Cittadella di Ancona
Cittadella o Fortezza di Ancona | |
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La tenaglia d'ingresso dopo il restauro del 2024 | |
Ubicazione | |
Stato | Repubblica di Ancona Stato Pontificio |
Stato attuale | Italia |
Regione | Marche |
Città | Ancona |
Indirizzo | Via della Cittadella |
Coordinate | 43°36′48.56″N 13°30′31.02″E |
Informazioni generali | |
Tipo | Cittadella |
Stile | Rinascimentale |
Costruzione | 1532-1538 |
Costruttore | Antonio da Sangallo il Giovane |
Materiale | laterizi |
Condizione attuale | Parzialmente restaurata |
Proprietario attuale | Regione Marche |
Visitabile | No |
Informazioni militari | |
Funzione strategica | Fortezza |
Azioni di guerra | 1799, 1849, 1860 |
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La Cittadella o Fortezza[1] di Ancona è una grande opera militare rinascimentale, opera di Antonio da Sangallo il Giovane, uno dei padri del fronte bastionato all'italiana, ossia delle mura a prova di cannone. Sorge sulla cima del colle Astagno, in posizione panoramica, affacciata sulla città e sul porto.
La Fortezza confina a sud con il Parco della Cittadella, che da essa prende il nome.
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]La Fortezza di Ancona, situata sulla sommità del colle Astagno, ha la forma di una stella pentagonale, irregolare per adattarsi all'orografia del terreno. Questa forma ha una valenza simbolica: il numero 5 è collegato all'idea di potenza dell'uomo ed è ricorrente nelle fortificazioni rinascimentali[2]. I cinque bastioni hanno le denominazioni elencate di seguito, a partire dall'ingresso e procedendo verso destra.
- Bastione della Campana, diretto verso il porto e collegato da una cortina muraria alla Porta di Capodimonte, sino al XVIII secolo porta d'ingresso principale della città per chi proveniva da nord.
- Bastione Gregoriano, diretto verso la strada che conduceva a nord, originariamente era denominato "Cavaliere a basso".
- Bastione del Giardino, diretto verso la strada che portava a ovest e inserito all'interno del campo trincerato, ora occupato dal Parco della Cittadella.
- Bastione della Guardia, diretto verso Piazza Grande (ora Piazza del Papa), piazza principale della città tra il XV e il XIX secolo; originariamente era denominato "Bastione della Gran Guardia".
- Bastione della Punta, diretto verso la strada che portava a sud e collegato dalla cinta muraria cittadina alle fortificazioni di Monte Cappuccini. Nel VII secolo assunse i nomi di "Barberino" e "Sant'Andrea".
Il punto di massima altezza è la Torraccia, il mastio centrale; alla gola del Bastione del Giardino il Sangallo realizzò l'edificio più imponente della fortificazioni, originariamente coronato da merlature e cannoniere. Oggi è coperto da un tetto a doppio spiovente ed ospita al piano più alto una vasta sala, realizzata nel periodo post-unitario, durante il quale Ancona rivestiva il ruolo di piazzaforte di prima classe del Regno d'Italia; costituiva l'armeria princiaple della piazzaforte e ospitava migliaia di fucili, accolti da rastrelliere, ancora conservate. La Torraccia (o Belvedere) è collegata all'edificio anzidetto da un'alta cortina marciaronda, sostenuta da archi. Al centro della Fortezza si apre la piazza d'armi[3]
- Massimo Di Matteo, Cittadella, in Ancona Pontificia - l'Ottocento, un inventario urbano, a cura di Michele Polverari, Ancona, Tecnoprint, 1994.
Nel sottosuolo della Fortezza si dipana una rete di sotterranei che si estendono su più livelli, per permettere l'accesso alle casematte, alle riserve d'acqua potabile e alla postierla, occultata nel terreno ad una certa distanza dalle mura.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]L'origine
[modifica | modifica wikitesto]Venne eretta a partire dal 1532 dall'architetto Antonio da Sangallo il Giovane[4], autore anche delle coeve Rocca Paolina di Perugia e Fortezza da Basso di Firenze. Queste tre fortificazioni furono alla base dell'affermazione della politica di papa Clemente VII nell'Italia centrale. Il papa cercava infatti di reagire al sacco di Roma che aveva indebolito il suo prestigio e il suo potere economico.
Le tre fortificazioni citate hanno una notevole importanza nella storia dell'architettura militare, in quanto furono fra i primi esperimenti di fronte bastionato all'italiana, ovvero di mura in grado di resistere alle armi da fuoco; infatti queste opere di Antonio da Sangallo il Giovane servirono da esempio per le fortificazioni in tutta Italia ed Europa. Sangallo progettò anche le nuove mura e il bastione che porta il suo nome nella vicina Loreto, a protezione della Basilica della Santa Casa.
