Vai al contenuto

Cernobbio

Coordinate: 45°50′17″N 9°04′33″E
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Cernobbio
comune
Cernobbio – Stemma
Cernobbio – Veduta
Cernobbio – Veduta
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Lombardia
Provincia Como
Amministrazione
SindacoMatteo Monti (lista civica Cernobbio in testa) dall'11-6-2018 (2º mandato dal 14-5-2023)
Territorio
Coordinate45°50′17″N 9°04′33″E
Altitudine202 m s.l.m.
Superficie12,28 km²
Abitanti6 291[1] (30-4-2024)
Densità512,3 ab./km²
FrazioniPiazza Santo Stefano, Rovenna, Casnedo, Gentrino, Madrona, Mornello, Olzino, Stimianico, Toldino
Comuni confinantiBlevio, Breggia (CH-TI), Como, Maslianico, Moltrasio, Vacallo (CH-TI)
Altre informazioni
Cod. postale22012
Prefisso031
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT013065
Cod. catastaleC520
TargaCO
Cl. sismicazona 4 (sismicità molto bassa)[2]
Cl. climaticazona E, 2 228 GG[3]
Nome abitanticernobbiesi
Patronosan Vincenzo martire
Giorno festivo22 gennaio
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Cernobbio
Cernobbio
Cernobbio – Mappa
Cernobbio – Mappa
Posizione del comune di Cernobbio nella provincia di Como
Sito istituzionale

Cernobbio (Cernòbi in dialetto comasco[4][5], AFI: /tʃerˈnɔbi/) è un comune italiano di 6 291 abitanti della provincia di Como in Lombardia.

Data la sua posizione sul lago di Como, è una rinomata località turistica di livello internazionale. Vi ha sede il famoso centro congressuale-espositivo di Villa Erba.

Geografia fisica

[modifica | modifica wikitesto]

Il comune è sito sulla sponda occidentale del Lario e ha un territorio in gran parte montuoso che raggiunge i 1 325 m s.l.m. in corrispondenza della vetta del monte Bisbino, raggiungibile con una carrozzabile.

Il corso d'acqua più rilevante del territorio comunale è il Breggia, la cui foce si trova al confine sud-orientale del territorio comunale.

Inoltre, l'orografia comunale è solcata dalle valli di quattro torrenti minori: il Cosio, il Cosera, il Colletta e il Garrovo.

Il Cosio, che nasce alla base del "Sass di Crinn", dopo un breve tratto nel territorio comunale di Cernobbio entra in quello di Maslianico; esso è stato per lungo tempo una delle fonti principali di alimentazione dell'acquedotto comunale prima della privatizzazione e del cambio di servizio a favore della ex ACSM.

Il Cosera e il Coletta confluiscono in un unico torrente nei pressi del ponte stradale a fianco del posteggio del complesso scolastico di Campo Solare, creando il "Greggio" che dopo le ripide cascate tra la caserma dei Carabinieri e Stimianico, è stato interrato in epoche differenti per creare le attuali via Volta e via Luigi Erba (strada del mercato del mercoledì) prima (anni venti/trenta) e il posteggio in prossimità del Terzo Crotto (anni 1998/2002). Protagonista di una piena eccezionale che, il 27 luglio 2021, provocò allagamenti e smottamenti,[6][7][8] il Greggio riaffiora in superficie nei pressi della "Riva", dove sfocia nel lago di Como tra l'imbarcadero e il Lido[7].

Il Garrovo attraversa dapprima il Giardino della Valle e poi percorre il suo tratto terminale a fianco del muro del Parco di Villa d'Este, sfociando nel lago proprio all'interno della proprietà di questa villa.

Origini del nome

[modifica | modifica wikitesto]

Secondo una prima ipotesi, il toponimo sarebbe legato al monastero di benedettine, dedicato all'Assunta, fondato da Maiolo di Cluny nel X secolo[9] e documentato con certezza dall'anno 930[10]. Dalle case raggruppate attorno al convento, il cosiddetto cenobio (Coenobium), avrebbe così costituito il primo nucleo dell'odierna Cernobbio.[9]

Una seconda ipotesi fa derivare il toponimo da Cernobulum, variante di cerniculum (setaccio), a indicare un luogo situato in cui la sabbia da costruzione veniva separata dalla ghiaia.[9]

Da Cernobbio, in epoca romana, passava la via Regina, strada romana che collegava il porto fluviale di Cremona (la moderna Cremona) con Clavenna (Chiavenna) passando da Mediolanum (Milano).

