Chinaldina
Chinaldina | |
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Nome IUPAC | |
2-metilchinolina | |
Caratteristiche generali | |
Formula bruta o molecolare | C10H9N |
Massa molecolare (u) | 143,19 g/mol |
Numero CAS | |
Numero EINECS | 202-085-1 |
PubChem | 7060 |
SMILES | CC1=NC2=CC=CC=C2C=C1 |
Proprietà chimico-fisiche | |
Densità (g/cm3, in c.s.) | 1,058 g/cm3 |
Temperatura di fusione | &minus 2 °C |
Temperatura di ebollizione | 248 °C |
Indicazioni di sicurezza | |
Frasi H | 302 - 312 - 319 |
Consigli P | 264 - 270 - 280 - 301+312 - 302+352 - 305+351+338 - 312 - 322 - 330 - 337+313 - 363 - 501 Scheda ECHA |
La chinaldina, sistematicamente 2-metilchinolina, è un composto chimico eterociclico. È costituito da uno scheletro di chinolina, che viene sostituito nella posizione 2 con un gruppo metilico.
Estrazione e sintesi
[modifica | modifica wikitesto]La chinaldina si trova a circa lo 0,2% nel catrame di carbone e può essere ottenuta da esso mediante processi adatti. La chinaldina viene trasferita alla frazione metilnaftalenica insieme alla chinolina e all'isochinolina quando il catrame viene distillato. Dopo l'estrazione con acido solforico, la chinaldina viene separata da questi mediante precipitazione con ammoniaca .
La chinaldina può essere ottenuta sinteticamente mediante una sintesi di Skraup da anilina e paraldeide o crotonaldeide[1]
Utilizzo
[modifica | modifica wikitesto]La chinaldina viene utilizzata per produrre coloranti come il pinacianolo, il giallo di chinolina o il rosso di chinaldina. È stato dimostrato che il solfato di chinaldina può essere utilizzato come anestetico per il trasporto di pesce.[2]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) Gerd Collin e Hartmut Höke, Ullmann's Encyclopedia of Industrial Chemistry, Wiley-VCH Verlag GmbH & Co. KGaA, 15 giugno 2000, pp. a22_465, DOI:10.1002/14356007.a22_465, ISBN 978-3-527-30673-2. URL consultato il 6 febbraio 2021.
- ^ (EN) George C. Blasiola, Quinaldine sulphate, a new anaesthetic formulation for tropical marine fishes, in Journal of Fish Biology, vol. 10, n. 2, 1977-02, pp. 113–119, DOI:10.1111/j.1095-8649.1977.tb04048.x. URL consultato il 6 febbraio 2021.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Klaus Weissermel, Hans-Jürgen Arpe, Charlet R. Lindley, "Industrial organic chemistry", ed.4, Wiley-VCH, 2003, pp.165-192. ISBN 3-527-30578-5
- Elvers, Barbara. e Bellussi, Giuseppe., Ullmann's encyclopedia of industrial chemistry, 7th, completely rev. ed, Wiley-VCH, 2011, ISBN 978-3-527-32943-4,
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
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