Magnetostrizione
La magnetostrizione è il fenomeno fisico che consiste nella variazione di lunghezza di un materiale, in pratica sempre metallico, in seguito alla sua magnetizzazione[1]. La variazione è determinata da variabili diverse come temperatura, trattamenti meccanici e fisici.[1]
Questo effetto è dovuto al riorientamento microscopico dei dipoli atomici. [2]
Utilizzi
Il principale utilizzo di tecnologie magnetostrittive si ebbe nella realizzazione dei sonar durante la II Guerra Mondiale[3].
Trasduttori magnetostrittivi sono utilizzati ancora oggi, nonostante l'avvento di trasduttori piezoelettrici, per realizzare sonar di particolari potenze e caratteristiche.[4]
Tecnologie magnetostrittive furono usate nei primi anni dell'informatica per la creazione di memorie a linea di ritardo. A titolo di esempio, il calcolatore Programma 101 aveva una memoria di questo tipo. [1][5].
Altri usi sono quelli nel campo dei test meccanici industriali, soprattutto quando richiesta particolare sensibilità. [1]
Note
- ^ a b c d magnetostrizióne - Sapere.it
- ^ effetto magnetostrittivo in “Enciclopedia della Scienza e della Tecnica” – Treccani
- ^ E. du Trémolet de Lacheisserie, Damien Gignoux, Michel Schlenker, Magnetism: Materials and Applications, Volume 2, Springer Science & Business Media, 2005, p. 225.
- ^ Progress In Magnetostrictive Sonar Transducers Archiviato il 2 marzo 2017 in Internet Archive.
- ^ Elettronica della Olivetti P101 e dei piccoli sistemi di prima generazione, su storiaolivetti.it. URL consultato il 23 luglio 2015 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2015).
Collegamenti esterni
- (EN) magnetostriction, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
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