testa per tutta la carriera e vinse, cedendo la "cuffia" alla Pantera.[202]

Anche in tal caso, a una controversa vittoria dell'Onda seguì il bis, con lo stesso fantino, l'anno seguente: il 29 maggio 1893, in occasione del Palio straordinario indetto per l'inaugurazione del Monumento in onore degli universitari senesi e pisani morti a Curtatone e Montanara, Bozzetto partì in testa e dominò l'intera carriera, portando in Malborghetto il quattordicesimo drappellone dell'Ottocento.[203]

Novecento

Il Novecento regalò quasi subito una nuova vittoria all'Onda. Il 2 luglio 1902 Francesco Menchinelli detto Pallino su Ponona riportò il cencio in via Duprè, dopo aver resistito per tutta la carriera alle nerbate di Chiccone e Picino, fantini del Bruco e del Leocorno, che cercavano di favorire la Lupa.[204] Dopo la carriera, Chiccone, in risposta al duro trattamento da questi riservato a Pallino, fu colpito in faccia con un bastone da un ondaiolo: l'episodio scatenò un immediato scontro tra ondaioli e brucaioli, seguito da una rissa avvenuta presso la stazione di Siena nel giorno del giro della vittoria,[205] tanto da costringere l'Onda a interrompere le celebrazioni.[206]

Gli anni successivi furono comunque privi di festeggiamenti per il rione di Malborghetto, per il quale si aprì un lungo periodo sfortunato.

Zaraballe, protagonista del turbolento dopopalio del luglio 1908

Il 3 luglio 1908 non fu sufficiente l'apporto dell'abile fantino Zaraballe, che sulla forte Gobba partiva alla mossa dalla prima posizione.[207] L'Onda, nettamente favorita, compì invece una carriera mediocre, mentre la vittoria arrise all'Oca con Picino su Stella. Gli ondaioli, delusi dalla scialba corsa di Zaraballe, la sera dopo il Palio si radunarono in gran numero sotto la sua abitazione, situata proprio in via Duprè, lanciando nei suoi confronti invettive, accuse e persino sassi. Zaraballe, affacciatosi alla finestra insieme alla moglie, tentò di giustificarsi, ma, dopo che una delle pietre colpì la donna alla fronte, imbracciò il proprio fucile e sparò due colpi, uno dentro casa e l'altro in aria, al fine di spaventare la folla e richiamare in suo soccorso la forza pubblica. Intervennero di lì a poco un ufficiale delle guardie di pubblica sicurezza e quattro carabinieri, che scortarono Zaraballe in questura, dove il fantino passò la notte a scopo precauzionale.[208][209][210]

L'anno seguente, il 17 agosto 1909, si disputò il primo "Palio a sorpresa"[211] della storia. L'Onda ricevette in sorte uno dei migliori cavalli e Picino, fantino di contrada dell'Oca.[212] Per l'Onda si materializzò una nuova corsa incolore da favorita, mentre a vincere fu proprio il rione di Fontebranda,[213] per giunta con Zaraballe. L'episodio incrinò i rapporti fra le due contrade, alleate dalla metà del Seicento, avendo l'Onda appurato come Picino si fosse previamente accordato con la dirigenza dell'Oca di non ostacolarne la vittoria qualora egli avesse corso la carriera col giubbetto di un'altra contrada.[214]

Il 3 luglio 1910 si concretizzò una nuova delusione. La Tratta portò la veloce Calabresella, la cui monta fu affidata a Fulmine: l'Onda partì prima, ma perse a breve il comando e il Palio.[215]

Ad agosto dello stesso anno, Calabresella tornò in Malborghetto. Stavolta fu chiamato il quotato Nappa, che tuttavia, bloccato dalle nerbate di Benvenuto e Zaraballe, fantini dell'Istrice e del Nicchio, non riuscì a insidiare la vittoriosa Tartuca.[216]

Nel 1912 la sorte regalò all'Onda un'altra grande cavalla, Gobba. Tuttavia, alla terza prova la cavalla si infortunò e, pur non venendo esclusa dal Palio, le speranze della contrada di tornare al successo furono compromesse.[217]

Il 2 luglio 1920 la contrada di Malborghetto, con l'esordiente Pirulino su Esperta, tra i cavalli favoriti, si piazzò seconda alle spalle del Nicchio.[218]

Ad agosto, ancora con Pirulino, l'Onda sfiorò la vittoria, giungendo alfine solo terza, dietro Istrice e Leocorno.[219]

Alla successiva carriera del 2 luglio 1921, sempre Pirulino ingaggiò una lotta con Testina, portacolori del Drago, tentando ripetutamente di superarlo tra il secondo e il terzo giro. Tuttavia, il fantino di Camporegio[220] fu abile ogni volta a chiudere l'Onda, costretta a un nuovo deludente secondo posto.[221] Dopo la carriera, i popoli delle altre contrade affibbiarono agli ondaioli l'ironico soprannome di "secondini", in ragione dei frequenti secondi posti raggiunti dalle relative accoppiate; i contradaioli di Malborghetto, dal canto proprio, consegnarono in tono di scherno una medaglia d'oro per l'ennesimo Palio perso a Pirulino, che non fu riconfermato.[222]

A luglio 1924 l'Onda non prese parte alla carriera per un infortunio del cavallo durante le prove: nonostante l'incertezza fino al giorno della carriera, la dirigenza di Malborghetto ritenne opportuno astenersi per non comprometterne la salute.[223]

Ad agosto 1925 parve presentarsi l'occasione giusta per interrompere l'ormai ultraventennale digiuno: l'Onda ricevette alla Tratta la veloce Lola, vittoriosa a luglio nel Montone con Picino, e chiese all'Oca di girarle quest'ultimo, al fine di ricostituire il binomio vittorioso di Provenzano. Ma da Fontebranda giunse un rifiuto, che costrinse l'Onda a ripiegare su Randellone (che su Lola aveva già corso quattro volte, vincendo nel 1923 per la Giraffa). Il Palio finì alla Chiocciola, la quale precedette proprio l'Onda dopo una lotta che aveva coinvolto anche il Montone.[224]

Dopo il Palio la dirigenza ondaiola, in risposta al diniego dell'Oca di girarle Picino e memore dei fatti del 1909, ruppe l'alleanza con Fontebranda, addirittura portandosi negli anni a seguire nell'orbita dello schieramento guidato dalla Torre, con la quale i contrasti si erano ormai sopiti da decenni.[214]

Lo Sgonfio, che riportò l'Onda alla vittoria dopo 26 anni, al Palio straordinario del settembre 1928

Nel 1928, dal 10 al 15 settembre,[225] si tenne a Siena il VI Festival internazionale di musica moderna e fu indetto un Palio straordinario per il giorno 13.[226] L'Onda, estratta tra le partecipanti, ricevette alla Tratta la fortissima Giacca. Autore di una grande intuizione fu l'abile mangino ondaiolo Antonio Minutelli detto "Tono", che riuscì a strappare al Montone il giovane Sgonfio. Mentre costui si trovava, poco prima della seconda prova, all'interno del Cortile del Podestà del Palazzo Pubblico con il barbaresco montonaiolo, Minutelli si posizionò dietro una finestra iniziando a gesticolare verso il fantino. L'ignaro Sgonfio rispose con gesti interrogativi, ma così facendo indusse nel barbaresco il sospetto che si fosse venduto all'Onda. La circostanza fu subito riferita alla dirigenza dei Servi,[227] che scaricò Sgonfio: la strategia di Minutelli aveva avuto successo, non rimanendo al fantino che indossare il giubbetto ondaiolo.[228] La carriera (posticipata al 14 settembre per pioggia) si risolse in un nuovo duello con la Chiocciola, ma stavolta il cencio finì in via Duprè.[229] Per l'Onda si chiudeva un digiuno di 26 anni, durante il quale la contrada aveva seriamente rischiato la seconda "cuffia" della propria storia (solo la Civetta, a secco dal 1893, non era tornata a vincere dopo il successo ondaiolo del 1902). La Torre, ormai molto vicina all'Onda, l'aiutò nell'allestimento della festa della vittoria.[214][230][231]

Picino, dapprima causa della rottura con l'Oca, poi vittorioso per l'Onda al Palio di agosto 1930

Due anni dopo, a luglio del 1930, le due contrade ricevettero in sorte i due cavalli migliori: Burattino finì nella Torre, mentre Lina toccò all'Onda, che aveva confermato lo Sgonfio quale fantino. La Torre, a digiuno dal 1910, contava sull'Onda per tornare al successo, ma la dirigenza di Malborghetto abbandonò ogni proposito di aiutare gli ex avversari dopo aver scoperto che questi ultimi avevano già avviato dei contatti diretti con lo Sgonfio, al fine di "ammorbidirlo" in vista della carriera;[230] nell'Onda, inoltre, non fu gradita una presunta ostentata sicurezza nella vittoria da parte di qualche dirigente torraiolo, che avrebbe lasciato intendere al popolo di Salicotto di aver sistemato tutto, dando già per scontato il sostegno ondaiolo quando ancora le trattative fra le due contrade non si erano concluse.[231]

Fu di nuovo Minutelli a rivelarsi decisivo: incaricato dal capitano ondaiolo Guido Contini, contattò lo storico dirigente dell'Oca Ettore Fontani per ottenere Picino.[231] Stavolta la dirigenza di Fontebranda, decisa a impedire la vittoria della Torre, accettò e poco prima della prova generale avvenne lo scambio: lo Sgonfio passò all'Oca, da cui giunse il blasonato fantino laziale.

La Torre si sentì tradita e uno scontro durante la prova generale tra Picino e Smania, portacolori di Salicotto, fu sufficiente a far scoppiare un violento tafferuglio tra i due popoli.[232] L'Onda dichiarò la propria rivalità verso la Torre e si alleò di nuovo con l'Oca, entrando a far parte del formidabile schieramento, composto anche da Tartuca e Nicchio, denominato "TONO" (acronimo delle iniziali delle quattro contrade che ne fecero parte).[214] La carriera fu rinviata al 3 luglio per pioggia e l'Onda conquistò la vittoria con il quasi cinquantenne Picino, al suo tredicesimo e ultimo successo. Dopo il Palio, il rione in festa ricevette la visita di Galeazzo Ciano e della moglie Edda, ai quali Picino regalò lo zucchino indossato durante la corsa.[51]

Ganascia, autore della vittoria ondaiola del luglio 1932

Alla carriera di luglio del 1932, corsa il 3 per maltempo, il TONO puntò ancora sulla contrada biancoceleste, che aveva ricevuto in sorte Gobba di Vescona, fra i migliori cavalli del lotto. Quale fantino giunse la giovane promessa Ganascia, già vittorioso all'esordio ad agosto 1930 per la Tartuca. Tra le favorite di quella carriera vi era anche la Torre, che tentò di corrompere Ganascia con un falso telegramma recapitatogli poco prima dell'inizio del corteo storico. Malgrado il fantino avesse subito ribadito la propria fedeltà alla dirigenza di via Duprè, il fratello Nello, che lo accompagnava, fu trattenuto dagli ondaioli nella sala delle vittorie di via Duprè, sotto minaccia di ripercussioni fisiche che il malcapitato congiunto avrebbe subito qualora Ganascia avesse tradito l'Onda e fosse fuggito al termine della carriera.[233][234] Questi, al termine di un duello a nerbate con Napoletano nella Chiocciola,[235][236] conquistò per l'Onda il primo Palio trasmesso per radio, raccontato da Luigi Bonelli ai microfoni dell'EIAR.[237][238] Singolarmente, si trattava della terza vittoria consecutiva dell'Onda in un Palio rinviato per pioggia.[236]

Nel 1934 la traumatica rottura tra Nicchio e Oca pose fine al "TONO". Per l'Onda si aprì un nuovo digiuno di 18 anni, complice anche la lunga pausa imposta al Palio dalla guerra.

La vittoria sarebbe tornata solo a luglio del 1950, grazie al nuovo fantino di contrada Ciancone e alle strategie delle dirigenze contradaiole.