Durante il Regno longobardo, la corte di Cernobbio fu oggetto di donazione, da parte degli stessi regnanti, a favore di soggetti religiosi appartenenti alla diocesi di Pavia.[11]

Durante il Medioevo Cernobbio fu uno dei centri pescherecci più fiorenti del contado di Como, dotato di podestà e leggi proprie[12].

Il 1284 vide l'aggregazione di Cernobbio ai borghi di Como, la base per quei "Corpi Santi" entro cui Cernobbio, dal XVI secolo al 1756[13], poté godere di una certa autonomia[12]. Gli annessi agli Statuti di Como del 1335 riportano gli uomini de Cernobio come coloro ai quali spetta la manutenzione del tratto di via Regina che andava dal capo del pontis de Brezia versus Cernobium" fino "ad pontem de cantono de Cernobio.[12]

Nel 1432 l'assedio e la distruzione del paese da parte del legionario Vincenzo Vegio diede via a una prima fase di declino. L'attacco, come riferisce lo storico Benedetto Giovio nella sua Historia Patria, avvenne su ordine dell'allora signore di Como e di Milano Filippo Maria Visconti in risposta alla liberazione di alcuni cittadini di Cernobbio debitori del fisco imprigionati a Bellagio.[9][14]

Nel 1522, durante la guerra franco-spagnola, Cernobbio, alleata di Como, subì i saccheggi e gli attacchi delle terre del lago, in particolare da parte della potentissima Torno[14].

Cernobbio non venne risparmiata nemmeno dalla peste, e anzi fu uno dei centri più colpiti. In particolare nel 1630 la città raggiunse il minimo storico di 190 abitanti.[15]

Durante il corso del Settecento, Cernobbio sopravvive come villaggio di pescatori.[16]

Un decreto di riorganizzazione amministrativa del Regno d'Italia napoleonico datato 1807 sancì l'aggregazione di Cernobbio al comune di Como[17], decisione che fu tuttavia abrogata con la Restaurazione[18].

Per vedere un cambiamento nella natura di Cernobbio come centro dedito alla pesca bisogna aspettare i primi decenni dell'Ottocento quando il costume della villeggiatura si diffonde anche tra le classi della borghesia. Per riqualificare il paese in senso turistico vennero apportate significative migliorie alla viabilità. In particolare venne perfezionato l'accesso alla provinciale Regina e ampliato l'ingresso al paese ora divenuto via di traffico commerciale e transito delle carrozze dei signori[19].

A dare il via alla definitiva trasformazione del paese è però la fondazione nel 1872 delle Tessiture Bernasconi. La loro espansione negli anni successivi trasformò il volto urbanistico e sociale della città, con la creazione di una cittadella della seta che comprendeva il complesso della fabbrica, gli uffici e gli alloggi per i dipendenti. L'area costituisce uno dei pochi siti di archeologia industriale del comasco. Sempre su iniziativa di Davide Bernasconi, fondatore delle tessiture, vennero costruiti nel 1881 anche l'asilo infantile "Bernasconi" e nel 1906 Villa Bernasconi, opera dell'architetto Alfredo Campanini.[20]

Nel 1929 il territorio comunale di Cernobbio venne allargato mediante l'aggregazione dei soppressi comuni di Piazza Santo Stefano e Rovenna[21]

Durante la seconda guerra mondiale, Cernobbio diventa la zona prescelta per l'acquartieramento degli alti gerarchi del III Reich in quanto più riparata dalle incursioni aeree su Milano. Villa Erba diventa il perno del deposito militare del Comando militare germanico, e l'albergo Regina Olga viene trasformato in quartier generale degli alti funzionari del governo germanico. Villa d'Este viene destinata a ospedale militare.[22]

I sentieri di montagna che collegavano Cernobbio alla Svizzera videro in quegli anni un numeroso passaggio clandestino di fuggitivi, coadiuvato dalla popolazione locale.[23] Importante fu in particolare l'azione di don Umberto Marmori, prevosto di Cernobbio, poi arrestato nel gennaio 1944 dalle SS e imprigionato nel carcere di San Vittore a Milano[24].

