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Arch Linux

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Arch Linux
sistema operativo
Logo
Logo
SviluppatoreArch Linux Core Developers
FamigliaLinux
Release iniziale0.1 (11 marzo 2002)
Release corrente2024.12.01 (1º dicembre 2024)
Tipo di kernelkernel Linux monolitico
Piattaforme supportatex86-64, supportata ufficialmente[1][2]; i686 e ARM, mantenute dalla community[3][4]
Metodo di aggiornamentoPacman[1]
Interfacce graficheNessuno[5]
Tipo licenzaSoftware libero
LicenzaVarie licenze libere[6]
Stadio di sviluppoRolling release[1]
Sito webarchlinux.org

Arch Linux (o Arch, /ɑː(ɹ)tʃ/[7]) è una distribuzione Linux con architettura x86-64,[1][2] creata da Judd Vinet secondo la filosofia KISS (Keep It Simple, Stupid). Inizialmente ispirata a CRUX Linux,[8] è conosciuta per essere leggera, veloce, estremamente scalabile e adattabile alle proprie esigenze.[1]

Judd Vinet, un programmatore canadese, nei primi mesi del 2001 decise di creare una nuova distribuzione, chiamata Arch Linux, ispirandosi a Slackware, Polish Linux Distribution e soprattutto CRUX Linux. A questo progetto aggiunse un sistema di gestione dei pacchetti, che mancava alle distro precedentemente nominate, di modo che si potesse aggiungere, togliere ed eliminare i programmi sul PC con facilità. Tale programma venne chiamato Pacman, tuttora utilizzato nella distribuzione.[9]

Verso la fine del 2007, Judd Vinet si dimise da leader del team di sviluppo di Arch Linux e passò il testimone al programmatore statunitense Aaron Griffin, soprannominato Phrakture.[9]

A novembre del 2017 è cessato il supporto ufficiale di Arch Linux per i sistemi a 32-bit (i686). Agli utenti che non possono passare ad un sistema x64 è stata proposta la migrazione ad Arch Linux 32, distribuzione mantenuta dalla comunità.[10] Le istruzioni per il passaggio sono disponibili sul sito ufficiale della nuova distro.

A febbraio 2020 le redini di leader del team di sviluppo passano a Levente Polyak soprannominato Anthraxx.[11]

Nel 2021 tramite il comando archinstall è stato introdotto un installer intuitivo per aiutare l'installazione.[12]

Caratteristiche

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Tratti distintivi

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Per la sua filosofia minimalista, l'installazione base non incorpora nessuno strumento di configurazione automatica, nessun ambiente desktop e nessun altro programma o tool che non sia strettamente necessario all'avvio del sistema; per questo non è indicata per i nuovi utenti di Linux o coloro che non vogliono avere a che fare con la shell di comando.

Alcuni tratti salienti della distribuzione sono:

  • la leggerezza: per questo motivo sono state eliminate alcune porzioni di sistema come /usr/doc e le pagine info, considerate inutili, dato che le stesse informazioni possono essere ottenute sulla Rete.
  • la semplicità: il sistema di init usato da Arch è fortemente ispirato a quello di BSD, e tutte le configurazioni sono demandate a piccoli file testuali
  • la modernità: Arch Linux è una distribuzione rolling release. Tutti i pacchetti disponibili per l'installazione sono sempre aggiornati all'ultima versione distribuita dagli autori (previa fase di testing). Questo la rende inadatta all'utilizzo in ambito server di produzione
  • la velocità: ArchLinux è ottimizzato per architettura x86-64. Altre architetture (come i586 e i686) sono mantenute (non ufficialmente) dalla comunità.

Sistema di gestione dei pacchetti

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Lo stesso argomento in dettaglio: Pacman (gestore di pacchetti).
Screenshot di pacman
Screenshot di pacman

Arch Linux offre un sistema di gestione dei pacchetti molto semplice ed estremamente comodo. I pacchetti binari sono gestiti grazie a Pacman che si occupa sia della sincronizzazione tra il repository locale e quelli ufficiali sia dell'installazione, rimozione e dell'aggiornamento. Pacman è il corrispettivo di dpkg e apt-get per Debian[13] e derivate, come Ubuntu, oppure dnf per Red Hat Linux, Fedora o CentOS, ed offre la possibilità di aggiornare tutto il sistema con un solo comando.

Arch Linux è dotata di un sistema di port in pieno stile BSD, chiamato ABS (Arch Linux Build System). Creare un pacchetto con ABS è piuttosto semplice: è sufficiente creare un file (il PKGBUILD) contenente le istruzioni necessarie per scaricare i sorgenti e compilarli con un solo comando, makepkg.

Questo permette a chiunque di pacchettizzare software non ancora disponibile ufficialmente, demandando al gestore dei pacchetti (in inglese "package manager") il compito della gestione di installazione e rimozione.