Ciancone durante il corteo storico del Palio del 2 luglio 1953. Con 12 Palii disputati (di cui 2 vinti) con il giubbetto dell'Onda, è il fantino che ha corso più carriere nella storia della contrada di Malborghetto

Al Palio straordinario del 28 maggio di quell'anno, l'Istrice, con Il Biondo su Popa, era la grande favorita e la rivale Lupa si era affidata all'Onda, con Ciancone su Miranda, per fermare il binomio di Camollia:[239] Ciancone aveva ostacolato a nerbate il Biondo e per la Lupa il pericolo di una vittoria dell'avversaria era stato scongiurato.[240]

Il 2 luglio la contrada di Vallerozzi[241] ricambiò il favore. L'Onda, che confermava Ciancone sull'esordiente Gioia, rintuzzò per tutto il primo giro gli attacchi di Rompighiaccio, fantino del Drago, grazie anche all'aiuto del lupaiolo Ranco.[242][243] Solo al secondo giro, Rompighiaccio riuscì a liberarsi dall'ostacolo della Lupa, iniziando una poderosa rimonta nei confronti dell'Onda. Al terzo Casato, il Drago affiancò l'Onda, ma Ciancone fu abile a chiudere l'avversario allo steccato, mantenendosi primo e facendo suo il Palio di Provenzano.[244]

Ad agosto l'Onda, con Ciancone su Bottarella, nutriva forti ambizioni di cappotto[245] e in effetti, dopo un'ottima partenza, condusse gran parte della carriera: ma stavolta Rompighiaccio, col giubbetto del Leocorno, ebbe la sua rivincita, superando l'Onda all'ultimo Casato e riportando il drappellone in Pantaneto[246] dopo 21 anni.[247]

Il 16 agosto 1953 l'Onda, con Ciancone su Tarantella, era di nuovo favorita. Il Palio fu invece vinto dalla Selva e gli ondaioli non perdonarono la nuova sconfitta a Ciancone:[248] Giuseppe Gentili, fantino di contrada dal 1950 e al quale l'Onda si era affidata per ben sette Palii consecutivi, fu così scaricato dal rione di Malborghetto.

Vittorino, che portò l'Onda alla vittoria il 2 luglio 1954

Al Palio del 2 luglio 1954,[249] mentre Ciancone finì addirittura alla Torre, l'Onda si affidò al giovane Vittorino, che aveva esordito l'anno precedente. Questi, a dorso dell'inarrestabile Gaudenzia (vincitrice di tutti e tre i Palii disputati quell'anno), si aggiudicò per l'Onda il primo Palio teletrasmesso dalla Rai.[250][251][252] Peraltro, l'autore del drappellone era l'artista ondaiolo Enea Marroni: per la prima volta un rione senese conquistava un drappellone dipinto da un proprio contradaiolo.[253]

L'arrivo vittorioso di Valente su Orbello al Palio del 16 agosto 1972

Gli anni seguenti non portarono però nuovi successi all'Onda, per la quale l'occasione di tornare al successo si ripresentò ad agosto del 1966, quando ebbe alla Tratta la veloce Sambrina. Affidatasi inizialmente a Peppinello, l'Onda richiamò proprio Ciancone in occasione della provaccia.[254] Il Palio, rinviato al 17 agosto per tumulti, si concluse con la beffarda sconfitta dell'Onda, che perse la lotta con la Chiocciola, con Canapetta su Beatrice.[255]

L'accoppiata Ciancone-Sambrina si ripresentò con i colori biancocelesti nel luglio del 1969: stavolta il fantino di Manziana ripagò la fiducia degli ondaioli, vincendo il suo nono e ultimo Palio dopo aver condotto la carriera sin dalla mossa.[256][257]

Dopo un ultimo Palio con Ciancone, ormai all'epilogo della propria carriera paliesca, l'Onda voltò pagina. La fine degli anni '60 e l'inizio degli anni '70, infatti, erano stati contraddistinti dall'arrivo di numerosi fantini sardi: l'Onda si affidò a Valente, che il 2 luglio 1971 esordì al Palio proprio col giubbetto biancoceleste.

Ad agosto dell'anno seguente, Valente, su Orbello, riportò al successo l'Onda, approfittando della caduta di Aceto nell'Oca, dovuta all'urto con un colonnino al terzo San Martino.[258] L'Onda rivinceva un Palio dell'Assunta dopo ben 102 anni.

Marasma e Miura in testa al Palio del 2 luglio 1980

Il resto del decennio non portò ulteriori gioie in Malborghetto, ma gli anni '80 iniziarono con un trionfo. Al Palio del 2 luglio 1980, l'Onda ebbe in sorte l'esordiente Miura e ne incaricò della monta Marasma. L'Onda uscì prima dai canapi, conducendo fino al secondo San Martino, quando fu sopravanzata dalla Selva. Ma già al secondo Casato si ebbe la svolta: Bastiano, portacolori di Vallepiatta,[259] colpì il colonnino e cadde a terra, lasciando scossa la propria cavalla Speranza II. Il binomio ondaiolo riprese immediatamente il comando della carriera e, pur tallonato dall'indomita Speranza II, giunse per primo al terzo e ultimo bandierino.[260]

Marasma fu protagonista anche della successiva carriera, quando ostacolò in maniera decisiva alla mossa la favorita Torre, con Spillo su Zalia.[205][261]

Cianchino e Benito vittoriosi il 16 agosto 1985

Nel 1984 l'Onda montò per la prima volta Cianchino, altro grande protagonista di quegli anni. Questi, a dorso di Benito, conquistò per l'Onda il Palio dell'agosto 1985, in una carriera condotta sin dalle prime battute dall'accoppiata di Malborghetto.[262]

A luglio del 1986, Cianchino su Amore sfiorò il bis per l'Onda, ma fu beffato a pochi metri dal bandierino dal Drago, con Falchino su Ogiva.[263]

Per l'Onda si aprì un decennio di digiuno, interrotto il 2 luglio 1995: di nuovo Cianchino, su Oriolu de Zamaglia, conquistò per l'Onda il primo Palio trasmesso in streaming su Internet,[264] che per ironia del destino la contrada di Malborghetto si aggiudicò dopo aver vinto nel 1932 e nel 1954 i primi Palii diffusi per radio e per televisione.

Duemila

Trecciolino su Ivanov durante la mossa della prima prova del vittorioso Palio del 2 luglio 2012

Il nuovo millennio si aprì con una beffarda sconfitta per il rione di Malborghetto. Al Palio del 2 luglio 2002 l'Onda, con Salasso su Zilata Usa, si trovava a un passo dalla vittoria, ma l'urto del fantino contro il colonnino all'ultimo Casato consentì all'Istrice di strappare il cencio al rione biancoceleste.[265]

Sette cavalli esordienti consecutivi, dal Palio di luglio 2004 a quello di agosto 2009, e la sfortunata carriera del luglio 2010, culminata con l'infortunio del forte Giove Deus montato da Scompiglio, dopo che l'Onda era stata in testa per due giri, costrinsero la contrada di via Dupré ad un difficile prosieguo del XXI secolo.

Ondaioli con il drappellone dipinto da Claudio Carli, vinto in occasione del Palio del 2 luglio 2012

Il digiuno fu interrotto in occasione del Palio del 2 luglio 2012 dalla coppia formata da Trecciolino e Ivanov, che conquistò la vittoria al termine di una carriera condotta sin dalla mossa.

Poco più di un anno dopo, al Palio del 16 agosto 2013, l'Onda ricevette in sorte la quotata Morosita Prima e ne affidò la monta a Tittìa, vittorioso a luglio per l'Oca. Dopo una mossa incerta, Tittìa lanciò la cavalla in una forte rimonta, fino a superare al secondo giro, davanti alla Cappella di Piazza, la Lupa, fino ad allora in testa. Da quel momento l'Onda restò al comando della corsa e vinse il suo secondo Palio del XXI secolo.

Seguirono due anni sfortunati. A luglio 2015 l'Onda, con Salasso su Osama Bin non riuscì a impedire il successo della Torre, con Brio proprio su Morosita Prima, giungendo seconda dietro alla rivale.

Porto Alabe durante il giro della vittoria, all'indomani del Palio del 16 agosto 2017. Come da tradizione, sui quarti posteriori del cavallo viene riportato il numero della vittoria ottenuta il giorno precedente dalla Contrada

Dopo non aver calcato il tufo per alcuna delle carriere del 2016 (anche a causa di una squalifica scontata ad agosto di quell'anno),[266] l'Onda tornò in piazza a luglio 2017, affidandosi ancora a Tittìa per montare Porto Alabe. Partita di rincorsa, tuttavia, la contrada di Malborghetto restò nelle retrovie per l'intera carriera.

Al Palio di agosto, dedicato all'artista ondaiolo Giovanni Duprè,[180] la contrada biancoceleste ebbe ancora in sorte Porto Alabe, alla sua decima carriera consecutiva[267] ma ancora a secco di successi, e ne affidò la monta a Brigante. Partita dal terzo posto tra i canapi, l'accoppiata ondaiola lottò per gran parte della carriera contro il favorito Montone, all'inseguimento della battistrada Chiocciola. All'inizio del terzo giro, Brigante lanciò Porto Alabe all'attacco, distanziando il Montone e superando prima del terzo San Martino la Chiocciola. Il binomio di Malborghetto, a quel punto imprendibile per le inseguitrici, regalò il successo all'Onda.

Nuovamente Brigante fu protagonista al Palio del 4 luglio 2024, rinviato di due giorni per maltempo. L'Onda ricevette alla Tratta il sauro Tabacco, già reduce da due esperienze in Malborghetto, a luglio 2019 e ad agosto 2022, in quest'ultimo caso venendo montato proprio da Brigante. L'accoppiata ondaiola, partita terza dietro Oca e Leocorno, stavolta non deluse le attese dei contradaioli: guadagnata la prima posizione già all'inizio del secondo giro, la mantenne per il resto della carriera, portando così in via Duprè la quarta vittoria del XXI secolo.

Rapporti con le altre contrade

Lo stesso argomento in dettaglio: Contrade di Siena § Rapporti tra le Contrade.

Rivalità

L'Onda riconosce come propria avversaria la Torre. Tuttavia, quest'ultima non fa altrettanto, rendendo quella fra i rioni di Malborghetto e di Salicotto l'unica rivalità unilaterale nell'odierna compagine contradaiola.[268]

Si tratta comunque dell'inimicizia di cui esista la più antica documentazione, risalente almeno alla prima metà del XVII secolo.[269]

Violenti tafferugli tra i due popoli si registrarono già nel 1622,[230] verosimilmente per divergenze di confine.[270] In effetti, è probabile che ad alimentare la rivalità, all'epoca vissuta in pieno anche dalla Torre, fossero proprio la vicinanza territoriale e la condivisione di Piazza del Mercato, che divenne il principale luogo di confronto fra i due popoli.[270]

Un nuovo scontro ebbe luogo nel 1641.[270] Quell'anno, alla vigilia dell'asinata indetta per il 15 agosto dal principe Mattias de' Medici, l'Onda subì un grave smacco da parte dei torraioli: reperito infatti l'asino, gli uomini di Malborghetto lo affidarono alla Torre, che ne assicurò la restituzione in tempo per la corsa; ma la contrada di Salicotto non fece fede alle proprie promesse[271] e, al danno di non poter partecipare, si aggiunse per l'Onda la beffa della vittoria proprio della Torre.[272]

Per lavare l'onta subita, l'Onda organizzò una nuova asinata (dalla cui partecipazione si astenne) per il successivo 8 settembre, vinta dalla Civetta.[271][273][274][275]

Piazza del Mercato, a Siena, con al centro il "Tartarugone". Ricompresa per metà (lato sinistro nella foto) nel territorio torraiolo e per l'altra metà (lato destro nella foto) in quello ondaiolo, la piazza è stata sovente teatro di scontri fra i popoli delle due contrade, documentati fin dal Seicento

Ciò non bastò a placare il clima assai concitato fra i due rioni e, tempo dopo, un gruppo di ondaioli sottrasse un tamburo di ottone alla Torre,[71] che ne avrebbe chiesto invano per molti anni la restituzione.[270]

I tumulti del 1641 dovettero destare forte preoccupazione per l'ordine pubblico, se nel giugno del 1642 le autorità vietarono ai capitani delle due contrade di presenziare fino a nuovo ordine alle Feste cittadine,[38][269] prevedendo altresì il supplizio della fune per i contradaioli che avessero dato vita a ulteriori disordini.[276]

Ma i provvedimenti pubblici produssero deterrenza solo nell'immediato, poiché i due popoli tornarono a fronteggiarsi nel 1655,[277] nel 1668[269] e nel 1679,[277] facendo da preludio ai due drammatici episodi che si sarebbero registrati nei successivi decenni.