Dopo gli anni quaranta del Novecento la crescita cernobbiese aumentò bruscamente e si venne a creare una conurbazione molto ampia tanto che, negli anni d'oro italiani, Cernobbio divenne ambita meta turistica, sviluppando le proprie strutture ricettive. La notorietà del comune aumenta a livello mondiale a partire dal 1975, quando lo studio di consulenza aziendale Ambrosetti inizia a organizzare, all'albergo Villa d'Este, il proprio forum politico-economico internazionale, presto divenuto informalmente noto come Forum di Cernobbio.

«Drago rampante in campo giallo con fondo azzurro sormontato da corona.»

Lo stemma fu concesso con il R.D. 26 settembre 1932[25], che così lo blasona:

«D'oro, al drago alato e caudato, di rosso, poggiante le zampe sul terreno al naturale uscente da un mare d'azzurro.[26]»

A seguito dell'elevazione al titolo di città, Cernobbio ha diritto di sostituire nello stemma la corona di comune con quella propria del rango di città.

Il gonfalone, concesso con D.P.R. del 18 marzo 1985, è un drappo troncato d'azzurro e di rosso.[27]

Titolo di Città - nastrino per uniforme ordinaria
«Decreto del presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi»
— 24 maggio 2005[25]

Monumenti e luoghi d'interesse

[modifica | modifica wikitesto]
Presbiterio e abside della chiesa del Redentore
Oratorio di Asnigo
Villa Bellinzaghi e, sullo sfondo, il campanile del Santuario di San Vincenzo
Monumenti ai Caduti
Monumento ai Caduti

Architetture religiose

[modifica | modifica wikitesto]

Architetture civili

[modifica | modifica wikitesto]

Aree naturali

[modifica | modifica wikitesto]
  • Affresco della Mappa storica del lago di Como, risalente agli anni venti del Novecento[46][47].
  • Monumento ai caduti, situato nella zona pedonale in riva al lago, scultura di Antonio Galli.[48]

Evoluzione demografica

[modifica | modifica wikitesto]

Demografia pre-unitaria

  • 1751: 400 abitanti[12]
  • 1771: 516 abitanti[13]
  • 1799: 488 abitanti[17]
  • 1805: 759 abitanti[17]
  • 1853: 715 abitanti[18]

Demografia post-unitariaAbitanti censiti[49]

Cernobbio è un comune a vocazione turistica: la struttura ricettiva più insigne è Villa d'Este, che gode di rilievo internazionale anche come sede di convegni.

Nel settore dell'artigianato è diffusa e pregiata la lavorazione dell'argento, finalizzata alla produzione di oggetti in stile tradizionale.[50]

Geografia antropica

[modifica | modifica wikitesto]
Chiesa della Beata Vergine del Carmine nella località Stimianico

A Cernobbio si aggiungono parecchie frazioni (tra parentesi il nome in dialetto comasco): in piano troviamo San Giuseppe (San Giüsepp) e Mornello (Murnell), in collina bassa, Piazza Santo Stefano (Piaza), Casnedo (Casnee), Olzino (Vulzin), Stimianico (Stimianich), Sant'Andrea, Garotto (Garott); in collina alta, Gentrino (Gentrin), Stomaino (Stumain), Toldino (Tuldin), Rovenna (Ruena). Frazioni montane: Madrona (Madröna), Duello (Duell), Pievenello (Pievenell), Piazzola (Piazöla), Böcc. Parecchie poi le località montane sparse; tra le principali: Scarone (Scarun), Alpetto Gombee (Alpet Gumbee), Alvegia, Alpe Garzegallo (Garzegall).

La parrocchia di Cernobbio fa parte della Comunità della Beata Vergine del Bisbino.

