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Chi ha ucciso Palomino Molero?

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Chi ha ucciso Palomino Molero?
Titolo originale¿Quién mató a Palomino Molero?
AutoreMario Vargas Llosa
1ª ed. originale1986
1ª ed. italiana1987
Genereromanzo
Sottogenerepoliziesco
Lingua originalespagnolo
AmbientazionePerù, 1954
PersonaggiPalomino Molero, Lituma, tenente Silva, colonnello Mindreau, Alicia Mindreau, tenente Dufó, donna Adriana, donna Lupe

Chi ha ucciso Palomino Molero? (¿Quién mató a Palomino Molero?) è un romanzo del 1986 dello scrittore peruviano Mario Vargas Llosa. Il libro inizia con la scoperta del corpo brutalmente martoriato di una giovane recluta, Palomino Molero, vicino ad una base militare nel nord del Perù. Vargas Llosa usa la struttura dell'indagine su un assassinio per esaminare il lato oscuro della natura umana, della corruzione, e dei pregiudizi di classe e razza nel Perù degli anni ‘50. Il testo contiene anche spunti umoristici, come il corteggiamento che il tenente Silva mette in opera nei confronti della procace donna Adriana.

Nei pressi di Talara, cittadina sulla costa del Perù settentrionale, viene ritrovato un corpo orrendamente martoriato. Il cadavere viene identificato come quello di Palomino Molero, un giovane di umile origine che si era arruolato nella locale base dell'aeronautica nonostante fosse esentato dal servizio militare. Il tenente Silva e il poliziotto Lituma iniziano a indagare: sembra che Palomino avesse un'innamorata alla base, quindi i due ottengono un colloquio con il comandante, Colonnello Mindreau, che però si rifiuta di aiutarli. Qualche giorno dopo, il gestore del bordello della cittadina si lamenta dei disordini causati da un militare; Silva lo riconosce come il tenente Dufó, fidanzato di Alicia, la figlia di Mindreau. Dufó, ubriaco, dice ai due poliziotti che Palomino aveva un'innamorata alla base, ma ha mirato troppo in alto e ha avuto ciò che si meritava, ma il colloquio si interrompe quando una pattuglia preleva il tenente e lo riporta alla base.

Una lettera anonima suggerisce alla polizia di interrogare donna Lupe, proprietaria di una piccola locanda nel villaggio di Amotape. Silva e Lituma vi si recano, e nonostante la donna sia terrorizzata, riescono a sapere da lei che Palomino e una giovane donna, che riconoscono come Alicia, si erano rifugiati da lei e intendevano sposarsi, ma non avevano potuto farlo perché il prete del villaggio era assente; dopo un paio di giorni i due erano stati prelevati da Mindreau e Dufó, e poco dopo Palomino era scomparso.

Qualche giorno dopo, Silva e Lituma vengono contattati da Alicia, che conferma che Palomino era innamorato di lei, e che odia suo padre perché l'aveva costretta a diventare sua amante, lasciando i due poliziotti assai scossi. Silva conclude che Palomino è stato ucciso per ordine di Mindreau, che non poteva accettare che un umile aviere fosse l'amante di sua figlia, ma omette dal rapporto i rapporti incestuosi tra Mindreau e la figlia.

Silva e Lituma hanno un incontro notturno con Mindreau, che dice loro che la figlia è mentalmente instabile e gli rivolge accuse infamanti come quella di aver abusato di lei; i due lo lasciano ed egli si uccide. Rientrati alla stazione di polizia, trovano un biglietto di Mindreau che li informa di avere ucciso la figlia. Tutta la vicenda, comunque, diventa pubblica, ma gli abitanti di Talara non ci credono, immaginando che sia una montatura per coprire colpe ben più gravi di quelli che chiamano i "pesci grossi".

  • Mario Vargas Llosa, Chi ha ucciso Palomino Molero?, traduzione di Angelo Morino, Rizzoli, 1987, p. 165.

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