Al Palio del 2 luglio 1688 l'Onda fu duramente ostacolata dalla Torre, il cui fantino ne trattenne per le redini il cavallo al Casato, consegnandolo poi a un alfiere torraiolo. Per vendetta, al termine della carriera un ondaiolo impugnò un'alabarda, con cui colpì a morte l'alfiere di Salicotto.[71][274][278] Mentre l'ondaiolo sfuggì all'arresto dandosi alla fuga, i rapporti tra i due popoli si fecero tesissimi, né mancarono vendette, con proprietari di abitazioni e datori di lavoro di ciascuna delle due contrade che procedettero persino a sfrattare gli inquilini e a licenziare i dipendenti dell'altra.[270][279]

Un evento, nel 1703, confermò l'astio fra le due contrade. L'Onda vinse il Palio di luglio e decise di celebrare la vittoria con una ricorsa da disputarsi il successivo 16 agosto.[152] Vi aderirono dodici contrade: se le assenze dell'Istrice (ritiratosi dalla partecipazione anche all'ordinaria carriera di luglio) e della Civetta (che non correva dal luglio 1701) non destarono particolare sorpresa, fu alquanto inattesa l'assenza della Torre, reduce da tredici Palii disputati consecutivamente.[144] L'assemblea di Salicotto deliberò di non partecipare alla carriera indetta dall'Onda e, la sera stessa della votazione, tenne una festa con giochi pirotecnici, trombe, tamburi e un banchetto, a giudizio degli ondaioli - come da essi annotato nel citato Libro primo di deliberazioni e memorie della contrada - "per dimostrare maggior rancore".[150]

Nel 1709 l'Onda vinse ancora il Palio di luglio; stavolta la Torre precedette l'avversaria nell'organizzare la ricorsa, a cui la contrada di Malborghetto non aderì a propria volta.[157]

Nel 1713, i due rioni furono ancora protagonisti di un fatto di sangue. Il 26 luglio, in occasione della Festa titolare della Torre, scoppiò un alterco tra un ondaiolo, tale Giovanni Pierucci, e il torraiolo Orazio Mannotti, all'epoca "capo truppa" e già capitano della contrada. Pierucci fu schiaffeggiato dal Mannotti e allontanato da Salicotto, ma per vendetta attese il torraiolo sulla strada di casa per colpirlo con una pugnalata: la vittima sopravvisse; l'aggressore si rifugiò nella chiesa di San Salvadore per poi fuggire da Siena, scampando al linciaggio da parte di un nutrito gruppo di torraioli armati che, saputo il fatto, avevano invaso Malborghetto.[71] Fu necessario l'intervento delle autorità, le quali, al fine di chiudere una volta per tutte una rivalità ormai troppo cruenta, imposero un accordo di pace. La riconciliazione, dopo il voto favorevole di entrambe le assemblee di contrada, fu ufficializzata con un rogito notarile del successivo 10 agosto[280] e con un gesto simbolico: la restituzione alla Torre del tamburo di ottone, che l'Onda affidò, per la riconsegna, al castellano della Fortezza.[71][281] Sarebbe stato proprio su suggerimento di quest'ultimo[71] che l'Onda avrebbe deciso di mutare i colori della bandiera, sostituendo il nero con il turchino.[70]

La riappacificazione fu celebrata con una grande festa in Piazza del Campo, culminata con una sbandierata comune, fuochi artificiali e una cena fra i protettori delle due contrade.[281]

Malgrado alcuni contrasti a livello paliesco, nei due secoli seguenti si ebbe un deciso miglioramento delle relazioni fra l'Onda e la Torre, anche per l'intensificarsi della rivalità fra quest'ultima e l'Oca.[282]

Il massimo attrito fra le due contrade si registrò in occasione del Palio del 2 luglio 1811. L'Onda, con Caino, giunse al secondo posto, dietro alla Torre con Pettiere. Al termine della carriera sorse un nutrito diverbio tra i due popoli, sostenendo gli ondaioli che la Torre avesse compiuto solo due giri. Ambedue i popoli si recarono in Provenzano per il Maria Mater Gratiae e solo l'indomani la Torre, dopo che il maire[283] Giulio Ranuccio Bianchi ebbe deciso in suo favore, poté ricevere il Drappellone.[281][284][285]

L'Ottocento e i primi anni del Novecento proseguirono normalmente per i due rioni, che sovente ricorsero ai medesimi fantini nello stesso anno;[281] per di più, dopo i fatti del 1909 e del 1925, che avevano posto fine all'alleanza tra l'Oca e l'Onda, quest'ultima si avvicinò alla Torre: il nuovo clima di cordialità fu comprovato dal contributo fornito dai torraioli agli ondaioli nell'allestimento della festa della vittoria del Palio del 28 settembre 1928, prestando loro alcune arcate in ferro per la scenografia.[230][231]

Alla carriera di luglio del 1930 si presentò l'occasione per rinsaldare i rapporti tra i due rioni. La Torre, senza vittorie dal 1910, aveva ricevuto in sorte il veloce Burattino e per tornare al successo confidava sull'aiuto dell'Onda, che poteva contare su Lina, altra cavalla assai quotata. Tuttavia, le trattative fra le due contrade naufragarono allorché l'Onda appurò come la Torre avesse già contattato il fantino ondaiolo Sgonfio, autore della vittoria del 1928, al fine di assicurarsene il supporto nella carriera;[230] al tempo stesso, a indisporre la dirigenza ondaiola fu anche un presunto atteggiamento di eccessiva sicurezza nella vittoria da parte di alcuni dirigenti di Salicotto, che avrebbero lasciato intendere ai propri contradaioli come l'Onda fosse già d'accordo.[231]

Abbandonata ogni idea di supporto alla Torre, l'Onda propose uno scambio di fantini all'Oca, la quale fu ben disponibile a impedire il trionfo della storica avversaria: lo Sgonfio passò così in Fontebranda, da cui giunse il plurivittorioso Picino.[230][232] Lo scambio di monte fu avvertito come un tradimento dai torraioli e uno scontro tra Picino e Smania, fantino di Salicotto, durante la prova generale bastò a provocare una violenta rissa tra i due popoli.[232]

L'Onda vinse quel Palio ed entrò a far parte dell'alleanza comprendente Oca, Tartuca e Nicchio e denominata "TONO", tornando a riconoscere la Torre quale propria rivale.

A tale dichiarazione non ha fatto seguito niente di analogo da parte della Torre: questa, al contrario, non ha più considerato ufficialmente l'Onda quale propria avversaria, concentrandosi sulla sola rivalità con l'Oca.[286]

Tale contesto ha prodotto una rivalità del tutto singolare. Da un lato, l'Onda dà molta rilevanza alla rivalità con la Torre: ne ha dato dimostrazione, tra gli altri episodi, con il duro ostacolo del fantino ondaiolo Mezz'etto al torraiolo Vittorino durante la mossa della carriera straordinaria del 4 settembre 1960;[287] o, ancor più, con il decisivo impedimento compiuto da Marasma ai danni di Spillo, portacolori della Torre, alla mossa del Palio del 17 agosto 1980,[288] al termine del quale il territorio dell'Onda fu invaso da centinaia di irati contradaioli di Salicotto.[289]

Dall'altro lato, invece, la Torre non guarda all'Onda come a un'avversaria, bensì come ad una "vicina molesta".[290]

Per la verità, non sono mancati episodi di scherno né di ostilità da parte torraiola.

Il 16 agosto 1948, Ganascia, nella Torre, ostacolò durante le fasi della mossa l'ondaiolo Pietrino, tra i favoriti a dorso di Piero, grazie alla collaborazione del fantino brucaiolo Ghisa.[286]

Neanche due anni dopo, la notte seguente la carriera straordinaria 28 maggio 1950, la Torre celebrò la sconfitta dell'Onda inscenandone una sorta di "funerale" e illuminandone le case con due potenti riflettori installati in Salicotto e rivolti verso Malborghetto, sotto il fragoroso suono di una sirena.[291]

Per di più, dopo che l'Onda vinse il successivo Palio di luglio, i contradaioli della Torre, che neppure aveva preso parte alla carriera, ne aggredirono il fantino Ciancone, costringendolo a rifugiarsi nel Palazzo Pubblico e scatenando un violento tafferuglio con gli ondaioli.[244]

Tuttavia, nel Numero Unico edito dalla Torre in occasione della propria vittoria dell'agosto 1961 (patita dall'Onda come una vera e propria "purga")[292][293] non appaiono riferimenti all'Onda, venendo unicamente schernita l'Oca.[286] Ancor più eloquente fu quanto accadde dopo il Palio dell'agosto 1972, quando l'Onda vinse approfittando della caduta al terzo San Martino dell'ocaiolo Aceto: sollevati per la sconfitta degli arcirivali, i torraioli celebrarono la vittoria dei biancocelesti.[290][294]

Negli ultimi decenni, nuovi episodi hanno confermato i rapporti assai tesi fra i due rioni.

La sera del 14 agosto 1992, dopo la terza prova del Palio dell'Assunta, un folto gruppo di torraioli si diresse verso lo sbocco di via Duprè su Piazza del Campo, bloccando gli ondaioli e ingaggiando con costoro uno scontro placatosi solo dopo 45 minuti.[295] Appena un anno dopo, la notte precedente la carriera del 16 agosto 1993, Piazza del Campo fu di nuovo teatro di un tafferuglio fra i due popoli.[296]

Al primo giro del Palio del 16 agosto 1997, un monturato ondaiolo lanciò la mazza del tamburo contro Votta Votta, cavalla della favorita Torre, montata da Cianchino, venendo punito con venti Palii di squalifica.[297]

Da ultima, al termine del Palio del 16 agosto 2015, una nuova rissa tra i due popoli in Piazza del Campo costò all'Onda un Palio di squalifica.[298]

Alleanze

L'Onda intrattiene rapporti di alleanza con tre contrade: Nicchio, Tartuca e Valdimontone.

Antichissime sono le alleanze con il Nicchio, in auge dal 1684, e con il Montone, risalente al 1781.[269][299] Particolare è il fatto che queste due contrade siano tra loro avversarie,[300] pur non essendolo all'epoca in cui divennero alleate dell'Onda. Anzi, allorché la contrada di Malborghetto si alleò con il Montone, fra quest'ultimo e il Nicchio vigeva un'alleanza nata nel settembre 1685.[301]

Il deterioramento dei rapporti tra la contrada dei Pispini[302] e quella dei Servi,[227] intensificatosi nell'Ottocento e soprattutto nella seconda metà del Novecento, non ha influito sulle relazioni fra i due rioni e l'Onda.

L'alleanza con la Tartuca è invece molto più recente, ufficializzata solo nel 1933,[269] anche se di fatto esistente sin dal 1930, quando l'Onda entrò a far parte del "TONO".

Fino al 1966 l'Onda ha intrattenuto una forte alleanza con l'Oca. Trattavasi peraltro di un legame molto antico (risalendo almeno al 1643, anno in cui l'Onda vinse il Palio del 7 maggio e, subito dopo, il suo popolo si recò per i festeggiamenti nel territorio dell'alleata Oca),[128] pur momentaneamente interrottosi dopo il Palio di agosto del 1925, a causa del rifiuto dell'Oca di girare all'Onda Picino.

Quest'ultimo sarebbe stato ancora protagonista, nel luglio 1930, stavolta del ravvicinamento tra le due contrade, con il citato scambio di monte tra Oca e Onda che portò il rione biancoceleste alla vittoria e alla rottura con la Torre.

