86° Gruppo
86º Gruppo | |
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Descrizione generale | |
Attivo | 1º luglio 1926 - oggi |
Nazione | Italia Italia |
Servizio | Regia Aeronautica Aeronautica Militare |
Sede | Aeroporto di Sigonella |
Velivoli | Leonardo ATR 72MP |
Colori | Nero / Amaranto |
Parte di | |
41º Stormo | |
Comandanti | |
Degni di nota | Tenente Colonnello Eraldo Ilari |
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L'86º Gruppo C.A.E. (Centro Addestramento Equipaggi) è un reparto addestrativo dell'Aeronautica Militare Italiana, inquadrato nel 41º Stormo.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Il Gruppo nasce per la prima volta il 1º luglio 1926 all'Idroscalo di Brindisi con la 190ª Squadriglia su Macchi M.24 e la 191ª Squadriglia su CANT 6, inquadrato nell'8º Stormo bombardamento misto.
Nel 1929 il reparto transita sui Savoia-Marchetti S.55, partecipando al comando del Maggiore Eraldo Ilari dal 5 al 19 giugno alla Crociera del Mediterraneo Orientale con Italo Balbo. Al tempo la 190ª Squadriglia era al comando del Capitano Giuseppe Marini e tra i piloti della 191ª Squadriglia aveva il Tenente Pietro Sordi. Dal 10 ottobre 1929 il gruppo diventa autonomo. Il 1º giugno 1931 viene inquadrato nel nuovo 12º Stormo b.m. ed il 5 ottobre 1931 torna gruppo autonomo al comando del Tenente Colonnello Ilari.
Seconda guerra mondiale
[modifica | modifica wikitesto]Dal 3 giugno 1940 il reparto di Brindisi sui CANT Z.506, al comando del Maggiore Luigi Marini, con la 190ª Squadriglia (8 CZ 506) e la 191ª Squadriglia (8 CZ 506), entra nel 35º Stormo del Colonnello Enrico Grande a Brindisi fino al 1943 quando viene sciolto. Nell'ambito della Campagna italiana di Grecia il 28 ottobre cinque aerei della 190ª Squadriglia al comando del Col. Grande e cinque aerei della 191ª Squadriglia al comando del Magg. Marini, bombardano il canale di Corinto ed il relativo ponte. Il 1º novembre tre aerei della 191ª Squadriglia al comando del Capitano Dario Casci Ceccacci ripetono il bombardamento del canale di Corinto e del relativo ponte. Il 1º gennaio 1941 il comando passa al Tenente Colonnello Adalberto Zanchi. Il 5 giugno la 191ª passa sui CANT Z.1007bis diventando Squadriglia B.T. e l'11 giugno il comando del gruppo passa al Ten. Col. Goffredo Marrama. Il 4 agosto 1941 il Gruppo si sposta all'Aeroporto di Gioia del Colle.
Il 6 aprile 1942, per ordine della 4ª Squadra aerea il Reparto si sposta in Africa Settentrionale Italiana all'aeroporto di Barce sul fronte Cirenaico. Il 9 aprile la 5ª Squadra aerea scioglie la 176ª Squadriglia R.S.T. incorporandola con i suoi 6 CANT Z.1007 bis nell'86º Gruppo B.T.; il 15 giugno un aereo della 191ª Squadriglia segnala la posizione di due convogli navali nemici e quattro aerei della 190ª Squadriglia dell'aeroporto di Barce colpiscono 4 unità navali una delle quali viene giudicata probabilmente affondata. Lo stesso giorno un aereo della 190ª Squadriglia e due della 191ª sganciano 99 bombe da 100 kg su Tobruch colpendo depositi, magazzini, una batteria contraerea e due piroscafi. Dal 23 al 26 giugno il Gruppo effettua ricognizioni offensive e bombardamenti notturni sugli apprestamenti militari di Marsa Matruh e su Siwa (oasi) e sull'oasi di Giarabub. Da luglio alla prima metà di novembre il reparto effettua attività di ricognizione a largo raggio (durante la ricognizione del 4 settembre l'aereo al comando del Sottotenente Achille Scaduto non rientra alla base), bombardamenti si automezzi nemici e scorta di convogli navali. Il 13 novembre il gruppo si sposta a Bir Dufan (64 km a sud-ovest di Misurata) continuando l'attività di scorta ai convogli. Il 3 dicembre il reparto rientra a Gioia del Colle.
