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Il Portale della Cucina
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Con il termine cucina si intende quell'insieme di pratiche e tradizioni legate alla cottura, più in generale alla preparazione, di cibi e bevande.
Dette pratiche sono di solito specifiche di una determinata regione geografica, in quanto influenzate dagli ingredienti ivi disponibili, e in alcuni casi anche da particolari precetti religiosi. Anche l'uso di determinati accessori per consumare il cibo influisce sulla cucina. Ad esempio l'uso delle bacchette (diffuso in estremo oriente), costringe a sminuzzare il cibo prima di servirlo in tavola.
La storia della cucina giapponese ha inizio nel periodo preistorico (periodo Jōmon) con i primi insediamenti neolitici giapponesi che basavano la loro alimentazione sul riso e sui frutti di mare fin dai primi tempi.
Sul periodo Kofun (III-VII secolo) regna l'incertezza. Alcune fonti suggeriscono un quadro di abitudini alimentari ben definito solo a partire dal momento della formazione della dinastia Yamato. Quando il buddismo divenne pratica comune, venne introdotto il divieto di consumazione della carne, che resterà in vigore fino alle Restaurazione Meiji.
Durante il periodo Heian, i documenti sull'alimentazione dei giapponesi divennero più numerosi, permettendo di fare un elenco degli ingredienti utilizzati e dei metodi preparazione.
Una volta che il Giappone entrò nel periodo Edo, venne introdotta una ricca varietà di cibi e specialità culinarie, la quale andrà a comporre la cucina tradizionale giapponese. Nel periodo Meiji, con l'abolizione del sakoku, diverse specialità straniere andranno a complementare la già ricca lista di piatti giapponesi.
L'aceto dei quattro ladri (o ladroni, noto anche come aceto marsigliese, rimedio di Marsiglia, aceto profilattico, talvolta anche aceto dei sette ladri) è un miscuglio di aceto (di vino rosso, bianco, sidro o distillati) infuso con erbe, spezie o aglio che si credeva avesse il potere di proteggere dal contagio della peste. La ricetta di questo aceto ha molte varianti, a seconda delle varie leggende
Il casu marzu è un prodotto alimentare della Sardegna caratterizzato dal suo particolare processo di formazione: si tratta di formaggio pecorino colonizzato dalle larve della mosca casearia (Piophila casei). È conosciuto anche come casu frazigu, casu modde, casu becciu, casu fattittu, casu giampagadu, cassu attu, casu cundítu, (i nomi si differenziano a secondo delle regioni storiche dell'Isola).
Familiarmente viene ancora ottenuto in modo naturale tramite la Piophila casei (conosciuta anche come mosca casearia), un insetto dalle cui uova, deposte sulla forma di pecorino, nascono larve che traggono nutrimento cibandosi della forma stessa e sviluppandosi al suo interno. Il periodo di produzione è quello primaverile ed estivo, ma si può protrarre sino ad autunno inoltrato.
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