La fine del TONO nel 1934 non guastò i rapporti dell'Onda con l'Oca: le due contrade, accomunate dalla rivalità con la Torre, proseguirono una proficua collaborazione, terminata bruscamente al Palio di agosto 1966. I prodromi di quell'evento affondano le proprie radici nel Palio di agosto del 1961, quando vinse la Torre, entrata di rincorsa approfittando dell'Oca al nono posto tra i canapi rigirata, con Ciancone su Capriola. A fine Palio, il fantino fu malmenato dagli ocaioli e non osò ripresentarsi a Siena per molto tempo.[303]

Nel 1966 l'Onda a richiamò Ciancone per montare la grande Sambrina. Il fantino di Manziana giunse alla provaccia e lo storico barbaresco dell'Oca Enrico Brandani detto Bobo, quando lo riconobbe nell'Entrone, lo colpì con un pugno.[304][305] Lo screzio suscitò la reazione del barbaresco ondaiolo e di lì a poco uno scontro tra ocaioli e ondaioli, che indusse l'Onda a chiudere definitivamente l'alleanza con l'Oca.[306]

Vittorie

Vittorie ufficiali

Le seguenti sono le vittorie ufficialmente riconosciute all'Onda dal Comune di Siena e attestate nell'Albo delle vittorie del Palio di Siena.

N° vittoria Data Fantino Cavallo
1 2 luglio 1671 Bacchino Cavallo del pievano di Rosia
2 7 giugno 1676 Bacchino Barberino
3 2 luglio 1692 Monco ?
Vittorie nel XVII secolo: 3
4 2 luglio 1703 Giuseppe Galardi detto Pelliccino Leprino di Buonconvento
5 2 luglio 1709 Pier Maria Leardo della Posta di Siena
5 ½ 16 agosto 1713 Giovan Battista Pistoi detto Cappellaro Barbarino
6 ½ 16 agosto 1714 Morino Morello della Posta di Siena
7 ½ 3 luglio 1757 Antonio Giovannetti detto Bastianone Trappolino
8 ½ 2 luglio 1779 Mattia Mancini detto Bastiancino Stornello di Stefano Ricci
9 ½ 16 agosto 1779 Giuseppe Brecchi detto Brecchino Baio di Pietro Nepi
10 ½ 18 agosto 1783 Isidoro Bianchini detto Dorino Morello bruciato di Lodovico Dei
11 ½ 2 luglio 1784 Isidoro Bianchini detto Dorino Baio scuro di Lorenzo Bazzani
12 ½ 2 luglio 1790 Isidoro Bianchini detto Dorino Baio chiaro di Giuseppe Manetti
Vittorie nel XVIII secolo: 91/2
13 ½ 16 agosto 1802 Matteo Marzi detto Mattiaccio Novano
14 ½ 2 luglio 1810 Niccolò Chiarini detto Caino Morello balzano di Stanislao Pezzuoli
15 ½ 2 luglio 1819 Filippo Rossi detto Vecchia Morello di Galgano Parronchi
16 ½ 16 agosto 1825 Niccolò Chiarini detto Caino Morello maltinto di Giovanni Bianciardi
17 ½ 15 agosto 1848 Francesco Santini detto Gobbo Saragiolo Storno di Assunto Grassellini
18 ½ 16 agosto 1849 Francesco Santini detto Gobbo Saragiolo Morello di Leonardo Barbetti
19 ½ 17 agosto 1851 Antonio Guasqui detto Folaghino Morella con piccola stella di Santi Franci
20 ½ 15 agosto 1856 Angiolo Fabbri detto Spagnoletto Morello di Guglielmo Micheli
21 ½ 27 aprile 1860 Giuseppe Buoni detto Figlio di Bonino Morello stellino di Federigo Bandini
22 ½ 28 settembre 1862 Mario Bernini detto Bachicche Morello di Santi Franci
23 ½ 2 luglio 1868 Pietro Locchi detto Paolaccino Storno di Luigi Grandi
24 ½ 15 agosto 1870 Pietro Locchi detto Paolaccino Baia di Leopoldo Venturini
25 ½ 3 luglio 1892 Ulisse Betti detto Bozzetto Baia striscia in fronte di Genesio Sampieri
26 ½ 29 maggio 1893 Ulisse Betti detto Bozzetto Baia marrone di Vincenzo Ramalli
Vittorie nel XIX secolo: 14
27 ½ 2 luglio 1902 Francesco Menchinelli detto Pallino Ponona
28 ½ 14 settembre 1928 Romolo Maggi detto Sgonfio Giacca
29 ½ 3 luglio 1930 Angelo Meloni detto Picino Lina
30 ½ 3 luglio 1932 Fernando Leoni detto Ganascia Gobba di Vescona
31 ½ 2 luglio 1950 Giuseppe Gentili detto Ciancone Gioia
32 ½ 2 luglio 1954 Giorgio Terni detto Vittorino Gaudenzia
33 ½ 2 luglio 1969 Giuseppe Gentili detto Ciancone Sambrina
34 ½ 16 agosto 1972 Antonio Zedde detto Valente Orbello
35 ½ 2 luglio 1980 Mauro Matteucci detto Marasma Miura
36 ½ 16 agosto 1985 Salvatore Ladu detto Cianchino Benito III
37 ½ 2 luglio 1995 Salvatore Ladu detto Cianchino Oriolu de Zamaglia
Vittorie nel XX secolo: 11
38 ½ 2 luglio 2012 Luigi Bruschelli detto Trecciolino Ivanov
39 ½ 16 agosto 2013 Giovanni Atzeni detto Tittìa Morosita Prima
40 ½ 16 agosto 2017 Carlo Sanna detto Brigante Porto Alabe
41 ½ 4 luglio 2024 Carlo Sanna detto Brigante Tabacco
Vittorie nel XXI secolo: 4

Statistiche

Tabacco e Brigante, ultima accoppiata vincitrice per l'Onda, fautori della vittoria del 4 luglio 2024
  • Il fantino più vittorioso per l'Onda nella storia del Palio è Dorino con 3 successi[173]. Seguono Bacchino, Caino, il Gobbo Saragiolo, Paolaccino, Bozzetto, Ciancone, Cianchino e Brigante con 2.
  • Ciancone è il fantino che ha corso più Palii per l'Onda: 12.[173]
  • Sono 25 i fantini che hanno esordito correndo nell'Onda. Uno di essi riuscì a vincere in occasione del debutto con il giubbetto biancoceleste: Spagnoletto, il 15 agosto 1856.[307]
  • Nessun cavallo ha mai vinto più di un Palio per l'Onda.
  • Il barbero di cui sia accertato il maggior numero di Palii corsi per l'Onda è Montalcino, con quattro carriere disputate fra il 1711 e il 1717.[308] A partire dal XX secolo, quelli che hanno corso più carriere sono Porto Alabe e Tabacco, ciascuno con 3 Palii disputati, di cui uno vinto.[309]
  • L'Onda ha fatto cappotto una volta, nel 1779.
  • Con 41 vittorie e mezza, l'Onda è al settimo posto tra le contrade per numero di Palii vinti.
  • L'Onda ha vinto 36 e ½ Palii ordinari, ripartiti nel numero di 22 a luglio e 14 e ½ ad agosto, e 5 Palii straordinari.
  • L'Onda non ha mai vinto con il cavallo scosso.
  • L'Onda ha ricevuto una volta la "cuffia" (cioè, è stata la contrada che non vinceva da più tempo), dal 16 luglio 1887 (quando la ricevette dalla Giraffa) al 3 luglio 1892 (allorché la cedette alla Pantera).
  • Il periodo più lungo senza vittorie per l'Onda fu dal 16 agosto 1714 al 3 luglio 1757, per un totale di 42 anni, 10 mesi e 16 giorni. Nello stesso periodo, la contrada stabilì il suo record negativo di Palii persi consecutivamente: 43.[310]

Vittorie attribuite

L'Onda si attribuisce 47 vittorie e mezza, sei in più rispetto a quelle riconosciutele dal Comune[111]:

N° vittoria Data Fantino Cavallo Note
1 15 agosto 1581 un ragazzo piccolo ? Palio alla lunga[107]
2 14 luglio 1641 ? ? Palio con 8 contrade, voluto dal principe Mattias de' Medici, governatore di Siena, per celebrare il compleanno del fratello Ferdinando II, granduca di Toscana.[126] Un'altra fonte lo attribuisce alla Torre.[311]
3 9 maggio 1643 ? ? Palio indetto dalla Balìa per celebrare il compleanno del principe Mattias de' Medici, governatore di Siena[127]
4 2 luglio 1666 Pier Domenico da Barberino ? Palio con 16 contrade, che l'Onda si attribuisce sulla base di una delibera del 1669, contenuta nel proprio archivio, nella quale si dispone la vendita dei premi di questo e del Palio vinto nel 1669.[132] Il dato trova conferma anche nell'archivio dell'Oca.[131]

Altre fonti attribuiscono il Palio al Leocorno, al Nicchio e al Valdimontone.[131]

5 2 luglio 1669 Pier Domenico da Barberino ? Palio attribuito per gli stessi motivi di quello del 1666.[132]
Altre fonti lo attribuiscono all'Istrice e alla Torre.[131]
6 2 luglio 1679 Bacchino ? Palio con 13 contrade, non riconosciuto dal Comune.[312]

Altre vittorie

Seguono le vittorie documentate dell'Onda in manifestazioni diverse dal Palio alla tonda disputato in Piazza del Campo o da quello alla lunga.

Tipologia Data Note
Palio rionale 6 agosto 1581 Carriera indetta dalla Torre[106]
Bufalata 25 luglio 1599 Prima bufalata, organizzata dalla Torre[115]
Bufalata 1609 -
Asinata 1612 Asinata indetta per volere del granduca Cosimo II de' Medici[118]
Gioco delle pugna 1614 Pugna vinta insieme ad Aquila, Pantera e Selva[122]
Bufalata 1623 -
Bufalata 1630 -
Bufalata 1639 Bufalata con 21 contrade, indetta dal Leocorno[125]
Palio di Cetinale 17 settembre 1684 Palio indetto dalla famiglia Chigi a Villa Cetinale, presso Sovicille[139]

Masgalano

Esibizione della Comparsa dell'Onda prima del Palio, presso il cortile del Palazzo Reale
Lo stesso argomento in dettaglio: Masgalano.

A partire dal suo ripristino in occasione del Palio del 16 agosto 1950, l'Onda ha vinto per quattro volte il Masgalano, premio destinato alla comparsa ritenuta dall'apposita giuria la migliore per eleganza, dignità di portamento e coordinazione nella passeggiata storica che precede ciascuna delle carriere ordinarie disputate nello stesso anno.

Numero Palio/
Anno[313]
Committente Autore Dedica
1 16 agosto 1955 Comitato Amici del Palio Bottega orafa italiana -
2 1977 Banca Monte dei Paschi di Siena Oscar Staccioli III centenario della nascita di Sallustio Bandini
3 1989 CNA - Siena artigiani senesi -
4 9 settembre 2000 Consorzio elettricisti senesi Vittoria Marziari Donati XXV anniversario della fondazione del CEIS

Tuttavia, nelle epoche passate, prima della momentanea scomparsa del masgalano, l'Onda lo vinse almeno nove volte: al Palio rionale indetto dal Drago nel giugno del 1581; in occasione della bufalata del 2 settembre 1601;[314][315] al Palio del 2 luglio 1658;[316] alle carriere straordinarie dell'8 giugno 1680,[317] dell'8 giugno 1683[318] e del 9 settembre 1685;[319] e ai Palii ordinari di luglio del 1692,[142][143] del 1693[320] e del 1714.[165]

Alle bufalate del 1612[121] e del 20 ottobre 1632,[321] l'Onda fu premiata per la migliore "inventione" (carro allegorico).

Minimasgalano

A partire dal 1973, nel mese di ottobre si celebra la manifestazione del "Minimasgalano", nata su iniziativa della Torre e riservata ai bambini di tutte le contrade che alla data del 31 ottobre dell'anno in corso non abbiano ancora compiuto 14 anni.

Una giuria di sei membri del Comitato Amici del Palio valuta la comparsa di ogni contrada, composta da un tamburino e due alfieri, i quali si esibiscono in Piazza del Campo nelle fasi previste per l'assegnazione del Masgalano.[322]

L'Onda si è aggiudicata il premio due volte.

Numero Anno Committente Autore
1 1985 Società Giovani Torraioli Laboratorio La Giara
2 2000 Contradaioli extramoenia di Firenze Mauro Conti

Numeri Unici

Il Numero Unico è una speciale pubblicazione con cui tradizionalmente una contrada celebra la vittoria di un Palio.