Tra il 28 maggio ed il 4 giugno 1943 il gruppo si sposta all'Aeroporto di Perugia dove si trovava all'8 settembre (Armistizio di Cassibile).
Il dopoguerra
[modifica | modifica wikitesto]L'86º Gruppo Antisom autonomo riprende nuovamente vita nel dicembre 1950 sui Curtiss SB2C Helldiver nella versione S2C-5 adattati al ruolo antisommergibile. Assegnati temporaneamente alla Scuola Volo dell'Aeroporto di Lecce-Galatina, con questi velivoli l'86º Gruppo Antisom fu basato all'Aeroporto di Grottaglie una volta completati i lavori di adeguamento della pista e la costruzione delle infrastrutture necessarie[1]. Mentre i piloti iniziavano la familiarizzazione con il nuovo velivolo, gli specialisti erano alle prese con i problemi di manutenzione secondo gli standard americani, particolarmente stringenti soprattutto per le apparecchiature elettroniche di cui l'Helldiver era dotato.
Comunque già nell'aprile del 1951, l'86º Gruppo inizia la sua attività all'estero con il rischieramento di dodici Helldiver sull'aeroporto di Ħal Far a Malta a seguito della squadra navale dell'ammiraglio Massimo Girosi, per operare con reparti britannici[2].
Purtroppo l'attività di volo è funestata dai primi incidenti, anche mortali. L'11 gennaio 1951 l'Helldiver (MM M80020) stalla in atterraggio, causando la morte del pilota, tenente Enrico Guerrisi. Il 12 febbraio successivo, l'Helldiver (MM 80025) finisce fuori pista, fortunatamente senza conseguenze per l'equipaggio, ma il velivolo subisce danni tali da dover essere radiato.
Pur funestata da altri incidenti (l'Helldiver MM 80032 il 22 giugno 1951, precipita dopo il decollo causando la morte del pilota, tenente Augusto Bertoli) l'attività di volo continua intensa ed il livello addestrativo di piloti e specialisti è tale da consentire la partecipazione alle esercitazioni interforze previste per l'estate del 1951, come quella che si svolse dall'8 al 19 luglio. Sei Helldiver si trasferirono da Grottaglie a Hyères per partecipare ad una manovra congiunta tra le marine italiana, francese e statunitense.
Dal 9 al 18 agosto otto Helldiver si rischierano a Catania per partecipare all'esercitazione Bee Hive con navi inglesi ed americane. Ancora, dal 14 al 20 settembre, sei Helldiver, da Grottaglie, intervengono a supporto delle operazioni navali dell'esercitazione Italic 3[3].
Nell'attività di ricerca del naviglio sottomarino si procede sia a vista che utilizzando il radar AN/APS-4, vera novità per personale navigante e specialista, i cui schermi sono situati nell'abitacolo posteriore sotto il controllo del secondo membro dell'equipaggio. Nel corso delle esercitazioni, si utilizzano anche le boe idrofoniche che vengono lanciate attorno al sommergibile intercettato, in modo da rilevarne costantemente gli spostamenti[4].
Il 4 febbraio 1952 un Helldiver della 162ª Squadriglia ha un grave guasto al motore durante una missione addestrativa fra Pulsano e Gallipoli e il pilota, Ten. Bruno Albini, è costretto ad un atterraggio di fortuna sulla spiaggia di Manduria: l'osservatore, GM Nicola Fanelli, muore per l'impatto e il velivolo è completamente distrutto.