La Cittadella fu dunque costruita a spese dello Stato della Chiesa e fu accettata dal libero comune di Ancona, che sperava, con la sua presenza, di sventare gli attacchi delle navi corsare turche. La nuova fortificazione fu invece utilizzata da papa Clemente VII come cavallo di Troia, che tenendo sotto tiro il centro della città e tutte le vie di accesso, portò nel 1532 alla fine della Repubblica marinara di Ancona e alla sua caduta nelle mani dello Stato pontificio.
Dal punto di vista militare la Fortezza giocò un ruolo importante nel corso di vari assedi e specialmente:
- durante l'assedio del 1799 sostenuto dai francesi che occupavano Ancona contro le forze austro-russo-turche;
- durante l'assedio del 1849, sostenuto dai patrioti risorgimentali difesero la città contro le truppe austriache;
- durante l'assedio del 1860, sostenuto dalle truppe austriache che difendevano il dominio pontificio contro le truppe del Regno di Sardegna. La presa di Ancona da parte delle forze sarde portò all'unificazione delle Marche e dell'Umbria, fatto che a sua volta permise di collegare le regioni del Nord entrate nel Regno in seguito alla Seconda guerra d'indipendenza con quelle del Sud appena conquistate da Garibaldi con l'Impresa dei Mille. L'anno successivo, 1861, fu così possibile la proclamazione del Regno d'Italia[5].
Dopo L'Unità d'Italia
[modifica | modifica wikitesto]Dopo il 1860, anno in cui Ancona entra nel Regno d'Italia, alla sommità della Cittadella venne costruita una monumentale armeria per contenere le migliaia di fucili necessari a difendere la città, da poco dichiarata da Vittorio Emanuele II "piazzaforte di prima classe". Ancor oggi le rastrelliere necessarie a sostenere le armi si sono conservate, e la veduta del loro insieme è assai suggestiva.
L'abbandono
[modifica | modifica wikitesto]Dopo il terremoto del 1972 la poderosa fortificazione, che era ancora adibita ad usi militari, venne abbandonata; seguirono più di tre decenni di incuria, durante i quali le strutture vennero danneggiate, mentre l'area acquisiva un valore naturalistico particolare, con la nascita spontanea di specie della macchia mediterranea nelle aree non edificate e di capperi sulle antiche mura.
Negli anni settanta il campo trincerato adiacente alla Fortezza passò dal demanio militare al comune e al suo interno fu inaugurato il Parco della Cittadella, che allora era il più vasto parco urbano di Ancona; una scala di tubi Innocenti venne costruita tra il parco e la Cittadella, rendendola accessibile per la prima volta alla cittadinanza. Dopo alcuni anni la scala venne prima chiusa e poi smontata, lasciando al degrado l'antica fortificazione rinascimentale. Il nome del parco si riferisce al fatto che da esso, con la scala già citata, inizialmente si poteva accedere alla confinante Cittadella.
Nel 2003 la Cittadella fu acquistata dalla Regione Marche, che ne è l'attuale proprietaria.
Nonostante la rimozione della scala e la chiusura dell'unico ingresso, la Fortezza era comunque esplorata dai ragazzi della città, che l'avevano denominata "le Casematte", perché esplorandone i sotterranei, vi leggevano le antiche targhe di segnalazione, in molte delle quali ricorre il termine "casamatta"[6].
La rete dei sotterranei, ben conosciuta dagli esploratori abusivi e descritta nei testi nel frattempo editi[7], era semisconosciuta a livello istituzionale, tanto che nel corso dei lavori di restauro del 2024 si parlò della scoperta "di cunicoli e camere ipogee"[8].
Errori di denominazione
[modifica | modifica wikitesto]Quando finalmente iniziarono i restauri, le istituzioni e i giornali, dimentichi del nome reale del monumento e pensando che il termine "Cittadella" indicasse il parco adiacente, cominciarono ad indicare l'antica fortificazione con il nome di Fortezza Sangallo, scorretto storicamente e mai usato[9]; a volte è stata chiamata rocca della Cittadella[10], anche se il termine "rocca" è improprio, in quanto si riferisce a fortificazioni pienamente medievali o di transizione tra quelle medievali e quelle rinascimentali, mentre la Cittadella di Ancona è pienamente rinascimentale. Addirittura è stata utilizzata anche l'espressione rocca San Gallo[11] (storpiando il nome del progettista), quando invece da secoli, sulle carte e nell'uso popolare, è chiamata semplicemente Cittadella o Fortezza, senza bisogno di altre specificazioni[12]. Questi errori di denominazione sono da attribuire al lungo periodo di abbandono che ha subito il monumento, durato dal 1973 al 2008. Mentre si diffondevano a livello istituzionale le denominazioni errate, a livello popolare e giovanile la Fortezza cominciò ad essere chiamata con il nome di "Casematte"[13], che trae origine dalle targhe marmoree situate storicamente negli incroci della rete di cunicoli, che servivano di orientamento ai soldati.