Il primo Numero Unico fu pubblicato dal Nicchio dopo la vittoria del 16 agosto 1932. Gran parte dei successivi Palii disputati negli anni '30 e tutti quelli disputati dal secondo dopoguerra sono stati celebrati dal rione vittorioso con la pubblicazione di un Numero Unico.[323] Dai primi esemplari, piccoli opuscoli di poche pagine, si è giunti nel tempo a veri e propri libri arricchiti da decine di fotografie e da svariati articoli sulla carriera vittoriosa e sui suoi protagonisti, nonché pillole sulla storia della contrada e gli immancabili scherni all'eventuale avversaria.

Il primo Numero Unico dell'Onda fu "Lo sgabello", edito a celebrare la vittoria del 2 luglio 1950. Ad oggi ne ha pubblicati dieci, l'ultimo in occasione della conquista del Palio del 16 agosto 2017.[324]

Numero Palio Titolo
1 2 luglio 1950 Lo sgabello
2 2 luglio 1954 Teleondata
3 2 luglio 1969 Il polverone
4 16 agosto 1972 Un Palio, una Contrada
5 2 luglio 1980 La GiocOnda
6 16 agosto 1985 Onda Capital
7 2 luglio 1995 Oltre
8 2 luglio 2012 L'Onda perfetta
9 16 agosto 2013 Tranquilli c'è anche agosto / Generazione Onda
10 16 agosto 2017 La Linea d'Onda

Iniziative

A partire dal 1978, l'Onda organizza "Ondeon", manifestazione teatrale aperta ai bambini di tutte le contrade.[325] L'evento va in scena a cadenza biennale presso il Teatro dei Rozzi di Siena ed è giunto nel 2023 alla sua ventiquattresima edizione.[326]