I file PKGBUILD hanno una struttura pulita e lineare, in linea con la filosofia della distribuzione, permettendo ad un qualsiasi utente di compilare sul proprio sistema tutto il software che desidera: difatti, le uniche conoscenze richieste sono i rudimenti dello shell scripting. Per l'installazione sono tuttavia necessari i privilegi di scrittura nell'intero sistema (di norma si usa sudo o l'utente root)

I pacchetti sono distribuiti in diversi repository:[14]

  • core: contiene i pacchetti essenziali del sistema operativo;
  • extra: contiene del software aggiuntivo che non rientra in core;
  • multilib: contiene i pacchetti necessari per utilizzare applicazioni a 32 bit su un sistema a 64 bit.

Sono inoltre disponibili i repository di testing, che includono i pacchetti candidati per l'inclusione negli altri repository stabili:

  • core-testing: contiene i pacchetti canditati per l'inclusione in core;
  • extra-testing: contiene i pacchetti canditati per l'inclusione in extra;
  • multilib-testing: contiene i pacchetti canditati per l'inclusione in multilib.

Esistono pure altri repository ufficiali (gnome-unstable e kde-unstable) ma anche non ufficiali,[15] facilmente utilizzabili previa configurazione di Pacman (sempre tramite file di testo).

Arch Build System (ABS)

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ABS è il sistema di Arch Linux per la compilazione e pacchettizzazione del software a partire dal codice sorgente.[16] Tramite ABS, l'utente è in grado di:

  • creare pacchetti personalizzati a partire dal codice sorgente;
  • ricompilare i pacchetti di Arch con le proprie personalizzazioni.

Il tutto si limita a digitare il comando abs, che si occuperà di ricreare (all'interno della cartella /var/abs) una immagine locale dell'albero ABS del server principale, contenente i .PKGBUILD. La sincronizzazione avviene tramite il download diretto dei file in formato tarball oppure tramite rsync.[senza fonte]

Arch User Repository (AUR)

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AUR[17] è una peculiarità che distingue Arch Linux dalle altre distribuzioni. Si tratta di repository di pacchetti a cui tutti possono contribuire, anche chi non si occupa di sviluppo.

Se un determinato pacchetto non è presente nei repository ufficiali, chiunque ne avesse bisogno può scrivere il PKGBUILD di tale pacchetto e renderlo disponibile a tutti, caricandolo su AUR.[18]

L'installazione tramite AUR avviene, infatti, scaricando il PKGBUILD piuttosto che il pacchetto, per poi compilarlo e installarlo secondo le linee guida di ABS. Per questioni di sicurezza, ovviamente, non è possibile includere direttamente pacchetti binari, che tutt'al più possono essere scaricati prima dell'installazione.

Esistono diversi sistemi automatici di creazione dei pacchetti a partire dall'AUR, chiamati AUR Helpers,[19] tra i quali si possono citare Paru e Yay. Questi, in particolare, si occupano di scaricare gli archivi contenenti i PKGBUILD e gli altri file necessari, per poi compilare i sorgenti, ottenere un pacchetto regolare e installarlo nel sistema. Inoltre, gestiscono un database locale dei pacchetti installati dall'AUR in modo da poter verificare la presenza di eventuali aggiornamenti e gestirli quasi con la stessa semplicità di Pacman.

Quando un Trusted User adotta un pacchetto presente in AUR, il pacchetto diventa disponibile nel repository ufficiale community. La gestione e la sorveglianza di AUR, poi, sono uno dei compiti dei Trusted User.[20]

AUR contiene attualmente tutti i pacchetti compilabili creati dagli utenti. Ad aprile 2023, sono presenti in AUR più di 84 000 pacchetti.

Distribuzioni derivate

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Da Arch Linux sono nate diverse distribuzioni. Le più note sono riportate di seguito in ordine alfabetico:

  • Antergos (inizialmente nota come Cinnarch), utilizzava di default il desktop environment GNOME 3. Il suo sviluppo attivo è cessato nel 2019;
  • Apricity OS – utilizza i repository di Arch, il package manager Pamac, PushBullet, BTSync, ICE SSB manager, ed un DE Gnome modificato;
  • Arch Linux 32, fork nato a seguito della decisione dei curatori della distribuzione originale, di cessare il supporto ai sistemi a 32-bit;
  • Arch Linux ARM, variante di Arch Linux per architetture ARM (v5, v6, v7, v8) diffuse sulle board di sviluppo;[21]
  • ArchBang, distribuzione con Openbox di default;
  • Arch Hurd, distribuzione basata su GNU Hurd;
  • ArkOS, distribuzione pensata principalmente per l'hosting di siti web e servizi (email, cloud, ecc...) tramite Raspberry Pi, con l'obiettivo di ridurre la dipendenza dai servizi cloud e rendere più difficile la raccolta dei dati;
  • BlackArch, distribuzione orientata al Penetration Testing.
  • Bridge Linux, distribuzione con installer grafico di Arch Linux. Presenta anche uno script post-installazione per aiutare gli utenti con le operazioni di prima configurazione. Disponibile con Xfce, GNOME, KDE e LXDE;
  • Condres OS Gnu/Linux – Fork ufficiale di Apricity OS - utilizza i repository di Arch, il package manager Pamac, PushBullet, BTSync, ICE SSB manager, ed un DE Gnome modificato;
  • Chakra, distribuzione con KDE come desktop environment;
  • ConnochaetOS, distribuzione basata su Arch rivisitata per la piattaforma i586;
  • EndeavourOS, distribuzione minimalista creata da membri della community di Antergos successivamente alla sua dismissione. Utilizza di default Xfce, ma sono disponibili numerosi ambienti desktop e window managers grazie all'online installer;
  • Frugalware Linux, distribuzione con influenze di Slackware e con una versione rivisitata del gestore di pacchetti Pacman-G2
  • Garuda Linux, distribuzione rolling release;
  • LinHES, distribuzione specializzata per la configurazione semplice del software PVR della MythTV;
  • Mabox Linux, distribuzione con Openbox come desktop environment;
  • Manjaro Linux, distribuzione user friendly che utilizza di default XFCE con diverse personalizzazioni e patch. Usa dei repository propri, mantenendo la compatibilità con gli Arch User Repository (AUR);
  • PacBSD, basata su kernel FreeBSD;[22]
  • Parabola GNU/Linux-libre, distribuzione contenente una versione totalmente libera del kernel Linux, chiamata Linux-libre, e supportata dalla Free Software Foundation.
  • SDesk, distribuzione che punta alla semplicità e applicazioni esclusive come Swirl Web Browser

L'attuale logo di Arch Linux è stato disegnato da Thayer Williams[23] nel 2007 durante il concorso per rimpiazzare il logo precedente[24].

  1. ^ a b c d e (EN) About Arch Linux, su archlinux.org. URL consultato il 18 marzo 2017.
  2. ^ a b Arch Linux, su wiki.archlinux.org, 17 giugno 2008. URL consultato il 17 marzo 2017.
  3. ^ (EN) Arch Linux, su wiki.archlinux.org, ArchWiki, 6 gennaio 2018. URL consultato il 18 dicembre 2020.
  4. ^ (EN) Arch Linux 32, su archlinux32.org. URL consultato il 18 dicembre 2020.
  5. ^ Di default non viene installato alcun ambiente desktop. Tuttavia è possibile installare qualsiasi desktop environment disponibile nei repository
  6. ^ (EN) Licenses, su wiki.archlinux.org, ArchWiki. URL consultato l'8 gennaio 2013.
  7. ^ (EN) Pronnounciation of our beloved distribution's name, su osdir.com, 24 agosto 2005. URL consultato il 9 gennaio 2013 (archiviato dall'url originale il 12 febbraio 2012).
  8. ^ (EN) CRUX, su wiki.archlinux.org, ArchWiki, 10 gennaio 2013.
  9. ^ a b (EN) History of Arch Linux, su wiki.archlinux.org, ArchWiki. URL consultato il 10 gennaio 2013.
  10. ^ (EN) News: The end of i686 support, su archlinux.org, Arch Linux. URL consultato l'8 dicembre 2017.
  11. ^ (EN) News: The Future of the Arch Linux Project Leader, su archlinux.org, Arch Linux. URL consultato il 24 febbraio 2020.
  12. ^ NUOVO INSTALLER GRAFICO PER ARCH LINUX, su YoungBlogger, 28 aprile 2021. URL consultato il 26 maggio 2021 (archiviato dall'url originale il 26 maggio 2021).
  13. ^ (ENIT) TDAH_FUIT (TDAH_, in short) The_Debian_Administrator’s_Handbook_free_unofficial_Italian_translation, su Free unofficial Italian translation - FUIT on Github.com. URL consultato il 2 maggio 2022.
  14. ^ (EN) Official repositories, su wiki.archlinux.org. URL consultato il 29 aprile 2023.
  15. ^ Unofficial user repositories, su wiki.archlinux.org. URL consultato il 28 agosto 2023.
  16. ^ (EN) Arch Build System, su wiki.archlinux.org. URL consultato il 29 aprile 2023.
  17. ^ (EN) Arch User Repository, su wiki.archlinux.org. URL consultato il 29 aprile 2023.
  18. ^ (EN) AUR submission guidelines, su wiki.archlinux.org. URL consultato il 29 aprile 2023.
  19. ^ (EN) AUR helpers, su wiki.archlinux.org. URL consultato il 29 aprile 2023.
  20. ^ (EN) Trusted Users, su wiki.archlinux.org. URL consultato il 29 aprile 2023.
  21. ^ (EN) Arch Linux ARM, su archlinuxarm.org. URL consultato il 29/04/2023.
  22. ^ (EN) Pagina ufficiale, su pacbsd.org. URL consultato il 25 gennaio 2018 (archiviato dall'url originale il 29 gennaio 2018).
  23. ^ (EN) Arch Linux - News: Logo Contest Results (and Winner!), su archlinux.org. URL consultato il 29 aprile 2023.
  24. ^ (EN) Arch Linux - News: Arch Linux Logo Competition, su archlinux.org. URL consultato il 29 aprile 2023.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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