La Cittadella non va confusa con l'omonimo Parco della Cittadella[13], che occupa il limitrofo Campo Trincerato (sempre del Cinquecento, ma costruito qualche decennio dopo) e che deve la sua denominazione al fatto che negli anni settanta del Novecento, come già accennato, il Campo Trincerato e la Cittadella erano stati collegati tramite una scala e li si consideravano perciò entrambi parte del parco appena inaugurato.
Sede del Segretariato permanente dell'Iniziativa Adriatico Ionica
[modifica | modifica wikitesto]Il 19 giugno 2008 la Fortezza di Ancona è divenuta sede del Segretariato permanente dell'Iniziativa Adriatico Ionica, emanazione del Ministero degli Esteri e ed organizzazione internazionale che promuove la collaborazione tra Italia, Slovenia, Croazia, Montenegro, Serbia, Albania, Bosnia ed Erzegovina, Macedonia del Nord, San Marino e Grecia, al fine di favorire il processo di integrazione nell'Unione Europea dei paesi membri. Diventando sede di un tale organismo, per la Cittadella è stato eseguito un restauro importante, che ha interessato parte del bastione della Guardia, compresa la galleria d'ingresso[14]. Non è stato restaurato, però, il pluricentenario argano in legno che serviva per alzare il ponte levatoio[15].
Restauro
[modifica | modifica wikitesto]Nel 2018, restaurata solo la metà del Bastione della Guardia, tutto il resto dell'antica fortificazione era in uno stato di degrado avanzato e il sindaco della città firmò un'ordinanza con la quale ha dichiarato inagibile tutto il complesso, tranne la piccola parte già restaurata, con la sede del Segretariato dell'Iniziativa Adriatico Ionica[16][14].
Nel luglio del 2020, il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli ha dichiarato che la Regione si farà carico del "recupero e riqualificazione del complesso della Cittadella di Ancona", compreso il "complesso e affascinante reticolo di cunicoli sotterranei", in base a quanto previsto dal Piano Operativo “Cultura Turismo” gestito dal Ministero dei Beni Culturali. Per il primo lotto era previsto un finanziamento di tre milioni di euro e avrebbe dovuto comprendere il restauro del Bastione della Campana, del Bastione Gregoriano, del marciaronda e della Torraccia; le tappe sarebbero dovute essere queste: procedure di gara avviate entro il 30 giugno 2021, progettazione entro il 2020 e termine lavori entro il 2023[14][17].
A marzo 2023 sono iniziati i lavori di restauro delle mura esterne e di consolidamento del Bastione Gregoriano, attualmente in corso. Ulteriori lavori interessanno successivamente l'intero complesso monumentale[18].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ "Fortezza" è il nome storicamente e popolarmente corrente della fortificazione.
- ^ Mezzetti Carlo, Pugnaloni Fausto, Dell'architettura militare: l'epoca dei Sangallo e la Cittadella di Ancona, Edizioni Errebi - Ancona 1984;
- ^
- Massimo Coltrinari, L'ultima difesa pontificia di Ancona, 7-29 settembre 1860: La piazzaforte, Roma, Edizioni Nuova Cultura, Anno 2012, p. 105, ISBN 9788861348882.
- ^ Il Sangallo fu forse affiancato nella progettazione da Antonio Labacco e Bartolomeo de Rocchi, nel 1532-1539. Successivamente operarono alla Cittadella e nell'adiacente campo trincerato alcuni tra i migliori architetti militri del Cinquecento: nel 1534 Pierfrancesco Fiorenzuoli, nel 1538-1540 Girolamo Marini, nel 1550-1555 e di nuovo dal 1571 Giovanbattista Pelori, nel 1570 Francesco Paciotto, nel 1562 Francesco Lavarelli, nel 1567 Gaicomo Fontana e nel 1570 Pellegrino Tibaldi. Si veda: Massimo Coltrinari, L'ultima difesa pontificia di Ancona, 7-29 settembre 1860: La piazzaforte, Roma, Edizioni Nuova Cultura, Anno 2012, p. 105, ISBN 9788861348882.
- ^ Massimo Coltrinari, L'ultima difesa pontificia di Ancona, su books.google.it.
- ^ Gunter Spiegelmann & Marco Benedettelli, Casematte, su argonline.it. URL consultato il 4 novembre 2024.
- ^ * Carlo Mezzetti e Fausto Pugnaloni, Dell'architettura militare: l'epoca dei Sangallo e la Cittadella di Ancona, Edizioni Errebi - Ancona 1984;
- Fabio Mariano, Architettura militare del '500 in Ancona. Dal Sangallo al Fontana. Con la trascrizione del Codice Vaticano latino 13325 di Giacomo Fontana (1588/89), presentazione di Werther Angelini, Ed. Quattroventi, Urbino 1990. ISBN 8839201734.
