Chiesa di San Giovanni Battista (Riva del Garda)
Chiesa di San Giovanni Battista | |
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Stato | Italia |
Regione | Trentino-Alto Adige |
Località | Riva del Garda |
Coordinate | 45°53′39.1″N 10°49′47.7″E |
Religione | originariamente cattolica, ora in rovina |
Titolare | Giovanni Battista |
La chiesa di San Giovanni Battista è una chiesa cristiana in rovina situata nel comune di Riva del Garda, in provincia di Trento; è posta lungo la strada della Pinza che, da Riva, sale sul monte Rocchetta[1].
Storia
[modifica | modifica wikitesto]L'edificio sorse in epoca imprecisata non come chiesa, bensì per scopi militari: si trattava di una torre d'avvistamento posta a sorvegliare la strada della Pinza, antica e importantissima via di transito che, scalando il monte Rocchetta, portava da Riva alla val di Ledro e quindi in Lombardia; scavi archeologici al suo interno hanno altresì evidenziato reperti risalenti a molte epoche diverse[1][2].
Cessata la sua funzione militare venne riconvertita in luogo di culto, sfondando una delle pareti per aggiungervi l'abside. Non è chiaro quando ciò sia avvenuto, né perché la scelta dell'intitolazione sia ricaduta sul Battista: sicuramente era già stata adattata a chiesa entro il 1274, quando viene citata negli statuti di Riva avente funzione di limite oltre il quale non era consentito il legnatico (proibizione che rimase in vigore per secoli); nelle epoche successive viene menzionata in vari atti, spesso ancora in funzione di demarcazione del territorio[1][2]. Nel corso del Quattrocento vi venne costruito vicino un fortino da parte di Niccolò Piccinino, ora scomparso[1].
A partire dal XV secolo l'edificio ha fortune alterne; nel 1475 ne venne nominato custode un tal Iacobus murator (che aveva in carico anche le vicine chiese di San Brizio e Santa Maria Maddalena), per evitare che venisse adibita a scopi profani; nel 1488 era in condizioni precarie, e venne affidata ad un tal Martino Asiati; sono documentati lavori imprecisati l'anno seguente, ma negli atti dei due secoli successivi emerge che la struttura (che avrebbe dovuto essere mantenuta dalla comunità di Riva) era lasciata sostanzialmente a sé stessa, al di là delle occasionali cure degli eremiti di Santa Maria Maddalena che l'avevano in custodia; nel 1694 venne quindi sospesa al culto[1].
Durante l'invasione del Trentino del 1703 venne gravemente danneggiata dalle truppe francesi del Vendôme; da quel momento, nonostante alcune spese per la manutenzione e la frequentazione una volta l'anno per la processione del Venerdì Santo, l'edificio cominciò ad andare in rovina, e nel 1723 le sue condizioni erano talmente gravi che venne minacciata la sospensione a divinis per il sacerdote che si fosse azzardato a celebrarvi la Messa[1][2].
L'autorità vescovile ne ordinò la demolizione a più riprese (nel 1708, nel 1750 e poi di nuovo nel 1751), che però non venne mai eseguita; le rovine rimasero sommerse dalla vegetazione fino agli anni Novanta, quando vennero ripulite e consolidate per iniziativa della "Associazione Amici del Museo Civico di Riva del Garda"; nella stessa occasione venne anche recuperato un affresco frammentario raffigurante il leone di San Marco[1][2]. Al 2012 però i ruderi erano nuovamente in stato di abbandono[2].
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Roberto Codroico, Maria Luisa Crosina, Mauro Grazioli, Ferdinando Martinelli, Francesca Odorizzi, Marina Poian, Romano Turrini, Ecclesiae - Le chiese nel Sommolago, Il Sommolago, 2000.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
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