Note

  1. ^ a b Quello fra Onda e Torre rappresenta un caso unico nelle dinamiche paliesche, essendo la sola rivalità unilaterale: l'Onda, infatti, non viene riconosciuta ufficialmente come avversaria dalla Torre. Cfr: Comune di Siena (archiviato dall'url originale il 23 agosto 2019).
  2. ^ L'editto denominato Bando di Violante di Baviera fu bandito ufficialmente il giorno 7 gennaio 1730, successivamente all'approvazione da parte della Consulta del Governo della relazione denominata "Nuova divisione dei confini tra le Contrade", consegnata alla Balìa in data 13 settembre 1729. Testo integrale: I confini delle Contrade, su ilpalio.siena.it. URL consultato il 19 settembre 2010.
  3. ^ Girolamo Gigli, Diario Sanese, in cui si veggono tutti gli avvenimenti della città, e stato di Siena, con la notizia di molte nobili famiglie di Essa. Parte seconda, 1ª ed., Leonardo Venturini, 1723.
  4. ^ a b c d Fiorini, Strade di Siena, p. 177
  5. ^ Capperucci-Piscini, p. 15
  6. ^ a b Luchini, Palio XX secolo, pp. 62-63
  7. ^ Tesori, pp. 45
  8. ^ Fiorini, Strade di Siena, p. 108
  9. ^ Fiorini, Strade di Siena, pp. 177-178
  10. ^ Orlando Papei e Luca Bichi, Osterie e locande dei secoli passati, su ilpalio.org. URL consultato il 3 febbraio 2011.
  11. ^ a b c Territorio, su Contrada Capitana dell'Onda. URL consultato il 3 febbraio 2011 (archiviato dall'url originale il 22 gennaio 2011).
  12. ^ a b c d Onda: il territorio, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 3 febbraio 2011.
  13. ^ a b c d Fiorini, Strade di Siena, p. 181
  14. ^ a b Fiorini, Strade di Siena, p. 189
  15. ^ Ceppari Ridolfi-Turrini, p. 28
  16. ^ Fiorini, Strade di Siena, p. 188
  17. ^ Rientra nel territorio dell'Onda il lato sinistro del Casato di Sotto, provenendo da Piazza del Campo. Il lato destro appartiene, invece, all'Aquila.
  18. ^ Ricade nel territorio dell'Onda il lato sinistro di via di San Pietro, tra il Casato di Sopra e l'arco di Sant'Agostino. L'altro lato, invece, appartiene alla Tartuca.
  19. ^ Ricade nell'Onda il lato occidentale. L'altro lato appartiene al Valdimontone.
  20. ^ È ricompreso nel territorio ondaiolo il lato sinistro di via di Sant'Agata, partendo dall'arco di Sant'Agostino fino all'arco di San Giuseppe. L'altro lato appartiene alla Tartuca.
  21. ^ Appartiene all'Onda il lato di piazza del Mercato adiacente a Via Duprè. Il lato adiacente a via di Salicotto costituisce, invece, parte del territorio torraiolo.
  22. ^ I confini della Tartuca, su Contrada della Tartuca. URL consultato il 14 giugno 2012.
  23. ^ Roberto Filiani, Natale Zaffaroni, Con la rivale in campo (1990-1999), Siena, Il Leccio, 2002, ISBN 88-86507-78-X.
  24. ^ La gastronomia e i suoi vicoli curiosi - 6. Piazza del Mercato, su Comune di Siena. URL consultato il 3 febbraio 2011 (archiviato dall'url originale il 7 febbraio 2005).
  25. ^ È "protettore" chi, contradaiolo o meno, sulla base di un impegno morale, partecipa alla vita della contrada con una periodica contribuzione in denaro, dall'importo non inferiore a quanto stabilito dal competente organo contradaiolo.
  26. ^ a b c d Statuto (PDF), su Contrada Capitana dell'Onda. URL consultato il 6 aprile 2024.
  27. ^ a b La contrada dell’Onda rinsalda il gemellaggio con Talamone, su Siena News, 21 agosto 2013. URL consultato il 22 marzo 2024.
  28. ^ a b c d e Info Contrade - Onda, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 5 febbraio 2011.
  29. ^ I musei di Contrada, su Il Palio.org. URL consultato il 5 febbraio 2011.
  30. ^ a b Fiorini, Strade di Siena, p. 180
  31. ^ I percorsi di visita, su Contrada Capitana dell'Onda. URL consultato il 5 luglio 2019.
  32. ^ La Sede Museale, su Contrada Capitana dell'onda. URL consultato il 6 aprile 2024.
  33. ^ I "paliotti" (o "cavallini") consistono in raffigurazioni artistiche o disegni tesi a sintetizzare Palii del passato o a rappresentarne uno o più momenti salienti. Tradizione mai del tutto sopitasi a Siena, assumevano una grande importanza nella ricostruzione delle carriere prima dell'affermazione della fotografia e della cinematografia. Per approfondire: Roberto Filiani e Orlando Papei, I cavallini ovvero i disegni delle vittorie, su Il Palio.org. URL consultato il 5.07-2019.
  34. ^ Ogni contrada senese dispone di un oratorio. La relativa officiatura è affidata ad un sacerdote, che ha il titolo di "correttore" (cfr.: L'Oratorio, su palio.comune.siena.it, Sito ufficiale del Palio di Siena. URL consultato il 5 febbraio 2011 (archiviato dall'url originale il 19 agosto 2007).
  35. ^ a b Simonetta Losi, Il restauro, l'arte e la memoria (PDF), su Malborghetto, marzo 2007, p. 3. URL consultato il 21 giugno 2012 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  36. ^ a b c La Chiesa, su Contrada Capitana dell'Onda. URL consultato il 5 febbraio 2011 (archiviato dall'url originale il 30 dicembre 2013).
  37. ^ a b Ceccherini, pp. 172-178
  38. ^ a b c d Misciattelli, p. 38
  39. ^ a b c d Il Palio di Siena - Le 17 Contrade - Onda, su Comune di Siena. URL consultato il 5 febbraio 2011 (archiviato dall'url originale l'11 agosto 2011).
  40. ^ Fiorini, Strade di Siena, p. 178
  41. ^ a b c Il Chiesino, su Contrada Capitana dell'Onda. URL consultato il 5 luglio 2019.
  42. ^ Tesori, p. 33
  43. ^ Ceppari Ridolfi-Turrini, p. 100
  44. ^ Tesori, p. 13
  45. ^ Luchini, Palio XX secolo, p. 61
  46. ^ Losi, Di sacro e di profano, Mario De Gregorio, Massimo Gorelli, Accadde nel..., p. 115
  47. ^ Arturo Viligiardi, su Consorzio per la tutela del Palio di Siena. URL consultato il 4 agosto 2024.
  48. ^ a b c La Duprè, su Contrada Capitana dell'Onda. URL consultato l'8 luglio 2024.
  49. ^ a b c Tesori, pp. 49-51
  50. ^ Balestracci, pp. 207-213
  51. ^ a b Luchini, Palio XX secolo, p. 249
  52. ^ a b c d Giovanni Antonio Pecci, Onda: le Compagnie Militari, su Relazione distinta delle quarantadue contrade solite far comparsa agli spettacoli, nelle quali vien distribuito tutto il popolo di Siena, Betti, 1723. URL consultato il 5 febbraio 2010.
  53. ^ a b c d e Tesori, p. 8
  54. ^ Falassi-Betti, p. 96
  55. ^ Cenni Storici su Talamone, su Pro Loco Talamone. URL consultato il 28 aprile 2024.
  56. ^ Ceppari Ridolfi-Ciampolini-Turrini, p. 327
  57. ^ Araldica della Contrada Capitana dell'Onda, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato l'11 giugno 2012.
  58. ^ Tesori, p. 5
  59. ^ Memorie, pp. 123-124
  60. ^ a b c L'Araldica, su Contrada Capitana dell'Onda. URL consultato il 27 aprile 2024.
  61. ^ Contrada Capitana dell'Onda - Informazioni generali, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 27 aprile 2024.
  62. ^ Falassi-Betti, Giovanni Mazzini, Il microcosmo araldico, p. 72
  63. ^ Ceppari Ridolfi-Ciampolini-Turrini, Marco Ciampolini, Repertorio delle principali feste delle Contrade nei secoli XVI-XIX, p. 218
  64. ^ a b c Balestracci, p. 59
  65. ^ Ceppari Ridolfi-Ciampolini-Turrini, p. 364
  66. ^ Fiorini, p. 86
  67. ^ a b c d Petti, p. 24
  68. ^ Ceppari Ridolfi-Ciampolini-Turrini, p. 352
  69. ^ Alessandro Falassi e Giuliano Catoni, Palio - Storia di riti ed immagini della festa di Siena, Firenze, Mondadori Electa, 1986, ISBN 8843509020.
  70. ^ a b Fiorini, p. 92
  71. ^ a b c d e f Barbarulli, Simonetta Losi, A viva voce esclamavano: Pace! Pace!, pp. 109-120
  72. ^ Giuseppe Maria Torrenti, Veridico ragguaglio della Solenne Entrata fatta in Siena dalla Reale Altezza della Ser.ma Gran Principessa di Toscana Violante di Baviera Sua Governatrice li 12. Aprile 1717 e Feste susseguentemente celebrate, Descritto da Giuseppe M.a Torrenti, nell'Accademia de Rozzi detto lo Scelto, Siena, 1717.
  73. ^ Fiorini, pp. 98-99
  74. ^ Ceppari Ridolfi-Ciampolini-Turrini, p. 369
  75. ^ Le altre sette contrade sono l'Aquila, il Bruco, il Nicchio e l'Oca (che vantano il titolo di "Nobile"), nonché la Civetta ("Priora"), la Giraffa ("Imperiale") e l'Istrice ("Sovrana").
  76. ^ Capperucci-Piscini, p. 8
  77. ^ a b Cenni Storici, su Contrada Capitana dell'Onda. URL consultato il 3 febbraio 2011 (archiviato dall'url originale il 21 gennaio 2011).
  78. ^ a b c d e Fiorini, Strade di Siena, pp. 178
  79. ^ Balestracci, p. 29
  80. ^ a b Losi, Di sacro e di profano, Simonetta Losi, I Legnaioli, San Giuseppe e l'Onda tra nome, devozione e poesia, p. 37
  81. ^ Losi, Di sacro e di profano, Simonetta Losi, A regola d'arte. Il mestiere di falegname negli Statuti dell'Università dei Legnaioli, p. 64
  82. ^ Losi, pp. 20-27
  83. ^ Santo Patrono e Festa Titolare della Contrada Capitana dell'Onda: Visitazione di Maria, su Il Palio di Siena. URL consultato il 19 luglio 2012 (archiviato dall'url originale il 3 ottobre 2010).
  84. ^ Losi, Di sacro e di profano, Simonetta Losi, I Legnaioli, San Giuseppe e l'Onda tra nome, devozione e poesia, p. 57
  85. ^ Sara Rosselli, Oh che bel mestiere fare il carrettiere! (PDF), su Malborghetto, giugno 2010, p. 15. URL consultato il 21 giugno 2012 (archiviato dall'url originale il 21 luglio 2012).
  86. ^ Biliorsi, p. 13
  87. ^ Caccia dei tori del 15/08/1506, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 5 giugno 2011.
  88. ^ Caccia dei tori del 15/08/1507, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 5 giugno 2011.
  89. ^ Caccia dei tori del 15/08/1532, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 5 giugno 2011.
  90. ^ Caccia dei tori del 15/08/1536, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 5 giugno 2011.
  91. ^ Caccia dei tori del 15/08/1541, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 5 giugno 2011.
  92. ^ Caccia dei tori del 15/08/1546, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 5 giugno 2011.
  93. ^ Caccia dei tori del 15/08/1567, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 5 giugno 2011.
  94. ^ Alberto Cornice, Il galeone? Già fatto nel '500. (PDF), in Malborghetto, -giugno 2009, p. 22. URL consultato il 6 febbraio 2011 (archiviato dall'url originale l'11 gennaio 2015).
  95. ^ Memorie, p. 5
  96. ^ Memorie, Ascheri, p. VI
  97. ^ Losi, Di sacro e di profano, Simonetta Losi, I Legnaioli, San Giuseppe e l'Onda tra nome, devozione e poesia, p. 45
  98. ^ Memorie, p. 4
  99. ^ Memorie, Ascheri, p. X
  100. ^ Cecilia Mori, Il 2 luglio fra il serio e il faceto (PDF) [collegamento interrotto], in Malborghetto, -giugno 2007, p. 19. URL consultato il 6 febbraio 2011.
  101. ^ Balestracci, p. 62
  102. ^ Losi, pp. 7-8
  103. ^ Losi, 6
  104. ^ Memorie, pp. 54
  105. ^ Losi, pp. 53-55
  106. ^ a b Palio del 06/08/1581, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 5 giugno 2011.
  107. ^ a b Palio del 15/08/1581, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 5 febbraio 2011.
  108. ^ Virginia, su Il Palio.org. URL consultato il 5 febbraio 2011.
  109. ^ Ceppari Ridolfi-Ciampolini-Turrini, Marco Ciampolini, Repertorio delle principali feste delle Contrade nei secoli XVI-XIX, p. 223
  110. ^ Verdone, Virgilio Grassi, La villanella Virginia, pp. 129-133
  111. ^ a b Le vittorie, su Contrada Capitana dell'Onda. URL consultato il 5 aprile 2021.
  112. ^ Virgilio Grassi, Le Contrade di Siena e le loro feste, su ilpalio.siena.it. URL consultato il 14 giugno 2012.
  113. ^ a b Fiorini, p. 46
  114. ^ Balestracci, p. 34
  115. ^ a b Bufalata del 25/07/1599, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 5 febbraio 2011.
  116. ^ Bufalata del 01/08/1599, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 5 aprile 2024.
  117. ^ Fiorini, pp. 46-47
  118. ^ a b Bufalata del ??/??/1609, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 5 febbraio 2011.
  119. ^ Piero Torriti, Tutta Siena contrada per contrada, su ilpalio.org, Bonechi - Edizioni "Il Turismo", 1988. URL consultato il 12 luglio 2012.
  120. ^ Luchini, Palio XX secolo, p. 178
  121. ^ a b Memorie, p. 42
  122. ^ a b Pugna del ??/??/1614, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 5 febbraio 2011.
  123. ^ Bufalata del ??/??/1623, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 5 febbraio 2011.
  124. ^ Bufalata del ??/??/1630, su ilpalio.siena.it. URL consultato il 5 febbraio 2011.
  125. ^ a b Bufalata del ??/??/1639, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 5 febbraio 2011.
  126. ^ a b Palio del 14/04/1641, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 5 aprile 2021.
  127. ^ a b Palio del 09/05/1643, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 5 febbraio 2011.
  128. ^ a b Losi, p. 79
  129. ^ Palio del 14/07/1644, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 5 febbraio 2011.
  130. ^ Palio del 02/07/1666, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 10 giugno 2012.
  131. ^ a b c d Palio del 02/07/1669, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 10 giugno 2012.
  132. ^ a b c Losi, pp. 138-139
  133. ^ Palio del 02/07/1671, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 10 giugno 2012.
  134. ^ Palio del 07/06/1676, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 10 giugno 2012.
  135. ^ La Tratta è la fase di assegnazione a sorte dei cavalli alle contrade partecipanti al Palio.
  136. ^ Enrico Giannelli e Maurizio Picciafuochi, Ora come allora. Carriere e fantini dalle origini del Palio ad oggi, Siena, Edizioni Cantagalli, 2006.
  137. ^ Palio del 02/07/1679, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 6 aprile 2024.
  138. ^ Fiorini, p. 309
  139. ^ a b Palio del 17/09/1684, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 10 giugno 2012.
  140. ^ Fiorini, p. 81
  141. ^ Palio del 02/07/1692, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 10 giugno 2012.
  142. ^ a b c Memorie, pp.54-55
  143. ^ a b Fiorini, p. 84
  144. ^ a b Palio del 02/07/1703, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 10 giugno 2012.
  145. ^ Ricorsa del 16/08/1689, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 20 maggio 2024.
  146. ^ Fiorini, p. 87
  147. ^ Barbarulli, Mario Ascheri, Siena dal Sei al Settecento. Si consolidano le Contrade e il loro Palio, p. 7
  148. ^ Barbarulli, Armando Santini, Una cavalcata tra le regole della Festa. Il Palio pioneristico prima della riforma di Violante, pp. 35-36
  149. ^ a b Barbarulli, Giordano Bruno Barbarulli, Un evento memorabile nella storia delle Contrade: il Palio del 16 agosto 1713, p. 55
  150. ^ a b Memorie, p. 56
  151. ^ Fiorini, p. 88
  152. ^ a b Ricorsa del 16/08/1703, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 6 aprile 2024.
  153. ^ La Torre è anche nota come "contrada di Salicotto", dal nome della via su cui si affacciano la sede e l'oratorio del rione.
  154. ^ Barbarulli, Simonetta Losi, A viva voce esclamavano: Pace! Pace!, p. 110
  155. ^ Giuseppe Zazzaroni, Le Contrade di Siena al Palio e le vittorie della Contrada dell'Istrice, Tipolitografia San Giovanni, 1991.
  156. ^ Antonio Zazzeroni, Le Carriere nel Campo e le feste Senesi dal 1650 al 1914.
  157. ^ a b Giuseppe Zazzaroni, Le Contrade di Siena al Palio e le vittorie della Contrada dell'Istrice.
  158. ^ Barbarulli, Giordano Bruno Barbarulli, Un evento memorabile nella storia delle Contrade: il Palio del 16 agosto 1713, pp. 62-64
  159. ^ a b c Barbarulli, Giovanni Mazzini, Per sfuggire ogni litigio di già incominciato. L'assegnazione 'a mezzo' del Palio, pp. 77-86
  160. ^ a b Balestracci, p. 106
  161. ^ Tesori, pp. 8-9
  162. ^ Fiorini, pp. 93-94
  163. ^ Barbarulli, Giovanni Mazzini, Il Palio del 2 luglio 1714: è di nuovo Tartuca!, p. 93
  164. ^ Balestracci, p. 101
  165. ^ a b Barbarulli, Giovanni Mazzini, Il Palio del 2 luglio 1714: è di nuovo Tartuca!, pp. 91-100
  166. ^ Barbarulli, Armando Santini, Il Palio del 16 agosto 1714: è ancora Onda!, pp. 101-106
  167. ^ La Tartuca è altresì nota come "contrada di Castelvecchio", dal nome dell'omonima zona del centro storico di Siena su cui si estende il suo territorio.
  168. ^ Palio del 03/07/1757, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 10 giugno 2012.
  169. ^ I 72 anni senza vittorie del Leocorno rappresentano il digiuno più lungo per una Contrada nella storia del Palio. La contrada con il digiuno massimo più breve è l'Istrice, con 25 anni di attesa (dal 2 luglio 1975 al 2 luglio 2000). Fonte: Orlando Papei, Digiuni, su Il Palio.org. URL consultato il 7 aprile 2015.
  170. ^ Antonio Zazzeroni, Le Carriere nel Campo e le feste Senesi dal 1650 al 1914.
  171. ^ Palio del 02/07/1779, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 10 giugno 2012.
  172. ^ Palio del 16/08/1779, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 3 agosto 2024.
  173. ^ a b c Fantini più fedeli, su Il Palio.org. URL consultato il 15 giugno 2012.
  174. ^ Paolo Tertulliano Lombardi, Memorie di Palio a cavallo di tre secoli, Siena, 2003, ISBN 88-8272-113-2.
  175. ^ In ragione della sua bravura e di una presunta tendenza a vantarsi oltremodo delle proprie imprese, Dorino era assai inviso a molti colleghi e, in generale, a buona parte dei senesi. Per approfondire: "Ora come allora" di E. Giannelli e M. Picciafuochi. su Il Palio.org