Da Cernobbio, sul confine con Como, ha inizio l'ininterrotta sequenza di sontuose ville e lussureggianti parchi che rendono famosa la sponda occidentale del Lario.

Il nucleo medievale e la riva

[modifica | modifica wikitesto]
Fontana in riva a Cernobbio

Il centro di Cernobbio si sviluppa lungo le rive del lago, comprendendo il nucleo medievale e l'area comunemente denominata la riva: un'ampia area in riva al lago dove è situato (dopo l'accordo tra Comune e Società di navigazione nel 1887) l'attracco della Navigazione del Lago di Como[51].

Fin dall'inizio dell'Ottocento la riva incominciò a essere uno dei principali luoghi turistici, e non appena le risorse lo consentirono si migliorò l'accesso alla zona e la pavimentazione dell'area rendendola percorribile anche da carrozze.

A inizio del Novecento un nuovo impulso al turismo venne dalla realizzazione di una pista di pattinaggio per pattini a rotelle[52].

Piazza Santo Stefano e Rovenna

[modifica | modifica wikitesto]

Piazza Santo Stefano (già Piazza fino al 9 maggio 1863[53]) e Rovenna[54] sono due frazioni di Cernobbio, in posizione sopraelevata rispetto al centro abitato in riva al lago.

Entrambi i nuclei mantennero la loro autonomia per diversi secoli (anche durante il periodo di dominazione spagnola, napoleonica e austriaca[55][56]) fino alla riforma amministrativa del 1928 quando vennero aggregati a Cernobbio[57], a partire dal 3 maggio 1929[58].

A metà del Seicento una buona parte degli abitanti, sulle orme dei Magistri Comacini, risultavano emigrati in diverse città italiane a contribuire alla costruzione e decorazione di chiese e palazzi. Tra i principali artisti provenienti da questi piccoli borghi si ricordano Francesco Dotti e Angelo Michele Colonna.

Infrastrutture e trasporti

[modifica | modifica wikitesto]

Fra il 1910 e il 1938 Cernobbio ospitava un'importante fermata della tranvia Como-Cernobbio-Maslianico, in seguito sostituita da una filovia.

Nel 1977 incominciò a trasmettere da Cernobbio la TV locale Antenna 59, che rimase in onda fino agli anni ottanta, dedicandosi prevalentemente alla ripetizione di altre televisioni regionali, in primis Antenna 3 Lombardia[59]. Famosa la trasmissione Mercante in fiera con Memo Remigi.

Amministrazione

[modifica | modifica wikitesto]
Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
20 novembre 1994 25 maggio 2003 Giulio Isola lista civica Sindaco [60]
25 maggio 2003 13 aprile 2008 Simona Saladini lista civica Sindaco [60]
13 aprile 2008 26 maggio 2013 Simona Saladini centrodestra unitario Sindaco [60]
26 maggio 2013 10 giugno 2018 Paolo Furgoni lista civica Con noi per Cernobbio Sindaco [60]
10 giugno 2018 14 maggio 2023 Matteo Monti lista civica Cernobbio in testa Sindaco [60]
14 maggio 2023 in carica Matteo Monti lista civica Cernobbio in testa Sindaco [60]

