Vai al contenuto

Amalia Signorelli

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Amalia Signorelli (Roma, 6 agosto 1934Roma, 25 ottobre 2017) è stata un'antropologa e opinionista italiana.

Si occupò dei processi di modernizzazione e del cambiamento culturale, con un'attenzione specifica all'Italia meridionale, di migrazioni, di clientelismo, della condizione delle donne, delle trasformazioni delle culture urbane. Allieva di Ernesto de Martino, prese parte alla ricerca etnografica in Salento del 1959 sul tarantismo pugliese. Aderì alle teorie di de Martino, applicandone i concetti a campi nuovi dell'Antropologia, come le migrazioni e l'antropologia urbana.

Fu docente universitaria stimata dagli studenti, dagli allievi e da quanti ebbero modo di apprezzare le sue lezioni innovative, sempre critiche rispetto agli assetti dell'esistente e attente alle forme delle disuguaglianze. I suoi lavori segnano una svolta innovativa nell'antropologia italiana, ed hanno contribuito alla più generale ricomposizione tra l'antropologia dei mondi lontani e quella della realtà di casa propria.[1]

Fu opinionista nei programmi televisivi Ballarò, Dimartedì, Fuori onda, Tagadà, L'aria che tira, Otto e mezzo e Servizio pubblico.

Nata a Roma, si laureò nel 1957 discutendo una tesi diretta da Ernesto de Martino, incontrato durante l'anno accademico 1954-1955 mentre teneva un corso di Etnologia nella Facoltà di Lettere della Sapienza - Università di Roma.[2]

Lavorò quindi a programmi di ricerca sotto la direzione di De Martino, Tullio Seppilli e Angela Zucconi.[3]

Dal 1959 al 1966 fu insegnante di scuola media in Calabria.[3] Successivamente fece parte dell'Ufficio studi dell'Istituto per lo sviluppo dell'edilizia sociale.[3]

Dal 1958 al 1970 insegnò presso la scuola CEPAS della Sapienza - Università di Roma.[3] All'Università di Roma tenne anche la cattedra di Elementi di sociologia e antropologia urbana presso la Facoltà di Ingegneria.[3] Dal 1971 al 1977[3] fu professoressa incaricata di Antropologia culturale nell'Università degli Studi di Urbino.[4] Dal 1978[3] fu professoressa ordinaria nell'Università degli Studi di Napoli Federico II[4] e all'Università di Roma.[4] All'Università Federico II di Napoli diresse il Centro di ricerca audiovisiva sulle culture popolari.[5]

Fu visiting professor alla E.H.E.S.S. di Parigi e nel Departamento de Antropología de la Universidad Autónoma Metropolitana di Città del Messico.[4]

Fu consulente della CEE e dell'ILO per l'emigrazione.[6]

Morì a Roma il 25 ottobre 2017.[7] Dal 2014 scriveva sul sito della testata Il Fatto Quotidiano.[8][9]

Opere principali

[modifica | modifica wikitesto]
  1. ^ treccani.it, https://www.treccani.it/enciclopedia/amalia-signorelli/.
  2. ^ Sergio Torsello, Magia simbolo identità. La sfida intellettuale di Ernesto de Martino, in Apulia, II, giugno 2005. URL consultato il 22 febbraio 2016.
  3. ^ a b c d e f g Manfredi Nicoletti (a cura di), L'ecosistema urbano, Bari, Edizioni Dedalo, 1985, p. 397, ISBN 978-88-220-0809-1.
  4. ^ a b c d Amalia Signorelli, su lasinodoroedizioni.it. URL consultato il 22 febbraio 2016 (archiviato dall'url originale il 1º marzo 2016).
  5. ^ Gli ospiti del 27/05/2014, su rai.it. URL consultato il 22 febbraio 2016 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  6. ^ #DIALOGHISULLUOMO, su dialoghisulluomo.it. URL consultato il 9 ottobre 2020.
  7. ^ Addio ad Amalia Signorelli, morta l’antropologa più amata dalla tv. Collaborava con il Fatto Quotidiano dal 2014, in il Fatto Quotidiano, 25 ottobre 2017. URL consultato il 25 ottobre 2017.
  8. ^ Amalia Signorelli, su ilfattoquotidiano.it. URL consultato il 22 febbraio 2016.
  9. ^ Amalia Signorelli, morta l’antropologa di tante battaglie sociali. Ecco la sua rubrica d’esordio su FqMillennium, su ilfattoquotidiano.it. URL consultato il 26 ottobre 2017.

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
Controllo di autoritàVIAF (EN93529785 · ISNI (EN0000 0000 6653 0793 · SBN RAVV071599 · LCCN (ENn78017109 · BNF (FRcb134764290 (data)