La cessione di ulteriori sedici Helldiver in ambito MDAP tra il gennaio e il marzo del 1952, permette di trasferire a Catania-Fontanarossa, la 164ª squadriglia che costituisce il primo nucleo del costituendo 87º gruppo antisom che nasce ufficialmente il 15 luglio del 1952[5] cui si unirà successivamente la 165ª squadriglia. L'attività è intensa e di conseguenza anche l'usura dei velivoli e gli incidenti.
Alla data del 26 gennaio 1953, l'86º gruppo ha in carico ventitré Helldiver di cui nove efficienti.
A partire da febbraio del 1953, L'87º gruppo inizia la transizione sui Lockeed PV-2 Harpoon[6], mentre si adegua l'aeroporto di Catania e si allestisce una sala strumentale munita di Link-Trainer, per l'addestramento del personale radarista e marconista[7]. Via via che si rendono disponibili i bimotori, gli Helldiver vengono concentrati presso l'86º gruppo.
Nell'agosto del 1953, gli Helldiver donati dalla U.S. Navy alla Marina Militare passano a Grottaglie, dove sono presi in carico dall'86º gruppo[8].
Dall'inizio del 1954 tutti gli Helldiver sono concentrati a Grottaglie, mentre anche l'86º gruppo inizia la transizione sugli Harpoon con i quali viene costituita la 161ª squadriglia.
Ad aprile del 1954 la dotazione di Helldiver ammonta a trentadue unità che iniziano a raggiungere i limiti di ore di volo.
Continua comunque l'attività operativa. Nel 1954 otto S2C-5 e altrettanti PV2, partecipano con quattordici navi e un sommergibile all'esercitazione Vito 2 nelle acque del Mar Ionio.
Via via che raggiungono i limiti delle ore di volo, gli Helldiver vengono radiati. Nel 1956, tre velivoli vanno perduti per incidenti di volo, anche mortali[9].
Con l'arrivo dei nuovi Grumman S-2 Tracker, gli Helldiver sono relegati alla sola attività di traino manica per l'addestramento contraereo delle unità della Marina e dell'Esercito. Per questa attività all'inizio del 1958, l'86º gruppo ha in carico tredici superstiti Helldiver con un'efficienza media di sette velivoli.
Gli ultimi Helldiver saranno radiati nei primi mesi del 1959[10].
Il reparto dotato della 161ª e la 162ª Squadriglia il 1º gennaio 1973 passa sui Breguet Br 1150 Atlantic presso l'Aeroporto di Cagliari-Elmas inquadrato nel 30º Stormo e dal 31 luglio 2002 presso il 41º Stormo, sull'Aeroporto di Sigonella come Centro Addestramento Avanzato. Dal 2017 transita sui Leonardo ATR 72MP.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ L'Aviazione di Marina,1995, pag 200.
- ^ Dimensione Cielo n. 12 Antisom,1978, pag 10.
- ^ L'Aviazione di Marina, 1995, pag 201.
- ^ Dimensione Cielo n. 12 Antisom,1978, pag 14.
- ^ L'aviazione di Marina,1995, pag 201.
- ^ Il primo dei quarantotto forniti all'Italia, atterra a Grottaglie il 12 gennaio del 1953
- ^ Dimensione Cielo n. 12 Antisom, 1978, pag 18.
- ^ L'Aviazione di Marina,1995, pag 201.
- ^ Dimensione Cielo n. 12 Antisomm, 1978, pag 29.
- ^ Dimensione Cielo n. 12 Antisom,1978, pag 29.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- I Reparti dell'Aeronautica Militare Italiana – Cenni Storici (PDF), Roma, Stato Maggiore Aeronautica Militare, 1973, ISBN non esistente. URL consultato il 2 gennaio 2012 (archiviato dall'url originale il 16 giugno 2018).