Galleria d'immagini

[modifica | modifica wikitesto]
  1. ^ Bilancio demografico mensile anno 2024 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani., Milano, Garzanti, 1996, p. 193, ISBN 88-11-30500-4.
  5. ^ Per il dialetto comasco, si utilizza l'ortografia ticinese, introdotta a partire dal 1969 dall'associazione culturale Famiglia Comasca nei vocabolari, nei documenti e nella produzione letteraria.
  6. ^ Maltempo a Como, esondano i torrenti nei centri abitati: frane sulla statale Regina e frazioni evacuate - Video, su Il Fatto Quotidiano, 27 luglio 2021. URL consultato il 27 luglio 2021.
  7. ^ a b VIDEO Devastata anche Cernobbio: cedono le dighe di Rovenna, crolla il ponte di Campo Solaro, fiume d'acqua a Stimianico, su ComoZero, 27 luglio 2021. URL consultato il 27 luglio 2021 (archiviato dall'url originale il 27 luglio 2021).
  8. ^ Cernobbio - auto travolta dal torrente, su laprovinciadicomo.it. URL consultato il 27 luglio 2021.
  9. ^ a b c d Borghese, pp. 166-168.
  10. ^ Berra, p. 22.
  11. ^ Rinaldi, p. 13.
  12. ^ a b c d Comune di Cernobbio, sec. XIV - 1757, su Istituzioni storiche – Lombardia Beni Culturali. URL consultato il 1º maggio 2020.
  13. ^ a b Comune di Cernobbio, 1757 - 1797, su Istituzioni storiche – Lombardia Beni Culturali. URL consultato il 1º maggio 2020.
  14. ^ a b Irene Fossati e Vittorio Daviddi, Cernobbio, piccola terra…, Como, New Press, 1989, p. 11.
  15. ^ Irene Fossati, Vittorio Daviddi, Cernobbio, piccola terra…, Como, New Press, 1989, pp. 12-14.
  16. ^ Irene Fossati, Vittorio Daviddi, Cernobbio, piccola terra…, Como, New Press, 1989, p. 15.
  17. ^ a b c Comune di Cernobbio, 1798 - 1808, su Istituzioni storiche – Lombardia Beni Culturali. URL consultato il 1º maggio 2020.
  18. ^ a b Comune di Cernobbio, 1816 - 1859 –}, su Istituzioni storiche – Lombardia Beni Culturali. URL consultato il 1º maggio 2020.
  19. ^ Irene Fossati, Vittorio Daviddi, Cernobbio, piccola terra…, Como, New Press, 1989, p. 40.
  20. ^ Cammina Citta, su camminacitta.it.
  21. ^ Comune di Cernobbio, 1859 - [1971], su Istituzioni storiche – Lombardia Beni Culturali. URL consultato il 1º maggio 2020.
  22. ^ Irene Fossati Davvidi, Cernobbio 1943-45, dalla Memoria alla Storia, Cernobbio, Comune di Cernobbio, 2003, pp. 24-34.
  23. ^ Irene Fossati Daviddi, Cernobbio, 1943-1945 dalla Memoria alla Storia, Cernobbio, Comune di Cernobbio, 2003, p. 15.
  24. ^ Marco Pippione, Como dal fascismo alla democrazia, 1991, ISBN 9788820467357.
  25. ^ a b Bozzetto dello stemma del Comune di Cernobbio, su ACS, Raccolta dei disegni degli stemmi di comuni e città. URL consultato l'11 ottobre 2024.
  26. ^ Città di Cernobbio – (CO), su araldicacivica.it.
  27. ^ Cernobbio, su Stemmi dei Comuni della Provincia di Como. URL consultato il 16 ottobre 2022.
  28. ^ Chiesa di S. Vincenzo - complesso, Piazza Gallio - Cernobbio (CO) – Architetture – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 27 marzo 2020.
  29. ^ Oratorio della Beata Vergine della Grazie - complesso, Via Monte Grappa - Cernobbio (CO) – Architetture – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 27 marzo 2020.
  30. ^ a b Berra, p. 16.
  31. ^ Chiesa del Redentore - complesso, Piazza Don Marmori - Cernobbio (CO) – Architetture – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 27 marzo 2020.
  32. ^ Chiesa di S. Stefano - complesso, Piazza IV Novembre - Cernobbio (CO) – Architetture – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 27 marzo 2020.
  33. ^ Chiesa di S. Michele, Piazzetta Chiesa - Cernobbio (CO) – Architetture – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 27 marzo 2020.
  34. ^ Chiesa di S. Nicola, Piazzetta della Chiesa - Cernobbio (CO) – Architetture – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 27 marzo 2020.
  35. ^ Oratorio della Madonna di Asnigo, Via Paolo Carcano - Cernobbio (CO) – Architetture – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 27 marzo 2020.