  176. ^ Paolo Tertulliano Lombardi, Memorie di Palio a cavallo di tre secoli, Siena, Edizioni Cantagalli, 2003, ISBN 88-8272-113-2.
  177. ^ Palio del 02/07/1790, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 10 giugno 2012.
  178. ^ Antonio Francesco Bandini, Notizie sulle Contrade e sul Palio (1785-1838), a cura di Giordano Bruno Barbarulli, Siena, Tipografia Il Torchio, 2009.
  179. ^ Inno, su Contrada Capitana dell'Onda. URL consultato l'11 giugno 2012 (archiviato dall'url originale il 6 luglio 2012).
  180. ^ a b Palio dell'Assunta di mercoledì, 16 agosto 2017, su Il Palio di Siena. URL consultato il 18 agosto 2017.
  181. ^ Palio del 16/08/1802, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 10 giugno 2012.
  182. ^ Palio del 02/07/1810, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 10 giugno 2012.
  183. ^ Palio del 02/07/1819, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 10 giugno 2012.
  184. ^ Losi, Di sacro e di profano, Mario De Gregorio, Massimo Gorelli, Accadde nel..., p. 100
  185. ^ Palio del 16/07/1825, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 10 giugno 2012.
  186. ^ Palio del 15/08/1848, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 10 giugno 2012.
  187. ^ Palio del/08/1849, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 10 giugno 2012.
  188. ^ Palio del 17/08/1851, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 10 giugno 2012.
  189. ^ Palio del 15/08/1856, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 10 giugno 2012.
  190. ^ Losi, Di sacro e di profano, Mario De Gregorio, Massimo Gorelli, Accadde nel..., p. 108
  191. ^ Antonio Zazzeroni, Le Carriere nel Campo e le feste Senesi dal 1650 al 1914, su ilpalio.siena.it, Edizioni Periccioli, 1982. URL consultato il 10 giugno 2012.
  192. ^ Palio del 27/04/1860, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 10 giugno 2012.
  193. ^ Losi, Di sacro e di profano, Mario De Gregorio, Massimo Gorelli, Accadde nel..., p. 113
  194. ^ Antonio Zazzeroni, Le Carriere nel Campo e le feste Senesi dal 1650 al 1914, su ilpalio.siena.it, Edizioni Periccioli, 1982. URL consultato il 10 giugno 2012.
  195. ^ Tesori, p. 9
  196. ^ Antonio Zazzeroni, Le Carriere nel Campo e le feste Senesi dal 1650 al 1914, su ilpalio.siena.it, Periccoli, 1982. URL consultato il 10 giugno 2012.
  197. ^ Tesori, p. 10
  198. ^ Losi, Di sacro e di profano, Mario De Gregorio, Massimo Gorelli, Accadde nel..., pp. 120-121
  199. ^ Luchini, Palio XX secolo, p. 242
  200. ^ Losi, Di sacro e di profano, Mario De Gregorio, Massimo Gorelli, Accadde nel..., p. 126
  201. ^ Antonio Zazzeroni, Le Carriere nel Campo e le feste Senesi dal 1650 al 1914, su ilpalio.siena.it, Edizioni Periccioli, 1982. URL consultato il 10 giugno 2012.
  202. ^ Antonio Zazzeroni, Le Carriere nel Campo e le feste Senesi dal 1650 al 1914, su ilpalio.siena.it, Edizioni Periccioli, 1982. URL consultato il 10 giugno 2012.
  203. ^ Antonio Zazzeroni, Le Carriere nel Campo e le feste Senesi dal 1650 al 1914, su ilpalio.siena.it, Edizioni Periccioli, 1982. URL consultato il 10 giugno 2012.
  204. ^ Roberto Filiani - Natale Zaffaroni, Sul tufo - Almanacco delle vittorie dal 1900 al 1914, su ilpalio.siena.it, Betti editrice, 2006. URL consultato il 10 giugno 2012.
  205. ^ a b Luchini, Palio XX secolo, p. 210
  206. ^ Magistrato delle Contrade, Annali delle Contrade e del Palio (1969-1970), su ilpalio.siena.it, Tipografia Ancora, 1970. URL consultato il 10 giugno 2012.
  207. ^ Palio del 03/07/1908, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 10 giugno 2012.
  208. ^ Aspettando il Palio, su La Nazione, 29 giugno 2004. URL consultato il 10 giugno 2012.
  209. ^ Ferrini-Giannelli-Papei-Picciafuochi, p. 123
  210. ^ Luchini, Palio XX secolo, p. 198
  211. ^ Il "Palio a sorpresa" fu una particolare carriera straordinaria introdotta nel 1909. Si disputava, su incarico di un committente, il 17 agosto, all'indomani dell'ordinario Palio dell'Assunta. Al mattino, oltre all'estrazione delle dieci contrade partecipanti, venivano loro abbinati, sempre mediante sorteggio, i cavalli e i fantini che avevano preso parte alla carriera del giorno prima. Furono disputati due Palii a sorpresa: il 17 agosto 1909 e il 17 agosto 1919, ambedue vinti dall'Oca.
  212. ^ Palio del 17/08/1909, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 10 giugno 2012.
  213. ^ L'Oca è colloquialmente nota come "contrada di Fontebranda", in riferimento all'omonima fonte presente nel suo territorio.
  214. ^ a b c d Filiani, p. 64
  215. ^ Palio del 3 luglio 1910, in La Vedetta Senese, 4 luglio 1910. URL consultato il 10 giugno 2012.
  216. ^ Palio del 16/08/1910, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 10 giugno 2012.
  217. ^ Roberto Filiani, Daccelo! Cronache, personaggi e numeri di un secolo di Palio, su ilpalio.siena.it, Computer Copy, 2000. URL consultato il 10 giugno 2012.
  218. ^ Roberto Filiani, Daccelo! Cronache, personaggi e numeri di un secolo di Palio, su ilpalio.siena.it, Computer Copy, 2000. URL consultato il 31 luglio 2012.
  219. ^ Palio del 17/08/1920, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 7 luglio 2024.
  220. ^ Il Drago è altresì noto come "contrada di Camporegio", dall'omonima via che attraversa il rione.
  221. ^ Palio del 02/07/1921, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 10 giugno 2012.
  222. ^ Luchini, Palio XX secolo, p. 22
  223. ^ Roberto Filiani, Daccelo! Cronache, personaggi e numeri di un secolo di Palio, su ilpalio.siena.it, Computer Copy, 2000. URL consultato l'11 luglio 2012.
  224. ^ Roberto Filiani, Daccelo! Cronache, personaggi e numeri di un secolo di Palio, su ilpalio.siena.it, Computer Copy, 2000. URL consultato il 10 giugno 2012.
  225. ^ Fiorini, p. 174
  226. ^ Palio del 14/09/1928, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 6 aprile 2024.
  227. ^ a b La Contrada di Valdimontone è altresì nota come "contrada dei Servi", sia in riferimento alla Basilica di San Clemente in Santa Maria dei Servi, situata nel suo territorio, sia a via dei Servi, la quale attraversa il rione.
  228. ^ Luchini, Palio XX secolo, pp. 232-233
  229. ^ Roberto Filiani, Daccelo! Cronache, personaggi e numeri di un secolo di Palio, su ilpalio.siena.it, Computer Copy, 2000. URL consultato il 10 giugno 2012.
  230. ^ a b c d e f Luchini, Palio XX secolo, pp. 209-210
  231. ^ a b c d e Il Novecento, su Contrada Capitana dell'Onda. URL consultato il 16 luglio 2024.
  232. ^ a b c Filiani, p. 65
  233. ^ Luchini, Palio XX secolo, p. 148
  234. ^ Parnetti-Filiani, p. 54
  235. ^ Zanibelli, p. 46
  236. ^ a b Roberto Filiani, Daccelo! Cronache, personaggi e numeri di un secolo di Palio..
  237. ^ Umberto Alunni, La radio e il Palio di Siena, su Arteventi News, 30 agosto 2020. URL consultato il 6 aprile 2024.
  238. ^ Gonnelli, p. 23
  239. ^ L'Istrice è altresì noto come "contrada di Camollia", dal nome dell'omonima via in cui si trovano la sede e l'oratorio della Contrada.
  240. ^ Roberto Filiani, Daccelo! Cronache, personaggi e numeri di un secolo di Palio, su ilpalio.siena.it, Computer Copy, 2000. URL consultato il 10 giugno 2012.
  241. ^ La Lupa è nota anche come "contrada di Vallerozzi", dal nome dell'omonima via nella quale si trovano la sede e l'oratorio del rione.
  242. ^ Luca Luchini, Palio XX secolo-Una città fra realtà e leggenda, su ilpalio.siena.it, Tipografia Senese Editore, 1985. URL consultato il 10 giugno 2012.
  243. ^ Luchini, Palio XX secolo, p. 211
  244. ^ a b Luchini, Siena 1944-1950, p. 210
  245. ^ Luchini, Siena 1944-1950, p. 211
  246. ^ Il Leocorno è noto anche come "contrada di Pantaneto", dal nome dell'omonima via che attraversa il suo territorio.
  247. ^ Roberto Filiani, Daccelo! Cronache, personaggi e numeri di un secolo di Palio, su ilpalio.siena.it, Computer Copy, 2000. URL consultato il 10 giugno 2012.
  248. ^ Roberto Filiani, Daccelo! Cronache, personaggi e numeri di un secolo di Palio, su ilpalio.siena.it, Computer Copy, 2000. URL consultato il 10 giugno 2012.
  249. ^ Palio del 02/07/1954, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 10 giugno 2012.
  250. ^ Juri Guerranti, Domani il Palio di Siena, la prima volta in tv nel 1954, su Rai News 24, 1° luglio 2024. URL consultato il 20 luglio 2024.
  251. ^ Fiorini, p. 409
  252. ^ Gonnelli, p. 25
  253. ^ Luchini, Palio XX secolo, p. 299
  254. ^ Palio del 17/08/1966, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 10 giugno 2012.
  255. ^ Le 10 al Canape-Palio del 16 agosto 1966, su ilpalio.siena.it, Extempora, 1999. URL consultato il 10 giugno 2012.
  256. ^ Palio del 02/07/1969, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 10 giugno 2012.
  257. ^ Tesori, p. 36
  258. ^ Roberto Filiani, Daccelo! Cronache, personaggi e numeri di un secolo di Palio, su ilpalio.siena.it, Computer Copy, 2000. URL consultato il 10 giugno 2012.
  259. ^ La Selva è comunemente nota come "contrada di Vallepiatta", dal nome dell'omonima via che attraversa il rione.
  260. ^ Palio del 2 luglio 1980, in Il Cittadino, 23 giugno 1994. URL consultato il 10 giugno 2012.
  261. ^ Palio del 16 agosto 1980, in Il Cittadino, 24 giugno 1994. URL consultato il 10 giugno 2012.
  262. ^ Palio del 16/08/1985, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 10 giugno 2012.
  263. ^ Roberto Filiani, Daccelo! Cronache, personaggi e numeri di un secolo di Palio, su ilpalio.siena.it, Computer Copy, 2000. URL consultato il 10 giugno 2012.
  264. ^ Palio del 02/07/1995, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 10 giugno 2012.
  265. ^ Daniele Magrini, Palio un anno, 2002, su ilpalio.siena.it, Edizioni Master Graphics, 2002. URL consultato il 10 giugno 2012.
  266. ^ Palio dell'Assunta di martedì, 16 agosto 2016, su Il Palio di Siena. URL consultato il 18 agosto 2017.
  267. ^ Scheda cavallo: Porto Alabe, su Il Palio di Siena. URL consultato il 18 agosto 2017.
  268. ^ Rivalità e alleanza, su comune.siena.it. URL consultato il 23 agosto 2019 (archiviato dall'url originale il 23 agosto 2019).
  269. ^ a b c d e Onda: le alleanze e le rivalità, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 10 giugno 2012.
  270. ^ a b c d e Filiani, p. 62
  271. ^ a b Losi, pp. 76-77
  272. ^ Asinata del 15/08/1641, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 15 giugno 2012.
  273. ^ Asinata dell’8 Settembre indetta dalla Contrada dell’Onda, su Contrada Priora della Civetta. URL consultato il 29 aprile 2024.
  274. ^ a b Tesori, p. 43
  275. ^ Filiani, p. 74
  276. ^ Caterina Cataldo, Una storia in miniatura (PDF), in Malborghetto, giugno 2008, pp. 18-19. URL consultato il 6 febbraio 2011 (archiviato dall'url originale l'11 gennaio 2015).
  277. ^ a b Davide Donnini, Storia del Palio: la rivalità Onda-Torre, su Ok Siena, 9 agosto 2016. URL consultato il 15 aprile 2024.
  278. ^ Luchini, Palio XX secolo, p. 197
  279. ^ Antonio Zazzeroni, Le Carriere nel Campo e le feste Senesi dal 1650 al 1914, 1982.
  280. ^ Antonio Zazzeroni, Palio del 16 agosto 1713, su Le Carriere nel Campo e le feste Senesi dal 1650 al 1914, Ed. Periccioli, 1982. URL consultato il 25 giugno 2012.
  281. ^ a b c d Filiani, p. 63
  282. ^ Roberto Filiani, Natale Zaffaroni, Con la rivale in campo (1990-1999), Siena, Il Leccio, 2002, ISBN 88-86507-78-X.
  283. ^ Nel 1811, la Toscana era annessa al primo impero francese: come nel resto della regione, anche a Siena (capoluogo del dipartimento dell'Ombrone) il sindaco cittadino riceveva la denominazione e le funzioni dell'omologo organo francese.
  284. ^ Enrico Giannelli e Maurizio Picciafuochi, Ora come allora. Carriere e fantini dalle origini del Palio ad oggi., Siena, Cantagalli, 2006, ISBN 88-8272-271-6.
  285. ^ Paolo Tertulliano Lombardi, Memorie di Palio a cavallo di tre secoli, Siena, Cantagalli, 2002, ISBN 88-8272-113-2.
  286. ^ a b c Filiani, p. 67
  287. ^ Roberto Filiani, Daccelo! Cronache, personaggi e numeri di un secolo di Palio, su ilpalio.siena.it, Computer Copy, 2000. URL consultato il 10 giugno 2012.
  288. ^ "Il Cittadino" del 24 giugno 1994, in Il Cittadino, 24 giugno 1994. URL consultato il 3 maggio 2024.
  289. ^ Roberto Filiani, Daccelo! Cronache, personaggi e numeri di un secolo di Palio, Computer Copy, 2000.
  290. ^ a b La nostra nemica è l'Oca, su Il Palio.org. URL consultato il 16 agosto 2012.
  291. ^ Luchini, Siena 1944-1950, p. 206
  292. ^ Nella terminologia del Palio, si dice che una contrada (o meglio, i suoi contradaioli) "si purga" in occasione di una sconfitta clamorosa, in un Palio che la vedeva favorita, o nel caso di vittoria della Contrada avversaria.
  293. ^ Simonetta Losi, Aldo: la divisa e la montura (PDF), in Malborghetto, -giugno 2010, p. 35. URL consultato l'11 giugno 2012.
  294. ^ Filiani, p. 78
  295. ^ Palio del 16/08/1992 - Giustizia Paliesca, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 7 agosto 2024.
  296. ^ Palio del 16/08/1993, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 7 agosto 2024.
  297. ^ Palio del 16/08/1997 - Giustizia Paliesca, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 7 agosto 2024.
  298. ^ Palio del 16/08/2015 - Giustizia Paliesca, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 7 agosto 2024.
  299. ^ Simonetta Losi, Un'alleanza antica (PDF), in Malborghetto, -dicembre 2009, p. 9. URL consultato l'11 giugno 2012.
  300. ^ L'Onda non è l'unico rione senese ad essere alleato con due contrade fra loro avversarie: analoghi sono i casi della Civetta (alleata sia dell'Aquila che della Pantera), della Pantera (alleata al tempo stesso della Civetta e del Leocorno), nonché della Selva (alleata sia della Chiocciola che della Tartuca).
  301. ^ Roberto Filiani, Le rivalità: Nicchio-Montone, su Il Palio.org. URL consultato l'11 giugno 2012.
  302. ^ Il Nicchio è anche noto come "contrada dei Pispini", dal nome dell'omonima via in cui si trovano il museo e l'oratorio del rione.
  303. ^ Luca Luchini, Palio XX secolo-Una città fra realtà e leggenda, su ilpalio.siena.it, Tipografia Senese Editore, 1985. URL consultato il 10 giugno 2012.
  304. ^ Palio del 17/08/1966 - Giustizia paliesca, su Archivio del Palio di Siena.
  305. ^ Luchini, Palio XX secolo, p. 204
  306. ^ Roberto Filiani, Daccelo! Cronache, personaggi e numeri di un secolo di Palio, su ilpalio.siena.it, Computer Copy, 2000. URL consultato il 15 giugno 2012.
  307. ^ Fantini - Primo Palio, su Il Palio.org. URL consultato il 12 luglio 2013.
  308. ^ Cavallo: Montalcino, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 23 aprile 2024.
  309. ^ Orlando Papei, I cavalli più fedeli - Onda, su Il Palio.org. URL consultato il 5 luglio 2024.
  310. ^ Orlando Papei, Massimo numero di Palii persi consecutivamente, su Il Palio.org. URL consultato il 20 giugno 2012 (archiviato dall'url originale il 7 luglio 2013).
  311. ^ Palio del 14/04/1641-Cronache e notizie, su Archivio del Palio di Siena. URL consultato il 5 aprile 2021.
  312. ^ Enrico Giannelli, Maurizio Picciafuochi, Ora come allora - Carriere e fantini dalle origini del Palio ad oggi, su ilpalio.siena.it, Cantagalli, 2006.
  313. ^ A partire dalla sua istituzione (in occasione del Palio del 16 agosto 1950) fino a tutto il 1959, per ogni Palio (ordinario o straordinario) disputato nel medesimo anno veniva assegnato un Masgalano. Dal 1960 al 1969 è stato conferito un Masgalano per ogni biennio, e quindi in relazione a quattro Palii ordinari, più un ulteriore Masgalano per ogni Palio straordinario. A partire dal 1970 fino ad oggi, il Masgalano viene assegnato annualmente e fa riferimento ai Palii ordinari di quell'anno; per ogni Palio straordinario viene attribuito un ulteriore Masgalano. Per tale motivo, il Masgalano vinto dall'Onda nel 1955 fa riferimento al solo Palio di agosto; i due premi successivi sono relativi ad entrambe le carriere ordinarie del 1977 e del 1989; infine, il Masgalano del 2000 fa riferimento al solo Palio straordinario del 9 settembre di quell'anno.
  314. ^ Memorie, p. 38
  315. ^ Fiorini, p. 48
  316. ^ Antonio Zazzeroni, Le Carriere nel Campo e le feste Senesi dal 1650 al 1914, Siena, Edizioni Periccioli, 1982.
  317. ^ Antonio Zazzeroni, Le Carriere nel Campo e le feste Senesi dal 1650 al 1914, Edizioni Periccioli, Siena, 1982.
  318. ^ Fiorini, p. 79
  319. ^ Fiorini, p. 80
  320. ^ AA.VV., L'immagine del Palio. Storia cultura e rappresentazione del rito di Siena, Siena, Monte dei Paschi di Siena, 2003.
  321. ^ Fiorini, p. 53
  322. ^ Aldo Giannetti, Il Minimasgalano, su Il Palio.org.
  323. ^ Fanno eccezione gli anni dei cappotti della Tartuca (1933), della Giraffa (1997) e della Lupa (2016), in occasione di ciascuno dei quali la contrada vincitrice celebrò l'impresa pubblicando un solo Numero Unico.
  324. ^ I Numeri Unici delle Contrade - Onda, su Il Palio.org.
  325. ^ Ondeon, su Contrada Capitana dell'Onda. URL consultato il 6 aprile 2024.
  326. ^ Siena, il grande ritorno di Ondeon: i cittini delle contrade fanno spettacolo al Teatro dei Rozzi, su RadioSienaTV, 14 aprile 2023. URL consultato il 6 aprile 2024.

