Tanacetum parthenium
Il partenio (Tanacetum parthenium (L.) Sch.Bip., 1844) è una pianta della famiglia delle Asteraceae. In Italia, a seconda dei luoghi, è conosciuta con i nomi di amarella, amareggiola, matricale, maresina, erba amara, erba 'mara ed erba magra.
Descrizione
Distribuzione e habitat
La si può trovare nei luoghi pietrosi ed incolti della fascia temperata europea, nell'America settentrionale e meridionale e nella regione del Caucaso. In Italia si trova nei giardini soltanto a scopo ornamentale.
Principi attivi
Il partenio possiede una buona quantità di flavonoidi come luteolina, quercetina, apigenina ed axillarina, cui si deve parte della sua azione spasmolitica sulla muscolatura liscia viscerale. Possiede anche dei composti bi- o triciclici chiamati sesquiterpeni, come il partenolide, il costunolide, l'artemorina e la santamarina, che sono amari e modulano le funzioni del sistema della serotonina, da cui la loro proprietà di profilattici dell'evento emicranico. Da notare che le tisane di partenio sono efficaci solo come preventive dell'attacco; non hanno alcuna efficacia quando l'emicrania è in corso.
Usi tradizionali e novità
Nel folklore popolare, il partenio ha trovato impiego nelle condizioni di reumatismo articolare e nella prevenzione delle cefalee. Nella fitoterapia moderna è principalmente usato nella profilassi dell'emicrania. È però dotato di buone proprietà toniche, emmenagoghe ed antispastiche. Questo lo rende un buon palliativo per le donne che soffrono di dismenorrea (mestruazioni irregolari e/o dolorose).
Il partenio non dovrebbe essere assunto in soggetti che hanno allergie ad altre Asteracee e comunque dovrebbero consultare il proprio medico prima di assumere Partenio.
Da circa un decennio, il partenio ha suscitato un interesse acceso tra i ricercatori del campo immunologico, reumatologico ed oncologico. Uno dei suoi costituenti, infatti, il partenolide, è risultato in laboratorio un potente antinfiammatorio su modelli sperimentali animali di malattie invalidanti come l'artrite reumatoide ed il lupus eritematoso sistemico.
Questo composto agisce direttamente da inibitore del fattore di trascrizione delle catene kappa anticorpali dei linfociti B (NF-κB), che serve alle cellule immunitarie alla sintesi di molte citochine coinvolte nell'infiammazione. In più ha il vantaggio di inibire direttamente anche la 5-lipossigenasi, enzima che trasforma l'acido arachidonico nei noti mediatori infiammatori leucotrieni.
Il partenolide è molto efficace nel sopprimere, almeno in vitro o in modelli di tessuto tumorale trapiantato su animali da esperimento, la proliferazione di alcuni tipi di cellule maligne, sia provenienti da tumori solidi che ematologici (carcinoma gastrico, polmonare, prostatico e mieloma multiplo, per citarne alcuni). A parte il suo potere inibitorio sul fattore NF-κB, come accennato sopra, il partenolide alchila l'enzima DNA-citosina metiltrasferasi (DNMT 1), che modifica il DNA portando alla repressione genica di molte porzioni di cromatina. In pratica, il partenolide agirebbe allo stesso modo del chemioterapico 5-azacitidina, usato come induttore del differenziamento cellulare nella terapia di neoplasie ematologiche (mieloma multiplo, sindromi mielodisplastiche, ecc.).
Mancano però dati provenienti da trials clinici umani al riguardo.
Referenze bibliografiche
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Usi culinari
Nel Veneto, tipicamente nel territorio vicentino e veronese, il Partenio, conosciuto come erba maresina, erba madre o erba 'mara è largamente utilizzato nella preparazione di frittelle salate, torte e come aroma per il condimento di primi piatti.
Bibliografia
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- Douglas E. Soltis,Pamela S. Soltis,Jeff J. Doyle, Molecular systematics of plants 2, Volume 2, USA, Kluwe Academic Publisher, 1998, p. 419.
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