Vai al contenuto

Castelli dell'Oltrepò Pavese

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Il castello di Nazzano

Circa una cinquantina di castelli dell'Oltrepò Pavese rimangono a testimoniare l'importanza strategica che questo territorio ebbe nei secoli.

Nel XII secolo Federico Barbarossa assegnò a Pavia i feudi della zona di Voghera. Così l'Oltrepò divenne pavese. Dopo il Barbarossa queste zone furono dominate dagli Sforza e da altre nobili casate come i Malaspina, i Dal Verme, i Visconti e i Beccaria, che costruirono una fitta rete di castelli, roccaforti e torri nei cui pressi sorsero abitazioni e piccoli borghi che ancora oggi conservano le vestigia di un tempo. Oggi molti di questi castelli sono diroccati, altri non esistono più perché il pietrame venne utilizzato per costruire case, e altri sono stati trasformati in ville padronali, o ville annesse alla relativa azienda vinicola[1].

La caratteristica evidente è il materiale: quello più utilizzato è il laterizio, con inserti in pietra per le parti che dovevano risultare più robuste o decorative. Il mattone pieno, costruito in loco con l'argilla di cui vi è grande abbondanza, produceva mura che, se di ampio spessore, risultavano molto solide.

I castelli di pianura presentano tratti similari: pianta squadrata, cortile interno, torri anche rotonde negli angoli, fossato con acqua e relativo ponte levatoio. Sono stati quelli più modificati per adattarli all'uso residenziale, cosa che ha comportato a volte la costruzione di annessi agricoli, l'abbattimento di torri o il riempimento del fossato. Ne sono esempio: il Castello Visconteo (Voghera) e il Castello di Argine.

Il materiale usato è la pietra locale, più o meno lavorata, e i ciottoli, le arcate, le spalle di porte e finestre possono essere in laterizio, sia per facilità di realizzazione sia per intento decorativo. Se il pendio è dolce e aperto si ripropone la pianta regolare con cortile interno e fossato, se il terreno comincia a essere accidentato si passa alla tipologia montana.

Il materiale è la pietra, usata non solo per erigere ma anche scavata per ricavarne cisterne, camminamenti, stanze e cunicoli. Costruiti su crinali e strapiombi hanno forme irregolari che seguono la conformazione della roccia, anche la distribuzione degli spazi e degli edifici segue le esigenze imposte dal suolo. Le cinte murarie spesso non sono complete ma si collegano e integrano alle pareti o agli speroni rocciosi. Costituisce un esempio il Castello di Zavattarello.

  • M. Merlo, Castelli, rocche, case-forti, torri della Provincia di Pavia, Pavia, 1971.
  • F. Conti, V. Hybsch e A. Vincenti, I castelli della Lombardia, Novara, 1990.

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]