Bibliografia

  • Mario Ascheri, Alberto Cornice, Emilio Ricceri e Armando Santini (a cura di), Memorie della Compagnia di San Salvatore. Contrada dell'Onda (Siena 1524-1764), Siena, Industria Grafica Pistolesi, 2004. ISBN non esistente
  • AA.VV., 16 agosto 1713. Il Palio a mezzo, a cura di Giordano Bruno Barbarulli, Monteriggioni, Tipografia Torchio, 2014. ISBN non esistente
  • AA.VV., Di sacro e di profano, a cura di Simonetta Losi, Monteriggioni, Il Leccio, 2011. ISBN non esistente
  • AA.VV., L'immagine del Palio - Storia cultura e rappresentazione del rito di Siena, a cura di Maria A. Ceppari Ridolfi, Marco Ciampolini e Patrizia Turrini, Siena, MPS, 2001, ISBN 88-404-1171-2.
  • AA.VV., Il Palio - La festa della città, a cura di Alessandro Falassi e Luca Betti, Siena, Betti Editrice, 2010, ISBN 8886417993.
  • AA.VV., Siena. La città del Palio, a cura di Mario Verdone, Siena, Betti Editrice, 2017, ISBN 8875765294.
  • AA.VV., Contrada Capitana dell'Onda, a cura di Corriere di Siena, collana Tesori e Memorie di Contrada, Monteriggioni, TAP Grafiche, 2007. ISBN non esistente
  • Duccio Balestracci, Il Palio di Siena - Una festa italiana, Roma-Bari, Editori Laterza, 2019, ISBN 8858136217.
  • Antonio Francesco Bandini, Notizie sulle Contrade e sul Palio (1785-1838), a cura di Giordano Bruno Barbarulli, Siena, Tipografia Il Torchio, 2009.
  • Massimo Biliorsi, Siena - Le stagioni del Palio, Siena, Edizioni Il Leccio, 2013, ISBN 8898217021.
  • Mino Capperucci e Odoardo Piscini, Il Palio raccontato. Bibliografia ragionata e ragionevole sul Palio di Siena, Empoli, Ibiskos Editrice Risolo, 2008, ISBN 8854604151.
  • Daniele Ceccherini, Gli oratori delle contrade di Siena, Siena, Betti Editrice, 2015, ISBN 9788875763329.
  • Maria Assunta Ceppari Ridolfi e Patrizia Turrini, Siena e l'acqua. Storia e immagini della città e delle sue fonti, Siena, Nuova Immagine Editrice, 1997, ISBN 8871451392.
  • Alessandro Falassi e Giuliano Catoni, Palio - Storia di riti ed immagini della festa di Siena, Firenze, Mondadori Electa, 1986, ISBN 8843509020.
  • Alessandro Ferrini, Enrico Giannelli, Orlando Papei e Maurizio Picciafuochi, Fantini brava gente. Disavventure giudiziarie dei fantini del passato, Siena, Betti Editore, 2014, ISBN 8875763771.
  • Contrada Capitana dell'Onda, Libro secondo di deliberazioni (1604-1673) - Archivio della Contrada Capitana dell'Onda - I Quaderni dell'Onda 3, a cura di Simonetta Losi, Siena, Betti Editrice, 1999. ISBN non esistente
  • Roberto Filiani, "Daccelo!" - Cronache, personaggi e numeri di un secolo di palio, Siena, Computer Copy, 2000. ISBN non esistente
  • Roberto Filiani e Natale Zaffaroni, Con la rivale in campo (1990-1999), Siena, Il Leccio, 2002, ISBN 88-86507-78-X.
  • Roberto Filiani e Natale Zaffaroni, Con la rivale in campo (1960-1989), Siena, Il Leccio, 2003, ISBN 978-88-86507-87-5.
  • Roberto Filiani e Natale Zaffaroni, Sul tufo. Almanacco delle vittorie dal 1900 al 1914. Vol. 1, Siena, Betti Editrice, 2006, ISBN 978-88-7576-071-7.
  • Alberto Fiorini, Storia del Palio per immagini, Ospedaletto, Pacini Editore, 2019, ISBN 978-88-6995-339-2.
  • Alberto Fiorini, Strade di Siena, Pisa, Pacini Editore, 2017, ISBN 8869952118.
  • Siena Enrico Giannelli e Maurizio Picciafuochi, Ora come allora: carriere e fantini dalle origini del Palio ad oggi, Cantagalli, 2006, ISBN 88-8272-271-6.
  • Girolamo Gigli, Diario Sanese, in cui si veggono tutti gli avvenimenti della città, e stato di Siena, con la notizia di molte nobili famiglie di Essa. Parte seconda, Lucca, 1723. ISBN non esistente
  • Lorenzo Gonnelli, Sguardi sul Palio 1954-2022. Una narrazione su scala globale, Siena, Betti Editrice, 2023, ISBN 8875768056.
  • Virgilio Grassi, Le Contrade di Siena e le loro feste, il Palio attuale, Siena, Periccioli, 1972. ISBN non esistente
  • Paolo Tertulliano Lombardi, Memorie di Palio a cavallo di tre secoli, Siena, Edizioni Cantagalli, 2003, ISBN 88-8272-113-2.
  • Simonetta Losi (a cura di), I quaderni dell'Onda 3. Libro secondo di deliberazioni (1604-1673), Siena, Betti Editrice, 1999. ISBN non esistente
  • Luca Luchini, Siena 1944-1950. Le Contrade tornano a sorridere, Siena, Il Leccio, 2010, ISBN 8889184507.
  • Luca Luchini, Palio XX secolo-Una città fra realtà e leggenda, Siena, Tipografia Senese, 1985. ISBN non esistente
  • Magistrato delle Contrade, Annali delle Contrade e del Palio (1969-1970), Siena, Ancora, 1970. ISBN non esistente
  • Daniele Magrini, Palio un anno, 2002: i fatti e le emozioni da ricordare, Siena, Master Graphics, 2002. ISBN non esistente
  • Piero Misciattelli, Il Palio di Siena, illustrazioni di Duilio Cambellotti, Roma, Casa Editrice Novissima, 1932. ISBN non esistente
  • Roberto Parnetti e Roberto Filiani, Tripolino fantino gentiluomo, Arezzo, Letizia Editore, 2018, ISBN 88-95520-44-0.
  • Giovanni Antonio Pecci, Relazione distinta delle quarantadue contrade solite far comparsa agli spettacoli, nelle quali vien distribuito tutto il popolo di Siena, Siena, Betti, 1723. ISBN non esistente
  • Rita Petti, L’araldica delle Contrade di Siena, Siena, Betti Editrice, 2008, ISBN 9788875763374.
  • Francesco Zanibelli, I fantini della montagna. Storie e aneddoti dal Monte Amiata, Siena, Betti Editrice, 2022, ISBN 9788875767587.
  • Giuseppe Zazzaroni, Le Contrade di Siena al Palio e le vittorie della Contrada dell'Istrice, Siena, Tipolitografia San Giovanni, 1991. ISBN non esistente
  • Antonio Zazzeroni, Le Carriere nel Campo e le feste Senesi dal 1650 al 1914, Siena, Periccioli, 1980. ISBN non esistente

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

Controllo di autoritàVIAF (EN146423297 · GND (DE10151444-X · WorldCat Identities (ENviaf-146423297