- ^ La fortezza della Cittadella ripulita. Spuntano cunicoli e camere ipogee: "Tesori rimasti nascosti per secoli", su ilrestodelcarlino.it. URL consultato il 4 novembre 2024.
- ^ Fortezza Sangallo, su comune.ancona.it. URL consultato il 6 novembre 2024 (archiviato dall'url originale il 12 aprile 2013).
- ^ L'errata denominazione è presente in alcune pagine dei siti ufficiali della regione Marche e del Comune di Ancona (in cui è chiamato Rocca della Cittadella). Si veda:
- Convenzione Regione-Mit per i lavori alla Cittadella di Ancona, su regione.marche.it. URL consultato il 4 novembre 2024.
- Consegnati i lavori per il recupero della Cittadella di Ancona, su regione.marche.it. URL consultato il 4 novembre 2024.
- Venti anni di trekking urbano ad ancona: alla Cittadella il 29 ottobre l’edizione 2023, su comuneancona.it. URL consultato il 4 novembre 2024.
- Adriatic Mediterranea Festival 2013, su aii-ps.org. URL consultato il 4 novembre 2024.
- Slovenian ambassador in Rome visits the AII permanent secretariat, su aii-ps.org. URL consultato il 4 novembre 2024.
- Parco della Cittadella, su comuneancona.it. URL consultato il 4 novembre 2024.
- ^ Emanuele Garofalo, Macroregione, adesso si fa sul serio, in Mondo Lavoro, n. 7, novembre 2016, anno XXIII (p. 114)
- ^
- Mappa storica (JPG), su visitancona.com. URL consultato il 4 novembre 2024.
- Carlo Mezzetti e Fausto Pugnaloni, Dell'architettura militare: l'epoca dei Sangallo e la Cittadella di Ancona, Edizioni Errebi - Ancona 1984.
- ^ a b Cittadella, su isedicifortidiancona.com. URL consultato il 4 novembre 2024.
- ^ a b c Badaloni Giovanna, Oltre il muro. Verso nuovi scenari di valorizzazione e riuso della Cittadella di Ancona, a cura di Cardaci, A., Picchio, F., Versaci, A., ReUSO 2024. Documentazione, restauro e rigenerazione sostenibile del patrimonio costruito. Atti del Convegno Internazionale ReUSO 2024. Documentation, Restoration and Reuse of Heritage - 12th Edition. Bergamo, 29-31 ottobre 2024, Alghero, Publica, pp. 726-737. ISBN 9788899586454.
- ^ Sito "I sedici forti di Ancona", Cittadella
- ^ Sito Cronache Ancona, 25 maggio 2018, articolo Cittadella a pezzi
- ^ Sito ufficiale della Regione Marche, Luca Ceriscioli : Interventi a favore di Ancona, una sommatoria di positività
- ^
- Cittadella: il restauro delle mura e l’attenzione agli alberi, su vivereancona.it. URL consultato il 3 novembre 2024.
- Convenzione Regione-Mit per i lavori alla Cittadella di Ancona, su regione.marche.it.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Mezzetti Carlo, Pugnaloni Fausto, Dell'architettura militare: l'epoca dei Sangallo e la Cittadella di Ancona, Edizioni Errebi - Ancona 1984;
- Mariano Fabio, Architettura militare del '500 in Ancona. Dal Sangallo al Fontana. Con la trascrizione del Codice Vaticano latino 13325 di Giacomo Fontana (1588/89), presentazione di Werther Angelini, Ed. Quattroventi, Urbino 1990. ISBN 8839201734
- Luchetti Glauco, Ancona città fortificata, Libreria Fogola, Ancona, 1996.
- Massimo Coltrinari, L'ultima difesa pontificia di Ancona, 7-29 settembre 1860: La piazzaforte, Roma, Edizioni Nuova Cultura, Anno 2012, p. 105. ISBN 9788861348882.
- Badaloni Giovanna, Oltre il muro. Verso nuovi scenari di valorizzazione e riuso della Cittadella di Ancona. In: Cardaci, A., Picchio, F., Versaci A. (Eds.), ReUSO 2024. Documentazione, restauro e rigenerazione sostenibile del patrimonio costruito. Atti del Convegno Internazionale ReUSO 2024. Documentation, Restoration and Reuse of Heritage - 12th Edition. Bergamo, 29-31 ottobre 2024. Publica, Alghero, 2024, pp. 726-737. ISBN 9788899586454
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]- Parco della Cittadella di Ancona
- Forte Altavilla
- Caserma Villarey
- Lunetta Santo Stefano
- Parco del Cardeto
Altri progetti
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