  36. ^ Santuario della Beata Vergine del Bisbino - complesso, Via per Bisbino - Cernobbio (CO) – Architetture – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 27 marzo 2020.
  37. ^ Villa d'Este - complesso, Via Regina, 40 - Cernobbio (CO) – Architetture – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 27 marzo 2020.
  38. ^ Villa Erba - complesso, Via Regina 2b - Cernobbio (CO) – Architetture – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 27 marzo 2020.
  39. ^ Villa Bernasconi, Largo Alfredo Campanini - Cernobbio (CO) – Architetture – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 27 marzo 2020.
  40. ^ Villa Belinzaghi - complesso, Piazza Belinzaghi, 3 - Cernobbio (CO) – Architetture – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 27 marzo 2020.
  41. ^ Villa Pizzo - complesso, Via Regina, 46 - Cernobbio (CO) – Architetture – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 27 marzo 2020.
  42. ^ Villa Allamel, Piazza Roma, 7 - Cernobbio (CO) – Architetture – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 27 marzo 2020.
  43. ^ Berra, p. 17.
  44. ^ Casa Cattaneo, Via Regina, 41(P), 41/a - Cernobbio (CO) – Architetture – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 27 marzo 2020.
  45. ^ Pontile della stazione lacuale, Piazza Risorgimento - Cernobbio (CO) – Architetture – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 27 marzo 2020.
  46. ^ Cernobbio, la cartina del lago affrescata «Tornerà come era 90 anni fa», su laprovinciadicomo.it. URL consultato il 27 marzo 2020.
  47. ^ Cernobbio, svelata in piazza Belinzaghi la mappa del lago riportata all’antico splendore, su Cernobbio, svelata in piazza Belinzaghi la mappa del lago riportata all’antico splendore. URL consultato il 27 marzo 2020.
  48. ^ TCI, Guida d'Italia [...], p. 297.
  49. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
  50. ^ Atlante cartografico dell'artigianato, vol. 1, Roma, A.C.I., 1985, p. 14.
  51. ^ Fossati Irene, Daviddi Vittorio, Cernobbio. Una picciola terra, New Press, 1989, p. 44.
  52. ^ Salvioni Giuseppe, Cernobium, Cernobi, Cernobio, Cernobbio: storia e territorio, Cernobbio, Città di Cernobbio, 2008, p. 50.
  53. ^ Piazza Santo Stefano, su elesh.it.
  54. ^ Rovenna, su elesh.it.
  55. ^ Piazza Santo Stefano (Cernobbio, CO), su lombardiabeniculturali.it.
  56. ^ Rovenna, su lombardiabeniculturali.it.
  57. ^ Fossati Irene, Daviddi Vittorio, Cernobbio. Una picciola terra.., Como, New Press, 1989, p. 142.
  58. ^ Dati del provvedimento di variazione, su elesh.it.
  59. ^ TV LOCALI, su enrifer.altervista.org. URL consultato il 5 febbraio 2017 (archiviato dall'url originale il 6 febbraio 2017).
  60. ^ a b c d e f Anagrafe degli amministratori locali e regionali, su amministratori.interno.gov.it. URL consultato il 13 maggio 2023.
  • Fossati Irene, Daviddi Vittorio, Cernobbio. Una piccola terra..., Como, New Press, 1989.
  • Annalisa Borghese, Cernobbio, in Il territorio lariano e i suoi comuni, Milano, Editoriale del Drago, 1992, pp. 166-168.
  • Touring Club Italiano (a cura di), Guida d'Italia - Lombardia (esclusa Milano), Milano, Touring Editore, 1999, ISBN 88-365-1325-5.
  • Fossati Irene, Daviddi Vittorio, Cernobbio 1943-1945: dalla Memoria alla Storia, Cernobbio, Comune di Cernobbio, 2003.
  • Angelo Rinaldi, Storia di Porlezza, Como, New Press Edizioni, 2013.
  • Pietro Berra, Da Plinio a Volta - Itinerari d'autore sul lago di Como, Lomazzo, New Press Edizioni, 2023.
  • Salvioni Giuseppe, Cernobium, Cernobi, Cernobio, Cernobbio: storia e territorio, Città di Cernobbio, 2008, p. 144.

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
Controllo di autoritàVIAF (EN144400641 · SBN BASL000214 · LCCN (ENn93800433 · GND (DE4272442-9 · J9U (ENHE987007533260405171
  Portale Lombardia: accedi alle voci di Wikipedia che parlano della Lombardia